Lo scavo della Necropoli di Gebelein

Lo scavo della Necropoli di Gebelein Lo scavo della Necropoli di Gebelein GEBELEIN, aprile. Questa è «un'annata dalle grandi sorprese per l'Egitto; eccezionale è lo stato del Nilo, eccezionali sono le condizioni del clima. Il livello del Nilo — in conseguenza della poca pioggia caduta, adi Sudan e dello scarso squagliamento di neve avutosi nell'Abissinia — è notevolmente più basso che negli amni passati; di ciò noi stessi abbiamo la prova, inquantoobè da una ventina di giorni — per D'appunto di fronte al nostro attendamento — si arenano tutti i battelli a vapore, gran* di e piccoli e quasi giornalmente assistiamo a manovre di disincaglio delle eleganti e bianche .costruzioni. Sappiamo che per ov- viare a tali inconvenienti è stato necessario ricorrere alla parziale apertura delia grande cateratta di Assuan. Ancora in febbraio poi abbiamo avuto nottate molto fredde, in cui la temperatura raggiungeva solo 4-6 gradi sopra lo zero; p&r contro nella prima settimana di marzo abbiamo ricevuto molto precocemente le sentite e poco gradite carezze del « khamàsin »: il caldissimo vento del sud, snervante per il soffoco che arreca, tedioso per la quantità della finissima pólvere sollevata, la quale oscura l'atmosfera come fitta nebbia. Certo ò che le grandi opere idrauliche spostanti enormi masse d'acqua, e anche la costruziono di numerosi pozzi artesiani, — estendendo l'irriguità e la coltivazione in vastissime zono prima aridissime — vanno mutando profondamente le condizioni climatiche dell'Egitto. Il moderno progresso, che non si è peritato di immolare al pratico intanto meravigliosi monumenti — come le opere dt'iWa magica isola di Iile, nella ma"!»ior parto dell'anno ormai coperta dalle acque del gran fiume — farà forse anche tramontare la fama di questa contrada come soggiorno ideal© durante il periodo invernale. // grande sarcofago di pietra Solo una voilta abbiamo dovuto quest'anno ricorrere alla piccola Decauvillo che teniamo in pronto a Luxor per ogni eventuale bisogno; l'impiego della medesima- a noi si è impesto per il trasporto di un pezzo veramente monumentale: un sarcofago monolitico di calcare pceante circa una tonnellata. Questo sarcofago lo ritrovammo insieme a primitiva e rozza sunpelIettHe in una specie di camera (scavata nella viva roccia) alla quale dava accesso una bassa tortuosa galleria sprofondant:ci ripidissima nelle viscere della montagna per una ventina di metri. Si trattava di una tomba risalente all'antico Impero, anteriore cioè di qualche secolo al terzo millennio a. Cr. La grande bara biancheggiante — rettangolare e. con cura lisciata, ad imitazione anzi di una costruzione di legno — spiccava in singolare contrasto sul fondo della tetra caverna, di forma irregolare, senza alcuna opera di finimento, dalfle pareti e dalla volta curiosamente scheggiate per la natura speciale della roccia. A parte la maggior faollità della discesa, in confronto del1''ascesa, il trasnorto di ou"sto sarcofago nella tomba deve essere riuscito per gli antichi Egiziani un'operazione molto più semplice e più spiccia di quella che è stata per noi la sua estrazione. Gli Egiziani solevano compierò l'opeTa di finimento e di scnlturazione sui blocchi di pietra dopo averli trasportati nella tomba, anzi dopo averli già collocati nella posizione Btabflita • pssì notevano perciò far rotolare senza tanti riruardi questi massi nei nrofon. di ipogei. Con som-v>a cautela noi abbiamo invece proceduto nel ritornare alla luce que- sto sarcofago, per conservarlo intatto, come veramente l'abbiamo trovato e come speriamo arrivi a Torino. In un sol giorno si è effettuato il trasporto del pesante carioo fino al Niio, sul quale ci conviene fare mgffiH» Jq ajaiàciità fino g^J I 1 r mi ti iliria Una strana manifestazione di gioia Anni sono, ben venti giorni erano occorsi ai nostri operai per il trasporto — dalla Necropoli di Tebe al fiume — di un altro sarcofago pure di pietra, anzi di granito, che fa già bella mostra di se nel nostro Museo. Condotta a termine la faticosa opera, i lavoratori avevano allora compiuto — nell'esplosioae della grande allegria — una curiosa funzione: per propiziare il viaggio del pesante carico suUlt barca avevano afferrati i propri sorveglianti e li avevano lanciati nette acque del fiume... Presentemente, an- che perchè il lavoro è stato di gran lungo meno faticoso, il loro eccitamento non è stato taile da portarli a tanto estremo : si sono limitati a smodate manifestazioni di gioia, con grida, canti e balli. Al pari però di nuanto avevano fatto allora, pura quest'anno non hanno mancato di rivolgere di tanto in tanto il discorso al sarcofago etesso per indicargli la via che era destinato a percorrere : manifestazione quanto .mai probativa della persistenza nella loro psiche dell'animismo — (.tendenza di attri buire una vita paragonabile alla nostra, non solo agli animali ma anche agli elementi del mondo vegetale e minerale) — frequentemente riscontrabile nei bambini, nelle razze primitive e selvaggie, caratteristico negli Egiziani antichi in tutte le fasi della lcro civiltà. L'insolito movimento da noi portato nelle ••ogione non "ha. suscitato giiamde curiosi*' tu questi villaggi. I bambini che dapprima manifstavano per noi un grand© tirrvirora., famieKarizaa.ti, ci seguono volentieri, premurosi e servizievoli. La mia' ccttdfà"órié"3T^éa7cò, risaputa',' mi ha destato partior/are simpatìa e mi ha no tevclmente «^«volato le indagini antropologiche: ceni eiomo molti si presentino spp.ntan-sament-! per assoggettarsi a tutte le numeroso misurazioni — elementi ideali di ricerca per la loro passività ed immobilità. Paziente ed aspettatori si divertono un mondo alle mie manovre e manifestalo un grande stupore per i miei frequenti moti di insofferenza determinati dalle mosche che ou: costituiscono un v-nro f'iwllo ; si dice eh" per essere un perfetto Egiziano bisogna tollerare senza dare alcun segno di molestia il passaggio di ventiquattro mosche sul viso, t Documenti della primordiale civiltà egizia La Necropoli di Gebelein contiene materiale antichissimo: la maggior parte risale all'antico Impero, alle prime Dinastie e anche all'epoca Preistorica. Abbiamo così avuto campo di raccogliere quest'anno numerosi locumenti della fase primordiale della civi'.izzazione Egizia. Fra questi spicca in abbondanza il vasellame fatto a mano, o già al torno, di terra notta o anche di limo semplicemente essicrcato. Nel materiale fatto a mano, svariatis?imo per forma e per dimensione, si hanpo oezzi rozzi e primitivi, ma altresì prodotti •ho rivelano insieme ad una grande abilità iella esecuzione già un fine sentimento d' irte. In quello eseguito al tomo si hanno poi forme veramente graziose ed eleganti ; gli oggetti i più piccoli figurerebbero bene — preziosi ninnoli — nel salotto di una signora. In alcuno dei più grandi vasi — dalla forma quasi sferica, più raramente rettangolari, quasi quadrati — erano contenutamummie umane in posizione « rannicchia ta >. Questa era la posizione che si solev. dare alla salma nel periodo Preistorico e eli ancora si riscontra nell'antico Impero ; alci! ni vogliono vedere in essa la finalità di dalai morto la posizione di riposo famigliar, ancora oggidì a tutti gli orientili; forse 4 ,oo«apoMMao osa) le mummia «erto perchè più facilmente potessero essere contenute nei recipienti. Simbolicamente — ed anche nei periodi successivi — il defunto veniva per lo più adagiato colla faccia rivolta verso l'Oriente (f perchè potesse riguardare il levare del sole »). Ma non solo nei recipienti di terra noi abbiamo rinvenuto le mummie rannicchiate; alcune di esse sono contenute in paniere di vimini, rettangolari od ovali, oppure già in sarcofagi di legno, molto corti, quasi quadrati. Naturalmente abbiamo anche trovate parecchie mummie distese in lunghi sarcofagi rettangolari di legno, appartenenti ad un periodo più tardo. Dentro il sarcofago stesso si rinvengono talora parecchi oggetti : vasi di terra cotta, talora anche di alabastro, conchiglie, contenenti ancora residui di sostanza — pomate, profumi, tinture; — le suppellettile più frequente è il poggia testa, che serviva appunto di cuscino agli antichi Egiziani, e di cui noi troveremmo certo molto incomodo i'uso: deposto sul petto di mummie muliebri si trova qualche volta anche uno specchio di rame e a lato o sotto il capo una cassetta contenente oggetti di toeletta. - // culto degli animali Un reperto non eccessivamente raro ma invero assai curioso è dato dalla presenza di alcune ossa di animali fra le ossa della mummia umana; una volta ho qui riscontrato addirittura una zampa di coccodrillo, l'anno scorso ad Assiut qualche volta pezzi del guscio di grandi tartarughe. Ogni scavo poi fornisce un numero più o meno rilevante di mummie di animali ; parecchie di gat0 ne abbiamo trovate l'anno scorso ad \ssiut. E' noto come il feticismo per gli animali ibbia avuto presso gli Egiziani antichi una ielle sue più alte ,espressicni. Il concetto della metempsicosi era poi certamente fra loro assai diffuso e radicato. Molti aninali erano oggetto di culto speciale ed anche parecchie delle maggiori divinità solevano figurarsi con corpo umano ma con tosta li animale: per esempio, di vacca, di montone, di falco ; nella stessa mummia limala (sebbene raramente e solo nel periodo più mtico) si può riscontrare l'involucro del :apo foggiato a testa di uccello con becco iiù o meno lungo ; allo spirito del defunto 5t soleva invece dare l'aspetto di un uccello ion capo muliebre — come per esempio si vtde nella sontuosa tomba dipinta della re- gina. Nofertari (moglie del grande Ramesso II) scoperta a Tebe nel 1904 dal prof. Schiaparelli. Sopra un muro del tempio di Edfau è figurata la disfatta delle schiero di Set da parte di quelle di Oro, a cui è dedi- ftto il tempio : i vinti per sfuggire all'inseguimento si trasformano parte in serpi, parte in pesci ; Set stesso assume le sembianze di asino e correndo disperde le tracre dell'orgasmo corporale. Abbiamo poi riscontrato un singoiar polimorfismo di bara per .le salme dei bambini, poste in «spicciali paniere. Ne abbiamo una fragilissima, ma meravigliosamente conservata ; con grande stupore io l'ho vista trar-e. da una piccola buca del terreno, appena :ircondata e difesa da una serie di mattoni: — al semplice vederla, anziché tenuta fuori dal soggiorno più volte millenario sotto terra, si direbbe testé uscita dalle nani del panieraio. Le foglie e i fiori Gli antichi Egiziani avevano pure la gentile usanza di infiorare le salme, — corn< imaggio alla memoria del defunto, o, pfì' probabilmente, come offerta, di cui quesl: wrebbe approfittato nella vita dell'ai di là, — e talvolta cospargevano anche di fiori e li foglie l'entrata della tomba stessa, conu vppunto qui si è avuto un bell'esempio. >orone> di fiori «ti vedono ornare alcune fra '.e mummie faraoniche depositate al Museo lei Cairo; una bella ghirlanda, — in cui >ono state riconosciute varie specie di ceD: auree, — figura degnamente a Torino, fra il ricco e svariato contenuto della tomba de! l'ingegnere Ka e di sua moglie, Mirit. Cor un'accurata oernita, il professore Schiap'i relli ha potuto prelevare dal prezioso cumu o del materiale qui rinvenuto, una colle zione veramente di primo ordine, rimarche vole anche per la perfetta conservazione dir singoli elementi, che sono fragilissimi, ma -he appaiono veramente come parti di ipianba testé essiccate, tant'è che chi non ne ha visto la raccolta .nel sito speciale, può dubi tare che abbiano migliaia d'anni di sepoltura. La collezione abbondante è altresì molto variata : in essa fisuranc, per esempio ii sicomoro, la nsimusops Scliimperi. varie specie- di piante spinose, alcune qualità di gaggie. Una particolare menzione inerii? hasher, pianta della quale, a quanto pare non si ha finora notizia che fosse concscinticll'antioo Egitto : di essa si sono qui trova' ramoscolii con foglie, fiori e frutti.. Nè a questo prelievo si è limitata la i" ra mèsse nel regno vegetale. Per dare ti «ondo esempio • in altra tomba, molto p mtica e molto più povera (contemporanevile selci lavorate e al vasellame fatto a ma io), abbiamo trovato un grazioso modello di granaio, preceduto del suo cortiletto, — di sua») «*nmiÉO| — ii« ani cane; zioni foggiate a tronco di cono, erano ancora in gran parte ricolme di chicchi d'orzo : l'antico artefice, che ha proceduto molto alla svelta nel suo lavoro, non immaginava certo che la sua opera, abbandonata nell'angolo di un cunicolo, sarebbe stata di là tratta con tutta precauzione e meticolosamente poi imballata. L'appropriazione di tomba Eaccolte lo foglie e i fiori, si procedette molto più speditamente nello scavo della grandiosa tomba. In pochi giorni ne mettemmo completamente allo scoperto la oarte iniziale, costituita da un lungo corridoio rettilineo, la vòlta del quale poggiava anteriormente sopra dodici pilastri in muratura, dalla seziona quadrata, delimitanti undici porte di entrata. Dal contro di tale corridoio si aveva l'ingresso ad una grande sala, regolarmente voltata a semicerchio. Trovammo tale ingresso ostruito in gran parte da un cumulo di macerie, alto parecchi metri : salitivi 6opra., ci si offerse uno strano spettacolo : sopra un lungo piano inclinato giacevano circa cinquanta sarcofagi, abbastanza ordinatamente disposti, l'uno in vicinanza dell'altro. La maggior parta di questi sarcofagi erano foggiati a somiglianza umana, colla faccia scolpita sul coperchio : gli altri erano solo costituiti da una stuoia di foglie di palma : ci trovavamo alla .presenza di un ragguardevole numero di sepolture del periodo Tolemaico e Romano, — reperto inconsueto per la Necropoli di Gebelein : non molto importante dal punto di vista strettamente archeologico ; assai gradito per me, poiché mi offriva la possibilità di colmare una lacuna nella mia collezione (avendo finora ben pochi scheletri risalenti a tale epoca). iJer due giorni, — anche a s*ra inoltrata, al lume della candela, — io ho atteso a svolgere quaranta salme dai numerosi giri di benda, in cui erano composte, per prelevarne le ossa. Compiuta la mia opera, i lavoratori attesero a sgombrare la sala dalle macerie: negli strati inferiori delle medesime ancora si rinvennero vegetali. La grande sala (larga cinque metri e lunga più di otto) non costituisce certo la parte terminale della tomba. La presenza dei 40 sarcofagi non costituisce che la prova di una utilizzazione molto posteriore, da parte di gente a cui deve essere apparso certo molto comodo e punto disdicevole il valersi corno sepoltura di una costruzione fu- t neraria già fatta. Dalla grande sala si dipartirà, probabilmente, il corridoio scavato nella viva roccia, che ci condurrà alla camera del sarcofago del vero antichissimo proprietario. Molto diffusa era l'usanza, — sopra tutto lei periodo Tolemaico o Romano, — di rhabilire la propria tomba in una antica; per alcuni, anzi, la ricerca di antiche tombe ira oggetto di lucrosa speculazione. CU scorpioni e i serpenti Di giorno in giorno il caldo va ormai rapidamente crescendo, e qualche volta siamo ninaociati dai jcolpi in sole neli'attraversare a pianura che ci separa dalla sede degli cavi. Cominciamo perciò a desiderare di rasportarci nel Basso Egitto, dove presentemente la temperatura è presso a poco eguae a quella che abbiamo in Italia nel mese di giugno. Il sole infuocato esercita un'azione deprimente sui nostri operai, dai quali :on possiamo più esigere un grande lavoro ; '.n'incontro sveglia e richiama a vita attiva a pericolosa fauna del luogo ; di essa hanno già fatto comparsa gli scorpioni e i serienti. Io tengo pronte, per l'evenienza della morsicatura di questi velenosi animali, l'ammoniaca e la soluzione concentrata di permanganato di potassio. Pochi giorni sono, mentre stavo fotografando alcuni tipi, mi sono visto improvvisamente abbandonato da tutti, in seguito al richiamo di un altro' indigeno, poco distante; dopo pochi minuti la comitiva ritornò con grandi urla di gioia, recando trionfalmente un serpentello ucciso... Mi espressero il desiderio di averne la fotografia Dopo avere assistito alla manifestazione di gioia degli uomini, ho pure presenziato a quella dei passeri : in torma innumerevole, essi sono qui accorsi e per parecchio tempo con assordante cicaleccio hanno volteggiato attorno al rettile, posandosi di tanto in tanto a breve distanza dal medesimo, irrequieti, quasi frenetici. Dottor GIOVANNI MARRO. II sarcofago di pietra in vicinanza del Nilo. 1 pilastri della grandiosa tomba. Demolizione delle volto pericolanti. Il Borritalo ««Ila grandiosa tomba,

Persone citate: Schiaparelli