X è Poincaré?

X è Poincaré? X è Poincaré? là sBosamale ipotesi di h giornale parigino '"(SeTt)iziS> .ipeetsle *«Ua Stamoal. Parigi, 86, notte.. tJn giornale della sera pubblica una notizìa sensazionale, che vi riferisco a titolo di crònaca e che dà luògo a molli punti interrogativi, tante sono Me ragioni per metterla in dubbio. La notista et riattacca alla smentita che l'industriale In automobili Darracq ha op- r\fia*„ nlMtlfnri'^ jitkA . nnHtra fat*A 41 Ufi- p*8^T4fi.A,uo>»té/ch'eleva tatto 11 no-T^J^J^^.V^t\te .dèUb.ec^daJd RqolftWe:. 11 .«gnor X... X* i'ihro, lì «loraaieVboneiartìsfe aveva!affenoaio -che àwoei ' stato Maurizio Sema vocutó di Rochette ; ir dtaluarato, nella sua a l'iLXrn^.n-Tra;.ti.«« Mi„.ii*i tì-W-^? tv (vacato di R^hettermej^lindu^ sua smentita, che i SUOI |altari furono sempre curati dail'aw. Raimondo Poincaré, ora Presidente della Hepdhpllca. Ed 'ecco, ora, che :VA.iUorité scrive-:... ' '■."•'• .«.SI. E' Raimondo Poincaré che si*è occupato dell'affare Darracq-Bochette e C. Poi, etetto Presidente, della suoi Incartamenti fra» rlzio nernord. Noi non esitiamo a, dire aitar mente che, se ci trovassimo.fra I membri4*1-la ammissione d'inchiesta, faremmo compa- rlre Raimondo Poincaré, malgrado il carattere evidentementesacro della sua importante fun. Af^X^^^A^. ^S^tSS^^JESin^ Sa STurse^eta^o^au- non PKitiamo a du* aito- isione d'inchiesta lònale. Slamo certi che. Jfr VH?lej DU0 gelare anche il nome dell'i X» misterioso, che non deve essere af- fatto misterioso per lui. Nessuno conosce Taf-parsi "dinanzi alla dà( loro segreto protei fare Rochette e 1 suoi retroscena poco politici forse come Poincaré, che tutte queste cose vuol fair apparire come lontani ricordi »; Ora, un giornale della sera, senza en< trare ini merito alla .pubblicazione dell'Au- iorité e senza accennare alle ementita del- l'Industriale Darracq pubblica, tout court, questa informazione che — come vi ho det- t0.-y7.va rilevata;a puro;titolo di cronaca: ■'Ufi- celebre X porto datoti. Btrn*r* « • ■ • 1 . motivo della sua necessità di conservate ilseg re lo professionale, sarebbe ' Raimondo Poincaré, presidente delia , Repubblica, Poincaré al.motnfinto del rinvio del prò cesso Rochette era consulente legale rfeU'in-idustriale .Darracq, il quale aveva forti ty» terfissi nelfcafiare Rochette. Gli ..affari del MMtémtm •il Darracq aveva tutte le ragioni per Alt- nere ch'e la condanna di Rochette acreeoe«n«i/ii coi ««/.w ii n^^<. portato daimo. ai suoi- affari, li Darracq ?ion agi egli slesso, ma fece agire il suo conzulenle ledale. Poincaré,.det quale egli ^i. , , „i- volle mettere a profitto le relazioni e fi—fluenza. E' Poincaré che fece con Bernard, gamico personale, il pi.ro clte ha cau- satollante emozioni e che' mise in movi-mento^l'aw.. Bf-mard, CaiUaux e Moni»/^■.àì ai ékÀZUtiiì i*i .i ìjììÀ* nìi E' col nome di Poincaré clte si. spiega U si- lensto impenetrabile che conservano gli in- teressali. Quando Poincaré sali al potere ji i i, j «, ~.„,n*nt> divise il suo dossier tra Riversi avvocati: Vavvocato Bernard per i suoi appressati serviai. ne ebbe una. buona parte. Non è v„ ;. \ J„, . " .... . superfluo notare che CaiUaux ha dichiarato vhe egli tenne Poincaré, quando questi tali al potere, al corrente- deipare Maokeite:quali ragióni avrebbe avuto CaiUaux di parlare dvquesld*affare a Poincaré, se que- lon vi fosse stato particolarmente interessato? E* solo coti; che si cpm- prendeiì mistero e il segreto che impedi- „ „ . ... ..j . .. «cono» aUa Commissione di inchiesta di fa- re luce completo su questo affare. VX non é.un uomo politico - ha àbito Vavvocato . . i . ,, j , Bernard — e nemmeno è un giornalista. In- fatti, è un avvocalo. Questo è il segreto diPinella che alla-Camera tuffi scono, ila non si può trovare chi assumala resiwnsabfUfd di una slmile asseritone. professio-««tei»...•.**•'.' - * ":. \ Tufli. si chiudono nel segreto iole »,-r» Questa, la publbicazioiie del:giornale dèliasera, Le bonnet rouge. La signora Caillaux richiamata.dal Giudice istruttore Elli Hi «luti nitituifEl al Conserte Paiigl, 36, notte. La sienora Caillaux è stata «chiamata«v . , ' _, -, , . ■ nuovamente.dnl Giudice.istruttore, per un inteiw«;atoriQ supplementare. Il.Jnagb^atoha de»derato interrpsrarft su alcuni parti-color e chiederle spiegazioni su alcune dif-levenze tra le dichianizioni l'ntte ulcommis-sàrk« di Polizia, subito dopo l'arresto, e qutfrJ* fatte ieri l'altro al giudice istruitole'slusso. - ' » ■ .' stesso. La signora soffre d'emicrania La signora Caillaux appariva oggi'assaiallutlcurrèCT ri doloii, di testa, infatti era più pallidadell'ordinario. - , r- , 1 Nell'Interrogatorio odierno il Giudice i-struttoro'ha richiamato l'attenzione dellaMlglipra Caillaux sopra le diverse versionidei suo racconti e l'ha invitata a spie-njtt^vomangiato da- 2 4ore. Io.'non Jo-tend^i sottrarmi alle responsabilità a cuisono andata incontro, ma non voglio og-•jravare la mia posizione.. E' mia preoecu-.signor CalsnetteVKho.detto per quali .fasi successive senopassata ila quel momento fino all'istanteUe .dràAma, Io.ml richiumo quindi ollejiriiespiegazioni di Ieri .1 altro. i *y*te «lettp, non è vero, cjie quan-do.KdiSTè pronunciare ad alta voce il Vo»M^br^ttf^^^^l^'^v"?1 "*f*"t-d^rife? X sentiate^ turbata mofon:' WÀV rwiu ,i.-„^.. V ' Nò! Quella chiamata ertola per mecome un colpo di frusta, fu essa che midecise od estrai.re l'arma dal suo astuccio.—,.-VòJ vpleya'te dunque iute b^ò .di,-quel-l'armaf. ..-.j< r ■-. ■ - '•Volevo .prepararmi od ogni eventua-litù:-nel caso in'cuÌ*aÌmetteTon rnTaves-se dato soddlsfasione volevo tirargli permarilsre —a scandalo. ' »?»?*mi*«Z rtm^inZìk- ^o nirdX tatst, la ho*', t , . A|tenaevill, dire altre cose — E come spiegate l'aver perduto di vista l'oggetto della vostra visita, cioè quello di. ottenere da Calmene la promessa che quelle lettere non sarebbero state pubblicate? — Non avevo perduto lo scopo della mia visita, lo volevo dire, entrando nel suo ufficio, al direttore del «Figaro»: Voi sapete bene le ragioni della mia visita. Ma le mie riconosco tirato... Po- *"1 per difendermi dire altrócpsé, che pure rlow per me, che'mi ha provocato, Ma ora ma voglio verità. Sa- non>trèbheio essere smentite, dire; solo là verità, la perfetta per ine facile sostenere, ad esemplo, CaWte ha pronunciato parole mgiu- -,oae me. rhB mi h» nrovncatn. Mfi ora acquistato ~ Io avevo intenzione di andare al «Fi garo » e di tirare su Calmette solo nel caso che egli mi avesse rifiutato soddisfazione; non avevo nero l'intenzione di ucciderlo. »?.è^un esercizio di tiro quello cheio ho è morto ed io sono in angoscle. Io credo sia indetrno di me il dire cose inesatte! Aagaaciè — La premeditazione risulta anche dal 'atto che avete comperato lìarmà alle 3,30 «pvi esercitata^ tiro dopo avere acquistato l'arma... allora non avevo mai usato alcuna rivo! tella; avevo comperato l'arma in vista di un viasvlo; dovevo accompagnare mio ma -jto in un eira di monacanda elettorale 1° mun*ir° *" Propaganda elettorale. Era nervosissima e incerta... Interrogala sulla lettera scritta a suo marito la signora Caillaux ha affermato che era nervosissima quando la scrisse e non espresse esattamente il suo pensiero. Ella ha cercato nelle dichiarazioni d'offri di uti lizzare tale lettera come una nuova prova che non era decisa a recarsi al «Figari»». Ella ^Sn6JntaitIJ„™SèÌSt2*« ISZR IL^Ì iconsegnata»; e non «quando questa lettera.ti sarà consegnata». Fa notare inoltre al cune frasi contraddittorie che provano lasua incertezza e la sua agitazione. Il giudice ha osservato: — Vostro marito vi ha detto che sarebbe andeto a «rompere il muso » a Calmette : voi avete ripetuto questa frase nella lettera. Non ave ■ vate, dunque l'intenzione di: commettere l'atto che avete compiuto? Vo javéte del re-.&^^AS^k^'tX che uccidesse Calmette. \ ! La sighora CaiUaux risponde : — Non potevo avere l'intenzione di uccidere Cal- {nette. Speravo Semplicemente col mio ih tervento di evitare un dramma, mentre mio marito non lo poteva. Ip volevo presentami a Calmette come pacificatrice e concilia-—trlce». \ Il giudice istruttore domanda alla signo -J^S^- stroatto avrebbe avuto^ per Vostro maritò? mio*acóporisponde.— era quello al evita» le Conseguente funeste dell'atto ch<J mio marlto confessato essere sul punto di compiere. Per essermi decisa a faere quello che ho fatto (non intendo con questo parlare del delitto, ma soltanto par 2ire-de'Ua mia vl8lta al «Figaro»), blso- gnava ohe io fossi m una profonda dispe- ^f1™*^ ì',dfa « 011 "M16 totervento mi sarebbe venuta se io. non avessi avuto ja convinzione che due, lettere intime sareb bero apparse sulle colonne del Figaro dòpo ^ cptSStóon? SSM ^ % principio e che Ir signor Calmette avrebbe divulgato le altre due lettere. p ~ laUfXT?ubSlicato M non vi riguardi? ~ Quelle lettere erano scritte tutte dallo stesso pugno ed avendo visto comparire la prima, ero sicura che sarebbero state pub bucate anche le altre. D'altra parte il cora- ^t^T^Q^.tJ?1^» u1* tet" tera pubblicata il .13 marzo costituiva una adluefone ben chiara a me. Inoltre il mio timore venne rafforzato dal fatto che il possedeva altre dho lettere, ^Ecco un testimòhip interessante, si,flhn^c|blso«nerel,b,J. che ce .,1C ' . uuv l'usa i?viDva.iiu luiilm nero quelle.lettere da essere tanto compio méttenti c da farvi temere-a tale segno'la i0lo pubblicazione . ! I W noroel La signora tari molii nomi ceTv^rHs^ di testimoni, le deposizioni dei quali farannp lucè completa su questo punto. La persona a cui io alludo vi dirà che da parse-chi colloqui avuti con alcuni redattori del« Figaro» ebbi l'impressione che duella8 •* "¥ru',"?.'.uaf? t"c 4<«?«*campagna mi avrebbe direttamente ferita. Infine una lettera anonima ini annunciò che la pubblicazione di quelle due lettereera imminente. \ ^— Ma infine che" cosa potevano contonostra vita ioli ma svelata !»La signora Calllaeux dopo un breve silenzio 4 limita a rispondere: — La pubblicazione di quelle lettere avrebbe svelata tutta la nostre, vita intima— La campagna di Calmette — osserva ì! «/««Ice --non aveva^ mai oìtrepaWto" Imiti della politica contro un uomo politico e non era mai entrata nel dominio della vita privata —Non era di politica che si parlava ne commento che seguiva alla lettera compar su nel Figaro! In quél commento si faceva- - Ma n^arlando»di questa donna non s parlava di voli : - -- Io ero succeduta olla signora Guiv- dam come moglie di Caillaux; ero dunqu; lativo intimo di io\ Questo, signor giù o dice, è forse politica? • " Me Dopo questa esclamazione lo signoro Caile laux iiiterrohipo la sua narrazione con uno 'scatto Poi continua: -1 w_ Ma di tutte queste recrimitiàziòni un» solo fatto sussista! Io ho r«'«v>A«««- deploro pròfòqdamente quello che è capita:to^ed etìprimo^up^amejitejlroio rincresci iitento sincero. Avrei preferito' stilile vo|tèe Chò la campagna contro mio marito «ossei continuata! , ,nAe_ miA . . -•; i - Ori coafronto cai lattarini dal "Rigare - L: L'interrogatorio si àwja alla line, jSl unr .nuucia fd giudice l'arrivo di due Wcipri de■afigaro», i e'suori Nichet e Sirac, < e a e e o - Ìero occasione di incontrare la signora aillaux allorchè si, presentò per la sua: 'tragica- visita al giornale. - ' : Subito il magistrato li fa entrare nel suo ufficio e li mette' à confronto con l'accusata. I due testimoni hanno deposto et'Commissariato di polizia subito dopo il delitto. Su un punto essenziale le loro, dichiarazioni contraddicono con l'affermazione dell'accusata. La signora Caillaux ha detto di essere stata colpita e impressionata sentendo pronunciare il suo home ad alta voce, mentre ella voleva tenere segreta la- sua visita. Ora 1 due /attori ni del « Figaro » dichiarano che il nome della signora Caillaux non fu pronunciato e che non si conobbe la qua- e a o - , - a io e; o. o a al 0 e lita della signora se non dopo che ella loro la disse, dopo aver commesso il crimine. Il gjudlce istruttore domanda ai due testi: ^ f*l^fJtì™M!ìto■ft'10?l, ^■i!?ol | rispondono 1 due.tesUmoni. Nessuno sapeva al «Figaro» il nome della persona che attendeva il nostro direttore'. Interviene allora la signora Caillaux-. — Affermo -rr.esohjma — di avere adueripr* laux» ha detto una voce: poi'un'altra voce s'è udita: «La signora Caillaux sta per èri- Uno dei tetti,' H Nichel, dichiara: — Io non ho inteso niente di simile. La signora) Caillaux insiste. • Sirac ribatte l'affermazione che il nome non è stato pronunciato : egli dice che quan. do Ja signora Caillaux ebbe compiuto il suo delitto gridò: «Sono'la sienora Caillaux; »f.J^L gl#f.™ ^r£„^a..rdice al fattorino — fu per noi una rivelazio- Ine, Io ero presente quando arrivò la tragl-.! di aae n a ihe a Ì a la ^ci viàtatrice. Ho aaeistito a tutto ciò che si è detto e fatto attorno a lei Uno al momento del dramma. Impossibile che mi inganni su un punto cosi essenziale. Posso dire con .convinzione assoluta, che nessuno di noi conosceva la signora che attendeva di essere ricevuta da Calmette » «.«J?r f-'.JESf11 Che etitrò vo\ GàWnejtofS?"a3. SI?nora ,aveva compiuto li de,ritto. Contrariamente all'affermazioni del' l'accusata lo studio di Calmette non ora nella semi-oscurità. L'ultimo colpo Sirac dice: — Entrai nell'ufficio del mioo mee direttore quando udii le detonazioni: vidila signora Caillaux rivolgersi di colpo nel-latto di tirare la sesta palla. contro Cal-mette.- Questa testimonianza è di eingoiare importanza, poiché contraddice.la versione dell'accusata di aver tirato i sei colpi dellare e- X n l- hio mi a- osua rivoltella macchinalmente e senza ren dersene vero contò.' La Cai|laux però mantiene energicamente la sua versione. — I sei colpi — dice —; sono partiti senza che me ne sia quasi resa ragione. Può essere che il testimone sia accorso alle deto-3azioni, ma io non l'ho visto e non saprei ir nulla di ciò, LI confronto si chiude con questa dichiarazione. 1 I due impiegati del Figaro si ritirano: la signora Caillaux lascia il gabinetto del giudice istruttore ed è ricondotta a San Lazzaro in automobile. Domani e-dopo domani non use irà di prigione dovendo il giudice istruttore raccogliere altre testimonianze.

Luoghi citati: Calmette, Parigi