Il IV Congresso della Confederazione generale del Lavoro

Il IV Congresso della Confederazione generale del Lavoro Il IV Congresso della Confederazione generale del Lavoro L'en. Rlgola contro Io sciopero generale e le intransigenze catastrofiche (Servizio vartlcolare della Stampa) Mantova, 5, sera, [ Stamane, alte ore io, si è inaugurato al ^.•■ i, C^a,J?b^ni' M^rii Nino. Bononii,;,1Scalori. Dugom, Quaglino, Vergnamni; la «JP-|I>reBen_uiza della iLega nazionale delle .Coopo-:ralive; Argentina Altobelli per !a Federa- .zione della mutualità; l'organizzazione dei lavoratori della terra ha tra i suol delegati ; "Mattei di Bologna, Giovanetti di Ravenna, tori. Mazzoni e Gasparini di Reggio; 1 metal-;hrrgici sono rappresentati da liuozzi, Gritti,1Arvonio, Mongilardi e Grosso; il Sindacato po-jstelegraflco da Burri e Baccheri; i lavoratori daflo Stato da Manzi; i muratori dall'on. Quaglino; & Federazione del Libro da Giamboni e Monaco. I congressisti sono oltre duecento. E' notata l'assenza dei rappresentanti camerali di Milano, fra cui vi sono i leaders dell'opposizione, ma che si crede saranno presenti per la seduta del pomeriggio. V inaugurazione Allo ore 11 il Congresso s'inizia con un saluto deJl'on. Dugoni, il quale porta l'espressione di solidarietà dell'organizzazione, provinciale mantovana, la quale ha dato i primi palpiti al movimento del proletariato Italiano, specialmente per quanto riguarda l'organizzazione della terra. Con parole vibranti esprime l'augurio che il Congresso faccia poche chiacchiere intorno alia questione costituzionale, ma evolga invece una profonda discussione e prenda deliberazioni intorno alle questioni tecniche. L'aw. Bonollo, a nome dell'Amministrazione comunale, saluta i congressisti, dicendo come Mantova si ti::ie lieta di ospitare questa assiso del lavoro, Mito più che nella pingue campagna mantovana, feconda di messi, si è iniziato quel movimento dei lavoratori della terra che ha segnalo il ritmo nuovo della vita sociale ed economica della Nazione. «isola, accolto da grandi applausi, ringrazia i presenti. L'oratore inizia le comunicazioni informando che hanno accolto l'invito a partecipare al Congresso le Direzioni dei partiti politici, del gruppi parlamentari, degli uffici governativi del lavoro e dell'organizzazione economica nazionale. Partecipa poi le adesioni delle Confedera zioni estere, gli augurii pervenuti dagli ono revoli Nofri, Morgari, ed altri: rivolge un pensiero agli scomparsi, ricordando, tra di essi, il prof. Montemartini, -Senofonte Entrata, l'ooorevole Piladc Gai e Camàrri. o l'oscura serie dei caduti per via nella battaglia quotidiana per lo vita. Termina con la presentazione «li un ordine del giorno di saluto e di augurio alle sclliere dei ferrovieri, dei poste'.egra fonici e dei tabaccai, impegnate a difendere 1 diritti del proletariato contro la resistenza deile classi privilegiate. Si passa quindi alla elezione della Presi'denza. Sono eletti: Dugom. Chiesa Pietro, (Sacci e Beielli; a segretari: Caviglio, G. Marchetti, Mareaii, di Firenze: Alfani. di Napoli. La seduta inaugurale si toglie alle il. La relazione dell'on. Rigola 'Alle 34,30 l'on. Dugoni apre la seduta poineridiana, leggendo le vario adesioni. Al tavolo della Presidenza siedono: iBacci. Dugoni, Rigoia, Calda, D'Aragona, Altobelli e Alfani. Si inizia la relazione sull'andamento e l'opera della Confederazione nel triennio che va dal 1011 al 1913. E' relatore l'on. Rigola, che riassume e illustra l'esteso rapporto, già puh; bucato, dal quale risulta che il numero dei soci da 302,-a»; che erano nel IMO, è salito là 387,313. di cui 91,410 donne. Il Risola si sofferma sopratutto sull'azione politica svolta dalla Confederazione, sull'opera di essa con l partiti politici e sulla tattica federale. I. u!a»rwotò Rigola .nota die la Confederazione e iin-una specie di Isolamento. «I sindacalisti, — icsclama l'oratore, — non ci amano, i riformiIsti ci definiscono troppo legati «1 Partito socialista ufficiale, i socialisti ufficiali temono l'cho attraverso il movimento operaio possa gassare l'aborrito riformismo». A questo pro:j»sito, i'en. Rigola esclama: «Quando U Par. ifito socialista pretende die il movimento opeirajo 6ia legato ad esso, si sbaglia. L'organ.izi nazione sindacale non è mia milizia politica Sulle direttive gcnei-ali .possiamo metterci d accordo, tanto è vero elle con duo Direzion diverse del Partito socialista, abbiamo, per ^esempio, sempre preso accordi senza badare 'se la Direzione era del Partito riformista o del Partito ufficiale ». ■ Dopo di ciò, l'ori. Rigola afferma che il mo ■vìmento operaio non può essere intransigente, jcome il movimento politico. «Il movimento .operaio — dice- — 6, in via normale, riformi iBta, a l'arma dello sciopero generale si ini i pugna soltanto nei momenti eccezionali. 11 'movimento delle classi operaio non può avivenire normalmente che per via di rifornir isuccessive. Chi crede che attraverso le ca.t-.i■atrofi si possa trovare il bene degli operai, pud laudare cogli anarchici, ma non c adatto a iHare l'organizzatore. Abbiamo sempre seguito ile direttive tracciate dall'ultimo Congresso, ne 'ora potremmo cambiarie. Se voi direte clic la imostra azione fu troppo tepida e troppo rifprImisUoa, mi riprometto di efserc altrettanto tepido. Facciamo prima lo organizzazioni forti • e coscienti, ed allora potremo adoperare qualunque arma e qualunque tattica. Ma fino a :iche si è all'è b c deiroigunizzazicne. non bf'sogna illudersi di rovesciare il mondo, e sovra tutto badiamo di .non mostrare di avere tanto icombattuto la Massoneria, per crearne un'altra nel movimento operaio, lo non chiedo che un :B*to di sincerità dal Congresso! Il Congresso è costituente e libero di deridere. Prenda ognuno La propria responsabilità. Noi pensiamo Ijper .nostro conto a mettere in salvo la nostra coscienza e la nostra anima! ». Le critiche aQuando sono cessati gli applausi, clic coronano le parole di Risola, sale 6ul palcoscenico Cario Azimonti, di Milano, che dichiara idi parlare in persona prima, e di non appartenere a frazioni rivoluzionarie. Ma egli sostiene che qualche modificazione deve essere apportata alla Confederazione. Fa una questione di azione e non di metodo. La Confederazione deve svolgere un'azione più attiva, più inten sa, e conclude, sostenendo che il movimento rtndacaiista 'non è che movimento di reazione contro U riformismo. « Noi siamo qui pronti a portare il nostro ausilio, affinchè o nostro massimo organismo diventi Torto e rispetta^•^^^om^c^^bc^^e 1rca.a.„i0:ni. ^ fl. ])r0l;odm.a un4l n,oltìp-c(| una <11 azione e di programmo. Pei- la prima 6i rieliiama al modo con cui fu costituita in origine la Confederazione; per !a seconda ri. leva che la Confederazione è formata solo nella parje direttiva da segretari delle Federazioni, che non possono essere interpreti genuini di tutti gli organizzati; per la tattica dice che 1*. Confederazione è costretta a fare del riformismo, perchè manca il vincolo diretto .con :o organizzazioni e col proletariato. L'on. Chiesa per Rigola E' la volta dell'on. ,1'ietro Chiesa. Crede che il Congresso debba meritare una discussione più alta; afferma che la relazione di Rigola resterà un documento ammonitore, ed educatore; dice che le pagine più notevoli di quésto periodo sono state caratterizzate dalla, lotta tra proletari e proletari. Discutendo delle varie forme di organizzazione sindacale, l'ono revolu Chiesa nota con piacere la presenza al Congresso di alcuni preti, ma afferma che le organizzazioni confessionali non sarebbero sorte se i preti non avessero dovuto imitare l'esempio dei socialisti. 'L'oratore sostiene che non basta aver ragione nelle lotte economiche, ma bisogna avere la forza per sostenere le proprie ragioni. Da questa diversa valutazione del problema operaio è sorto il dissidio, s Ci hanno criticato, attaccato e circondato di accuse il nostro organismo, ma noi abbiamo risposto non temendo i fischi e stando sulla breccia. Il Congresso dovrà — dice l'on. Chiesa rivolgendosi a Rigola — approvarti per la tua opera passata, ed approvarti .per la tua ultima dichiarazione, quando affermasti che avresti fatto per l'avvenire quello che hai fatto per il passato! ». • Dopo ciò, l'on. Chiesa difende l'opera delie Cooperative, create sul terreno della lotta di classe, e ritiene anche utile partecipare ai Corpi consuntivi, dove si consigliano e si pre parano le leggi. Quindi conclude: «Quando tutti saranno diventati più buoni e quando il sentimento vero della coscienza di classe presiederà alla nostra azione e sarà nel profondo di tutte lo anime nostre, allora cesseranno le critiche astiose! » Argentina Altobelli dichiara a sua volta che l'accusato non è soltanto Rigola: «Accusati siamo tutti — ella dice — e noi ce ne andremo volentieri quando siano state precisate le accuse. \oi attendiamo che ci sia indicata la via nuova». Nel frattempo la segretaria della Federazione dei lavoratori della terra giustifica l'operato della Confederazione nelle battaglie che essa ha sostenuto e nelle lotte per le quali essa si è adoperala Paria poi Bombacci, di Modena, che approva l'azione della Confederazione del lavoro, e diche che il partito socialista e la Confederazione devono avere un nome solo: deplora che la Confederazione si sia iroppo legata ai sin dacalisli, ed abbia iroppo taciuto, e non si sia. per esempio, opposta alla Camera del lavoro di 'Milano, quando questa fece delle ava.ìires verso i sindacalisti. • Molti interrompono, gridando: — Ditelo a Marchetti! .Bombacci prosegue, dicendo che fra con fessionolisti e sindacalisti vi sono i cooperati visti, che sono perniciosi al concetto di classe e di organizzazione Monaco, di Torino, interrompendo: — Ma qui non siamo al Congresso di Ancona! Bombacci termina dicendo ohe la Confede razione non poteva fare meglio, nè diversamente di quello che ha fatto: «Rigola — dice — è superiore a tutti noi per fede ed esperienza. Dico solamente che dobbiamo riunirci attorno alla bandiera socialista!». Il Presidente della Federazione del Libro Monaco, di Torino, presidente della Federazione del Libro, ritiene che la Confederazione debba sviluppare la sua politica del lavoro indipendentemente da tutti i partili politici: • Non possiamo mettere — egli dice — delle etichette politiche., alle organizzazioni economiche, perchè ciò sembrerebbe una coazione »Dopo che Monaco ha finito di parlare, il teatro' piomba improvvisamente nel buio: ogni tentativo per riaccendere le lampadine elettriche riesce vano, e finalmente allo 19 si rimandano le sedute a domattina.