I pregiudizi nella questione ferroviaria

I pregiudizi nella questione ferroviaria I pregiudizi nella questione ferroviaria ella qiHT _ ,„ , , , ,.,_ . ,, ... -.- , l Dallex deputato di Tonno, attualmente del'^to di Siena, on. Quirino Nofri, ricevia11io questo equilibralo articolo, che pubb'.ichiamo volentieri, pur facendo gualche riservaIn questa atmosfera infuocata da propositi| e minacce di sciopero generale ne! prinei- cpalo strumentò di Vita e di progresso del fcldliddnostro paese quale è quello delle ferrovie, e quando quei propositi e quelle minacce possono essere tradotti in ulto mentre scriviamo Id(il che auguriamo non avvenga per nessu- j iria regione, nelle stesso tempo che ne ne- sghiaino,' allo stato delle cose, la necessità e So legittimità), riteniamo nostro dovere, an-|ddie di fronte a domandi.' rivolteci ed a opi-1 mpioni da altri manifestate, indicale quali su no, a nostro modesto ma espcrimeiituto avviso, i progiudizi principali die confondono, falsano e portano, a periodi, la quistione dell'Azienda ferroviaria, in rapporto al proprio personale, allo stadio acuto come quel- , - . •' °=,=1- lì primo di quei nregiudizi fri limitiamo a mpqvggdm"soffermarci sui due più essenziali e che coni prendono tutti gli altri), è quello creato dai i feorici già avversari dell'esercizio di Stato1' delle ferrovie, e dai vari professori di fìnan- ta e di economia-, nonché adoratori della ra¬ ai"'ieria dei bilanci e degli utili netti a qua 'inque costo. I quali tutti non hanno vistoIbaqlarizzato inconsciamente, e diremmo quasi!.spér ragioni di, legittima, difesa, dui ferru- ! vieri colla ripetuta indicazione, da parto lo- r0 e pel soddisfacimento delle riclueste- di forme. ^tCt>T; la veritt,-che d0V'ebBe UJK,l.';uunill volta distruggere l'accennato ..^giudizio cu-:^reso^lS^ che non è poi affatto una novità: Le teiTOvie nostre hanno costato nella loro miglioramenti materiali, di grandi economie a ricavarsi dall'Azienda, statale, dei grandi sperperi da evitarsi, di dittatura personale a sopprimersi per sostituirvi duella sola Mi- nisteriale e quindi Parlamentare; elencan-: degl'uopo grosse cifre ed una filza di buònai- te il Governo, fùrorrini8TcT!rtfli da dover KK.£tr«U»5S" e " tiia ^^*S^XSffi 1» sra.orqIn.arl di mezzo miliario; la quale aggiunta a quella ordinaria di costruzione più che a qualunque altra nuzio- ne non costarono le loro per la specialissima ed eccezionulissinia conligurazioiie ed acci- dentalità del nostro paese, il quale non Pia che una grande ed unica pianura: la valle del Po. — Il loro esercizio, affidino sempre, insieme a quel loro costosissimo impianto per la più gran parte di proprietà dello Sta- to, a private Società con contratti (specie gli ultimi dal 1885 al 1JIU5) farraginosi, coni- jplicati 0 dannosi allo Statò senza es-ere mol- to grassi pei' le Società, fu assunto, col ri- scatto della parte, di proprietà sociale, da]detto Stato, all'ultimo niomeiiti.. ■senza, mjfr, ' parazione alonnn- por l'inerzia del (T.^.m-h,, in1 CWKntiuHi deplui'iJVlIIIssiiue e 1 Ali die ini- nacciarono l'arresto del servi/in medesimo, anche pel combinato improvviso aumento straordinario del traffico: servizio che fu salvato dalla forte mente e dal grande vaio- re personale del Direttore Generale, imi. Bianchi, mirabilmente coadiuvato in allora dall'intelligente e generale abnclazionc dei ferrovieri. / lT,-.liardo per gli -tosi lavori e provviste or- dina rie volute dal grande aumento del traffico verificatosi negli otto anni (da :.tòó milióni del 1901-1905 h 595 milioni nel 1912-1913 compresi i rimborsi e le sopratasse), a 10 inilioui circa per ripristino e annientò di impianti, conseguenza del terremoto del Ifn'ix, ai 40fi milioni pagati dal Tesoro alle cessate Società in estinzione del debito dello Stato perla liquidazione delle cessate gestioni, ai 88 milioni ,. più pell'aumento di dotazione del magazzino ecc.: costituirono Ja epornm -omma spesa in 8 anni, dt !.. l.i&M.lMà. Io altl,,, cleficienze pure lasciate dalle So-! t.jetà per In mancanza d'organici rispettati a' favore del personale, per le misere paghe al più umile e per le grandi sperequazioni fra |n diverse categorie, per la deficienza delle pensioni, portarono un'altra maggiore spesa,; sempre in otto anni, di 06 milioni e mezzo, iLa navigazione, con le isole, ne portò uii'.aJ-1 "^ravu sm^ (,, . ' fcr,Sviario per L. 5i.078.U5 di iute- r 18*138,465 di ammoriamei.ti „ un (lta]o importo di !.. 73,111,901. tra, per interessi e ammortamenti, di un milione, il Consorzio zolfifero ed il rimborso spese alla Corte dei Conti un altro milione, la perdita per l'esercizio delle corn¬ pleiuentari Sicilie a scartamento ridotto lire 661.000; il noleggio carri a carico del bi-j lancio ordimmo (e non più in conto delle spese straordinarie) un altro milione. In !^ quin(U ^ ?0 ^.-^ che ^j,,^ ai precedenti fanno un totale di 143 milio ni. Ad quali aggiungendo ancora 20 mi boni di sovrapprezzo dei carboni venti ontosi in questi ultimi 3 anni e almeno i milioni di sovrapprezzo dei materiali -d'uso nell'esercizio, si hanno ben 167 milioni di ilinf nr""-"'" ìncuiifiitiibill e ogj L'altro pregiudizio si è quello che conseguenza del primo, cotis'der fronto alle Aziende private. Cifra queatav che distrugge tutti i ragionamenti teorici, i luoghi comuni, le meraviglie e le prete»* die eli tanto in tanto si appuntano contro 'esercizio delle ferrovie di Stato. ne assioma l'eccessivo costo, d^'/e di Stato ed esigendo yi^^i tempo j da versarsi jal Tesòro, neg* la po di Ui!terioia^''miglÌofamenti ,V ferrósi eirife in^Jgr^. c/m l'altro che «ranài econonc siano possibili nèll'Azicmia ferroviaria' etti Stato baste voli ad ■Heamienture le'domatide del suo personale (ino auche ai 35-40 milioni. Ora abbiamo visto ohe lo Stato, per .rtì mediare alle 'enormi defteionze del passatóri per avere un servizio ferroviario pari 'aa quello delle oltre grandi nazioni, come ili! verità è riuscito ari ottenere, e per alleggerire ben anche il Tesoro ed il bilancio generale da certe spese, ha gravato quello dell'Azienda ferroviaria in modo assoluta mente non proporzionato al bilancio "ex-Azienda privata. Ha creato quindi, fòrza* dèlie co'seVuna situazione tale sarebbe bilancio, che gli rende impossibile produrne forti utili, se non a prezzo del rwriio' alle deficienze del passato, od a '[—flo? un grande aumento di traffico (die por sarebbe sopportato dagli attuali impi e materiali), od a quello .dell'aumento.-, le tariffe, od all'altro infine di un maggiorò^ sacrificio per il personale in paghe e lavorìvt'-^E- pertanto un luogo comune e peggio) quello di ripetere, ad ogni agitazione o ri-| presentaversamenti l'azienda, sa fare! Hidotiil utilii loro un pericolo perruane-ntej scarea sicurezza un pericolo perniai V*}r bilancio geneiale. . r.ant° !""..POi diventa un luogo- coi " '''P'-tero cui. quando d'altra parte le tutto quando 'le sempre maggiori comodiJ ta fenViario pei viaggiatori^ il molt-ipliJ elettorali e parlaS L. nello stesso modou.otten\ite, ed -il'continuo! comune . altrei àziende^clel-lp Sdito, come la Marina e li* V",G,one<:essui'"ss,,n? j" «Wes» «?.'. Pnese, ma non- più utili e indispensa. ll„u d lenuvkin" W 11 Progresso o ;,u;','.^, '«^f^ 1 es1-' ,M,ca«"tl9 <x™ »*J. di milioni in quello straordinario; o sopra-i Tal "^sti'giorni ^^^LTOS aumento di costo ièlle materie prime della) mano d'oiieru, didin trazione, ecc., e"c.,; fanno salire le spese ordinarie dell'azienJ da ferroviaria più celermente in proporzio-l ne di quello che non salgono i traffici, ei senza che mai siunsi aumentate le tariffe.! Clic anzi, ull'iufuori delle soprutasse !ie^ rissime di cui la legge dell'aprile 1911', fu*i cono diminuite e colle eccezionali pel tra-j sporto dei vini e colle differenziali per quel-i lo dei viaggiatori. Ma un luogo anche più comune è oramai diventato l'altro che ritiene non soldi P'issihili. ina facili, grossi, economie nel l'azienda, specie nel personnle, ripetendd il detto facilOiio c semplicista: poctii, mal ben pagali. Clii scrìve ebbe a consacrare in un sud discorso alla Camera l'S febbraio 1911, a: proposilo della leggo Sacchi, un vero pro arammo 'li economie coli, sfrondamento ardito della burocrazia de: servizi e; uffici ventrali igiacche tutti 1 servizi attivi han110 penuria, mzicliè pletora di personale) } ho \ isiu in parte riprodot-i tórni su qualche giornaleJ _ 'anima, die avrebbe sop>l presso, fra capi e gregari, più di 2000 ad-j detti ai servizi e uffici sedentari, raggiun-; gevo appena una economia di S milioni li che In pratica por non •• certo si sarebbe! uncinila. ■' Ma. data pure la possibilità, di tale economi.-., .-li" mirava, se m.in uitru, ad ottenere il beneficio di rendere più agile ei rapida il servizio, sa rebbi* poi stato facilei eseguire le amputazhuii e le soppressioni ili ulli'-i e di personale che dovevano, pro.-j lui-la '.' Ahimè, nò! V. l'avere lutto parte noi che! criviamo, della Commissione nominata, in! ICchi, pel riordi-: jmic alla citata !egg. niiment'-i ferroviario, e dovè invano sosteìiemm(, r,ue] progiainma, conforta e conferm a quel tip. LoLStesso interesse dei ferrovieri degli uffici centrali, putente quanto altri arlameur' ato lier mpaniii-, come in allora, che uno solo degli impiegati od uftìci posti nelle varie città del nostro Paeso. sia soppresso od anche semplicemente spo stato, senz'essere in qualche modo sosti mito. Quando pertanto sentiamo parlare di o- conomie grandi, sorridiamo e crolliamo il capo, e quando poi, in mancanza d'altro, mai : so, ro ni to'! es m il Parlamento quinci nttacc ,„ìii,. rami a tutti gli interessi cai stici d'Italia, impediranm, sempre, , ei sentiamo ripetere, il ricorso alla solila inchiesta addormeututriee, albini il sorriso si cambia in profonda mestizia, sapendo per, lunga esperienza che. indipendentemente dal fatto che l'azienda ferroviaria n.^ià abbastanza ..conosciuta, per chi la vmi conoscere ne, suo, ,,rem e ^«MJ. difetti, certe inchieste si fanno quando non, si ^ rnpirP e tanto per fare, ma ceneludono solo: in una perdita di tempo, ini una spesa, in un dimmi alla tranquillità, ed all'ordinamento dell'azienda sottoposta all'esame, 0 quasi sempre poi in aitj»''9pest» per controlli nuovi e esigenza- più. nuove incora, colla sola^ consolazione .-di qualclvj

Persone citate: Quirino Nofri, Sacchi

Luoghi citati: Italia, Siena