La querela dell'on. Todeschini contro la "Perseveranza,, per l'accusa di atti di spionaggio a Trieste

La querela dell'on. Todeschini contro la "Perseveranza,, per l'accusa di atti di spionaggio a Trieste La querela dell'on. Todeschini contro la "Perseveranza,, per l'accusa di atti di spionaggio a Trieste Le dichiarazióni dei Querelati e del Querelante (Per telefono dal nostro inviato speciale) ■Mano. 15, sera. La buona giustizia ha per lo meno sempre un'oretta di tolleranza per gli imputati a piede libero, per gli avvocati ed i testimoni. Cosi invece ohe alle 9 s'incomincia alle 10 ' ben scoccate. Nell'aula un po' meschina non v'è gran pubblico, e Quel poco che c'è ha tutto l'appetto della più serqua tranquillità. Non appena dichiarata aperta l'udienza, il Presidente chiedo te generalità degli imputati: l'avvocato cav. Attillo Fontana, il quale risponde con tono risoluto, quasi militaresco, ed il conte Gian Galeazzo Arrlvabene, l'autore della pubblicazione incriminata. Poi si fa l'appello dei/ difensori: l'aw. on. Fabbri, l'avvocato Bernasconi Guido, l'aw. Panighetti. L'on. Mario Todeschini risponde anch'agli presente all'appello, ed il suo patrono, l'avvocato Gonzales, dichiara di costituirsi Parte Civile contro il conte Arrlvabene, mentre in istruttoria si è già costituito contro l'avvocato Fontana. >La clùania dei testimoni rileva per intanto un gran numero di vuoti; ma poichfi la coorte dei testimoni è numera¬ ................... sl/sstma, molti di essi si ìtlservano forse di giungere più tardi. L'aw. Panighetti si prcoc- cupa della possibilità dello sciopero ferrovia- Ho e quindi fa delle riserve sui testimoni che mancano. E cosi fa pure la P. C. e subito si corre spediti alla discussione della cau- sa. Ricorda il Presidente e riassume l'accusa mossa agfll imputati, che, come si sa, è quella di diffamazione Perseveranza, un volo di Trieste, nel quale^si> accusava sonore- S2«T<!!S^1-h aTw,,a-t0 QPera d* if' zione contro gli Haitiani, commentandolo con parole severe per chiedere ali on. Mario Todeschmn ed al Partito socialista che ìntcn- dessero di fare di fronte a talli infamanti ac- cuse di spionaggio. . 11 Presidente crede opportuno leggere H'ar- ticelo perchè —■S'egli dice — così si preciserà e limiterà nel gius'.o campo della causa 11 di- battinwnto., E poi tosto si dà inizio all'interrogatorio degli imputati. L'ambiente sì mantiene calmo ed ordinato. Presidente: — Signor aw. Fontana, che cosa crede di dire? :L'avvocato Fontana avanza nell'emiciclo eprontamente risponde: . i— Io debbo faro pochissime osservazioni, Quella sera mi fu consegnato l'articolo per-_&a a rP^Tr?« ati. che, come si sa, è quella Der avere HiDortato sufla arttcoioSila Coda del Dia- oi^rtSio f„,K,!, v'Lnil ci quale si accusava l'onore- Il Direttore della "Perseveranza,, persona del Todeschini, ad una questione di ita politica e dignità. Pubblicai, lieto se il Todeschini avesse -risposto. La via era aperta «no *at-nn»ha « t alle rettifiche... Ma attesi invano. Alla pub- Elicazlone anche altre considerazioni mf spin- sero. Erano ancora vivi i ricordi della lotta elettorale a Verona, durante la quale VArena già riportava l'articolo dalla Coda mdel Dia- volo. Rammentavo un vibratissimo opuscolo di Comuriaa-do Braccia larghe ohe rinnovava queste accuse contro il Partito socialista trentino. Queste accuse ancora erano state a-dombrate in giornali del trentino. Credevo e credo, del resto, fosse diritto del gior- nanismo criticare la condotta o la vita diun uomo pubblico, in ciò che riguarda c concerne appunto questa sua qualità di uomo pubblico. E d'altra parto lo stesso Todeschini, a Roma, ad un giornalista affermò che non voleva querelarsi contro la Persenerama, perchè rlcon fede ed 11 buon dotta d'un uomo che l'articolo ori mente quello della Coda del Diavolo, ma peròa questi fatti ripeto erano eia state fatte ».ii.i ««Si ir, „,,J „V,?,K,i^ ti i ,alT,eP v ™Ì 1" a"re PMbblicazioni. E dopo il processo di Verona, anche un al- ito giornale. l'Alio AClwe. nvenrilcr, la n-rlo-rità di queste accuse, dolendosi che Mario Todeschini non awssc fatto caso di esse e non avesse risposto. Presidente: — Ma Todeschini afferma che la Coda del Diavolo è un giornale consuetiKlinairiamente diffamatore... N — Non conoscevo la Coda del Diavolo ed 11 suo direttore. Del resto le pubblicazioni di questo giornale erano state precedute da altri, come già ho detto e conio dimostrerò con documenti. Presidente: — Può produrre questi documenta T Avv. Fabbri: — A suo tempo. Pres. : — iLei non aveva mica ragioni pereonali contro il Todeschini? - — L'ho conosciuto; ma non ebbi mai alcuna ragione personale contro di lui. Del resto a mio giornale non è mai stato condannato per diffamazione. % — Riconosce ella però la gravità delle accuse che si muovevano al Todeschirfi ? — Se il fatto fosse vero, certo sarebbe grandemente indecoroso per il Todeschini, ed è perciò che rivendico ancora una volta il d'insto di sindacato del giornale sidla vita d'un uomo pubblico. Avv. Gonzales — Ma qual'è u fatto materiale che ella attribuisce all'on. Todeschini? Fontana — Questo: che un commissario della R. I. polizia austriaca chiamò in polizia tre galantuomini, affermando che una denuucia a scopo politico contro di loro era stata avanÉata dall'on. Tdcschini... Questo è il fatto specifico. Avv. Gonzales — Ed è su ciò dunque elio verterà la prova dei l'atti? Sissignore. Il conte Arrivabeae Il conte Arrivatene — a sua volta interro•atto — afferma cho crede di essersi chlaramante e ponderatameimc espresso nei commenti sul giornale. Io avevo ricevuto per posta e contrassegnato l'articolo della Coda del Diavolo, il quale mi fece grave unpjreeeione e che. del resto, confermava già voci e sospetti"corsiattorno al contegno del Partito socialista Italiano a Trieste. Allora i»jwarfelil min 11 rw.>t -.7. ... credetti mio dovere invocare che sili fatto, che per me aveva molta parvenza di verosinu^ glaanaa, si facesse hi luce, taulo più che nes- W1 gio^m«60irla,1.Ista aveva dato segno ili Vita; e siccome il Todeschini appartiene al Pàrljunentq ìtaftano. lo credetti mio dovere e mio ^nì°HÌ',VOrCaJ?ÌMSf>r'sl)osta ed una delucida-zie ne dai Todeschini'su' "un fatto""ciie ^èra ri-Scartamento 6U* posizionc di rappresentante — Ella conosceva la Coda del Diavolo? — Ed ella non ha creduto necessario faro— Ma io ho riportato il fatto dalla c'oda TelDiavolo, ponendolo come una domanda all'o-norevo e Todeschini e non già sposando nei-cosi dire, le affermazioni fatte dal giornale^Panighetli - Vuole chiarire tt suo pen-siero a proposito di quanto ella già disse. SSL*f &J^*&*miJ*& 11 rapighe ver za lista. Braccialarghe. ©'altronde molte volte "si "ripe-tjerano le accuse contro a Todeschini di non aver sortenuta l'italianità, tanto che era statoiocrannomlaato il croato , A^ _ . itoBMHt-— conosce efla-ie organizza- zioni professionali di cui il Todeschini era segretario? — Nossignore. . ■' „ — Sa clic abbiano fatta opera d'antl-italianltà? Sa precisare dei fatti? — Non mi sono occupato in modo particolare di queste organizzazioni. Ma Todeschini interviene: — Mi venne sott'occhio ieri un altro articolo dell'Arrivabenp nel giugno 1913. quando io ritornai da Trieste, dopo la prescrizione della mia condanna, nel quale egli si occupava di me. Arrlvabene — Non rammento affatto. L'on. Todeschini i 11 presidento che è molto energico, procede rapidamente alll'intcrrogatorio del querelante. L'ori. Todeschini (con calma): — Confermo la querelu.' Non sarò breve: ma succinto. 16 cominciai l'opera di propagandista nel 1906 a Rovereto. Nel 1909 ero di nuovo nel Trentino. Di là fui chiamato il 10 febbraio 1910 a Trieste, segretario gcncirata delle organizzazioni, le quali raccolgono i lavoratori di tutti i paesi come è nella disciplina. o> nella dottrina del no- stro partito, perchè l'organizzazione dei lavo latori è internazionale. Sono tornato a Vero "a il 20 giugno 1913. La lotta elettorale.era già impegnata. E l'Arena aveva già incominciato la solita campagna contro di me. Non me ne CUKU. perchè non ho tempo da perdere, <> per cnè. » «ch'io, giornalista, riconosco il diritto di scrivere e anche talvolta scribacchiare sul con van ch ; ^ , entmt in i^noKaggio. La lotta eia tra 11 candidato liberale e quello ele rlcale non ^ curavuno moito di me, tanto „iu cUe.io ero vimasto Uu po- fuori dell'ara jjiente e della vita della mia città. La campa g-na dell'Arena ad ogni modo fu aspra contro , di mo. Però nulla di specifico si seppe trovare a mio carico. Orasi dice che si sarebbero trova te delle cose poco decorose anche quando ero baritono e facevo un po' l'impresario : unaffa ruccio di 35 lire. Vedremo! Chi ha la coscienza WWt non teine. Fui, nonostante la viva lotta, c,e,t<>- Vado alla Camera, ed un giorno, ritor !nato a Verona, trovai l'Arena che riportava le accuse della Coda del Diavolo. Qui non devo in verità fare il processo all^raia di Verona, ma è pur necessario che io illustri i pre cedenti dell'attuale causa e voglio che tutto :*'a posto in luce per ciò che mi riguarda. . ,« Io non ho mai letto la Coda del Diavolo, peri.clle e un giornale che espone al disprezzo chi i 1° ',eeff?; Non conobbi perciò il tenore dell'ar';10010' Pero \Aren<} commentava ed abilmen- \ & • rpgsflds scrivere e ancno tu volta scribaccmare su» con- 10 d un uomo Pubblico, a patto però che. tra- Yisali- certi fatti specifici non diventino spu- dorate calunnie. I miei avversai! non crede- „„„„ „i,„ ;„ „„,.„; :„ iu,n„iian.D- n in elAcrmcfTmtislnGnqclTresim.cvp ,)c™e"rettiflclie MaTicTr\^Zo^exmAvò^\B 'anelate accuse WsoMln avere & rottt b ai Smore ùf rronfe * tnS in ozn? nolo sT assumere di fronte a tutti ed m ogni luogo la responsabilità. A Roma mi fu mandata aì. che la Perseucranza. Mi riservai di procedere, Avverino l'incidente con l?on. Foscari olla Ca mera e ancona mantengo ferme le dichiarazio ni che feci allora. Finito il processo di Verona ho dato questa querela alila Perseveranza, spe ran.cl0 di trovare un dichiaralo responsabile dello accuse. Pur troppo tomo che anche que-i :f!a„J01ta possano gli imputati pararsi dietro I ' H .vl-0 ,dc.la mancanza di dolo. Ad ogni "i"0.30 u ^mta il momento ch'io tutto dica in- !™'"," aI, fatto imputatomi di oltraggio al ! j SLn"mitnio u italianità. j "■^,pensfr° se miesto fatto fosse avvenutolo.,i 1 i ° nc.' vm< tanto Poca importanza esso ascia lascia o nella min. memonu. Ma poi le nidagim mi fecero accorto di quale fatto mi si ìn^LZ^S^0 n 28 ,uelio I«l ei .metallurgici mi accompagnò lun giovane operaio, malandato di salute chn ora stato fatto venire dal Trentino e che n™ aveva trovato lavoro e aveva bisomo Ai %i m l Aw rnni,.,,n. ?■>.""T™ ««- ™u«», è n a o raio? "U1 — Ezio Conti. — Da chi era slato fatto venire? ch^H^Pif'0 Ì" u" 8'iorn^o cho c'era rivece v'era Sd» W a Tl?esle' montro & im„ i„f.a B™aae disoccupazione. Egli aveva una lettera di raccomandazione per un cèrto °Pe- — No"0*00 (Iuesto s's^r Pola? neflc&?a Ch6-C'è un CIr°oIo-trentino di be- — Lo so: majo non mi interessai mai : vita di quel Circolo «"eressai mai della — ConoscevA Aiin ■ 'ji,ì„.„,. . _^onosceva ella , dirigenti di quel partito ?< — Quindi non saneva rt« dm» „„ ^ a quel Circolo? Peva-e Pola apparteneva Afnttn a/i nn>i j • si wa i-i voli n n/i t v.i eiovane operaio isr iranZ« «n lacchino di piazza per mÒ (i coivi, i ie. csanizzazioni socialiste, linn lurtevo metallurgici affermò che nno-or,. , soccorrerlo perchè- egli non era organzzaio. [Mormorii nell'aula). Peraltro, poicne aveva fame, gli Abbiamo dato una corona. — Ma perchè venne da lei se già il segre- torto aveva detto che non poteva soccorrerlo? — Perchè non si poteva, è vero, dargli sus- sldio perche non organizzato, ma ad ogni ino- do ogni giorno avveniva che soccorrevamo di nostra tasca, quegli operai che ne avevano bi- sogno. l« Siccome l'Ezio Conti e i suol compagni do- ! vcvauo'rimpatriare, per mancanza di lavoro,' necessariamente si dovette interessare il Com- missariato cercando però di impedire se era possibile la traduzione forzosa che la le$rce austriaca richiede per il rimpatri di coloro cne non Hanno mezzi di. onstini ancora 11 riaccompagnai fino alla porta dei » Palazzo di polizia. — La sua. nnBrj ^ i o - non hanno mezzi dh sostentamento. « Il giorno dopo vennero da me il Conti ed un suo compagno, certo Poltrich. ed io li n?*2£E35ftf tS, L „,m^lssarl,ato Per ot enere u rimpatrio. Ed in quelloccasione il Conti mo- strò la lettera del Pola. «Io chiedo se questo è jin atto di spionag- Biondi IjmUneji^^UD^ Il^giorno dopo La sua opeia dunque si è hmitata alla presentazione degli operai al Commissariato.. Era una pratica del mio ufficio. La ripetè altra volta? Non no ebbi occasione Le consta che 11 commissario abbia detto - litico? I che la sua era una denuncia di carattere po-: e o Mi pare impossibile che egli abbia detto questo. Sa che il commissario mandò a chiamare il Pola? . i — Non mi sono più curato di quell'affare. ' — E' vero che certo signor Veronesi contro l il « Lavoratore » Ingaggiò una polemica? i Avv. Gonzales: - Ma questa fu una pole-! - i- mica più tra il Conti ed U Veronesi. e Avv. Fabbri: — Che cosa è 11 n Lavoratore »? - in^T^^&^Se^^t . On. Todeschini : - Dopo la sentenza di Ve- i ro.aa seppi che 1'. Alto Adige, avrebbe pub- -, Presid.: — LMHo Adige non ci riguarda, n — Ma ci tengo a far sapere che io non ebbi o mai contezza di simili pubblicazioni.' Seppi 1 iche *l trattava di una nuova polemica tra ill- « Popolo » e l'i Alto Adige» a Trento, Presidente : — Ma da parte del Pola, del Veronesi, ecc. non le vennero mai delle lagnanze per la chiamata presso il commissario? — Alai assolutamente. Del resto questi signori non 11 conosco tuttora. ■ — E .sui giornali non si lamentarono? — A Trieste mai. Presidente: — Ha avuta e come ebbe conoscenza dell'articolo della « Coda del Diavolo »? — Dopo la pubblicazione dell' . Arena » io feci in modo d'avere l'articolo. Io non ho mài letto quel giornale, il quale, veramente, è ildisonore dell'italianità in Trieste. — E' un organo del partito? — Speriamo di no. — Ella ha querelato la « Coda del Diavolo » ? — Ma come vuole che si quereli un simile sfornale che ha portato a Trieste i sistemi che esso aveva già jvergognosamente esercitato nel l'Italia meridionale? Aw. Panighetti: — Ma l'articolo dell' «Alto Adige » che rivendicava la priorità delle accuse lo conobbe? — iL'ho già detto: dopo la sentenza di Verona. Noto però che V» Alto Adige» non ha mai detto, specificatamente che io abbia accompagnato due operai al Commissariato per fare denuncia. Aw. Fabbri. — VAlto Adige giunge a Trieste? — Forse in qualche caffè. Ma io non l'ho mai visto. — L'.lKo Adige non è forse un giornale molto rispettato? — Sissignore. — Che può diro dell'accusa di opera d'antiitalianità che sarebbe compiuta dal partito socialista? — I socialisti fanno il loro dovere di socialisti. Amano la loro nazionalità e la onorano. E' partito d'opposizione permanente al Governo. . Avv. Fontana, intervenendo: — La permanenza di Todeschini a Rovereto ed a Trento quanto durò? — Due anni, dal 1905. Poi vi fui nel 1908 ancora un anno. Coincidono queste date con le mie non elezioni a deputato. Ritornai nel Trentino nel 1909 e nel 1910. — La Coda del Diavolo non lo sfidò a querelarla? — lNO. Avv. Gonzales. — Spieghi il perchè? — Perchè il direttore 6 un raggiratore. Ha egli querelato me per quanto dissi di lui? — Ella sa che il partito italiano socialista si alleò cogli slavi nelle elezioni contro gli italiani? — Questo è falso. Verranno del resto a testimoniare i cai» di quel partito, e vi diranno chi sono e che cosa hanno fatto, senza tergiversazioni e senza paure. 11 pubblico scroscia in approvazioni, ma il presidente lo rimprovera, awertendolo che, Be le dimostrazioni si rinnovano, farà sgombrare l'a,lla- *rv. Bernasconi. - Ma. insomma, il partito socialista che contegno tenne nelle elezioni a Trieste ? — Da socialista. — Io non lo sono e non capisco. — Studi il socialismo e capirà [Uh! Uh!). Avv. Gonzales. — Le organizzazioni profes stonali non fanno opera di italianità? Semnre ed altamente, ed lo. loro segre tarlo, posso vantare centinaia e "centinaia d casi in cui ho sempre fatta fieramente onera d'ita-iianità, e mostrerò i documénti Del re sto. fu il partito socialista c furono le or «intzzazionl che combatterono i decreti di Hohenlohe,-e che sostennero la questione de1- la Facoltà italiana in Trieste, e cooperarono nt'a diffusione della cultura italiana con bi blioteche, conferenze, trattenimenti e sedici stornali, che sono scritti in migliore lingua on ò vero che gli ope- azlonale sloveno sono-,- essJ° per virtù delle or- Kan'".aj>o"i Professionali italiane? — Sissisnoie. E P0lc«è con molto calore l'on. Todeschin s,a »P1' riprendere un lungo discorso per di- mostrare che egli ha sempre compiuta in Au-sh-in mwm rii itni ìnnìfri il r\r*aci AAnln in ì.-l. tert'ompe. e additandogli l'orolocrio (sono pria passate le 12,30), rinvia il seguito al pomeriggio. Udienza pomeridiana Anche oggi un notevole ritardo: ma legittimo. Pare cho siano in corso delle trattative. 'L'on. Treves sarebbe apportatore del l'arno d'olivo; Tra lui e l'on. Fabbri si discuterebbe sulla, possibilità della nomina d'un giury. La notizia è accolta però con qualche MlCi'edlìUta dal PubWico oggi più Otto assai, il quale male volentieri rinuuzierebbe allo spettacolo di questo dibattimento. Ad ogni modo l'aw. Gonzales ha chiesto al presidente di tardare di mezz'ora la ripresa dell'udienza, ventilando .anche la possibilità .d'un breve rinvio del dibattimento "nel caso che le tratta" tive approdassero a qualcosa di concreto. Il presidente ha accondisceso, ma poiché la mez- zora passa e sta per passarne un'altra e gli avvocati non si fanno vivi nell'aula, s'impa- zienta un po' ma però sempre cortesemente, Alle 15 l'aw. Fontana prende posto sul ban- co degli imputati, dove già dalle 14 siede pun- tualmente il conte Arrivabene. Entrano anche gli avvocati. Dal loro atteggiamenti subito si comprende che per ora le trattative non han- nu avut0 UI.» seguito, fortunato. Potranno for- se essere riprese più tardi. Per intanto è ri- chiamato 1 on. lodeschini noli emiciclo. Avv- Fabbri: — =>o ella che il Lavoratore,orgauo dei;e_ organizzazioni riunito., aveva il cambio coll'.-ilfo Adige? ~ Von 10 •*,' - • . . i« ■ „ -~ ^ sua deposizione mi fa l'impressione SSataT^aÌB1 tfivìtV d'un uomo che, puro vivendo tra organizzazioni politiche e professionali, è completamento ignaro della vita della città in cui egliIo mi sono occupato di quanto dovevo curarmi. In quanto al Lavoratore io non ero redattore del giornale e quindi non potevo sa- p<.re se avesse o no il cambio coll'.f dine. - "—' •»-■ ■•_..„..«. Adiae-> . \0. mai. — E' fiiipsto che è interessante alla causa Aw. Fabbri: — Non sa che i voti nazionali Aw. Gonzales: — Qualcuno dei Lavoratorelo ha avvertito della pubblicazione dell'ho sti sloveni sono andati a favore dei socialisti italiani ? — Rispondo con una domanda: sa l'avvocato elio 1 voli dei nazionalisti italiani furono dati ai socialisti Italiani? Avv. Fabbri: — Io non devo risponderle. _i venire qui al mio postò" ma io non ho punto desiderio di ve- Lei ha forse desiderio d ni re al suo posto. Sa che i socialisti italiani erano schiavi dei nazionalisti sloveni? Questo è stato pubblicato datl'Edt«os( e tradotto dal Piccolo. — Ed ella non sa che ì nazionalisti italiani erano schiavi dei socialisti italiani? Aw. Panighetti:. - Prego il Presidente a voler invitare il signor Todeschini a rtspon-Todeschini: — .Le facezie le fate voi. dere e non far delle facezie, ^A^^fA^t^^t ffirnttfStt 1 aliano e cont?o d '? ",2aJc in i.S?n modo soectòlé 6 dlinvitato dal Presidente adjsspre tini preci-Ezio Chiussi, goriziano, segretario della Federazione dei metallurgici italiani c Trieste,narra che Todeschini era segretario generaledelle organizzazioni professionali. — Hanno queste un nesso con il partito po- II—°sà',?in quanto entrambi tutelano l'interesse del proletariato. — A queste organizzazioni appartengono lavoratori d'ogni paese? . ' — tlissìgnott-a: hanno carattere Internazionale. Il Chiassi narra che un giorno a lui si pre¬ sento, sparuto e timido, il Conti, che era.sarto, Gli feci osservare — egli dice — che, io ero , segretario dei metallurgici, ma ad ogni modo lo invitai a dicròararmi quello che. volesse. Disse che era. stato invitato con alcuni compagni a venire par lavoro a Trieste, sussidiati dal dottor Bonfanti o raccomandati a certi si gnori Pola e Veronesi. Ma non trovarono con veniente occupazione ed il Conti si lagnava a di c:.ò e di non avere^trovato aiuto ma solo di leggio presso i suoi raccomandatari che lo minacciavano di rimpatrio. Fu un facchino di piazza che giti indicò il mio nome. Io non potevo però direttamente occuparmi di lui. Tuttavia, personalmente, l'aiutai ed anche un .redattore del Lavoratore e poi il Todeschini gli diedu-o una piccola sowenzione. Presidente: — Un'altira Federazione, non metallurgica, poteva aiutare il Conti? — Si, quella del suo mestiere. Ad ogni modo noi assistemmo il Conti e lo consigliammo a ritornare dal Pola e dagli altri suol raccomandatari. Io non vidi più nè il Conti nè i suoi compagni, che pure avevano avuto occasione di parlare col Todeschini, il quale aveva creduto di giovare a questi disgraziati interessandosi per 11 loro rimpatrio dal Commissariato. Todeschini non poteva egli stesso versare l'equivalente necessario pel rimpatrio, ma si adoprò per impedire la traduzione forzosa, che poteva avverarsi anche per la minaccia che il signor Veronesi aveva loro fatto. — Lei fu col Todeschini dal commissario? — Nossignore; ma credo che ci siamo assieme consigliati per le pratiche del rimpatrio. E forse fui lo stesso che consigliai questo passo. — Furono sussidiati questi giovani? — SI, dalla Polizia, la quale poi si sarà fatta rtmborsare da' Comune. — Sa che il Todeschini fosse riluttante ad avere contatti colle Autorità austriache? — Qualche volta bisogna ricorrere al ConslsjMerato de.ll'a Luogotenenza, ed al Governo marittimo per tutelare i diritti] degli operai. Ma Todeschini ebbe sempre un po' di riluttanza a fare l'avvocato presso queste autorità austriache, mentre volentieri trattava colle nostre Autorità consolari. Presidente : — Aveva la stessa ripugnanza a recarsi dalla polizia? — Sissignore. — E allora quella volta fu un fatto isolato ed unico? Todeschini: — CI andavo quelle volte che era necessario, strettamente necessario, alla polizia! Avv. Gonzales: — E verso gli operai regnicoli come si comportava il Todeschini? Teste: — Era un patrono ottimo, .alacre cordiale. Sapeva far valere i suoi diritti. Lo può dire il console generale. Fecb una volta rimborsare d-ei commercianti cui erano stati sequestrati dei cocomeri. Avv. Fontana: — Non pensò ella quando il Conti diede l'indirizzo dove gli operai compagni dovevano ritrovarsi, che là vi fosse una istituzione uso 11 Circolo Trentino? — Prima non conoscevamo l'esistenza di questo circolo. — Sa che l'Autorità .pupillare ricorreva già a questo Circolo? — Nossignore non sapevo che funzionasse come ufficio di collocamento, , On.Todeschlni: — Si ricorda che per laque,elione degli operai italiani a Monfalcone, noi -,abbiamo ritardato quanto si tramava dal ca pitalismo intemazionale. e perciò anche ita ]jano contro open-ai italiani? Teste- — Sissignore Si è riuscito anche a - JgSL i. darmodsl 'decreto diUcen^aSSito - SSf^Sptó i?aì?nVi S nm SJ^dfhitì . I L bU i/|ic * i . v .ta • .r*' 3,J*|U •aitimi l n e , o i e , e più ni lavori per la marina militare, ma però si adibiscono ai lavori della marina mercantile. Ezio Conti E* introdotto Ezio Conti, il giovane sarto Eg'tì narra, olle del compegni l'esortarono a lasciare Rovereto per andare in cerca di lavoro a Trieste. Un certo signor Bonfanti. mediaaxre, gli diede una raccomandazione per il signor Pola. — Non vi ha diretto ad un Circolo di beneficenza? — Sì, c'era scritto il nome Pola, ma anche quello del Circolo. — Avete trovato lavoro? — 11 Pola ci consegnò cinque corone a testa. " U niiei compagni furono messi a posto e mi li collocò come figurista presso un geometra. Ma - poi mi misero a tirare la carriola. Ritornai dal i!signor Pola, che mi diede del denari di sua - ; tasca, ma mi esortò ad adattarmi finché mi , fosse stato trovato un altro posto. Ancoro il - Pola. il Nani ed il Veronesi mi diedero dei - soccorsi. Ma pai perchè io ritornai lamerìe tandomi del lavoro gravoso, il Veronesi mi- ilnacciò di farmi rimpatriare. Mi rivolsi ad un -lfaechtno di piazza che mi indirizzò al signor -1 chiussi. al quale raccontai la mia odissea II - chiussl e poi 11 Todeschini mi dissero che non [potevano occuparsi di me perohè non ero or, ganizzato. Però mi soccorsero di loro tasca. Il l, Todeschini ini'accompagnò ali Commissariato. Il commissario mi vide in mano la lettera Indirizzata al Pola e allora me la domandò. — Ma siete andato proprio assieme al Todeschini al Commissartato ? — No; il Todeschini ci precedette nell'ufficio del commissario, poi ed fece entrare noi. Presidente: — p >■ <"™t"ì««"J- «v~ „ e i o o - E il commissario che cosa vi disse? — Ci rimproverò, perchè eravamo andati a Trieste senza assicurarci il lavoro. , e — Non vi domandò se eravate andati aTrieoIste per arVi motivi? i o . — No. Aw. Pantchetti: — Avete saputo che sul o ; chiarazloue firmata. -1 Infatti il testimonio conferma questa cir-Lavoratore-si era polemizzato sul caso vostro? — Sissignore, mandai anzi una rettifica per- che si usavano parole poco decorose per me. On. Todoscbini : — Occorre essere serena- mento esatti. Non bisogna confondere L'arti- colo cui allude il Conti è comparso suÌVìd<ne Sul Lavoratore fu pubblicai? unfsua'ut i costanza, osservando che la rettifica è proprioo di suo pugno. l | Aw. Gonzales (al teste) : — E !a dichiara- i a - zione sul Lavoratore, l'avete dettata voi. e i rispondo al racconto che avete fatto Chiussi ? — Sissignore, e l'ho anche firmata. Aw. Panighetti: — Ma quel racconto ft molto diverso da quello che ha oggi fatto qui t * l cor- ai ' -iv ,n„ u„ „„„ ,„,„ „, -Ki, - ali udienza. Ha raccontato al_ Chlusid avere sia di chiedere all'on. Todeschini se è vero che ha preceduto i due operai da] commis- sario ? On. Todeschini: — Gli altri testimoni daran- no delucidazioni. Solo precedetti 1 due ipe- rai per sapere a quale ufficio dovevo rivol- ' *. . . , — L'ho detto.... ma molto in breve. Avv. Gonzales: — Ha, Presidente, la corte- ^estó^loTc^S SlMnSSS!. Il teste allora corregge la sua deposizione ej di prima: — £' vero che il Toceàchìoi eeto andò a chiedere dove era l'ufficio. Infatti si fermò pochi momenti. — Prima avete detto che s'era formato cinque minuti. — No, fu l'affare di pochi momenti. _____ L'aw. Fontana presenta una serie di ricevute del Conti attestanti le oblazioni avute dai dirigenti del Circolo Trentino. On. Todeschiin|i (intervenendo vivaoemen1te): — Noi non abbiamo mai richieste ricevute per oblazioni 1 Il teste presenta un certificato dell'arciprete decano di Rovereto, attcstante la sua buona condotta, per protestare contro le accuse mossegli di essere.un fannullone. Il pubblico ride: ed il teste, dall'aspetto timido ed impacciato, è licenziato. Francesco Poltrich Entra il teste Francesco Poltrich, compagno del Conti, che ripete su per giù 11 racconto del Conti stesso. Dice, però, che avevano un solo biglietto di raccomandazione diretto al signor Pola. e che ne] biglietto c'era anche 1 indicazione del Circolo Trentino e della sua sede. — Come siete stato accolto al Circolo? — Molto bene, n signor Pola ci mandò persona di fiducia a riceverci alla Stazione. Ci disse, però, che era difficile occupare tutti. Ad ogni modo, ci diede lavoro e soccorso di danaro. .Ma poi ci fu mutata l'occupazione in lavoro molto gravoso. Dovetti abbandonare il nosto assegnatomi. Però, il Pola mi soccorse ancora. Col Conti andammo dal Todeschini, il quale ci accompagnò dal commissario. Enrico Aldi, prestinaio, è il terzo operaio, che andò col Conti al Trieste. — Chi vi mandò a Trieste? ~i TI dottore .Bonfanti, della Camera di Commercio di Rovereto, e mi diresse dal signor Pola. Non vidi sulla lettera indicazione alcuna del Circolo Trentino Ebbi 20 lire pel viaggio dal Bonfanti e poi dal Pola ebbi 7 corone. Fui addetto a lavori di sterro. ,Ma io sono fornaio. E decisi tornare a casa. Altro non so. z' — La lettera di raccomandazione era unica o tripla. — Unica. Presidente (al Conti): — Ma come va che tu ne hai viste tre? — Le aveva il compagno Pantul. Aw. Fontana: -t Chi ha pagato le spese del rimpatrio? Poltrich: — Il Circolo Trentino attinenza alla causa? Giovanni Marchi n signor iMarchi Giovanni, segretario detta Camera del lavoro di Rovereto, assicura che Todeschini si comportò sempre bene noi Trentino. Fece buona propaganda socialista, e protesse gli interessi degli operai italiani, i Avv. Gonzales: — Ha fama di austriacante* — Assolutamente no. Mi sia permesso di ricordare un fatto: Un giorno si presentò a me un capo-operaio, per chiedermi il danaro necessario per mandare una squadra di muratori a Trieste, affermandomi che il danaro mi sarebbe stato rimborsato dal Pola. Io avvertii il capo-operaro che a Trieste c'era esu* beranza di mano d'opera, n capo-operaio aM lora mi confessò che gli operai erano mandati là, a Trieste, per cacciare gli slavi Risposi che non era una cosa onesta di mandare degli Italiani a fare da bassi safari ed a fomentare odi di razza. Avvertii l'Assessorato, p i» che impedisse la partenza degli operai, ed in» fatti, questi non poterono partire... Presidente: — Questo fatto crede che abbia— Io ho ricvordato questo episodio pel OMO ohe potesse essere utile alla causa stessa. Deb^ bo poi ancora dire che nel 1912 il Congresso dell'emigrazione trentóJna decise. dE mettertid'accordo con tutte le organizzazioni per rego« lare l'emigrazione sulla piazza di Trieste... I Aw. Fontana: — E' vero che nel Trenti»» il partito socialista è andato d'accòrdo col pai* lito liberale nazionale per l'autonomia? — Io non ero nei Trentino quando era vivo, quella questione. Ma noi socialisti sosteniamo» sempre l'autonomia; ma il partito 60cialista| nel Trentino è in terza linea. ,. IPresidente: — Ma tutto ciò non è stretta* mente attinente alla causa. Aw. Gonzales: — n Congresso dell'emigrai zinne dei: 1912 era socialista? — No. vi parteciparono personalità d'ogni colore politico. ( L'on. Todeschini fa. notare che il principio dell'autonomia mei Trentino è un principio fondamentale pel partito socialista italiano. E con questa dicharazione che secondo il presidente esce anch'essa. dai: seminato l'udienza cho si è svolta con molta calma, sebbene trat» to tratto l'on. Todeschini sia vigorosamento e con tono un tantino melodrammatico Inter-1 venuto a contrastare qualche affermazione del testi, a tolta alle 18 circa con un gran respiro' di soddisfazione dei presenti, perchè l'aula, per la calca, era ormai diventata on forno' crematorio. CINI