D' aula in aula

D' aula in aula REATI E REME D' aula in aula Jftibw (Corte d'Appello, tbunalc Penale e Corte d'Assise), / La conforma della sentenza nella cansa per l'assegnazione del premio Rinerl Sono ormai note le vicende della causa che empo addietro 11 prof. Pagliani intentò all'Academia di Medicina perchè gli venisse asse-' gnato il l2.o premio nibcri. Ed è pure noto che nella stessa causa era intervenuto anche il dottor Ricca Barberis — la cui opera, dalla Commissiono aggiudicatrìce era stata ritenuta egna di considerazione i- per sostenerc-'Tinamissibilità dello domande del prof. Pagliani." .11 nostro Tribunale Civile pronunciava il 31 icembre scorso sentenza del seguente tenore: « Respinta ogni diversa istanza, eccezione V» eduzione, dichiara legittimo l'intervento in ausa del dottor Enrico Ricca Barberis. « Dichiara valida e regolare la deliberazione messa dalla R. Accademia di Medicina di Toino nella 2,a parte della seduta del 9 maggio 913, colla quale venne aggiudicato al profesor Luigi Pagliani il 12,o premio Riberi di L. 20:000 e tale validità e regolarità dichiara ussisterò nonostante qualsiasi contraria sucessiva deliberazione votata dall'Accademia tessa. Dichiara conseguentemente in obbligo 'Accademia, in persona del suo legittimo rapresentante, di versare indicamente ni. proessore Pagliani l'ammontare del premio preetto. n Dichiara il dottor Ricca Barberis « -l'Accaemia tenuti, oltre che al carico delle spese ispettivamente sostenute, a rispondere sulla proporzione di tre quarti e di un quarto, quel'-e sopportate dall'attore prof. Pagliani e a ar fronte nella proporzione stessa a quelle di questa sentenza e relative ». Appellarono la Accademia di Medicina ed il ottor Ricca Barberis e la nostra Corte, con entenza in data di ieri, confermava pienamente il deliberato dei primi giudici. Estensore della sentenza in Tribunale fu il giudice Maioia : estensore in Appello il conigliere Sbarbaro. L'Accademia era rappresentata dal procuraore Paolini. Il dottor Ricca Barberis dagli avocati Cattnneo. Lombardi, Porzio: il prof. Pagliani dagli avvocati Fausto Villa, Tiranty c Sazia. Torbide passioni e trncl delitti La sentenza Assai rapidamente si è svolta l'escussione tetimoniale in questo fosco episodio di sangue. L'accusa sopratutto tentò provare che Giovanni Domenico Brunetti aveva commesso il fatto con premeditazione; la difesa lottò contro l'ammissione di tale gravissima circostanza e sostenne il vizio parziale di mente a favore del'omicida. Unica testimone che potè riferire maggiori particolari sul fatto, fu la figlia della povera Romano Antonia, la quale parlò del diverbio violentissimo che si accese fra la madre ed il Brunetti, tanto che essa, impaurita, corse a chiamare una vicina di casa, certa Comotto. n sua assenza scoppio la tragedia, e il Brunetti, dopo aver dato un tremendo colpo all'addome alla Romano, tanto violento che andò a occare la spina dorsale, fuggi nella strada. Oli altri testimoni deposero sullo stato di parziale ebbrietà in cui pareva trovarsi il Brunetti, e sulle parole sconclusionate da esso pronunciate. Ad una .stiratrice, certa Trinarti Teresa, disse: a Lei stira bianco, mentre laggiùKUeVruS 'Jf^tffritì^aia, incontrato per la strada il. figlio della vii-Urna, lo invitò a bere uh bicchiere di vino !! Fu provato che il BrjKiet-ti lavorava però da calzolaio, e che viveva del suo; che fu rinchiuso due volte per breve tempo nel Manicomio di Collegno ed in quello di Séry, presso Losanna, sempre per frenosi' alcoolica. Appartiene a buona famiglia, ha un fratello benestante, un altro pittore, un nipote medico. Il Pubblico Ministero sostenne la premeditazione nell'omicidio per una semi-ubbriachezzaI difensori ingaggiarono la lotta per far escludere la grave qualifica della premeditazione, e per la concessione della infermità di mente parziale. I giurati, col loro verdetto, esclusero la premeditazione e concessero le attenuanti generiche. ' ^ II presidente condannava il Brunetti ad anni 16 e mesi 8 di reclusione. . •Presid. : Barone Daviso; P. M. : cav. Forni: Difensori: avvocati Pavesio e Torchio; Cancelliere: Vittanatto Uff. giud Riccio. Le appropriazioni di nna contabile-cassiera >N*el febbraio dell'anno scorso il negoziante Mario Di Carlo, residente in via San Quintino 11, ebbe ad assumere in qualità di contabile, autorizzata a ricevere i pagamenti tale Dina Saggi. La donna, alla metà dell'aprile successivo, fu licenziata: ma appena lasciato il servizio il DI-Carlo si accorse che essa aveva riscosse divèrse fatture senza versarle nella cassa. In seguito alle rimostranze fattela madre dell'impiegata sborsava tutta intera la somma appropriatasi dalla figlia:'ma successivamente il Di Carlo scoperse che la sua infida cassiera aveva inoltre esatte lire 190 dal proprietario doll'Hd/rf d'Europe, senza darne alcun conto. Di qui la querela presentata dal Di Carlo ed il processo contro la Dina Baggi, svoltosi ieri alla Sezione quinta del nostro Tribunale. I giudici hanno condannato l'imputata, contumace, a 7 mesi di reclusione e lire 70 di multa. - Pres.: avv. Garelli; P. ai.: Taglietti; Dif. di ufficio: avv. Macca ri; cane: Gazzano. I ladri al Trianon Nel gennaio scorso, poco donp il mezzogiorno, un ladro si introduceva nell'interno dei locali del teatro (Trianon, la cui porta d'ingresso, prospiciente sotto 1 portici di via Viotti, era stata lasciata aperta malgrado che nell'interno non vi fòsse alcuno.. Il ladro quindiscassinato un uscio al piano terreno.. si introduceva nell'ufficio di amministrazione asportando una lira... falsa ed un impermeabile di nelle del valore di lire 100. Salito al secondo piano si introduceva nel camerino del macchinista, ove, per fortuna, non trovò nulla di valore: in ultimo apri la serranda del locale adibito a buffet ed ivi infranse, inutilmente, perchè vuota, la cassa-registratore.L'impresa era dunque fallita, ma l'.audacia messa in opera dall'ignoto briccone spinse l'autorità di pubblica sicurezza a far minuziose ricerche del colpevolo. Costui fu identificato per certo Giacomo Cassio d'anni 19 ed arrestato poi più tardi in flagrante, reato di furto, nei locali del cinematografo Milano, Ieri dai giudici della Sezione VI fu condan nato a 7 mesi e 15 giorni di reclusione. Pres.: aw. Delprato; IP. tM. : avv. Minella-, Dif.: avv. Comi; cane: De-Caroli.

Luoghi citati: Collegno, Losanna, Mario Di Carlo, Milano