In marcia con la colonna Latini nelle fertili pianure del Barka-el-hamra

In marcia con la colonna Latini nelle fertili pianure del Barka-el-hamra In marcia con la colonna Latini nelle fertili pianure del Barka-el-hamra (Per telegrafo dal nostro inviato speciale) BINOMI. 10. er« 18. (■■usi Campo dalla colonna Latini, • ' 4 mano, ore 0,43). Slamo stati improvvisamente ridestati, pothi momenti sono, da fragore di fucileria. Slamo tucia dalla tenda; La notte è oscura, sen ad stelle, nebbiosa e freddissima. Solo gli in ansclogdaeendii della tanta e dell'oasi di Msus ed t falò ; cdei nostri bivacchi ardono ■ ancora spandendo jpnel buio Immensi bagliori di fiamme e aliti].cvasti il calore portati dal vento. La fucileria i pè echeggiata dal lato ove sono gli avamposti dal 10.0 battaglione eritreo. Poi e ripresa per un paio di minuti; quindi è cessata di nuova e la calma della notte è ritornala colla sua oscurità impenetrabile e colla sua rigidità. Probabilmente le schioppettate non .sano atnsst«tate prodotte da àllro che'dall'accostarsi al tnastri avamposti di quelli ttessl che già ieri sera, ti erano avvicinati per riconoscere vero- similmente le linee estreme del fiottio campo e effe aia scambiarono alcune schioppettate cogli avamposti del battaglione del Benadlr. Ma oramai questa genie deve aver compreso che su ogni punto del nostro fronte noi statilo protetti e in ogni momento siaino vigili. Uri sera sono alali dettati glt ordini per oggi. La colonna Latini si scinderà in •■due; ima parte di essa, e cioè la compagnia bengaslna del capitano Uno, a decimo battaglione eritreo comandato dai maggiore Tomma•tei e la batteria bengatlna del capitano Cavandoli si avvierà in-direzlonc nord-ovest, per raggiungere BÌr Éalac, ossia l pozzi di Balac. Si dice che a Bir Balde sta stabilito un pietoto campa di ribelli, la colonna, il cui- comando è affidato al maggiore Tommaslnt, pernotterà a Blr Balac, quindi di là, net giorni seguenti, si dislocherà a ti Ablar ed a Mera, attraversando il territorio di alcuni « allei » non sottomessi e che hanno compiuto già vari atti di ostilità contro l nostri presidi 'e contro le nostre carovane. La colonna ha in conseguenza il compito di punire questi « allei*. Il comando della colonna Latini con tutte le altre truppe rimanenti, vale a dire ti 2.0 battaglione eritreo, il battaglione del Denadir, la batteria eritrea del capitano Verdiani, il plotone del savari e la banda Marozzi làeeierà ttamdne anche està Msus e tornerà a Cardati. Con i e* valieri bengasini del eap. Marozzi Garda ali campo dalle cotenna farri • Latini, 4 Marzo, ter*. ' Siamo tornati a Cardasi, percorrendo in una tappa tola quei cinquanta o einquantacinque chilometri, che sono tra Msus e qui. Qualche collega giornalista e io abbiamo ottenuto dal colonnello Latini eautorizzazione ad accampa. Sitarci, oggi, in questa marcia di ritorno, colla banda indigena a cavaUo, del capitano Marozfi. La banda doveva partire da Msus un/ora prima del retto della colonna e precèdere questa a Cardati. Partimmo verso le 5. Era una mattina eccezionalmente fredda e nebbiosa. Lasciammo Msus ancora fiammeggiante e fumosa del suot incendi, e volgemmo in direzione ovest-nord-ovest. Camminavamo attraverso la nebbia, che pareva Infittirsi di momento in momento, a piedi, conducendo i cavalli a ma no -per sgranchire noi stessi intirizziti e gli animati. La banda, composta di una ottantina di uo mini, è stata, come vi accennavo altre volte raccolta in pochi ' giorni e organizzata a Bengali dal capitano Marozzi, dei lancieri Milano, .un ufficiale non meno Intelligente che coraggioso e simpaticissimo nella sua figura lunga ed ossuta, nella sua loquela fiorila di arguzie. Gentiluomo di vecchio stampo, .si comprende, conoscendola, che egli sa trovarsi ugualmente bene, con lo stesso viso e con lo eletto sorrisa, se pure con cuore c con coscienza diversi, in un salotto mondano ed a capo del tuo squadrone su un campo di battaglia. Ed il suo squadrone, oggi, è questa banda indigena, composta di elementi diversi, ma tutti ugualmente spregiudicati di fronte al pericolo, ed in cui prevalgono gli individui già appartenuti tempo fa alla banda del tenente Diana-Critpi. Capeggia questa lacera e pittoresca accozzaglia di cavalieri avventurosi, il .« famoso curdo > Sidi Mohammed Ibraim El Curdi, che fu già ai primi tempi della guerra tU servizio della Turchia, che è passato poi ai nostri servizi, c ci ha mostrato in vari combattimenti ed in molte difficili circostanze, la tua fedeltà ed U suo valore. Quest'uomo, dal vólto, quadrato, dagli occhi penetranti, dal modi rudemente soldateschi,'costituisce oggi il tramite necessario ed opportuno tra, il capitano Marozzi e gli ottanta cavalieri della •banda. Fucilate Bella nebbia densissima . Andavamo, dunque, coi cavalli a mano, nella nebbia della gelida mattina, quando tmprovvi tornente, mentre ti attraversava un pailoncello pietroso, fummo involti da una nube di nebbia più denta?voti denta che non si poteva pene trarla con lo sguardo che per una diecina di metri intorno. Era impossibile avanzare in queste condizioni: nessuno avrebbe sapulo trovare, la strada, ed era più che fafille ca. .'aera da- un momento all'altro nella più ingenua Insidia del nemico. Fu ordinalo l'alt. Sostammo silenziosi neUUgnoto, che, invisibile, ci avvolgeva; ed in questo momento, a una distanza imprecisabile, ma non lontano, rintronò nella brina pesante lo scoppio di una fu.. rilata. ; miei compagni non so, io certo rabbrividii, e non di freddo. Ebbi precisa In un istante la tentazione della terribilità di un nemico che non si vede, die non si può valutare... Attendemmo, scambiandoci solo tratto tratto parole sommesse; attendemmo per una trentina di minuti... poi, a poco a poco, la luce dell'aurora penetrò per la nebbia, la vin te, la disdette. Il capitano Marozzi comandò: fin sella», e riprendemmo là marcia. Andammo tutta la mattinata, attraversando ssdsrdcbSdsvploKaEursmtcdzpognmnSqbddttS—metpfistcspplcvsiiaucizdgIzrcpamlrC, eampi, ove i nostri cavalli affondavano Pno al] ventre, tra gli steli e le stecche dell'orzo, e prati meravigliosamente fiorili di margherite bian- che e gialle, di anemoni, di papaveri, di rese- da. Era il primo meriggio, quando > cavalieri-di punta avvistarono quattro 0 cinque cava- Iteri beduini, che subito fuggirono al nostro approssimarsi, e che fu impossibile rOgqlun- gere. Subito dopo la nostra attenzione'fu ai- tratta da numerosi gruppi di cavalieri e di fanti apparti tu un'altura lontana, all'orizzonte, Amici o nemici? Il dubbio non era piacevole, ti capitano Marozzi inviò avanti quattro uòmU ni a riconoscere le forze clte ci venivano in-\contro; e noi attendemmo, scrutando gli ignoti ehèdivenivano incontro, coi binoccoli, per preetsart il loro essere e le loro intenzioni. Poco dopo, I quattro uomini inviali in avanscoperta, ritmavano al galoppo, ma non sotl-. avevano iticontraio una pattuglia di cavalieri nostri, di ussari Piacenza, anche essa in avanscoperta, per riconoscere noi stessi; che a coloro che ci venivano incontro e che erano gente nostra, eravamo parsi, dato l aspetta degli uomini de'la banda, vestili del costumi arabo, meglio nemici che amici! Ricorderete che la marcia su Msus della ; colonna Latini, a causa della lunghezza del jpercorre che mal prima di ora era stato ri ].conosciuto, invece che un atomo, come era i preveduto, durò due giorni. Quindi il ritorno a Cardasi venne di naturai conseguenza ritardato di un giorno-, invece che ieri è avvenuto oggi. Il generale Ferri, rimasto con la sua colonna à Cardasi, impressionato di questo ritardo, inviò stamane verso Msus incontro aita colonna Latini il 9.0 battaglione eri- treo del maggiore Guaslone, lo squadrone ut a o n i a i i i o o a à e l l a i a l l l o a o a i n o . i n n uo a a n, o sari di « Piacenza » del capitano Cardani, lo squadrone savari dei capitano Protoni, la banda, indigena a cavallo del capitano Galli. Queste forze noi Incontrammo colla banda Marozzi per via e con esse tornammo qui a Cardasi. Àd Aliar el Karras ed a Meserra Il giorno, due corrente, vale a dire il giorno che la colonna Latini partì per Msus, ti tèrzo battaglione eritreo comandalo dal maggiore Stennio, il nono battaglione eritreo comandato dal maggiore Guastone, lo squadrone ussari « Piacenza » del capitano Cardani, i savari del capitano Protoni, la banda del capitano Galli, tutti raccòlti agli ordini del colonnello Meqmartlnl, marciarono su. Ablar El Karras, località ad una ventina di chilometri a sud-sud-est di Cardasi. Trovarono ad Ablar El Karras un accampamento abbandonato ed un deposito di viveri del ribelli che Incendia? rono. La cavalleria fece anche una punta verso Anlelal, sorprendendo qualche beduino armato e facendolo jntgloniero. Tulle le truppe tornarono a Cardasi avanti sera. Il giorno seguente, il 3, vale a dire il giorno che la colonna Latini occupava Msus, da Cardasi i due squadroni degli ussari di « Piacenza « e del savari e la banda a cavallo del capitano Galli si spingevano verso Meserra. a ovest di Cardasi, e tornavano dopo una lunga ricognizione senza aver incontrato nessuna resistenza. Si può dire che con oggi si chiude il primo periodo della conquista del sud bengasino. Questo periodo splende di due vittorie: Sdkaneb e Scleldima, e culmina colla conquista di Msus. Alla conquista di Msus è collegato, indivisibilmente Il nome di colui che da tempo si è dimostrato uno dei migliori, del più arditi, dH più abili, del più fortunati nostri condottieri. Il colonnello Giulio Latini, cui è da attribuirsi il merito più alto della vittoria di Scleldima; che ha condotto la marcia su Msus — marcia in paese quasi ignoto contro un nemico di forze imprecisate — con rara energia e con audace slancio; che ha risoluto, secondo t nostri poti, colla sforza delle armi., còlla potènza "del 'trionfo,'nuóile questioni di questa finora indomita regione della Cirenaica; che, secondo t nostri voti, è destinato a compiere tutta la conquista di lutto il paese. Il salato dì Bergamo al col. Latini Cardasi: campo dalla cotenna Latini, 6 mano, aera. Oggi non sono avvenuti che dislocamenti di compilai e di truppe. Il generale Ferri ed il suo Stato Maggiore, sono partiti in automobile per. ritornare a Su'-ul: ed a Bengasi. E' anche partito per Bengasi il direttore dell'Ufficio politico presso il Corpo di occupazione, tenentecolonnello Vaccari. li quale venne, come già vi. scrissi, colla colonna Latini a Msus, presenziò alla' distruzione della Zavia, raccolse informazioni, esplicò un'opera di consigliere intelligentissima ed attivissima, ed ora toma alla sua sede fissa Colla colónna Latini egli Ita lasciato un altro ufficiale dell'Ufficio politico, ti capitano Bic■.ardi, esperto coloniale, che fu già in Eritrea c al Congo belga ed in Somalia, e che ora seiiuira la colonna Latini nelle ulteriori operazioni. Ancora slamane è partito da - Cardasi, diretto a Scleldima, il ló.o battaglione bersaglieri deb maggiore Turini, il battaglione del I6.0 fucilieri del maggiore Mauer ed una se: zione di artiglieria da campagna della batteria' Cori'nllano. Queste forze èrano condotte dal colonnello Meomartlni. u quale, coi fucilieri, proseguirà per Suluk, donde farà pòi ritorno a Bengasi. sono anche partili lo squadrone di meharlsll del tenente Perricorie, per Suluk, e' la banda indigena a cavallo del capitano Marozzi per Bengasi. Le truppe che rimangono a' Cardasi sono tutte raccolte al comando dei colonnelle Latini. Questi, tornando qui a Cardasi da Msus, ha ricevuta dal sindaco di Bergamo, sua patria, il seguente felice telegramma-. * Al comandante della colonna nera, che rinnova in Libia le eroiche gesta del forti figli di Bergamo e con ardita mossa decise la recente vittoria di Scleldima, la città natale, commossa ed orgogliosa, manda un plauso ed un saluto cordiale. Con particolare affetto il sindaco aw. Preda». Il saluto simpaticissimo della sua città lontana, tra i suol poggi lieti erodenti, e quello certo che giùnge meglio di ogni altro caro qui tra le colline brulle di Cardasi al fie'ro vincitore di Scleldima, all'ardilo conlinciatore di Msics. E'questi ha risposto, naturalmente, laconico: « Commosso, ringrazio. Premio piaggiare non potevo attendermi pel compiuto dovere. - Latini >. La imova colonna Latini CUluh: rampa dalla colonna La ti ni, 6 mano, notte, Stamani, la colonna Latini ha abbandonato Cardasi, nuovamente costituita cotte truppe che già ne fecero parte e col reparti residui della sciolta colonna Ferri. Abbiamo attraversalo la pianura meravigliosa di ubertà, colti , vaia la gran parte a campi-di orzo, stendentesl al] tutta venie e fiorita e primaverilmente odorosa, ti tra Cardasi e Suluk. Net pressi di Suluk abbian- mo incannato <l colonnello Meomarttni ed II e- battaglione del) ltt.o fucilieri, del maggiore ri-Mauer, che lasciarono slamane Scleldima. e a- che domani proseguiranno per Bengasi, preceo Unti dalla banda indigena a cavallo, del capin- latto Galli, il quale pure fa ritorno a Bengasi. i- La colonna Latini muoverà verta sud, doma-di ni, nel pomeriggio, avanzando con una prima e, brei/e tappa fino a Tilimun, a una quindicina e, di chilometri di qui. Dopo domani proteguiràU fino a Coreuta. n-\ . . ' «... In marcia per Tilimnn coapctindnngdti er i. n-. Tilimun; campo dalla cala un a Latini. 7 mano, atra. Siamo parUU^da Suluk poco dopo mezsogior- no. e ftamoaluntt'a. TÌUsnun. verta li 18. La ' a i l I e e -^Ja'B^rka'clHamra — terra rossa — ed è un a paese di eccezionale fertilità, verde come una a pianura piemonteje e fiorito come una aiuola à^ giardini che abbiamo percorso nel giorni i scorri da Bengasi a Suluk, da Suluk a Scleidi- colonna Latini, per qùlsto secondo periodo di) operazioni nei sud bengasino, è stata come ho accennato ieri, ricostituita. Comandante è sempre, naturalmente, il colonnello Giulio Latini, che ha per aiutatile maggiore il capitano Martorelli, con funzioni di capo di Stato Maggiore, il capitano Riccardi per l'opera politica, il tenente Montanari direttore dei 'servizi di Intendenza, ed il sottotenente Brucasti. Compongono la colonna u 2.0, il 3.0 ed II 9.o battaglione eritreo, comandati rispettivamente dal maggiori Sardi, Stennio e Guaslone; ti battaglione del Benadir, comandato dal maggiore Malladra, ti gruppo di artiglieria da campagna^ comandato' dal tenente-colonnello Pizzone e formato dalle batterie del capitani Corlgliano e Marinetti; ta batteria da montagna, eritrea, del capitano Verdiani, lo squadrone ussari Piacenza, del capitano Cardani; lo squadrone di savari, del capitano Protoni; lo tquadrone di meharistl, del lenente Perricone; un plotone di zaptiè, comandato dal sottotenente: dei caralinieri, Bonghi; una compagnia di zappatori del Genio, comandata dal capitano Ferenti; una sezione della Sanità, comandata dal capitano medico dottore Cossu; una sezione della assistenza; una sezione radiotelegrafica da campo, comandata dai tenente del Genio, Amoroso. Mossi, come ho^detlo, da Su'uk poco dopo il mezzogiorno, avanzammo per la pianura, tutta verde di orzo e di erbe, tutta fiorita di rosolacci color di fiamma, dt grandi margherite bianche e gialle, di anemoni d'oro. .1 nostri cavalli, mentre percorrevamo 'e varie schiere della lunga colonna, galoppavano con giocondità nuova suo 'fresco tappeto odoroso, sotto lo smagliante ardore del meriggio. La regione, di solito intestata da qua'che sanguinario razziatore, appariva deserta. Giungemmo in pieno meriggio a Tilimun. Nella Zavia — un grande edificio di pietra e di malta di terra, secondo l'uso di tutte le costruzioni locali, di cui un lato poggia sui ruderi granitici di una antica costruzione romana, — era un guardiano, silenzioso e solenne, che ci guardò torvo quando dalla porta di sagoma moresca spiammo nell'interno della moschea austera e linda, poggiata si* una,duplice terie dt colonne. À/Èllimun, oltre la Zavia, che è una delle più importanti della Cirenaica, tono quattro o cinque gruppi di case, disperse intorno, a distanza di trecento o quattrocento metri le une dalle altre, per la verde pianura uniforme infinita edme il mare. Stasera, la colonna Latini accampa qui, a Ti'imun, Un paesaggio caratteristico Nuctat Carcura: campo della colonna Latini S mano, aera, Attraverso l'apertura triangolare della tenda marziale contemplo un paesaggio spiccatamente caratteristico àelVAfrica, cosi spiccatamente, caratteristico che pare^ artificioso, di maniera. Badure irregolari di sabbia segnate qua e là di ciuffli verdi di sparto e di cespugli spinosi; si levano t rami bianchi, nudi; stranamente contorli, di pochi fichi nani; si levano i fusti seami, scabri e gli alti pennacchi delle palme. Oltre le dune invisibili, odo l'alterno rombo vasto dèi mare. Sul paesaggio, non lieto, ma indicibilmente fascinoso, si incurva il cielo colorato del più intenso azzurro luminoso, dei caldi, splendori del tramonto. Siamo parlili — la colonna Latini, ed il piccolo gruppo dt giornalisti che la seguono nella sua audace avanzata — stamane da Tilimun. Abbiamo camminalo tutta la mattina per la pianura verde e fiorita; al limili estremi la fata morgana costruiva, entro una tremolante atmosfera azzurrina, illusori paesaggi di laghi, dt colline, di boschi; e lo strano, meraviglioso fenomeno continuava, cangiava ad ora ad ora dt modi, quando, verso sud, ci aiiparvero bianche sul gran mare verde della pianura, ile prime dune di sabbia di Carcura Eravamo prossimi al limite del Barka el Uamra eoi Barka el Brida, vale a dire della terra rossa colla terra bianca. La pianura costiera, che si amplia a sud di Bengasi tra le pendici occidentali dell'altipiano ed il mare della Gran Syrté. si divide sotto l'aspetto agrologico in due zone. Quella a settentrióne di Carcura e di Sidi Hamtd el Magrun, è detta ma ed a Cardasi, da Cardasi a Tilimun, che abbiamo percorso fino a slamane, stupefacente ad ogni passo per la sua. ricchezza e. per. la sua bellezza. Gli indigeni hanno affermato che ni averta regióne con un sacco di orzo di se- a . - , a mente.,nelle annate, regolari, rifiati»» ira cento n a a i i d o a a a e e i a e a e to e centoventi succhi di raccolto, e che nelle annate fortunale, sempre per ciascun sacco di orzo seminalo, si hanno- centocinquanta e cenlosiesranta sacchi di raccolto. La zona a sud del parallelo Carcura, Sidi Hamed el Magrun, detta la Barka el Belda — terra bianca — è U paese che ci prepariamo a percorrere ed è caratterizzato da dune sabbiose, che tratto tratto si abbassano è si splanano per ceder luogo a paludi saline. Uscimmo dal Barka el tlambra poco dopo mezzogiorno ed entrammo nel Barka el Brida. Lasciammo la verzura tresca dei campi e la fiorita disusa dei prati ed avanzammo tra te prime dune di sabbia, verdeggianti solo di gualche at}pro cespuglio, fiorite di candidi aititi del mare dalla corolla-virginalmente.deXkatal dal. profumo acutissimo,- inebriante. V siamo giunti a Nudai Carcura, ove abbia mo vasto il campo, ove ospiteremo anche domani per una giornata di riposo. Una giornata di riposa Nudai Carcura 1 campa dalla colonna Latini, 9 mane, tara Oggi abbiamo riposato tra le bianche dune sotto le poche palme, davanti al risuonante mare di Nuctat Carcura. Sulla spiaggia della baja, che fu luogo di tbarco del contrabbando di guerra, sorgono le rovine dell'antica casermetta turca, distrutta da tempo a cannonate dalle nostre navi. Mentre passeggiavamo, oggi, visitando queste rovine, scoprimmo presso di esse un macabro cimelio : la parte anteriore di un teschio, simile ad una tragica maschera funeraria, ripulita perfettamente ed imbiancata dai giuoco dei venti, della sabbia e delle onde, ed alcune ossa umane. Chi sa quale etnico spirilo aveva raccolte queste osta e, senza alcuna intenzione di pietà, ne aveva formato un minuscolo monumento, in cui l femori, sostenuti dalle tibie, levavano il mezzo teschio in cospetto del mare, a contemplare a mare col.ghigno impenetrabile de'le sue occhiaie vuote, della sua mascella sdentata e infranta.' Presso le rovine della caserma turca ricono, scemmo i ruderi di un'antica costruzione romana. Più avanti, nascoste dietro una duna, ritrovammo tre tende beduine, abitale da un vecchio e da qualche donna, i soli rimasti della popolazione, del resto ben poco numerosa, dei luogo. Gli altri sono fuggiti appena nei gloml scorsi seppero dell'avanzata delle truppe Italiane. Visitammo cosi, approfittando della giornata di riposo. Nuctat Carcura. A mezzogiorno giunsero da Ghemlnes due compagnie del a.o fucilieri. Sono venule costituire il presidio 3i Carcura è resteranno a vigilare li luogo dopo la partenza della colonna Latini, che domani riprenderà la sua marcia verso il sud. Fucilate beduine centra nna torpediniera Nei pomeriggio approdò ne'la baja. di fronte alle rovine della caserma turca, la torpediniera Orsa, comandala dal tenente dt vascello Lauro, con a bordo il capitano di corvetta Bau stracchi e il un greco, pescatore di spugne, marinaio espertissimo di queste coste. La torpediniera, parlila stamane da Bengasi. aveva il compito di riconoscere la, costa sino a inclina. Navigò, mantenendosi vicino a terra, appunto fino a Zuetina. Qui, mentre gli ufficiali di bordo eseguivano dei rilievi della spiaggia, dalle dune che coronano la spiaggia stessa, partirono, tparale contraria torpediniera, alcune schioppettale. Erano pochi beduini, che manifestavano inefficacemente, per fortuna, ma molto chiaramente, il loro spirito. L'Orsa rispose afe fucilate con una diecina di colpi dt cannone. Poco dopo, mentre tornava verso nord, passando avanti alla piccola oasi di Ghegail, la torpediniera fu ancora salutata da terra da altre fucilate. Sostù e rispose ancora col cannone. Quindi prosegui nel suo viaggio dt ritòmo fino qui, a Carcura. Qui, il capitano di corvetta Batstrocchl scese a terra per conferire brevemente col colonnello Latini. Poi, verso le 17, la torpediniera riparti per Bengasi. Domattina, la colonna Latini andrà a Suoni El Benditi, accamperà domani sera sul limite del territorio della tribù dei Mogarba. Dopo la punizione infiitla al ribelli della tribù degli Auaghir, di cui ritroveremo domani a Suoni El Bedtn le ultime ailet, è ai ribelli Mogarba ora che, in nome di Sua Eccellenza il generale AmegHo, il colonnello Latini minaccia ferro « fuoco. MARK» BAOM. sbcrbngnzltlos—lgnrliasldadznnesqcmdtd La marcia della colonna Latini da Zauia Matta al La marcia della colonna Latini da Zauia Matta al