Nel IV Collegio di Giuseppe Bevione

Nel IV Collegio Nel IV Collegio . Pubblichiamo non senza vivo rincrescitalento la lettera di dimissioni dell'avvocato Giuseppe Bevione d-a redattore della Stampa. l'lettori sanno quale altissimo concetto abbiamo sempre avuto della sua magnifica dirittura intellettuale <s morale. E' precisamente in nome di essa che l'avv. Bevione ci impone un distacco sommamente doloroso. Ma comprendiamo anche noi come tgii scendendo nell'agone del IV Collegio, fibbia bisogno di tutta la sua liberta, come noi abbiamo bisogno di tutta la nostra. Ci permetta, Giuseppe Bevione, di espritaeire un augurio che ci viene direttamente 'dal cuore: l'augurio cioè che, dopo le eierioni, vincitore o vinto, ritorni alla nostra famiglia, che gli ha voluto, che gli vuole, che gli vorrà sempre bene, moltissimo bene. ' Torino, 19, 5, 14. Illustre e caro senatore Frassali, ; Come Ella sa, l'Assemblea del Gruppo Torinese dell'Associazione Nazionalista ha proclamato la mia candidatura al IV Collegio di Torino. Io ho accettato, perchè ho la certezza che il nostro intervento nella lotta, non solo non determinerà discordia nel campo costituzionale, ma ravviverà la' massa elettorale, per la campagna più energica e più ardente, perchè animata dall'entusiasmo e sostenuta dalla fede, che noi sapremo condurre contro il solo avversario che ci riconosciamo, .il partito socialista. La convocazione del Collegio apre la campagna elettorale, ed obbliga ciascuno a prendere il suo posto di' combattimento. Perciò io debbo — per lasciare a Lei e;l avere io completa libertà d'azione — presentare le mie dimissioni da redattore Jrlla Stampa. Dieci anni di fervido lavoro comune mi rendono penosa questa separazione. Conforta la mia amarezza in questo momento la coscienza di aver sempre servito il mio dovere con scrupolosa lealtà. Ella mi ha contraccambiato con un dono di valore inestimabile, che ha dato dignità all'opera mia e per il quale voglio, prima di lasciarla, esprimerle la mia imperitura riconoscenza — l'assoluta indipendenza di giudirio, l'incondizionata libertà di critica per tutte le questioni che affidò al mio studio — entro i contini della verità e del bene del Paese. Col più affettuoso e cordiale, saluto mi creda, illustre e carissimo senatore, il suo dèv.mo: , . Giuseppe Bevione.

Persone citate: Bevione, Giuseppe Bevione

Luoghi citati: Torino