Lo sbarco di 800 Mirditi a Durazzo per la difesa del Principe

Lo sbarco di 800 Mirditi a Durazzo per la difesa del Principe Lo sbarco di 800 Mirditi a Durazzo per la difesa del Principe tPrr tsUoreto del no Uro Invialo spedale) DU1AZZ0, 2. nettiaa (Telegrefeto de Brindisi, t, sera). Durati» è di nuovo m prtda allo sbigotHmento. Acquetatati in questi ultimi giorni, nella coneinsions del rifiuto del He atta proposta di repressione del cattolico mirdita, ptrinata che la Commistione del controllo europeo avrebbe, trovato il modo di conciliare le incompatte domande della pacifica insurrezione mussulmana, con la permanenia del Re in Albania, la Capitale prevedeva l'avvento di un lungo, ebiadilo periodo - di calma, denta di intrigo occulto,: ma priva di scosse repentine.'Guglielmo, era stato giudicato incapace di affermare Una sua personale volontà, incapace 'sopratulio di giovarsi di una fona, qualsiasi _ ■. esistente nel Paese,, per soffocare quelle a lui avverse, desideroso soltanto di -liberarti,% nella guisa meno disonorevole; di questa . Corona albanese fatta di spine. Invece, il Principe di Wied, dinanzi, alle, irrìsoluzloni europee, si è provato a fare il Principe davvero. rnGgrcifebiIaddIl Principe prova a far da tè Io non credo che l'avvenimento odierno, la venuta cioè del distaccamento mirdita, forte «fi ottocento fuetti, che i vapori austriaci, Val Iona e E Inai, hanno trasportato qM dà San Giovanni di Medua, sia totalmente dovuto alla volontà austriaca, neU Vóriita della quale il Principe agirebbe ciecamente : non lo credo, poiché molti f apprezzabili sono nei MirdUi ■ gli elementi a nói favorevoli, a cominciare dal loro capo legittimo, Bib Doda. Ritengo, invece, che Guglielmo di Wied, indovinata finalmente la natura speciale della insurrezione che circonda Durano, abbia ritenuto di poter disperderla, chiamando a sé le ■Ione'che gli si offrivano. Nessuno; dèi restò, .'si mostrava disposto a sostituirsi a quelle forze. Il, tentativo di Turkan Pascià, ■•per. decidere l'Europa ad un intervento collettivo, aveva sortito Teff etto negativo: ■ lutti sanno che la Commissiono di controllo aveva troppe volte ripetuto che il Principe doveva andarsene. Posto, quindi, come base l'assioma che conviene che le questioni interne albanesi si risolvano senza -interventi estranei, mi sembra inopportuno dare a questa venuta mirdita il significato di un insuccesso italiano, e quindi di una vittora austriaca. E' tempo di considerare-gli avvenimenti albanesi atta stregua .della loro vera importanza; è tempo altresì di cessare dallo stupirsi che un Principe, che é anche un uomo, possa pròMar si a cessare di essere lo zimbello e la .caricatura dell'Europa. Gii alle trincee [ Gli ottocento Mirditi di Bib Doda, sbar< cati ieri, in due riprese, furono subito inviati fuori della città,, alle trincee, al Ponte, della Palude.-Il loro compito é di dare a' Durazzo guelfa garanzia di sicurezza da un colpo di mano degli insorti, che la Capitale sinora non possedeva. Gli ufficiali olandesi hanno inquadrato nuove forse realiste senza l'intenzione, almeno per ora, di andare a cercare battaglia con gli insórti: se questa intensione fosse.nel pensiero del Principe e di Bib Doda, le forze 'accorse a Durazzo sarebbero state maggio, ri. Sinora, il grosso mirdita rimane ad Alessio e'.verrebbe certo per via di terra, ■ facendo in una giornata la màrcia che separa Alessio da Durano. Coloro, che giudicano la situazione altrimenti, 'annunzieranno oggi che gli avamposti riàrditi si; trovano .a poche centinaia di metri da quelli degli insorti, e che il conflitto appare inevitabile. Viceversa, al cani notabili di Siak, che è il primo nucleo insorto, constatando che il Re, invece . di inviare loro i Commissari del controllo, 'spiega a.sua difesa i colossi delle monta ■gné inviolate'della Mirdizia, si sono affret- ■ tati ad accorrere a Durazzo, dichiarandosi [disposti ad offrire le prove più convincenti di fedeltà., pur di ottenere il perdono e di avere salva la vita. Per tastare il posto all'insurrezione K vero che Siak non è Tirana o Kavaia, e che il grosso degli insorti potrebbe accettare la sfida di Durazzo; ma dato il carattere peculiare dell'insurrezione — dove tanti diversissimi elementi hanno cercato di prevalére e dove era possibile scoprire le suggestioni di, ogni sorgente sovverti tri ce, dalle Serbia alla Turchia, dove i desi' dera.ta comprendevano . un'inverosimile gamma incerta da minute* rivendicazioni religiose alla deposizione del Re, dove infine malagevole era scoprire quello che effettivamente gli insorti volessero — non t improbabile che la insurrezione svanisca nell'Inconsistente, L'insurrezione languiva; Ventrata in scena dei Mirditi dovrebbe farla scomparire, rendendo superflua la continuasene delle trattative della Coni missione di controllo. Se, viceversa, avverrà altrimenti, bisogna pensare di trovarci di fronte all'ultimo atto della tragedia, e che' la pretesa disobbedienza mirdita al messaggio reale, recato ad Alessio da ìtoniignor' Carnei e del Ministro Nogge, segna ii principio di .quella temuta guerra religioie, di cui vi ho gii tratteggiato, e som. cslvdtteSndodmi rsate appare però troppo abilmente comM-dnata per giudicarla foriera di catastrofi. ,Guglielmo trattiene; collo stanco gesto le^genti di Bib Doda e tasta il polso all'insurrezione con un piccolo distaccamento, la cui presenza a Durano può essere anche interpretata come semplice misura di di ncMrfesa della città. 1 Mttditi hanno la fama di vessere i più feroci guerrieri albanesi: pudjhbastare la minaccia concreta di una loro irruzione nel territòrio insorto, perché ^ffIHttl «I f /i H st n ci A ì /<«/! silln <**<nni<l« natili armi cadano di mano alle irrequiete genti di Tirana e di Kavaia. La Commissione esautorata Ora, pud convenire all'Italia di parlare di tradimento del Principe, di deplorare cdegli in- i mostralo 'i« che lavire c«e iu e e i che Guglielmo di Wied, alla- vigilia del.Convegno definitivo fra i capi degli in-1 sorli e il controllo europeo,-abbia le sue vere intenzioni, di affermare Commissione europea avrebbe certo tre-1 vato la formula di conciliazione e che quia- di era dovere di Guglielmo attendere lesi-1 to delle trattative prima di mettere di froii- ote cristiani e mussulmani/ Io non lo credo:1Se vie pericolo per VItalia in Albania che^non è certo il paese dei ragionamenti sol-]i ! tili, è quello di passare come sobillatrice della frazione mussulmana. Noi dobbiamo operare in guisa di dissipare questa credenza. Pel resto, se anche non appare immediatamente utile alla nostra causa, vi sarà sempre modo di provvedere. Per ora, la esautorata è la Commissione',europea: essa non sa se recarsi allo stabi- lito Convegno di Tirana, o se abbandonare completamente il campo al Princive. Il controllo europeo era divenuto cerio ' in \, ^ v B"'"^.„. x-i.^i* j, qualche modo il paladino degli insorti, -e. guest» non hanno esitato ad abbandonare in,:>tuo:jnanijtut4o. qumto in^questo m*,.mento sarebbe tòro ttusciio nettissimo : dai ' prigionieri nazionalisti, dai cannoni e dalle|mitragliatrici conquistate,, sino agli u//t l„.„., ,„„.,.„„ r-l'- ..,'ìTi- cxalì olandesi catturati. Chi, salverà la rav- presentanza europea dal ridicolo, ora? Il ne, c/ie sembrò disinteressarsi degli atti di essa, avocherà a sé le trattative, e imporrà] agli insorti, con la minaccia mirdita, tu ] sua volontà, cioè, la volontà dei cattolici nazionalisti. ..■■.. Il ritiro del eap. Castoldi Ma il caso, che appare in questo momento tipico e rappresentativo dell'oscuromza, che si sta svolgendo ,giuoco di influenza, attorno alta Reggia, è l'abbandono della le-!ro carica da parte del capitano Castoldi e di Sbuchberger, dei due uomini, cioè, àìje Italia e Austria avevano posto al lato %l _ . . „ „„ . ■ .„ ■ •- Prmc»pe, perché, m una diffidenza vigile mpeftivamente controllassero Iasione del He nei rapporti delle due Potenze assun trici della tutela albanese. La leonina e nergia dell'italiano si era imposta all'au siriaco. Il capitano Castoldi con era vivace prontezza ribatteva ogni colpo del collega pr y . ™»»»»»ir» w.«b austriaco, e l Austria, accortasene, ha pre- ferito rinunciare al suo fiduciario, purché questi travolgesse nella caduta il bel sol- dalo italiano, dalle spalle quadrate, che si fatto, col consueto lealismo italico, vegliante.e generoso difensore della indipendenza albanese. Sotto la suggestione perenne dell'Austria, il Re si isola da se stesso, allontana i suoi difensori, si assume la titanica responswbilità di un'ora gravissima. Da due giornit „ . ■ „„ j„„.„ .• f„.,njJi „ JS persino la corrispondenza ^Castoldi e di Sbuchberger viene loro inviata a casa e ne- gli ambienti austriaci e filo-auslriati si è- sulla, con non celata franchezza, dell'esodo del eap. Castoldi dalla Reggià. Si fa sopra- lutto espiare al Castoldi il fatto che egli a- .. _ ' . , " veva preavvertito il Re delle pericolose con- seffuenze che avrebbe portato ti fare giù- stizia sommaria di Essad. Per questo an-che gli si era tenuto nascosto il progetta-fo tartarinesco bombardamento della casadt Essad . Oggi alla ufficialità dalla squadra au-striaca ancorata nella rada, il barone A-liotti offre un pranzo con signorile cortesiae Guglielmo di Wied, solo fra i suoi inquie-li compatrioti di elezione, aspetta turbato,. '■-■ . ,.„ ' r gli eventi e dopo tutto, nell agape cordiale, austnaci c italiani hanno l'aria, direbbeD'Annunzio, di stropicciarsi un poco dellaquestione interna albanese. Si prevede, se-condo la famosa teoria del... cinquantaa ,„„„j per cento, che avremo presto là squadra delle dreadnoughts italiane. ARNALDO CIPOLLA.