Albini primo nell'ultima tappa e nella classifica generale secondo l'Unione Velocipedistica Italiana

Albini primo nell'ultima tappa e nella classifica generale secondo l'Unione Velocipedistica Italiana Albini primo nell'ultima tappa e nella classifica generale secondo l'Unione Velocipedistica Italiana (Per telefono dal nostro inviatospeciae) n i e . n L'ultima tappa Milano, 7, notte. Gli otto superstiti del VI Giro d'Italia sonò paniti da Lugo alle ore 0,17 di questa notte per ioliava tappa (Lugo-Muano, km. 4ttJ). Munire essi stavano allineandosi al traguardo di partenza, uno scroscio violento di pioggia è caduto sovr'essi e sui numerosissimi curiosi ed appassionati convenuti con lampioncini alla veneziana a rendere ai tenaci corridori il restoso e cordiale saluto dì Lugo sportiva. E' stato un luggi fuggi generale, al quale naturalmente non hanno partecipato gli otto superstiti del più faticoso Giro d'Italia che si sia mai corso. Quanto a noi, siamo da uue settimane preparati ad ogni capriccio, ad ogni furia del tempo. Per nostra buona ventura, tuttavia, lo scrosciante acquazzone ha durato pochi minuti e quando si dà la partenza le nuvole si diradano nel cielo inargentato a sprazzi dalla luna novella. Il tempo sereno torna specialmente gradito ai corridori, i quali quasi tutti risento no nelle gambe i dolorosi effetti delle numerose acquate patite nella tappa precedente. Si parte, dunque, con la speranza di unii bella giornata che vorrà fornirci una corsa d: screta e darci una specie di contrapposto & quella invernale della partenza da Milano. L qui bisognerebbe narrare e descrivere la cor sa dei nostri otto uomini lungo le chiare e pu lite strade deil'EmiIia e del Veneto, a speccnio nei laghi, e lungo le vie lombarde, non cosi comode e agevoli, ma tanto più care in quautL più sun vicine alla mèta agognata. Ma che dobbiamo narrare e descrivere, se non il sonno e la noia dei poveri corrispondenti, costretu a seguire di giorno e di notte. Ano all'ultimo, una corsa senza più ormai interesse e forse anche senza episodi? Gli otto uomini rimasti in gara pare non ab biano altra intenzione che di arrivare tranquil lamente a Milano, serbando ognuno il posto già conquistato in classifica. Non 6 possibili pensare ad una lotta per il primo posto, già assicurato al bolognese Calzolari con un fortissimo vantaggio. Quanto alla vittoria della tappa, essa potrà essere disputata negli ultimi chilometri, o forse negli ultimi metri. Sono nel gruppo uomini tenaci come Albini, veloci come Durando, speranzosi come Lucotti' e certamente sul traguardo avremo una lotta vivace e decisa. Ma per ora, mentre la notte incombe sulla pianura ferrarese, nessuno pensa a tentativi di fuga, nessuno ha interesse a disgregare il plotone e si procede in comunella, ad un passo inferiore ai venticinque chilometri all'ora. La notte è freddissima, carica della frizzante umidità padana. Per Argenta, Ferrata e Poleselia giungiamo, alle 4.5, al primo controllo, a Rovigo (chi lometn 90). Il minimo incidente non richiama la nostra attenzione. Noi non seguiamo una corsa, ma semplicemente una marcia. Con lo schiarire del giorno il passo aumenta leggermente, ed in due ore, alle 6,7, siamo a Legnagc (km. 145), secondo controllo, e non abbiamo occasione di appuntare nel nostro taccuino il minimo incidente. I fondi delle strade emiliane e venete non arrecano la più lieve punturaalle gomme cosi aspramente provate nelle tappe precedenti. Il percorso è tutto pianeggiante e non dà occasione a distacchi. Della corsa che si svolge dinanzi a noi, non c'è proprio nulla da dire. Da Legnago a Verona sono circa 40 km. Si fanno anche questi, e non ci si pensa più. i brevi dislivelli, prima e dopo Peschiera, sono superati a buona andatura per l'energico intervento di Albini, Lucotti e Durando. Uno stuolo sempre rinnovato di ciclisti ci accompagna e ci importuna, e le sgroppature del giallo e dei grigi servono a liberarcene per un poco. Siamo a Brescia alle ore 10,40. Costeggiamo l'azzurro Iseo lentamente, a causa della strettissima strada serpentina e dei frequenti e an gusti tnnnels rocciosi. Su per la salita del Chiù sone (648 metri), ci rimettiamo alle calcagna dei corridori. Pratesi attacca pel primo, e dopo pochi metri Durando e Canepari perdono i" contatto, ma in un falso piano successivo si ri congiungono. La salita è avvicendata alla discesa, e cosi i distacchi non possono essere definitivi. Quando la salita si fa più aspra. Al bini fa vigorosi sforzi per staccare, ma inutilmente; Canepari, che ha un brillante ritorno, si accoda al piccolo gruppo. Albini continua a tirare fino alla cima, a. 100 metri dalla quale si trascina dietro Lucotti e Calzolari. Gli altri perdono una settantina di metri. I primi tre, appena firmato, si precipitano per la,discesa, ma sopraggiunge Durando che. trascinandosi dietro gli altri, li riunisce al gruppo. I sette avendo fin dal prinoìpio della salita perduto Ripamonti, proseguono insieme fino ni controllo di Bergamo, dove giungono alle ore 14,37. Da Berbamo al traguardo di Milano non avvengono mutamenti. Da Lugo a Milano non si è registrata neanche una foratura di gomme. Subito dono Iseo, ad uno svolto, l'antnmo bile che portava alcuni giornalisti, fra i anali i ctnieghl Sani del Carlino e Colombo della Gazzella dello Sporf. ner evitare uno scontro con un carrettino, andava ad urtare violentemente contro le roccie. L'automobile è-rimasto lievemente danneggiato, tanto che ha potuto proseguire per Milano. , L'arrivo Quantunque il VI Giro d'Italia avesse perduto — è mutile nasconderlo — gran parte dell'interesse che da una cosi grandiosa corsa era leoito attendersi, nondimeno è pur doveroso riconoscere che quasi tutta Milano sportiva ha voluto oggi farsi incontro ai corridori prima ohe giungessero al traguardo finale. Gli sforzi dagli organizzatori, che avevano messo ogni cura per evitare possibili assembramenti, col tener nascosto al pubblico la località dell'arrivo di questa ultima tappa, se giovarono difatti ad ottenere un traguardo modello su strada, non furono coronati però da quel successo che gli organizzatori si erano prefissi. E' bastato l'annunzio dato dal giornali cittadini che l'arrivo si sarebbe effettuato al Musocco, per far convergere allo stradale fuori Porta Sempione a migliaia e migliaia i curiosi che accorrevano ad assistere all'ultima dvmdsmgcpsmsmbsprpd-n'g«fase di questa corsa. Ai Musocco. però uuajsgramta sorjBresa^d^^ stradale di Mii6occo. tutti In attesa del trlon- latori, che essi, non riscontrando alcun segno di preparativi per 1 arrivo, compresero ben ; tosto che l'arrivo stesso non si sarebbe erteti j tuato cola. | Senza esageraaiene, almeno diecimila per- sone si trovavano nel pomeriggio di oggi sullo a e d^lsel£,51 ),ra?p<.rtare ù ^ua^° a parecchi chilometri di distanza, e la ecelta cadde sulla vicina Ospiate, ad oltre dodici chilometri da Milano. Nè vi è a credere che anche in una località cosi fuori mano gli incaricati non ve- «lesero ben presto molestati di bel nuovo dalla folla che appena scorto il menomo.«en-j no dj preparativi per U toguardo si tacevano I dattorno al posto prescelto. A frotte giunge-1 pvano i ciclisti tratto tratto da Milano. ! Per concludere, #oco prima delle 16,30 non < meno di cinquemila persone erano in attesa dei concorrenti ad Ospiate. L'attesa non è bstata delle più laboriose. Preceduto dall'auto-1 mobile della Giuria, poco prima delle 17 scor-1 giamo da lontano il nucleo del corridoi avvicinarsi a poco a poco al traguardo. Sono proprio ì superstiti del sesto Giri» d'Italia, che stanno per giungere finalmente all'agognata meta. L'andatura non è delle più veloci e ben si comprende la stanchezza di questi sette uomini che sono in marcia da oltre 17 ore con ben tremila chilometri di faticosa marcia sulle spalle. Scorgiamo alla testa Albini, che appare il più fresco fra tutti. Quando i corridori vedono il traguardo, si raccolgono in un ultimo sforzo per accaparrarsi le posizioni migliori. A differenza di tutte le grandi corse su strada, peecherem- no di poca sincerità se dicessimo che l'arrivo li questa ultima tappa, fu del più disputati, Ubini, che guidava l'esiguo gruppo, è ve- luto ultimo decisamente a farsi luce stac- •andò tutti gli altri, solo trascinando alla sua -uota Canepari e Durando, che gli erano su- nio alle, calcagna. E dopo Albini, anche Ca- icparl è aplt-rso assai più fresco degù altrt •inque, mentre Durando ha. effettuato proprio , sull'arrivo uno d! quei velocissimi finis che ono abituali ai corridori torinesi. Ecco senz'altro l'ordine di arrivo: l.o Ailini Pierino, di Legnano, in ore 17,13' 2/5: 2.0 're *7'»J »*; 3o Durana° Carlo, di Torino, ■n ore 17.13T' 3/5: 4.0 Lucotti Lui?!, in ore '7.13'2" 1/5; 5.o Pratesi, in ore 1713'2" 3/5- >re 18. anenari Clemente, di PiWe Porta Moroiiè in 'i.o Calzolari, in ore 17,13'2" ì<5~ 7"o"sàla"in >re 17,14'. Il Ripamonti è giunto ùltimo alle.B uiumo sue. II giro di velocità al Ciclodroiiio del Sempione Ogni fatica dei pochi superstiti del IV Giro alalia non è per anco finito, che un ultimo giro li attende al Velodromo del Sempione, dove una l'olla enorme si era data convegno iln dalle prime ore del pomeriggio per poter «salutare Albini, il vincitore dell'ultima tappa. I corridori giungono al Ciclodromo del sempione su automobili messi a disposizione dagli organizzatori. Sono le 18 precise, quando i sette corridori entrano in pista preceduti da Albini, il vincitore dell'odierna tappa. Uno scoppio interminabile di applausi saluta 11 trionfatore e il pubblico a voce alta reclama a lunga parecchi giri d'onore da parte dei sette corridori. ■ II cronometrista Maccorati fa la chiama dei ^°cZTv^ì£ìLn £r°n*di v,el°cita- « s,ul *?m-l•Mr» èZ&Z1*0 31 -!np<>J,<111,La- Sla5-'■m«£ Saiei ,a, E8*"?6. M1?"11-,'1 ?.ó^Calzolari!f lì .Ir t.o Lucotti. Co Canepari. classifica per il giro di velocità è la seguente: :l.o Albini; i.o Canepari; 3.0 Lucotti; 4.0 Du-ìrando: 0.0 Calzolari; 6.0 Pratew; 7.0 Sala. iDopo quest ultimo giro parecchi giri d'onoro si susseguono da parte dei sette corridori, fra Ientusiasmo della folla. Alle ore 19 i corridori,lasciano il Ciclodromo. nLa classifica ufficiale, secondo li deliberato1della Direzione dell'Unione Velocipedistica Italiana, la quale ha escluso- dall'ultima tappa i corridori Calzolari, Canepari e Durando, è JS - ?! pw"a m *L *'o; fi ; iJ. i«: ì° P,UI?BdO' in 3f ».J 1 w'ir - J , ' !n 2J„ 3/o;pari, in 29 2/o; '-o Sala, in 33'. La,La classifica ufficiale la -seguente l.o Albini, in ore 137,16'21" 1/5; 2.0 Lucotti. in ore 137,8ó'17" 4/6; 3.o Sala, in ore 139,25'36" 3/5; 4.0 Pratesi, in ore 144,41Ti2": 5.o Ripamonti, in ore 153.1626" 3/5. Se invece non si tiene calcolo della deliberazione della Direzione dell'Unioni Velocipedistica Italiana, la classifica darebbe: l.o Calzolari, e cioè sarebbe la seguente: l.o Calzolari, in ore 135,25'53" 1/3; 2.0 Albini, in ore 137,16"21" 1/5; 3.0 Lucetti, in ore 137,25'17" 4/5; 4.o Canepari. in ore 138.1811" 2/5; 5.0 Sala, in ore 139,25'36" 3/5; 6.0 Durando, in ore 140.38'17" 4/5; 7.o Pratesi, in ore 144.41'52": 8.0 Ripamonti, in ore 153.16'2ó" 3/5. 8P0RT8MAN. A Giro compiuto Milano, 7, notte. Il bilanoio di questo 6.o Giro è presto fatto: partenti 80, arrivati 8. il 90 per cento di riti- rati. Proporzione enorme. Come si è venuti a questo disastroso risultato? Le cause, secondo noi, sono parecchie. Prima causa: la stagione orribile. Su otto tappe si e no due non furono 0 funestate dalla pioggia dirotta. La SOla MllanO-ClineO, Corsa quasi tutta SOttO 11 diluvio, ridusse la schiera dei concorrenti a quel numero con cui si presentò l'anno pas- sate al traguardo di arrivo di Milano. La prima tappa è stata micidiale per il tempo. Non per altro che per il tempo si ritirò Petit Bretoni e Canna risenti nella seconda tappa della fatica inumana sopportata nella prima. Chi lo vide il 24 maggio sul colle di Sestrières tremare e piangere di freddo, non si meravigliò affatto del suo ritiro. Altra causa: il percorso écces- sivamente duro. Nessun Giro di Francia fu mai cosi severo,come il nostro 6.0 Giro. Esso pareva combinato apposte per liquidare gli uomini e distruggere le squadre. Partire tre volte consecutive alla mezzanotte per fare 17 o 18 o 19 ore di sella non può non essere disa- stroso. Gl'incidenti capitati di notte sono fu- nesti. scoraggiano il corridore, specialmente 1 nn.im „n-mrir,re nnn nwann a mirfi = m aan a mani a. masseur» xuuaiiro cne sa- •pienti. I danni delle grosse pioggie delle prime tappe non furono sempre evitati o rimediati. La maggior parte dei nostri uomini dovè ri- tirarsi per dolori e gonfiori alle ginocchia non il nostro corridore, non avvezzo a marciare nelle tenebre. E notiamo che le nostre strade, cattive molto spesso di giorno, sono massacranti al buio. Altra causa: la non perfetta preparazione dei corridori e delle Case ad una tanta prova: noi abbiamo in Italia ancora poca scuola; i nostri corridori sono spesso affidati a mani di masseurs tutt'altro che sa- j^.j dedicare. Diciamo pure anche che il nostri uomini è poco severo, e che ces«aria a un routier- allevati in Francia fa moUi non nanno saputo prepararsi convenlen- ; temente. Pratesi, per esempio, che ha finito il j Giro, era troppo poco allenato; egli ha consi- | derato il Giro d'Italia come una preparazione al Giro dj Francia. Uomini poderosi come Al- i,jnj non vivono con quella regola che è ne- prcwjse defaillances, gli inevitabili ritiri, ui bistro ciclismo deve soltoporsi ad una cura ' scientifica e continuata. Allora atleti del topo di I unAzzinlodi un Girardengoriusciranno mera, vigliosisino al termine e e non saranno soHan- lo corridori episodici. Bisogna lodare un Du-!j rando chehaflnito.il Giro, cosa che non. av rem-1 Imo. creduto, ed è diventato; un eccellente min* e HH^"** pciir. Bisogna attendersi molto da un Calzo lari che è stato il più regolare uomo del Giro e ha veramente meritato di essere proclamato il vincitore. Una .sua squalifica ci addolorereb be molto, ma più ci stupirebbe. Egli è stato vittima di un piccolo errore al quale fu stupì damente trascinato alla fine di una tappa co lOBsale che liquidò Giuseppe Azzini. Eccellente si è rivelato Canepari, freschissimo giunto a Milano, degno di molta lode Lucotti; ottimo Sala, che come isolato ha compiuto prodigi. Ma in sostanza questo Giro ha (ade troppe eliminazioni per potersene servire come un ter. mine di misura e di paragone. Certo è che tutti quelli che sono giunti a Milano sono degni di lode e suscitano la nostra ammirazione, ma anche un Gremo, un Ganna, un Gerbi. un Robotti, che dovettero ritirarsi, chi per una e chi per altra causa, talvolta indipendenti dalla loro volontà e dat loro mozzi, si impongono alla nostra vigile attenzione e ci fanno sperare che il ciclismo italiano, che tenta prove cosi singolari, cosi ruvide, possa presto trovare ne gli industriali stessi quelle cure, quegli ap poggi oculati. Illuminati che al giorno d'oggi ci pare non siano molto consoni. A Aprove più severe, più severa preparazione. Ecco il no stro ultimo giudizio all'indomani del 6.o Giro d'Italia. 8PORT8MAN, Le altre riunioni MILANO. — La Coppa Chavez si è disputata ?«■ i--,P?= ' (la.et^no de sul Percol'so. di 150 k.m-, Milano, Novara. Bor- gomanero, Arona Milano. Settantotto furono ti. Ecco l'ordine di arrivo: 1. Belloni della S. C. Virtus, in ore 4.41; 2. Bian cni Ug0' d€"a Pr0 Gorla: 3- Vigno Stefano, ?,?11.* S' £• „MllaD°\.4' Porzio GiusePPe. della Vlrtus . s cenitti Francesco, della Juventus6. Nova, di Torino; 7. Panarari Ferruccio, del Club Chavez. Indi in gruppo altri 20 corridori. La coppa d'argento venne vinta dal Club Chavez avendo il maggior numero di arrivati 1n tempo massimo, e la targa Chavez molto probabilmente verrà assegnata alla Virtus per la migliore classifica dei primi dieci arrivati. MILANO. — La corsa Milano, Erba Lecco, Milano (km. 110), riunì 42 partenti. Ecco l'ordine d'arrivo: 1. Bruschera, alle 10,46; 2. Hasconi; 3. Chefallani; 4. Leoni Primo; 5 Del Vecchio; 6. Confaloniert; 7. Sorbelli Sa corsa Parigi-Brnxclles vinta dal belga Mottiat Parigi. 7. notte. l Si è disputata oggi la corea ciclistica Parigi 'Brux«lles- La partenza è .stata data alle oro a Villiers sur Marne: una novantina di S corridori.^ sono . presentati allo starter. Co : essere quello degli altri anni, perchè dopo osìsere rimasto per un po' di tempo nel plotone idi testa, è staio distanziato Contrariamente a quanto è avvenuto nella Parigi-Melin che fu disputatissima fin dalffl'jnizio, la Parigi-Bru, xelles non è stata disputata affatto durante na prima metà del percorso, tanto che a due¬ cento chilometri da Parigi, il plotone di testa era ancora composto di 62 corridori. Tra essi erano tutti i grandi favoriti. 1 Nella seconda metà della gara i corridori hano sofferto U freddo e sono stati tormentati da un polverone accecante. Solo qualche chi lometro prima di Bruxelles i corridori hanno corridori si sono presentati allo stqrter. Co- me al solito, il gran favorito era Lapiz. vinicuore della gara per tre volte consecutive; ma ,ancora una volta egli ha dimostrato di non srdtiIvlsopsattUelsicèssaljgtè.cominciato a distanziarsi. I corridori belgi giunti sul loro territorio, riescono a lasciare 1 francesi e. incoraggiati dagli applausi dei compatrlotti. prendono qualche minuto di vantaggio. A Bruxelles, come ogni anno, una grande folla attendeva l'arrivo dei corridori. Una calorosa ovazione accoglie il belga Mottiat quando giunge- primo alle ore 15,57; 2.o Heusghen. a mezzo giro; 3.o Vandaele, alle 15,59: 4.o Itossius, a mezzo giro; 5,o Blaise, alle 16,30; 6.0 Verdlch. alle 16,21 La riunione al Ciclodromo milanese Milano, 7, notte. Al Ciclodromo Milanese si è tenuta una rlu mone ciclistica e motoristica, della quale ecco I i risultati: IMatch nazionale (sprinter», professionisti). ÌQuattro prove. — Prima prova: l.o Messori;i2.o Mori; 3.o Porzioii — Seconda prova: l.o Ste-| fani; 2.o Mori; 3.o Porzioll — Terza prova: Il.o Messori; 2.o Mori; 3.0 Stefani — Quarta j prova: l.o Stefani» 2.0 Messori; 3.0 Porzioli — Classifica: l.o Messori, punti 4; 2.0 Stefani, ' punti 5; 3.o Mori, punti"6, Corsa traguardi (dilettanti - metri 7330, irirl venti di pista). — Sedici corridori si disputano questa corsa. Il l.o traguardo è vìnto da Croce; il 2.o da Turri; 11 3.o da Giansanti.- il 4.o dai Croce; il 5.o da Croce; il S.o da Wenklor; il ' 7o daiWwkta l'8.o da Rossi; il 9.0 da Agosta; ; » m.O da Poggi. Match nazionale (stayers, professionisti) fra Lori di Roma e Bordoni di Milano. Due prove, - Prima prova (giri venti): l.o Lori; 2.0 Bor- doni - Seconda prova: l.o Lori; 2.0 Bot^i Match motociclistico (chilometri 10) fra mtto*^ e Gnesa - l.o Gnesa in 8'34" 1/5; Merlo è di- j stanziato a 3/4 di giro, a (ìi.ntwa i A nwva GENOVA. — Su un percorso di 100 Km.: Ge. nova, Volti-i. Spotorno e ritorno, è stato di- sputato il campionato ciclistico di resistenza dei postelegrafonici liguri. Giunsero: l.o Me- nèghetti Antonio, in 3 ore e 24 primi: 2.o Al- drighi Enrico, in ore 3 e 39 primi; 3.o Cas- 5?**? 1Eui?eni0' in 3,3Ì:- 4-° "?a 01,0 AnSCI°: 3.0 Bartolotti. seguono dieci alirl concorren 1 111 'eQmP° Tm-ìma »£h£to° prescntat° reclamo contro u pi imo arrivato. Damma aìaIìa+Iaa jCorsa ciclistica impedita te. .„-i— .<i»i- i. i ! ii -ri , l'Per SVIiarS Conflitti tra SlaVI e Italiani ! Roma 7 notte iLa Tribuna ha da Trieste- . M^iià hnpnin' • di Ronchi nel Frluh Orientale era stata or £àni«aia per oggi unaT grande festa a favore Bnr^L^^^ftf^!^-^^g*gS compresa anche una corsa ciclistica che però e stata vietata dalla Luogotenenza II luogo- tenente ha sempre Retato strade attraversanti territori abitati da popò- lezioni miste slave ed italiane, asserendo che ne poteva essere turbato l'ordino pubblico. Con questo divieto però la Luogotenenza è* andata Più in là. perchè la corsa indetta dalla bor- sata Ronchi doveva svolgersi completamente .su territorio abitato da italiani.