La duplice vittoria italiana

La duplice vittoria italiana La duplice vittoria italiana (Dal nottro inviato speciale) e l'onore di vedere realizzato, so £• vn))n ±, momm-nhito *inmn «il ì™™ "na Vi&n & Sf S2KHS ? i . Ganna nel 1009. Tutti gli altri anni, la cor I sa rimase a beneficio della Francia e del Belgio; vinta In prima volta da Petit Bre:ton, fu vinta l'ultima dal grande Dofraye. 1 Essa eru statu sempre per noi la dimostra zione patente della superiorità di classe dei ;colorl d'oltre Alpe, I quali si erano avvezzi mietere, all'inizio della, stagione ciclisti- «..«««n •ìmliìtioslmo nllnm C-^F^K«^À !S^oSÌa«'»« =«ro«iQ^i Ne quest anno mancavano gli stranieri, San Ramo, 5, notte. Il telegrafo a quest'ora vi ha già annunziato la notizia più importante e più desiderata di questa grande giornata del ciclismo internazionale: lu vittoriu di due corridori italiani, che hanno finalmente inscritto il loro nome nel libro d'oro di questa solenne competizione ciclistica, alla quale quest'anno hanno partecipato, con,uno o più dei loro più celebrati campioni, ■ non solo quasi tutte le regioni d'Italia, ma anche la Francia, il Belgio, e per la prima volta perfino la lontanissima Australia. Non: potevamo ambire vittoria maggiore. Abbia-[mo battuto un lotto di corridori formida-i bili sceto in Italia a difendere i colori di ! tre nazioni e di due continenti. Cori. Questa sua vittoria brillantissima, l'Italia ha inaugurato la stagione delle !grandi gare europee su strada. Noi eravamo stati dei pochi a non voler ammnnnire ai nostri lettori I soliti pronostici. Difatti, la corsa testé finita, la VIII Milano-San Remo, si presentava fino all'ultimo giorno come la più aperta della corse ; ma è stato anche fino all'ultimo istante una delle più enigmatiche alle quali abbia mai avuto occasione di assisterò. Che una vittoria italiana fosse nei voti di tutti noi, questo vorrebbe dir pi:>co. Ogiii anno abbinino avuto {questo desiderio, che non abbiamo avuto il mancava piuttosto il team straniero più formidabile, quello degli Alcioni. Onde, l'augurio di una vittoria nostra era divenuto, specie negli ultimi giorni, quasi un ipronostico. I giornali sportivi avevano di.mostrato sulla carta le pochissime proba- i nostri migliori rouders erano stati dati in .predicato di vincitori. Salvo la descrizione i o o i ed i particolari, il pronostico, nella sua sostanza, si ò avverato. Non discutiamo quindi so Agostoni e Galletti siano i nostri più formidabili corridori su strada; il fatto è che essi, oggi, hanno dato la vittoria al ciclismo italiano. Dopo di essi, a coprire il terzo e il quarto posto vennero il belga Crupelandt e il francese Alavoine, degnissimi in tutto a contrastare ai nostri 1 primi onorl. platsmd / corridori italiani Il varesino Ganna, che ha corso oggi in una delle sue giornate migliori, con mai eleganza meravigliosa, viene quinto con a fianco il valoroso Lucotti ; senza una delle solite forature, che hanno spesseggiato in questa corsa, svoltasi in tratti di strada malamente imbrecciata, Ganna avrebbe affrontato il traguardo col gruppo dei primissimi e l'esito avrebbe potuto essere per lui più confortevole. Abbiamo riveduto il Canna dei tempi migliori, duro e instancabile nel posso, velocissimo e resistente nelle sa ilite, il. primo dei nostri vecchi corridori di grande forza. ' ] Tjna delusione, invece, ci ha dnto oggi i piemontese Sussio, del quale si erano dell': jn quostj ultimi giorni, cose mirabili. Alcu ni competenti, che lo avevano veduto ni la ' __]ehpavlltl0 nartenzn st- ™ro, lo ceiepravano alia paranza, sta mane, come un perfetto campione. Difetti per tutta la prima parte della corsa, il gin vanissimo torinese, emulo di Girardengo non1 ci diede occnsione di smentire miesto Sfavorevole giudizio. Le salite della Serra, , superale a grande andatura, in una prova ;d. équipe, ci davano dunque a sperare che :"1, i,in£0 na\ ! Sul M1IIKU UIM no felice i più fondati presagi. Sussio non ."a evidentemente nelln sua giornata, 1-e .prime salite lo hanno facilmente huiitlicca- /pato, e noi abbiamo sperato inutilmente in ;un suo brillante ritorno. Sussio è scompar ;s0 dalln lotta a mezza strada. Lo troveremo presto in condizioni migliori. : Anche Girardengo ci ha dato oggi una ;Wadon^ Le due o tre bucature, di. cui egli è stato vittima, non bastano a scusarci i K sua azione nel complesso poco elastica e poderosa. Nell'ultima parte delln corsa, 1 lungo la polverosa e dura riviera, Costante Girardengo ci è sembrato più di una volta «imbastitoli. Lo abbiamo visto poco sicuro dei suoi mezzi, che hanno passato quelli di un Toutier di grande data e che tali torneranno, ne siamo certi, con un razionale allenamento. Galletti, diciamo con piacere la verità, è andato bene ; non solo è andato bene, ma ha corso bene, con quella 8ua, tattica■economica escaltra che lo ha Portato al traguardo nella piena freschezza dei suoi mezzi. Durando è stato poco ior tunato- .Ha, *>ucat0 ml. T«rch*no. 6 ll 8U0 "torno e stato, se non bnllanUssimo, pure notevole, e degno di successi migliori. Al ^tanto diremo di Corlalta, che ha a.vuto Parecchi incidenti.di gomma, ma ha lottato con Vl«°r? fino f» ultimo. Una bellissima corsa;haL*?rmt0 11 valoroso Calzo ari. Par«{o da Milano con sei minuti di ritardo, è entrato nel gruppo a forte andatura poco prima di Pavia. A cinque chilometri dall'arrivo io abbiamo ammirato su per i tourniquels della riviera mi atto di trascinare a passo fortissimo il gruppo dei più alienati. Evidentemente egli voleva rinnovare e superare la sua prova dell'anno passato, ma una foratura Io hó**appiedato, mentre, fresco e sorridente come nessun altro dei suoi competitori, si riprometteva una finale degna della sua magnifica giornata. 1 corridori estsri Passando a dir qualche cosa dei corridori esteri, Passerieu ha corso molto bene deve ad una tremenda caduta, a pochi chilometri dal traguardo, il non aver figurato fra gli arrivati. Crupelandt deve essersi visto sfuggire la vittoria con indicibile rammarico: nell'intera pienezza delle sue forze, giunse molto fresco per rendere più brillante la vittoria dei nostri. Il grande Van Houwaert non ci ha detto nulla di speciale ; le forature, che lo hanno colpito sul Turchino, lo hanno scoraggiato. A Voltri quasi non era più in gara. Degli australiani dobbiamo dire che furono forse i più bei corridori della San Remo: elegantissimi in macchina, di una souplesse meravigliosa, hanno forato spessissimo: si capiva che non erano ancora assuefatti alle nostre strade. Ma ogni qualvolta li abbiamo veduti tornare in gruppo, dopo l'inseguimento, fra la polvere acciecante sollevata dalle vetture, ci hanno dato una impressione di bellezza che non dimenticheremo. Essi furono poco fortunati, come il loro capo équipe, Borgarello, atterrato dalle forature frequenti. I nostri da costoro hanno molto da imparare, Nel complesso la Milano-Sanremo non è stata uno corsa di « équipe », ma ha messo rimesso in luce eccellenti individualità, dimostrando le témibilità. La partenza E ora diamo la cronaca della giornata, in forma piuttosto succinta. Il polverone sollevato dalle vetture, che seguono il gruppo di testa, impedisce l'osservazione continua dei corridori, i quali debbono agire a notevole distanza. Tuttavia, a bordo di una insuperabile 20-30 HP « Caesar», messa a nostra disposizioue dal barone Jacquier e pilotata magistralmente dal signor Baldi, abbiamo potuto, senza il minimo incidente, seguire la corsa nelle sue fasi principali. Siamo partiti da Milano allo 6,15, con un tempo leggermente coperto, che si ù venuto rischiarando per via ed ha presto ceduto ad un magnifico sole primaverile: strade in complesso buone nella primu parte del percorso, fino a Voi tri, poi, la inghiaiatura, resa insidiosa da uno strato denso di polvere, è stata cagione di molte sorprese a mezza strada e aviemmo tutti desiderato un buon acquazzone. La corsa ha avuto un inzio regolare e tran quillo. A qualche chilometro dalla partenza. Pratesi è appiedato dalla prima bucatura. Alla coda della colonna vediamo Rho, che ha una « messa in azione » molto pigra Ecrli si lascia distaccare e segue faticosamen te, benrhò l'andatura, sulla massicciata battuta o pulito che ci parta a Binasco, sia tutt'altro clic veloce. Il passo non ha ancora nessuna importanza: intravediamo alla testa gli australiani. Dopo Binasco Chironi si accoda lentamente e si ferma #r attendere Calzolari, ohe egli, con sua sopresa, non ha veduto nel gruppo. Di lì a poco, con agilità, lo vediamo a ricongiungersi al gruppo. La corsa Ad un passaggio a livello, avanti Pavia, le sbarre chiuse intoppano la lunga colonna : alcuni saltano il cancello e scappano, altri si infilano per il sotto-passaggio, accaE candosl jn un groviglio di macchine impres¬ sddi sionante. Poco oltre sono tutti insieme. Il passaggio per Pavia avviene a grande andature, con Canepari e Girardengo, che tirano poi HossignoM, Luguet, Ganna, Barxiza, Borgarello ed altri a macchina ; in una anfrattuosita del selciato, Bassi sfascia la ruota anteriore e dovrà ritirarsi. Pavesi segue alle 7,21, con cinque minuti di ritardo sui primi. Attraversiamo Pavia fra due ali enormi di pubblico che si assiepa anche sul ponte e applaude entusiasticamente. Il sole splende nel più limpido azzurro: siamo all'inizio di una bellissima giornata prima' verile. Dopo il ponte, l'andatura al fa futi» rea ; sono in testa Luguet, Fasoli, Canepari, Nazzari, Van Houwaert, il primo buca e poco dopo si ferma per lo stesso incidente anche Munro. 1 due si accompagneranno nella ripresa, mentre il gruppo non sposta affatto la propria andatura, Alavoine fa un tentativo di fuga, ma non insiste. Nessuna équipe gioca e si arriverà al Turchino senza serie competizioni. Prima di Costeggio Wan Houwaert e Munro rientrano ; Ottonello, Cervi e" Girardengo vanno l'uno sopra l'altro, e il più danneggiato è quest'ultimo, che ha la ruota posteriore rovinata. Corlaita, che aveva forato, rientra anch'egli nel gruppo^ condotto du Beni ; ma presso Voghera al bolognese sfugge un tubolare dal cerchio e notiamo una nuova fermata. Entriamo a Voghera dopo due ore di marcia. Sono le ore 8,14. Entriamo a Tortona alle 8,48. ed ecco finalmente, dopo due oie e tre quarti di feroce inseguimento, che Pratesi ci raggiunge in bella forma e tutto contento. Assistiamo anche all'impressionante ritorno di Passerieu e dell'australiano, che sembrano volare sulle pedivelle leggerissime. Attraversiamo Pozzolo alle 9,22. Novi alle 9,28 col gruppo compatto, dopo tre ore di strndn. Ma Corlaita rimane in coda con una remissività che ci fa dubitare delle sue energie. Il lungo e posato granatiere ci sembra svolgere un'azione affaticata e pesante, senza convinzione, tanto che, dopo Basaluzzo, allorché il gruppo comincia a filare sul serio, battendo un passo superiore ai trenta chilometri scompare. Giungiamo' a Ovada alle 10,lé con buona velocità. E siamo al principio della salita del Turchino. La lunga fila indiana comincia nel primo chilometro. Su per la salita j ritardatari forzano anche essi per conquistare le prime posizioni. 1 << tourniquots » sono attaccati con bell'ardoie crescente. Fra > primi a giungere è Pratesi, clic non rivediamo più; poi Clicchetti. Ganna ha preso la testa. Sorpassiamo Sacconi, Rossignoli e Garda. La tosta delia lunga colonna accelera; si vedono ogni cento o duecento metri gli effetti disastrosi delle continue scappate di coloro che conducono. Comincia la prima discesa ad andatura folle. Anche Girardengo cede e con lui rallenta Lucotti. Quaglia e Chiodi perdono a poco a poco : Durando è efficace e va uvami sempre lilla testa. Van Houwaert. dà un rendimento inferiore alla sua grande classe; Masselis e Luguet gli sono ai fianchi. Della fot'tunutissiina équipe non si è salvato che Crupelandt, il quale con Passerieu, Alavoine, Ganna, Azzini e Borgarello, guida ad andatura sempre più accelerata, la scalata al monte. Alavoine in special modo si alterna al comando e giunge primo di qualche macchina alla vetta, seguito da Munro; terzo è Gaietti, con Ganna a fianco, poi Trousselier e Brocco. La discesa è fatta a velocità fantastica. I due primi, a poca distanza l'uno dall'altro, hanno disgraziatamente una nuova bucatura, •proprio quando Gaietti e Santina, abbandonato Ganna, come al solito molto prudente in discesa, e Brocco, Il raggiungono. I due italiani rimasti soli prendono le curve con grande velocità ed arrivano soli in plano acclamati dalla folla che si assiepa in vicinanza di Volti-i. Santhlà, che conduce fortissimo, ad un certo putito invita il suo piccolo compagno a passare in teBtn, ma questi si dimostra restìo ed allora il torinese diminuisce il passo. • Sopraggiungono, velocissimi, Ganna ed Agostoni, che si uniscono ai due primi. A Varazze.si giunge alle 12. TI gruppo di testo è composto anche da Azzini, Crupelandt e Brocco, che ha ripreso molto bene, ma poco dopo appare vittima di una « defaillance » che gli costerà un lunghissimo inseguimento reso più duro dalla ammirabile « souplesse » di Santino- e Ganna, che tendono a sbarazzarsi dei rivali, ma Passerieu e Munro seguono loro dietro con facilità e per qualche chilometro abbiamo l'illusione che miesti debbano spartirsi fra di loro la vittoria. Senonchè nel gruppo si hanno altre sorprese: Munro forn per la quarta ed ultima volta, Borgarello passa in testa e procede a tutta corsa. Gaietti segue a ruota senza impegnarsi a fondo e risparmiandosi il più possibile. Crupelandt non cede una ruota ed i corridori di avanscoperta decidono di rallentare a poco a poco, raggiunti dai sopravvenuti. La fisionomia della corsa perde il suo vivo interesse, dando luogo ad una colonna di otto, dieci, dodici, quattordici e più corridori Munro ritorna al suo posto. Egli è senza dubbio 11 più bel corridore della Milano-San Remo. A Savona, dove giungiamo alle 12,42, abbiamo il controllo a firma. Alle 12,51 slamo a Vado ; a Spotorno si ricongiungono brillantemente Lucotti e Pifferi, mentre il passo accenna a rallentare. Alle 13,20 siamo a Noli, dove l'andatura torna ad accelerare, per diminuire dopo qualche chilometro fino a Finalmarina,. Ci separano da Albenga 17 chilometri • la strada è in continuo dislivello: sale e scen*{ de in vista del- mare smeraldino a ridosso della montagna tagliata a picco, pieno di insenature e .di spaccature a precipizio. I corridori sono molestati da un vento impetuoso. In questo tratto siamo ra«"»iunti da Corlaita, che avanza urlando come un ossesso, trascinando Beni, Saccone e Dome. Nel gruppo di testa Calzolari prende il comando. La lotta a questo punto dovrebbe acuirsi, ma nessuno ha voglia di eliminare glLavversari. Alle 14,51 siamo a Laigueglia é Gremo è di ''«uovo colpito dalla guigne che toglie alla sua splendida' forma ogni probabilità di successo. Ganna e Alavoine ai succedono al comando. Ad un tratto il lungo corteo delle auto mobili rallenta e si ferma: a tutta prima non riesciumo a spiegarne le ragioni ; ma subito un nome passa rapidamente di bocca in bocca, dall'una all'altra, vettura. Gonna, il varesino, che finora, data la sua regola, era pronosticato come il favorito, ha bucato. L'incidente banale, che per qualunque altro sarebbe passato inosservato, diventa nel suo caso interessante, specialmente in questo momento, che potrebbe compromettere una vittoria italiana. Si ferma pure Borgarello. I due corridori però non si J scoraggiano: ambedue li vediamo tornare! 'insieme velocemente in gruppo. Ma, men-| tre per Galletti la fortuna non è più matrigna, per Borgarello la guigne si ripete. Mentre noi filiamo velocemente verso il traguardo, lo .vediamo ancora a terra con un palmer afflosciato. A pochi metri dal trngunrdq.Passerieu viene investito da una automobile e cade. Viene subito sóTI&rato e collocato sur una vettura e trasportato all'albergo, ove un dottore gli appresta le prime cure. Nel breve spazio, la folla lascia libero Innanzi alle tribune, Agostoni orando risolutamente la testa, e, seguito da Gaietti, ad una ruota, taglia il traguardo con una macchina di vantaggio. csdtine uasvladeffiristal'Adctosopauoe srulosslotdpsvmdmcicazgngscppddzlaaglndnnfat1dlasdzansfusdtprbbsasavlncaomqtvcptDv