Il discorso dell'avv. Bevione di Giuseppe Bevione

Il discorso dell'avv. Bevione Il discorso dell'avv. Bevione • Quando l'avv. Giuseppe Bevione 6orge a parlare, l'assemblea lo accoglie con una lunga, clamorosa, entusiastica ovazione. SI gridar Viva Bevione! Viva Torino!-a gran voce. Il candidato costituzionale, che .è veramente commosso da questa dimoetrazio- ne, imprende il suo discorso, cosi esordendo: « Signori! « Prima ancora di porgere il mio ringraziamento vivissimo alla Presidenza della Unione Liberale Monarchica, che mi ha" permesso di venire questa sera a paiia.ro davanti ad una così imponente assemblea, de-• siUero esprimere la mia ammirazione profonda e la mia riconoscenza incancellabili all'on. Felice Panie, che si è condotto con una dirittura, una lealtà, una nobiltà che non potevano essere maggiori (applausi). E •non soltanto questo tributo io voglio pagatealla magnifica coscienza politica dell'on Panie: voglio anche solennemente attestare che, se egli- non era in combattimento insieme con me contro il candidato socialista, dato lo sforzo inatteso e veemente compiuto dai nostri avversari per strappare il collegio a primo scrutinio, molto probabilmente il loro intento'sarebbe.stato raggiuntò, e noi non combatteremmo oggi, con fondate speranze, la fase decisiva della battaglia (Ova: zlone entusiastica). « I due eserciti, pugnanti su linee parallele sano bastati a respingere il violento attacco improvviso, e a trasformare la maggioranza socialista dell'elezione di novembre nella maggioranza costituzionale 'di domenica scorsa. Di ciò va dato all'on. -Panie ed al suoi seguaci merito grandissimo: ed10 sono orgoglioso di proclamarlo alto tra voi questa sera (approvazioni vivissime)- << Consentitemi poi che io esprima la mia ammirazione, grande quanto la mia riconoscenza, all'Unione Liberale , Monarchica, che, con slancio e generosità meravigliose, la sera stessa di domenica ci offriva il suo appoggio pieno, completo,-entusiàstico (bravo! bene!). VI è modo e modo, o signori, di tener fede ai patti, di concedere un aiutodi mettersi al fianco di un combattenteLa Monarchica è stata per noi, subito, senza esitare un secondo, con tutte le sue forzecon tutti i suol mezzi, con tutta la sua arama. Ci ha domandato : « Che vi serve di noi? Prendetevelo.' Diteci con quali modi p'ossia'mo tornarvi utili, e faremo e daremo quello che ci chiederete. E vennero l'appoggio morale e politico assoluto e incondizionato, i quadri di organizzazione, gli uomini, le automobili, l'assistenza finanziaria. 'Quando con cosi nòbile prodigalijtà s'offrono tutte le energie di cui si dispone, con un consenso profondo, e pièno degli spiriti,' si ha il diritto di dire che non si aiuta una battaglia da altri iniziata, ma che si fa, nella concordia di tutta la nostra parte, una battaglia sola, fiera e decisiva, contro l'irrecq»ciliabile' nemicò-. -' • IR$» E le rimanenti organizzazioni liberal»» -economiche della città, dagli antichi circucittadini alla Lega Esercenti, che riassmà»11 fascio imponente dette forze commercialtorinesi, sono andate a gara, prima che veswmo il tempo di sollecitarne il prezi< appoggiò, .di offrircelo spianine-), fervi Assoluto. <rl socialisti che vantano la loro unità, e già speculavano sulle dilacerazioni deh"» forze costituzionali, devono piegare il capoconfusi di fronte a questo spettacolo aro/mlrevole di elevazione politica. >« Ieri, due forti giovani, liberali convlnjjjfel'avv. Pa vesto ed il dott. Ambrosi ni, sono venuti al nostro comizio ed hanno coraggio■ainente discusso In contraddittorio coi socialisti, per dimostrare che la nostra eoafcorcHa non è solo un fjore di serra artificio : ', fe, ** , samente sbocciato nel chiuso dei circoli, ma è una forza viva, e sana, che erompe da una profonda persuasione degji spirili, da un entusiàstico consentimento degli animi, ed è disposta a cimentarsi, consapevole'e nera di sè, a volto aperto in campò aperto, in qualunque ciménto. In faccia alla realtà « Io so che quanto sìa avvenendo in questi giorni in Torino, che questo entusiasmo che riaccende i cuori, e cancella i minori dissidi, e.dia tutte lo volontà l'impulso per decidere vittoriosamente per noi là giornata campale di domenica, io so che questo spettacolo ha de) miracoloso. Ma me lo spiego perfettamente. Là parte ' giusta ' e - sana del popolo torinese ha finalmente compreso che è scoccata l'ora di guardare in•faccia la realtà e di agire in conseguenza. Là realtà prima era intravista, intr.audits. In pochi anni urta immensa rivoluzione.si era compiuta nello spirito del socialismo e nella tendenza delle forze proletarie,'che.nella quasi totalità hanno come guida soltanto il socialismo. Noi lo sapevamo, perchè l'azione socialistica si .svolgeva in ritmò febbrile sotto.i nostri occhi. Ma non ci pareva vero. , «Una strana dissociazione era avvenuta fra la nostra intelligenza, la nostra coscienza e la nostra volontà. Il partito liberale, fedele e puro nelle sue tradizioni di disinteresse teorico 0' dì tolleranza .assoluta, assisteva impassibile alla rapida, violenta, minacciosa involuzione, non solo dottrinale, ma, ciò ohe è peggio, pratica del socialismo. Il culto della libertà venne. Inteso sotto una forma assolutamente nuova, che i popoli, come il popolo inglese," che hanno "estratto dalle loro viscere Con superba doglia quésto supremo tesoro dei nuovi, tempi, avrebbero condannalo e abbai-rito. La libertà, venne mtesa.oome tacito e graduale sacrificio dell'autorità dello Stato. Poiché 1 partiti soweriatvi.vdiventiti grifagni dopo le prime vittorie nel campo strettamente economico, per affermarsi, intensificarsi ed estendersi, dai vano l'assalto allo Stato in tutti i suoi presidile in tutti l suoi prestigi, si permise loro, in nome della libertà, di fare tranquillamente. ;•«} «Esercito, magistratura, forza pubblica, Monarchia, tutto ciò che esprime- la nazione e la difendè, tu oltrntfcrlato, contaminato, calpestato. Nessuno reagiva. E gli .altri continuavano, facendo ogni anno un passo enorme./ognì anno distruggendo un potere statale, elaborando lentamente questa spa-veritevole teoria che ora' sembra pacificamente accettata da tutti in Italia: che, quando l'autorità comanda nelle forme legali, e non è obbedita, la forza pubblica non ha altri poteri, che quelli, che-ti'prof. Mussolini e Francesco Barberis si degnano di concedere (Risa). Se la folla, Invece di sdori ai rituali squilli, espressione dell'orperentorio dei custodi della paca n'ubinfzla la sassaiuola, ebbene, se contro forsennati vi fossero diecimila soldati, i diecimila soldati hanno l'obbligo as _ jo, civico, militare, politico'* farsi làdare. La forza pubblica non è più consf *aia nella sua realtà, di un principio ir* .qjfatile Incarnato da uomini di sangue e d erri, capaci di soffrire e di morire — nr ' i» un ebete simbolo staccato dal mondo .''cifra ignobile ed ostile, che bisogna d!' Uggere per. assicurare l'elevazione del itariato. proletariato, sopratutto se in rivolta.0 — ed il resto è nulla: 1 soldati che «ranno alle loro case còl braccio spez.► jdalla pietrata e la gamba diminuita coltellata, non sono proletari, contro1 tutto è lecito: se. esaurite tutte le relè umane, minacciando di soccombere, venga o non venga l'ordine, il carabiniere spara e ferisce od uccide, si compie l'eccl-, dio proletario, si consuma l'odioso, il vile, il rivoltante sacrificio di sangue cittadino, contro cui tutta l'Italia proletaria deve insorgere, perchè Roma e il Re intendano che il proletariato ha acquistato una piena sensibilità politica, e che non permetterà più che nuovi eccidi si compiano, contro l'inerme, il pacifico popolo. « E cbsl si ha lo sciopero generale politico, creazione tutta italiana, per vergógna nostra è fortuna del inondo. Signori, lo non voe-lio dire una sola parola dello sciopero ultimo. Mi ripugnerebbe che i nostri nemici potessero .affermare con apparenza di verità che sfruttiamo & scopi elettorali questo avvenimento orrendo,* che ha fatto retrocedere di venti anni l'Italia, e che io sarei lieto di cancellare, vi giuro, con la mia sconfitta nel quarto collegio. « I fatti che hanno contraddistinto questo movimento di frenesia collettiva sonò nella memoria di tutti,-e non è necessario rifarne l'esposizione e l'esegesi, neanche al legittimo intento di mostrare 11 male che ci minaccia. Ciò che mi preme di più è stabilire nel modo più preciso, più categorico questa verità fondamentale, che io credo racchiuda il più maestoso, e tragico insieme, problema dell'Italia nuova. Io affermo solenneinente che in Italia non esiste più il socialismo e che non abbiamo di fronte che un autèntico ed esclusivo movimento anarchico./ (.Appianai vivissimi). Il partito del lavoro, rispettabile e rispettato, è finito. Rigola, capo della Confederazione del Lavoro, è messo agli arresti di rigore dallo Zar del socialismo catastrofico Mussolini, perchè, senza interpellarlo, ha dato ordine di, cessare lo sciopero generale, dopo solo due giorni di saccheggi % di crimini. Il fenomeno economico, nucleo Si tutti i socialismi in tutti i climi storici di Europa, è passato in quarta linea. Le riforme sodali (lo ha dichiarato nel contradditorio con me sulla Piazza della Crocetta il Mussolini) non hanno* importanza; anzi sono da combattere, perchè creano malintesi, snervano le masse, impediscono quella esasperazione degli antagonismi tra le classi, dalla quale solò può erompere il'grande flore purpureo fi supremo della rivoluzione sociale. Deve scorrere sangue cittadino nello svolgimento di questo evangelico programma? E sangue vorrà. Il sangue e igienico e,., botanico: dà fronde e vigoria all'albero della libertà. JHisa). II proletariato non si sollevi, ma scenda tutti i gradini della miseria, purché l'odio acceso nella sua anima ottenebrata riarda, gli faccia salire al cervello la febbre malvagia, gli susciti nel braccio la forza dell'atto dinamitardo. Purché si prepari l'atto Anale di quésta fosca tragedia di un popolo, tutto ciò che esiste crolli e perisca, e sorga una società nuova, di cui. nè Mussolini né altri ha ancora saputo dirci quale sarà l'architettura, quali gli equilibri!, quali le garanzie, quali le basi e quali le finalità, ina che abbiamo lacertezza che sarà cupa e miserabile, senza os'press'orte e senz'anima, senza luce e .senza avvenire, come la vasta maceria fuman-di un terremoto (Appiattii). Ciascuno prenda il ano posto ti Davanti a questa schietta, limpida, confessa propaganda anarchica che, ti ricordi, non resta delirante nel cervello di pochi «Mutati, ma prende e ira volgi U ma* se, possiamo noi, uomini ohe crediamo nel vero ordine e nella vera libertà, rimanere pavidi ed inerti come di fronte ad un semplice contrasto economico per l'elevazione di una mercede o la riduzione di un orario? In questa domanda è il più grande problema politico dell'Italia 'contemporanea. E' una domanda imperativa, che nessuno non può più non farsi, senza darle una risposta esplicita. L'ora dei mezzi termini è passata. Bisogna essere tutti da una parte o dall'altra della'riv'era rossa (Applausi). La libertà che i nostri padri ci hanno trasmesso'in retaggio è in pericolo. Non si invoca nessuna riduzione di libertà. Si chiede la restaurazione della autorità dello Stato, che non può venire.dal Governo, non dal Parlamento, ma dalla Nazione. Deve dire la Nazione sé dobbiamo rovinare per questa china, che ci riporta ad una tirannide mille volte peggióre della tirannide del despota, perchè il despota poteva anche essere illuminato e paterno, mentre la folla è fatalmente'irresponsabile e crudele. La parola della Nazione, rammentatelo, è suprema. Finora non hanno parlato che .loro, e parve che fossero i soli ad esistere, e quindi i soli ad avere ragione. Da oggi parliamo anche noi con fermezza, con coscienza, con energia, con la fede di compiere il nostro dovere. Combattiamo con tutti" i mezzi l'anarchia che assalta, decisa a demolirlo,: il regno. L'elezione di domenica è 'la prima grande opportunità che ci ci presenta.' Mai da quando l'Italia costituzionale esiste^ si ò combattuta una battaglia cosi chiara e cosi semplice nei suoi termini." Le figure scompaiono. Io non sono più nulla In questa colossale partita. Rimangono, vibranti e soli, t principi}. L'Italia' ci guarda, ci guardano gli stranieri, invidi del nòstri recenti accrescimenti e delle nostre recenti fortune, pieni di speranza che gli sforzi rivoluzionar" del 9 e 10 giugno abbiano il suffragio dalla città che ha dato alla patria la libertà., l'unità e la monarchia. Domenica diranno le urne sè .veramente cinquanta deliranti devono fermare quando loro aggrada, nella, sommossa e nel sangue, il circolo della vita nazionale) in attesa che siano pronte la rivoluzione sociale e la eorda per impiccare, al fanali elettrici la borghesia contemporanea; oppure se questa Italia, sorta dall'eroico martirio, dal vasto, sforzo, dal tenace sacrificio, dal prodigioso genio dei nostri padri, non,deve nell'esercizio sano della libertà, nel profondo rispetto di se stessa, nella pace e nell'ordine, non deve continuare la sua splendida ascesa e illuminarsi dt nuova luce di' civiltà e accrescersi di nuova forza polìtica nel.mondo. (Vivissimi e prolungati applausi è grida di « Viva Bevione.' »). In nume dell'on. Panie L'assemblea si acqueto allorchè si alza l'avv. Paoletti. Egli dice che con lietissimo animo porta nll'avv Bevione il saluto più cordiale' e il ringraziamento dell'on. Panie. In nome di questi* invita tutti gli elettori ' costitiizionnli, senza eccezioni di sorta, ad essere compatti nel. far convergere i voti sul- nome dell'avv. Bevione. Queste parole provocano un lunghissimo applauso. L'avv, Paoletti prosegue e annunzia che con 1% più schietta lealtà il Comitato liberale, del IV. Collegio lavorerà perchè il nome di Giuseppe Bevione riesca vittorioso nella otta imminente. * « Abbiamo un comune ideale, la grandezza delia Patria — esclama llavv. Paoletti —- un nemico comune, il socialista: dobbiamo essere unii) come uh solo uomo! Per questo abbiamo voluto che tutta l'U-_ aione fosse stasera presente a questa prò-' va di concordia! Io sono certo che ciascuno farà il suo dovere'e che domenica sera saluteremo, con profondo orgoglio, l'avv. Giuseppe Bevione deputato del IV Collegio. L'assemblea, in uif impeto di (fhtusiasmo, applaude freneticamente: e rinnova la sua dimostrazione quando l'avv, Paoletti abbraccia e bacia l'avv. Giuseppe Bevione con grande effusione. L'operaio Angelo Rossi reca quindi il saluto degli operai soci dell'Unione Liberale dicendo che i lavoratori, devono, votando domenica per Bevione, dimostrare che essi non sono acquiescenti' alle impulsività di coloro che per ragioni politiche, non economiche, li.spingono agli scioperi generali. Raccomanda anch'agli'la maggioro compattezza nella votazione "di domenica. Le pà vii le 'di. 'Pasto neh i A questo punto alcuni degli intervenuti, avendo notato nella sala il poeta Francesco Pastouchi, lo invitano calorosamente a parlare e lo sospingono sul palco della presidenza Gli applausi salutano l'apparire della ben nota figura del poeta. Francesco Pastonchi esordisce con letterata eleganza di dicitore : ,« Signori, io ho qui 'udito poc'anzi intessere alcune distinzioni "sottili fra l'una e l'altra "parte e frazione, del grande partito costituzionale, e parlare di liberali e di nazionalisti. Confesso che io di queste elaborate distinzioni, che non sono divisioni, non m'intendo, e neanche credo che esse ubbinuo una grande importanza. Non bisogna seguire ,nè con l'occhio nè con l'animo il salire in. alto e il perdersi nel vago e nel vano di queste o passioni o. teoriche divergenti; ma bisogna scendere al ceppo comune, che è la Patria nostra. E del resto-non riii paro del tutto vero quello che dianzi fu detto, essere sempre e solo In una lotta politica questione di principi!. Io affermo che in questa è sopratutto questione di uomini. (.Applausi).. Io riconosco ih Giuseppe Bevione l'uomo che è sempre vissuto fuori del partiti, e .fino dagli inizi- ha cercato di scemerò da sè ogni vanità letteraria per raccogliersi in .una unica espressione chiara-, diritta, che è armunto la sua espressione di uomo. I nostri "partiti, tutti 1 partiti hanno bisogno di uomini. (Applaudi. Viva Bevione!). In Giuseppe Bevione voi avete riconosciuto e sentito il piemontese (vivissimi applausi) la tempra quadrata, la solida coscienza, la mente limpida e pratica. ' Francesco Pastonchi prosegue il suo oiré fra la più intensa attenzione dell'uditòrio, tessendo l'elogio fraterno del candidato, dicendo che nessuno si maravigliò di vederlo passare dal giornalismo olia politica, e lodando l'energia con la quale si combatte nel Collegio la sua battaglia. Pastonchi termina, applauditissimo, mandando a Giuseppe Bevione l'augurio della vittoria. Il maestro Francesco Barberis rivolge invito a tutti coloro che non hanno votato domenica scorsa di recarsi a ritirare-il proprio certificato in Municipio, se non l'hanno ricevuto, ed esprime la certezza che il Collegio può essere riconquistato ai costituzionali, se questi compiranno con disciplina il loro dovere. Il comm Boyer, a sua volta, prega gli elettori del IV Collegio a non muoversi domenica da Torino ; annuncia che coloro che hanno partecipato alla gita dell'Unione Escursionisti e sono elettori del IV Collegio saranno di riforno nelle prime ore del pomeriggio di domenica per votare, e - —iunge. che la presidenza della Sezione del Club Alpino ha invitato tutti i soci elettori a non muoversi d# Torino per compiere^ il loro dovere di cittadini. Queste comunicazioni sono vivamente approvate dall'assemblea. Il comm. Boyer toglie quindi la seduta e i nresentl rinnovano all'avv. Bevione, quando lascia la sede dell'Unione Liberale, una dimostrazione calorosissima e affettuosa.'