"E' la fine dell'Albania!"

"E' la fine dell'Albania!""E' la fine dell'Albania", dice Essad apprendendo l'occupazione di Tirana I Roma, 24, notte. i „ corrispondente napoletano della Tribuna '1)a intervistato a Napoli Essad pascià, che si nova, come 6 noto, alloggiato all'Udini Boyal rfes Elrangers. Il corrispóndente ha chièsto al l'ex-Mlnistro albanese quale fosse, secondo lui, l'importanza della rivolta di Durazzo, quali-ne furono le cause e quali ne sai-anno le conse «uenze- 1 • tentati»! par impedirà l'Insurrezione ; .(Premetto — ha risposto Essad pascià — 1 che è inesatto parlare di rivolta. La parola rivolta è troppo sproporzionata agli avveni «nienti,,, che hanno molto minor valore. Io, nel *a lnia duplice qualità di Ministro dalla Guerra, e dell'interim degli-Interni, avevo già da pa- 'recchlo tempo prima degli ultimi avvenimenti, 11avuto sentore di dimostrazioni qua e là, ma ptali da non preoccupare in un Paese in fer-c mento come il nostro e in via di assetto. Ad o ogni .modo, come Ministro dell'Interno, cer- A cai di-persuadere il Principe ad un intervento rapido per soffocare, sul nascere, eventuali ^ ! movimenti tosurrezionali, e come Ministro n deUa Guerra cercai di sollecitare le operazioni leva- sia » sottrarre proseliti ad una pos- B siblle rivolta, sia per avere contro di essa, n ^ ra j ^ scopp^ la maggiore forza di- pinqgctpmlssdrnsponibile, e sia perchè — dovendosi presto o «tardi addivenire a qualche cosa di concreto e ndi decisivo, per la delimitazione dei confini A meridionali — si rendeva indispensabile pre- 1 parare un esercito quanto più possibile rego- n j «are e disciplinato, 1 dell'Interno delfa^quale" noTpStevo" almeno dT aTpéTtarmì s, u migllor se.n()ncnè auesta mia opera d si voìle non so percne, intralciare, e ad in- b1 • * , ' , . , ,,_ mti csei-clfo quanto più possibile rego- «sclplinato. iLa mia opera di Ministro 8no e di Ministro della Guerra si con- dta una specie di attività armonica, «tralciarla fu la gendarmeria olandese sulla 1quale.se non potevo avere alcuna ingerenza scome Ministro della Guerra, avevo diritto di, contare come-Ministro dell'Interno per la tu- atela dell'ordine pubblico. | f» I capi della gendarmeria olandese, Infatti, — continua Essad pascià — si erano mostrati 1ostili alla mia persona fin da quando fui as- °sunto al Governo; ma la ostilità divenne mag- fgiore e preoccupante allorché mostrai di inte- tressarmi alla costituzione di un esercito 'rego- 0lare e discipLlnato. Gli. olandesi vollero pen- zsare che Vpcerclto. una volta costituito, do- avesse servine ai miei fini ambiziosi e credo che rne Informassero il Principe, il quale non ebbe poccasione di dire ornai con me nulla lo propo- gsito, ma nell'effetto l'ostilità della gendarme- nria olandese non tardò a manifestarsi. MI ac- vcorsi Infatti di un eccessivo e sempre crescente spirito di renitenza alla leva. g— Ed ella, non manifestò mai questi dubbi dal Principe di Wied? }— Si — dichiara Essad- — una diecina di tgiorni prima della mia partenza, ebbi occasio- ne di vedere il Principe al quale esposi, senza treticenze, il nulo pensiero, dimostrandogli, sep- 9pure ce n'era bisogno, ancora una volta la dmia fedeltà e devozione. Il .Principe ne fu atanto convinto che non ebbe alcuna difficoltà ca .fiumare il decreto col quale si liiriHavano talcune facoltà della pen d numeri a olandese in pmateria, di ordine pubblico, ma mi pregò di gusarlo il meno possibile e in caso di assoluta' ismnecessità, per non acuire attriti ohe si sarebbero alla fine risoluti a danno dell'Albania. Le cause dall'esilio — Quali sono — chiede ad un certo punto il l e i e l a n i , e o i a n n ai o a n è i e . i a d a se e ni e a o o er arn eoite giornalista — le ragioni che hanno provocato cil provvedimento dell'esilio? q— Sulle ragioni del m.o esEio — risponde Essad Pascià — non saprei dire troppo. Ci sono tanti punti nella successione rapida degli ultimi avvenimenti che riescono oscur.ssimi anche a me. Non so che cosa pensare, tatto nell'imprevisto di una realtà quasi assurda sd mescola addirittura del fantastico. Capirti che si fossero preoccupati di una vera e propria rivolta, della quale avessero creduto mmi suscitatore ed agitatore, ma non ripeterò mai abbastanza che di rivolta non era da parlarsi. Essad Pascià sfata, a questo punto, l'accusa che gli si muove di aver preparato un com- eplotto contiro ili Prinolipe, e che a tale scopo'^avrebbe assoldato quattro individui, muniti di dbombe, che avrebbero dovuto commettere, il c14 maggio, un attentato contro il Principe. j mI uil Principe veniva nei miai possedimenti... » j a— Questa storiella — ha esclamato Essad ìsPascià — è semplicemente ridicola. Il iPrlnci- * tpe di Wied veniva sempre a fare le sue pas- isaggiate nei miei possedimenti, tanta era la vsua fiducia. Se avessi meditato davvero qual- lche cosa contro di lui, sarebbe bastato un pcolpo di fucile da dietro ad una siepe... E poi, ta parte ciò, il Principe di Wied poteva essere tsixwo di mei perchè, parliamoci chiaro, in fando in fondo, a rispondere della su* vita tSL^wSL ^^Ì'^ÌFLii'^/ill0»J2?^' aS^^h^Su**^1"* ma;ncat0 4(1 ^ cPI°Ta1l£a^,£*-a questo punto l'in- tervistatore — come si spiega tutto quanto è avvenuto? Suppone forse che gli ufficiali olan- ! ?desi fossero venuti a cognizione del Decreto ìa Vosu-a Eccellenza affidato dal Principe dijWied, e ohe, preoccupati di esso, sl affrettaro- 1i-m a mAtltjatPvT in nn tiri va. Ihaa niviecr\ .11 r-»r*in. no a mettervi in cattiva luce presso il Principe? — Io non lo so: so solamente che l'avversione della gendarmeria olandese e degli ut- flclall austriaci, insieme, contiro di me, di- venne in breve tanto acre, che inviai le mie dimissioni al Principe. Egli e»n le accettò : io le ripresentai una seconda volta, in maniera cosi decisa, che il Principe fu costretto ad accoglierle. Le dimissioni quanto tempo avanti la sua partenza furono prese? Un giorno o - due prima! Credevo, anzi, — un uiwiMj o -ulne iji.iu<ii ^rtsuevo, auzi, di essermi liberato da in inoubo e di essere ,tornato alla mia tranquillità, quando avvenne 'l'imprevisto. Ero in casa con la mia donna ed i 1 miei famigliari, perfettamente sereno, quan-ituaique nella mattinata si fosse sparsa la voce che avessi im casa un centinaio di armadi Non .smentii neppure questa voce, tanto era assurda. In tutto, in casa, eravamo ln 16 o 17 per- sone. C'era sl delle armi, ma quante potevano essere necessarie per 10 o 12 persone della casa, compreso io, che vi parlo! più tardi venne in casa il marito di una mia cognata, Amed Bey, il quale mi. disse queste testuali parole: «il Prìncipe sospetta che tu abbia in casa 100 uomini armati. Consegna le armi alla gente che è con me; è nel tuo interesse». Risposi che di armati im casa mia non ve ne erano appena che 10 a 12; che, ad ogni modo, ero disposto a consegnare subito le mie armi, e ordinai al miei servi di prendere i fucili, ed uscire sulla strada e consegnarli ai seguaci del mio parente Amed Bey. I- miei servi si apprestavano a eseguire l'ordine, quando io, affacciatomi al balcone, mi accorsi che una folla di albanesi cristiani si era agglomerata sotto la mia casa e mormorava contro di me. Guardai bene un momento, tra incuriosito e preoccupato, e un po' avanti della mia casa, nella folla, riconobbi il comandante la Gendarmeria olandese. Ebbi un impeto di sdegno: compresi, in un attimo, quello che mi aspettavo, e gridai ai mieti famigliari' di ritirare le armi, ohe in parte avevano già consegnato. A /mesto mio ordine tennero dietro le prime scariche di fucile. Due miei famigliari caddero, mentile sulla mia testa intesi fischiare delle palle, che non mi colpirono per miracolo! Fu allora che stesi ai piano terreno, sia per organizzare un tentativo di difesa della mia casa., sia per essere più vicino agli avvenimewtl. Intanto passava nell'aria nnferno..... Stavo per varcare la soglia, quando mi ven- ne incóntro, uscendo dalla 'fòlla, il capitano !Moltedo con le braccia In avanti rnmÀin un gesto dì ^tezionàlutente'a f u£co accen-1nava a cessare ed io Dotetti averp im tmit Isimo ?oltoq?lo col captano Mettanola! quale!chiesi subito del Ministro plenipotenziario barone Allitotti, per mettermi sotto la protezione dell'Italia. Il resto è noto... Essad non ha salutato II Rei — E' vero l'episodio, riferito da parecchi giornale che nel momento della partenza. foara Eccellenza si voltò JmOJFUSSm _ Ma nemmeno per sogno! Io guardavo di- ritto innanzi a me verso l'imbarco e risposi 1 saluto cortesissimo e deferente di parecchi ostri ufficiali di marina Anzi, a questo prò- oslte vi dir* «he moltissimi di quelli che so- 'a protezione dell'Italia da quella, dell' Austria, 1 mussulmani avrebbero maggior diritto alle premure del Principe appunto perchè ti Prin> clPe e cristiano ed i mussulmani non hanno opposto difficoltà alla sua ascesa sul trono di Albania. — Sl è. parlato anche dell'influenza dei na ^analisti contro l'Eccellenza Vostra ed m dan no dell Italia? -* » nazionalisti albanesi (e non vi meravfr BUate se cado in una apparente contraddizio ne; erano i rappresentanti più fanatici del parti» <7«ouane turco in Albania prima che ilo più ostili a me, al mio passaggio si affannarono a salutarmi con ostentazione. — :Grede ella ohe a tutti gili avvenimenti di questi tempi sia estranea la questione religiosa? — Non solo non è estranea, ma ò un coefficiente di grandissima Importanza, specialmente perchè essendosi. l'Austria dimostrata più particolarmente tenera degli interessi dell'elemento cattolico per una legge di reazione, l'elemento mussulmano si dimostra favorevolissimo all'Italia. Quantunque gli albanesi, considerati nella loro generalità, si ni ostri no grati del paa-i tanto all'Italia che all'Austria, pura UpvLragioni che rendono sostanzialmente diversa non 6 possibile astrarre da un complesso di ' rsdDpavedsss «mesta divenisse autonoma... Uopo, questi fa natici hanno creduto di conservare ancora in Albania 1 metodi e le ideaulà grandiose del 1 Unione e Progresso, a cominciare dal panisi». nrsmo perfinire^al sogno di mia .Albania non sfatare l'altra accusa che mi si fa di e£eri d'accordo coi giovani turchi appunto per ab- battere il Principe di Wied e di consegnare la min P-j(,-io al ,....»K1 * - i «"amu tra unire ai sogno ui una Ainania non 8010 autonoma, ma libera ed armata tino ai denti. Vi parrà strano che io parli cosi trat «andosi di giovani turchi: ma questo valga a 1Tlla Patria al turchi. Del resto i nazionalisti sono una cinquantina in tutto... — Potrà. l'Albania uscire intera da questi' avvenimenti, che non sono valsi certo a raf forzare la compagine nazionale? — &xo< qui bisogna distinguere. Io ho mot 11 Partigiani famigliari, ho servi e amici in °8nI classe ai quali ho fatto, per quanto e f«*t0 ln me, dea bene. Non so dunque come tut,ta auesta non scarsa falange, distribuita un 00 P«* tutta l'Albania, abbia accolto la noti z!a mio esilio : non so ee questa persecu aione sarà limitata, alla mia persona o seppu re vet"là estesa ai miei più fedeli amici. Coni prenderete che se ciò avvenisse io non potrei garantire che la piccola. sommossa parziale non abbia a divampare ampiamente in una vasta fiammata rivoluzionaria, ~ f vera la notizia pubblicata in questi giorni che in alcuni distretti sia stata decisa la deposizione a mano armata del Principe di }vl€d Per sostituirlo col figlio deM'ex-Sùltano turc° Abdul Hamid? — La cosa non sta precisamente in questi termini: qualche cosa di vero c'è. Infatti qual9"? settimana prima- degli ultimi avvenimenti, dai distretti di Dibra, Mathi, Drln e qualche altro, pervennero al Ministero degli interni ai cune vibrate proteste contro l'assunzione al trono di un Principe cristiano, proteste accom pagnate da oscure minacele. Io non ne tenni gran conto... — yostra Eccellenza è a cognizione che gli insorti si sono impadroniti di Tirana? A questa domanda Essad pascià ebbe uno scatto; si levò in piedi eccitatissimo e mormarò a fior di labbra: E" la fine dell'Albania. Cosi ebbe fine l'interessante colloquio. Oc- corre accennare che Essad pascià ha parlato quando ancora Ignorava la gravità degli ulti- mi avvenimenti di Durazzo. a10ga11DdnlidlasuHpmdufiqzddnmaasdgpvEbrPsvilt Giudizi romani Roma. 24, notte. 11 Giornale d'Italia esamina la situazione de¬ S?'1MUla d*sU ttvv*ntm«>M d'Albania, ed osserva Previsioni ottimista a Gli albanesi sanno che l'Italia è un Paese psld^^t^*n^.J*«rale e non ha mai creato dìstmzi°rJ politiche su basi religiose. E' noto che 1 Austria ha molta influenza sugli ele menti cattolici, fra ì quali ha, senza dubbio, una situazione più f,orte della nostra. Tuttavia anche in questo non bisogna esagerare, come sl e *atto ln luéstl giorni, attribuendo all'au tarevotó capo dei imirdlti cattolici, Bib Dotta, intenzioni ostili all'Italia. Questo non è affatto vero. Ci consta ohe Bib Doda è favorevole al l'Italia, di cui apprezza la disinteressata sini patia per il -risorgimento della nazione schipe tara. Certo è che l'Italia gode maggior favore tra l'elemento mussulmano dell'Albania cen trale. dove si svolgono 1 gravi avvenimenti af tuali. Il periodo di minacciosa anarchia, che attraversa lo Stato adriatico, è dipinto con cordemente da tutu gli italiani, che hanno ^^^^^^^ I\es^ f superare 1 attuale crisi interna. Ma ?.a 'ecilt0 constatare che se 1 improvviso colpo <" &tato del 19 marzo fu variamente discusso ™8, nol< ia reazione mussulmana di oggi fa sl che gli eventi successivi si svolgano tutt'altro che a discapito della nostra influenza e del nostro prestigio in Albania. Secondo quanto si afferma nei nostri circoli ufficiosi, i Governi italiano ed austro-ungarico, di fronte al perl- cok> che minaccia la tranquillità dell'Albania, . - , - , —, —- ,l'ngWlteara. tanto più che sir Grey non ha ri 'cevuto alcun rapporto dra;suol rappresentanti, i Ma 6i confida che questa riluttanza sarà vinta. i"al1'a,miclievo'* insistenza del Governo ltalia no. Nell'incertezza della situazione, corre l'ob .blitro intanto — conclude il Giornale d'itnlia — provvedono d'accordo per scongiurare più gravi perturbamenti e tenere in vita il giovane Stato. Si assicura che il Governo di Vienna, come già quello di Roma, ha aderito per conto suo all'invio di un distaccamento internazionale da Scutari a Durazzo. Pare che alcune difficoltà a questo invio provengano ora dal- all'opinione pubblica di appoggiare il Governo nell'azione intesa a mantenere la nostra Posizione in Albania e nel,!*4<Ma.tico. Albania e Adriatico — bisogna ricordarlo — sono termini lnsclTi''ihnt di uno stesso problema, per noi vitalissimo ». "Ora tragica,, La Tribuna cosi giudica la^iituSBione albanese: > La situazione è divenuta allarmante e disperata. Le bande albanesi, in gran parte animate dal desiderio di vendicarsi sul potere centrale dell'ingiuria latta ad Essad, sono mosse armata da Siak ed hanno investito la capitale, hanno afferrato in ostaggio gli ufficiala olandesi, il comandante della' poco agguerrita lte tremebonda gendarmeria locale e, forte del- ! la vita dei prigionieri che,erano nelle loro mf-^Re si impegna a non combattere i ribelli. Non !è una vera e propria abdicazione ma è una ri- nupcia al diritto più sacro, che ha il Capo di ni, hanno imposto, a Guglielrao di sottoscrive- re le loro condizioni. Re Guglielmo ha dovuto piegarsi all'imposizione e firmare. Le o«uItolos.ni imposte e firmate da re Guglielmo costituì I scono^n fatto gravissimo, poiché con esse il!qualunque Stato, quello di difendersi e difen-.dere il regime, che egli rappresenta, da un movimento insurrezionale. U suo prestigio, presso la popolazione, non può uscirne che stremato. L'ora di Durazzo è tragica; coi ribelli imbaldanziti alle porte, l'anarchia all'interno, la sfiducia ovunque, un monarca esau ! oirni^rSeiruonza è we vedibile le lé torat0, °Sm conseguenza e preveainue. se ie 1Polenise europee 61 fossero Tnesse Q Ver Iinviare ciascuna una squadra e sbarcare, co-!™ « G™*™ italiano aveva proposto, un dl-i staccamento internazionale, probabilmente siavrebbe oggi a Durazzo un forte nucleo ditruppe regolari europee, sufficienti a garanti- re l'ordine pubblico, il Trono e lo Stato alba- nese. Ma per una serie di difficoltà, che sa- rebbe troppo lungo riepilogare, e la riluttanza '&^J^?j5El£tf&% - tfal&SSé» dunque" affluita? pei-oM^alla i gendarmeria locale e ai poco bene organizzati i malissorii cattolici, che sono stati vinti nel - porto di -Durazzo dagli insorti, e alle truppe da- sbarco 441* «*■-* Vallane e ewtaVMriaa,

Persone citate: Abdul Hamid, Amed, Amed Bey, Dibra, Doda, Grey, Mathi, Moltedo, Re Guglielmo