Il governo militare

Il governo militare Lettere ddl Trentino Il governo militare [(Dal nostro inviato speciale) TRENTO, giugno. a Qorerno del Trentino è un governo di n»Jit«r«. Paese di confine/programma di armamenti di preparazione militare contro CTtafia: con queste ragioni il Trentino s'è trasformato in un solo immenso campo militare. Alia fine del 1913 la forza dislocata nella provincia si scomponeva cosi : Tirolo settentrionale — una sola brigata di fanteria, con sette battaglioni : Tirolo meridionale e Trentino — sei brigate di fanteria, mia brigata di artiglieria da fortezza le una brigata di artiglierìa da montagna, 36 battaglioni di fanteria, 3 battapni di zappatori, 3 squadroni di cavala, 5 battaglioni di artiglierìa da fortezza, 10 batterie da montagna, una divisione '(due batterie) di obici pesanti da campo. : Un tale formidabile spiegamento di forze da guerra al confine d'Italia cresce ancora progressivamente ogni anno, con un sistematico piano regolatore. Sette, otto anni fa non c'era, in tutta la provincia, neppure la metà di queste forze. Ogni nuovo ordine di dislocamento, nell'Impero porta nuova truppa nei paesi italiani. Il Trentino è ora tutto inondato di soldati. Il censimento del 1910 dava già 4.147 uomini, fra ufficiali e soldati, per i soli presidi di Trento e di Rovereto. In qualche piccolo centro la guarnigione raggiunge la metà della popolazione. Una fitta rete di fortificazioni sbarra intanto le vallate e congiunge con i cannoni le montagne. Si contano già trentasette forti al confine. Tutte le maggiori cime scino già coronate di casematte. Il massiccio del Bondone, antica mèta domenicale di ogni trentino, che domina Trento, è trasformato in campo trincerato, ormai inaccessibile alle innocue escursioni di placidi turisti. Gli altipiani di Lavarone e di Folgherìa si sono popolati di cinque forti, cosi distaccati dal campo trincerato di Trento da documentare il loro scopo più offensivo che difensivo. In Val Lagarìna s'è già occupato il monte Zunia, fra Ala. e Rovereto, la Val d'Adige e la Valarsa. Si minaccia ora di conquistare tutto il monte Baldo, salendo Ano all'Altìssimo. La cima di Vignole. che batte la chiusa di Verona, è già nel dominio dei militari. E si lavora febbrilmente. Due forti sono in progetto sulle cime del Pasubio e del Cosmajon, Due al -tri • forti sono già in costruzione * attorno :Àla, per completare lo sbarramento del basso Adige. Negli Slavini di Marco, tra Mori e Rovereto, viene edificata una grande polveriera. : Si prodigano cosi dei patrimoni favolosi. 'I tecnici calcolano che, netrli ultimi dieci anni, si siano spesi, solo per le fortificazioni idei Trentino, più di trenta milioni, che non [compaiono però nei bilanci. Una strada di 87 chilometri, aperta a còsta del monte' Zunia, è costata 73 corone 'al metro. La strada attraverso il Brcocone, fra Castel Tesino e Primiero, lunga 47 chilometri, che per i tre quarti non tocca l'abitato, costa 2.400 mila corone. Ma non paga solo il bilancio miliitare: pagano anche, per questi colossali [armamenti, i bilanci paesani. Dove s'è impiantato il militare tutto vien ridotto al servizio dei suoi scopi. Mentre per 366 comuni del Trentino, con 386 mila abitanti, esistono solo ancora 136 uffici postali, con trecento impiegati e cinquecento ausiliari, si trasformano le opere sociali del paese in mezzi di guerra. Per combattere la pellagra, il Governo aveva stanziato un fondo iper la costruzione di panifici moderni.. Con 'questi fondi, in piccoli paesi di tre, quattro 'mila anime sono' ora sorti dei forni immensi, con grandi case annesse, assolutamente sproporzionati ai bisogni locali. Sembrano vere caserme: tutto lascia credere iche siano destinate per i concentramenti, 'durante una mobilitazione. Se ne trovano 'lungo.l'intera linea di confine: a Rovereto, Terragnolo, Miss, Sagron, in vai Lagarìna, Il bilancio della guerra non dispone di 'capitali sufficienti da immobilizzare negli edifici militari. Sono i comuni che hanno l'obbligo di costruire le caserme, anticipando la spesa totale e ricevendo pòi dal Governo un fitto annuo, calcolato in modo the, entro un certo termine, tutta la spesa sia ammortizzata. Ciò obbliga i comuni a 'continui prestiti in condizioni spesso disastrose. Quando non può costruire caserme, il Comune deve almeno affittare del locali, per dar quartiere alle truppe. L'indennità, che riceve per esse dal Comando militare, è però quasi sempre inferiore alle sue spese effettive. Nel consuntivo 1911 del Comune di Trento, per esempio, si legge: spese per alloggi e stalle militari provvisorie 27.569; rimborso 22.563 corone. Nel preventivo 1913 è calcolata la stessa perdita: spese 33.530; rimborso 25.936 corone. I bilanci comunali italiani devono cosi completare i bilanci militari. ; Un carro a due cavalli, fino al monte Bandone, costa, per tariffa, trentadue corone: i militari lo pagano al Comune di Trento solo 18 corone. Per settantadue centesi,mi ai giorno a Trento, per cinquantadue i centesimi nelle altre città — ha denunciaito il deputato Battisti, in un suo discorso al Parlamento (dicembre 1911) — i Comuni idei Trentino devono fornire agli ufficiali luna stanza ammòbigliata e riscaldata. Nei [raggi delle zone fortificate, che si allungaIno ormài a traverso tutte le velli, per deciine di chilometri, si ha il permesso di cójgtruire una casa solo a condizione che si sit pronti ad abbatterla, al primo ordine, 'senza protesta o indennità — #ciò che diminuisce, è evidente, il valore'dell'edificio, ' per il quale non esistono più possibilità di ipoteche. ì Ma tutto questo non è ancora che una manifestazione generica del regime militali» nei Trentino. E' qualche cosa che si spiega con la legge dell'egoismo professionale idi casta. Si vuole allargare la cerchia dell» ! proprie funzioni, assorbire tutte le attività ■ e le forze paesane per i propri usi, moltlj pacare il proprio possesso, con il massimo buon mercato. Non si vede e non si riconessuna necessità popolare, oltre quella che sta nei punti del proprio- sistema Insieme a una tale pressione automatica del mondo militare, v'è nel Trentino r>nche quella che viene dal precisò inflessibile programma anti-italiano dei militari. 11 Trentino non è schiacciato solo perchè è una zona di confine, ma prima di-' tutto perchè è un paese italiano.. In Galizia,, al confine austro-russo, > dove pure ci sono assai più urgenti ragioni'di preparazione di guerra, la mano dei militari, ira i polacchi, è assai meno dura e invadente. . Gli1 italiani hanno questo melanconico privilegio nell'Impero: di essere i più esposti. Lo stesso principio di governò antiitailiano, portato dalla tradizione, da una falsa visione politica, che -abbiamo osservato nello altre Provincie, si ritrova nel Trentino, solo acutizzato dal regime militare, che ha le? mano più rùvida, più fatta all'azione, al gesto violento. L'Austria è uno Stato, dove comandano solo i fattori irresponsabili e in piccola parie le maggioranze: un tempo i tedeschi, ora anche gli slavi. Per le minoranze non c'è nessun diritto, nessuna possibilità .di farsi sentire. Per la minoranza italiana, poi, c'è ancora un caso speciale. Gli italiani sono troppo pochi, perchè un Governo austriaco si debba preoccupare dei loro bisogni, per la sua politica interna, e; sono però troppo intelligenti ed evoluti, perchè si possano dimenticare fra le-quantità .trascuràbili. Ciò vuol dire,che non c'è mai per essi una occasione per la politica dei favori: ma.v'è sempre una ragióne per la politica della repressione di battere i suoi colpi.. La repressione è nel programma e può sembrare approvata, dall'alto.; L'arciduca Eugenio, che'fu per molto tempo ispettore generale nel Tirolo e nei- Trentino, consigliava la politica della mano di ferro: l'arciduca, ■ ereditario Francesco Ferdinando, che va a Trento in incognito, otto,, dieci volte all'anno, a guardare il confine, - informarsi, ispezionare i forti, discutere con i capi, ha sempre dimostrato una fredda antipatia per gli italiani e l'Italia. Questa è la concezione militare. E dove domina il.militare, in Austria, non c'è più posto per altri, Anche qui la storia dell'Impero si ripete. Nel Lombardo-Veneto i militari a poco a poco si sovrappongono pile autorità civili e dirigono essi soli la.politica, indipendenti da Vienna. Cosi è avvenuto di Radetzkì, che faceva sentire, a Milano, la sua volontà forse più forte ancora di quella dell'Imperatore. Oggi, nel Trentino, tutti i poteri che rappresentano il Governo sono incondizionatamente subordinati al comando militare. E' provato che molti rapporti vengono inviati direttamente dal generali alla cancelleria delj'lmperatore, con violente accuse contro le autorità civili d'ogni specie, che non agiscono con-sufficiente energia. Si parla di urgenti necés sita di difesa, sopratutto di patriotische Gefilhl der Ariate, (sentimento patriottico dell'esercito) che deve essere rispettato: con esse si giustifica ogni misura estrema, esclusivista, ogni invadenza dell'autorità militare e non v'è più ministro competente che pensi ad opposizioni. Tali sistemi rivelano tutto il curioso fondo, spesso, ignorato, spesso impenetrabile della politica austriaca. Politica unipolare: senza equilibrio fra i diversi elementi di Stato e di Governo. Esiste nel Trentino, per confessione stassa di qualche commissario, una polizia militare, che dipende dal comando di Innsbruck, completamente separata da quella governativa, che si esercita con ufficiali e con suoi fiduciari: non si vede quasi mai, ma si sente da per sfrusoTlCdldpsdacrcdIcmrsddIdsg tutto. F.u costituita il 1907. Ha la sua sede principale a Bolzano, ma dirama seriori 1 in tutti i centri importanti con i Kùndtehaftstelleti,-misteriósi uffici, presieduti di solito da un capitane di Stato maggióre, che ha il' compito di sorvegliare rigorosamente la gente indigena e di raccoglierle tutte le informazioni del servizio di spionaggio contro l'Italia. Questo; nuova- polizia fa .rapporti diretti al Ministero della guerraspesso su fatti che le autorità locali ignorano, controlla l'opera dei' funzionàri politici e civili, della stessa polizia ufficialeillustra talvolta con romanzeschi raccontlo stato del Trentino, per giustificare e favorire la politica degli armamenti e della repressione'e'la sua ragione d'esistenza. Le denuncie; che vengono da questo'mi' steriòso : organismo sotterraneo, hanno effetto sicuro. Funzionari politici e giudiziari le accolgono .còme ordini. Ciò porta. a uno stato acuto.di illegalità.e di sovrapposizioni a .sorprésa. Partono da Innsbruck ordini di sequestri e di perquisizioni per Trento, senza che l'autorità giudiziaria e la polizia di Trento ne abbiano notizia. Ci. furono già frequenti casi, a Trento, di gente arrestata che, condotta in Polizia, si trovava dinanzi a visi stupiti di funzionari, cho non ne sapevano il perchè. Un commissario viene da ' Innsbruck,. domanda una Scorta di agenti di polizia per una « operazione »: arresta alcuno: lo lascia in consegna .alle carceri di Trento e scompare con il suo misteroche solo dopo gualche settimana, con le ricerche e le corse degli avvocati-per.tutti gli uffici, di tutte le competenze, si riesce a chiarire. Si sente allora parlare dì ordini superiori.. Non c'è cosi più alcuna, regolare ordinata funzione di Stato. Non vi può neppure più essere-una vita,sana-nepaese. Questa polizia militare diviene -una acuta infermità silenziosa. Un tempo la Polizia faceva assai più rumore, alimentava scandali, ma era anche molto, meno corrosiva e opprimente. Ora si è fatta silenziosa, ma agisce e non c'è rimedio contro le sue. decisioni. Tutto è in sua mano. La sua onnipotenza ha creato il terrorismo e il servilismo. Essa può destituire impiegati, trasferirli, chiamarli a un processo disciplinare. Non ha controllo. Ed ha praticamente annullato .ogni indipendenza di giudici e di impiegati, che cercano spesso solo di non essere in urto con le autorità militari. L'anno scorso un impiegato italiano di Primiero è stato improvvisamente traslocato, perchè il 18 agosto, festa dell'Imperatore, dopo aver assistito alla messa,' non era intervenuto a un pranzo ufficiale cui l'avevano invitato i militari. Ma, insieme alla burocrazia, anche imondo paesano è-annientato. Non c'è minuscolo affare comunale, nomina di impiegato al Comune, concessione di una piccola industria, che non passi, per mezzo deLuogotenente, nelle mani del comandante del- Corpo d'armata di Innsbruck. Nell'ottobre del 1913 è stata rifiutata la sanzione imperiale alla nomina del conte Manci a podestà di Trento. Il rifiuto c dovuto amilitari. Il conte Manci esce da una fa.mi glia'patriòta e ha dato il suo nome a molte oneste manifestazioni nazionali. Vi è come un regime di perenne stato d'assedio. Con esso si lavora a disarticolare l'elemento italiano. In un preciso, discorso del 12 dicembre 1911, al Parlamento di Vienna, il deputato Cesare Battisti di Trento ha potuto, senza farsi smentire, denunciare qualche episodio di questa politico. L'autorità militare ha. mandato una circolare all'autojrità politica, dove precisa i sistemi che essa deve seguire di fronte agli italiani." Anzitutto si tolga e si rifiuti, per quanto è possibile, ogni concessione di industrie e di lavoro ai sudditi italiani che dimorano 'nel Trentino. Se c'è un pretesto buono, si I espellano i regnicoli. Si vieti al capital0 '.italiano di cercare un impiego nelle industrie trentine. Si chiuda il confine all'entrata del bestiame dei pastori del regno. Si cerchino delle ragioni-, per sciogliere !e ; società italiane e per impedire al club alpino trentino di costruire rifugi sulle sue Imontagne. Si tenti di guadagnar terreno sulla linea di confine, provocando Incidenti e questioni per i termini, nei punti dove il territorio del regno si incunea in quello austriaco. Infine si compili un elenco dei cittadini sospetti, da « inoltrare » nelle Provincie interne, ad un momento dato, e dei regnicoli, da tenere in ostaggio, in caso di guerra». • Può parere che ci sia qui qualche cosa di fantastico: ma ogni punto è già stato documentato anche nei fatti. Lo vedremo nelle prossime lettere. VIRGINIO GAYDA.

Persone citate: Baldo, Battisti, Cesare Battisti, Francesco Ferdinando, Manci, Mori, Rovereto