I Nazionalisti nella seduta di chiusura votano la integrazione del Partito

I Nazionalisti nella seduta di chiusura votano la integrazione del Partito I Nazionalisti nella seduta di chiusura votano la integrazione del Partito (Per telefono alla Stampa). Milano, 18, Il Congresso Nazionalista, dopo aver discusso la parte della relazione economica che riguarda la politica doganale, approvando le conclusioni del relatore Rocco in senso protezionistaè passato a discutere'la relazione Alessandrettsulla politica agraria, specialmente in rapporto alla piccola proprietà. La discussione procede stamane calma e più rapida vertendo su argomenti più teorici e trovando più concorde l'assemblea, s La seduta si è iniziata alle 10 con la lettura, da jiarte del segretario Gualtiero Castellini, di nuove adesioni. Sono presenti gli onorevoli Gallenga, Federzoni, Candlani, Cavina e Enrico Corredini, accolto da vivi applausi asuo apparire: Il presidente on. Oliva ricorda al Congresso un caro compagno che avrebbe certamente partecipato ai lavori, se non tosse ammalato : parla di Tommaso Monicelli, al quale manda un saluto ed! un augurio di pronta guarigione{Applausi calorosi). La politica agraria Guido Alessandretti inizia subito — davantad un pubblica molto ridotto — la terza relazione d'ordine-economico, che tratta della politica agraria specialmente in rapporto alla piccola proprietà .rurale. Il relatore, dopo aver definito la moru.'e del possesso produttivo, e messo* in rilievo : la funzione nazionale della proprietà terriera', in genere, passa a trattare in particolare defila funzione nazionale della proprietà coltivatrice. 11 nazionalismo, afferma il relatore non vuelta foggiare un ordinamento della proprietà privata sull'unico regime della proprietà coltivatricw, ma favorire il formarsdi questa ih dove sussistano le condizioni d'ambiente agricolo sulla quali essa può consolidarsi. Il relatore esamina anche ampiamente possibili rimedi atti «4 impedire che la piccola proprietà si dissolva e si polverizzi in una sene di suddivisioni per eredità. L'economia nazionalista vuole insegnare che se una casa deve considerarsi indivisibile, a maggior ragione deve considerarsi indivisibile ufi podere, quando abbia l'ampiezza economica di unità colturale propria di un determinato sistema di coltura, perchè non ne conseguano l'arresto di ogni progresso agricolo e la miseria dei proprietari delie frazionidel podere diviso. La determinazione di questo limite alla divisione di unità già costituite, come di quelle che sono in processo di formazione, può es-sere non difficile opera di Commissioni tecniche, che. tengano presenti le diverse esigenze di luogo e di coltura nei rapporti dell'economia agricola nazionale; sembra anzi all'uopo possibile e pratico collegare ad uno speciale catasto economico-agrarto questa determinazione di unità colturali indivisibili, nel senso di estendere alle dette unità le rivelazioni e le intestazioni catastali e di prescrivere che per ognuna di tali unità debba essere intestato un solo proprietario, salvo 1 casi accertati e giustificati di comunione, sempre transitoria. Passa quindi ad esaminare le condizioni presenti della piccpla proprietà terriera in Italia. Cònchiude osservando che l'Italia per poter divenire — come è necessario — una grande nazione agricola, deve vincere con sagacia perseverante e con lena fiduciosa le difficoltà naturali d'ogni sorta che già le ostacolano la via, e che a questo intento supremo deve però essere coordinata sempre la soluzione del problemi economici e sociali che interessano l'agricoltura, per non rendere insuperabili quelle difficoltà. ; Il Nazionalismo partito integrale Parlano quindi Borgese, che richiama l'attenzione del Congresso sul problema economico siciliano, e che propone un ordine del giorno, che raccomanda al gruppo nazionalista di provocare efficaci provvedimenti per risolverlo; Corradinl, che appoggia la relazione Alessandretti e illustra il dovere nazionale della produzione, dimostrando che questo, come gli altri principii fondamentali del nazionalismo lo differenziano dagli altri partiti liberali, mentre gli è possibile, per ragioni spiritualistiche, un eventuale congiungimento coi cattolici; Gallenga. che saluta nel Corradini il primo e maggior assertore del nazionalismo italiano; Ghigl. e qualche altro. L'assemblea quindi vota un ordine del giorno, che approva la relazione Alessandretti e quella Borgese, estendendola a tutto il problema meridionale.Si ha durante la discussione un intermezzo di indole personale. Gallenga legge una lettera dell'on. Huspoli, che. in seguito agli attacchi cui fu fatto segno nel Congresso da parte di un congressista, si dimette da socio dell'Associazione. L'assemblea respinge le dimissioni (Applausi). Nonostante le raccomandazioni della Presidenza al principio della seduta pomeridiana, alle 15, solo pochi congressisti sono nell'aula. Fra questi si notano la signora uccella di Torino e la signora Si oli Legnani. Le parole di Giuseppe Bevione Si dice fra 1 congressisti che è giunto a Milano l'avv. Bevione. Egli infatti poco dopo fa il suo ingresso nell'aula accolto da entusiastiche grida di: ' Viva Bevione! Viva il candidato del IV Collegio di Torino! ». Alle U,óO il barone Scotti apre la seduta. Castellini, comunicate le adesioni nazionaliste di Potenza o. di altre città d'Italia, propone di rinnovare l'applauso all'avv. Bevione per la battaglia eh e egli combatterà a Torino. Tutti applaudono con calore. Bevione prende la parola augurandosi di portare alla vittoria la bandiera del nazionalismo. Egli dice: « Ieri l'on. Montù si è ritirato. Oggi qualcuno parla del ritiro dell'cn. Panie. Noi di queste voci non ci curiamo: l'on. Panie non è il nostro avversario. Il solo avversario che noi riconosciamo è il candidato socialista. Noi miriamo a mostrarci i più forti, a rimanere in ballottaggio contro il sovversivo, perchè ci sentiamo i meglio preparati a combatterlo. Che 11 miracolo compiutosi a Roma si compia anche a Torino I Affrontiamo in campo aperto il socialismo, gridiamogli sul volto il nostro profondo, irreducibile dissenso, polche esso inganna le masse con miraggi iirrealizzabili. Se dimostreremo che la nostra volontà è infrangibile e ardente il nosiro entusiasmo, la vittoria non ci potrà mancare. Invito tutti i nazionalisti a partecipare alla lotta e a venire a Torino, a combattere al nostro fianco. Ricordatevi che un altra lolta combatterà Enrico Corradini m un altro Collegio e mi auguro clilfe il nazionalismo riporti una duplice vittoria >. Applausi entusiastici salutano l'oratore. La chiusura del Congresso . S'inverte l'ordine del giorno e si discutono alcune proposte di riforme all'organizzazioneconcretate in articoli aggiuntivi aUo statuto sociale. Si apre intanto la votazione per l'elezione dei componenti il nuovo Comitato centrale. La più discussa delle proposte modificazioni è quella che reclama dai componenti dell'Associazione nazionalista la dichiarazione di non appartenére ad alcun'altra organizzazione politica di partito. Parlano numerosi congressistprò e contro, e l'accordo pare difficile a raggiungersi, dicendosi da alcuni che questa modificazione contrasta con l'ordine del giorno oonciliativo Perozzi. votato ieri, meno intransigente e meno rigido «ielle proposte d'oggiLa discussione diviene vivacissimi .ed in qualche momento tumultuosa. La proposta, messa in votazione, è approvata a maggioranza. La votazione per il Comitato centrale è chiusa alle 17 e dà eletti i 25 eoci seguenti: AillaudAlessandretti, Bevione, Borgese Giuseppe, Caprino, Castellini, Cian, Corradini, De Prospero, Federzoni, Fiorelli, Foscari. Maraviglia, Mu, ^echini Oltoa Peroni Ratt&ssl Reggio, Rocco. ÌRodinò, Pitigliano, Scotti e Tavallini. Si vota quindi la costituzione di gruppi giovanili nazionalisti. La signóra Occella caldeggia la costituzione di sotto-gruppi nazionalisti femminili, ed è applaudita. La sua proposta è rinviata al Comitato centrale perchè deliberi su, di essa. Si riprende quindi la discussione sulla relazione economica. Vengono approvate senza discussione le conclusioni del prof. Rocco sulla politica sociale, e si mettono in discussione quelle del prof. Alliaud sulla emigrazione. Ma l'ora tarda consiglia la presentazione di un ordine del giorno per il rinvio ad altro Congresso di una questione cosi importante, con la nomina di una Commissione di studio. I lavori :del Congresso però terminano con la votazione di un ordine del giorno che raccoglie in sintesi tutti i postulati della complessa relazione economica, quelli sulla emigrazione compresi, e parecchi altri ordini del giorno, contenenti raccomandazioni varie, riguardanti i problemi deUe scuole, dell'esercito, della marina, ecc. Si demanda al Comitato centrale la designazione della sede del futuro Congresso. Si è inviato un telegramma di rsverente saluto a S. >M. U Re, e si acclama la proposta di commemorare, il l.o marzo dell'anno venturo, Francesco Crispi. Il Congresso si chiude alle 19 con un breve e cordiale saluto dell'on. Federzoni ai congressisti, ed al grido di « Viva 11 nazionalismo 1 > ed al canto dell'Inno di Mameli. I finti [iinli romani alle deliberazioni del Congresso Roma, 16, notte. I giornali romani si pronunciano in maggioranza in senso sfavorevole alle deliberazioni del Congresso nazionalista di Milano. II ilio cattolicesimo al quale il Congresso ha improntato le sue discussioni ha prodotto una impressione poco favorevole nel mondo liberale romano. Rastignac dedica sulla Tribuna un commento mordace al Congresso nazionalista. Vincenzo Morello nota anzitutto che alla pari del Congresso socialista di Ancona, il Congresso nazionalista si è prevalentemente occupato di materia elettorale. Rastignac osserva in seguito come si sarebbe credulo che il Congresso di Milano avesse affrontato il problema dell'alleanza col partito cattolico non dal punto di vista della tattica elettorale e con sentimento 0 risentimento antimassonico, ma dal punto di vista politico, esclusivamente e sinceramente politico. -Tutti gli spiriti liberali sono anti.massonici, ma non basta l'anti-massonismo al fini del nazionalismo. Ad insistervi, l'anti-massonismo finisce col diventare insopportabile come l'anticlericalismo. L'intervento dei cattolici' alle urne è un segno della cresciuta vitalità del paesi;. Crescendo, il paese ha epatito il bisogno di far partecipare tutte le sue classi, tutte le sue categorie alle elezioni politiche. Con quali fini? con quali mezzi? con quali modi7 Ecco il problema più direttamente riguardante il partito cattolico in se stesso e nelle sue relazioni con gli altri partiti. Nuovo all'azione politica, questo partito non sa come inquadrarsi fra gli altri e gli altri non sanno olla loro volta come orientarsi verso di lui. Verrà senza dubbio il momento dell'integrazione e dell'equiilibrio. Intanto i nazionalisti hanno perduta una buona occasione per proporre una soluzione, o per mostrare uua tendenza, positiva in ordine a questo problema. AlTanticlericalismo essi oppongono tre antl e tre imi insieme: anti massonismo, antl democraticismo e «tati liberalismo. E' troppo in una volta. Lutero in verità fu più discreto, ai suol tempii ». il Giornale d'Italia è più severo ancora scrivendo : «Tutti credevano che i nazionalisti fossero 1 bersaglieri, diciamo cosi, del partito liberale. Certo ne erano i beniamini per la loro audace combattività giovanile. Certo i nazionalisti non avrebbero ragione di lagnarsi dei liberali, basta accennare che il loro leader, l'on. Federzoni, fu lanciato come candidato delle associazioni liberali a cui dovette in parte la sua elezione. Orbene durante due giorni di congresso a Milano i nazionalisti non hanno fatto che dire male del liberali ed è 6tato un puro miracolo se non fu inflitta la scomunica maggiore a quei nazionalisti che militano nelle associazioni liberali. Fu in seguito alla viva preghiera di qualche autorevole congressista che fu adottata soltanto la scomunica minore. Comunque il cordone ombelicale che univa la neonata falange nazionalista alia gran madre liberale è stato tagliato a Milano. Viceversa quello che avrebbe dovuto essere un semplice accordo contingente, cioè l'alleanza elettorale col cattolici, si è trasformato al Congresso in una situazione legittima e indissolubile. Ora la nobiltà del partito liberale dal punto di vista patriottico, e perciò nazionale, se non addirittura nazionalista è di gran lunga anteriore a quella del partito cattolico. Che i cattolici non devano essere combattuti come nemici della patria dopo quasi un decennio che sono entrati nell'orbita costituzionale sia, ma, conclude il Giornale d'Italia, che essi devano essere preferiti proprio dei nazionalisti ai liberali, il cui partito fondò l'unità italiana, è una sorpresa del Congresso nazionalista di Milano >. Un chiarimento dell'on. Gallenga L'on. Gallenga in seguito ai commenti fatti al Congresso nazionaliste telegrafa al Giornale d'Italia per chiarire, dice, che l'ordine del giorno suUe direttive politiche approvato a grande maggioranza, pure affermando l'autonomia del nazionalismo, ammette la partecipazione dei nazionalisti ad altre organizzazioni non contrastanti con le sue fondamentali direttive, consentendo cosi anche la collaborazione con le associazioni liberali che abbiano con essi in comune il proposito di combattere a servizio dei supremi interessi della nazione e per l'assoluta supremazia deUo Stato contro gli avversari aperti o insidiosi, di qualunque parte essi siano. Attorno al nuovo cotidiano nazionalista romano Roma, 18, i.oite. Si è costituita in Roma una Società anonima per azioni L'Italiana, per la pubblicazione di uu giornale quotidiano con nome da determinarsi, che uscirà a cominciare dall'autunno in Roma, e per la pubblicazio ne di altri periodici. La Società è costituita con un capitale di lire settecentomila divise in cento e quaranta azioni di cinquemila lire ciascuna ed aumentabili In una o più volte a due milioni di lire. Il Consiglio di amministrazione è stato così formato: Enrico Corradini, comm. Dante Ferrari, Alberto Bombi-ini, dottor Giacomo Ratlazzi, Ludovico Oochiui ; sindaci effettivi : rag. Baracchi, avv. Coppola. ; supplenti : aw. Musatti e Boràtelli. Vi è poi un Comitato politico così composto: Francesco Coppola, Enrico Corradini, Roberto Forges, Davanzati, Maurizio Maraviglia. Il giornale sarà diretto da Roberto Forges Davanzati. Fra 1 sottoscrittori dolio astoni tU OOBÉO iti ,I comm. Cerosa, gerente del Canapificio veneto Antonini Cerosa, con 37 azioni, per 185 mila lire ; fra i nazionalisti sono ring. com. mendatore Dante Ferrari, per 27 azioni, cioè 185,000 lire, il duca Carata d'Àndria per 10,000 lire, il corani. Balduini, di Genova, per 10,000 lire, Giovanni Cblggiató per 10,000 lire, l'ing. Piero Lorenzo Parte! per trentamila lire.