Uno spregiudicato

Uno spregiudicato CRÒNACHE liTSfTEHA«IB Uno spregiudicato Gli Uomini, le Donne, il Cavaliere dello, gSpirito Santo, il Fato Moderno, l'Orchestra, pin aordina, 1* Città. Giorno di sole o d'om- • aHr», di bufera © di pace. — E questa è, secca^ epigrafica, d'una bizzarria sconcertante, la. didascalia. Poi, subito 3i apre la giornata. «E' compare della Commedia il Cavaliere della Pflms, Comare la beffliesima etèra Meridiana. Improvvisa la Commedia un solo e Boonoasiuto personaggio, il Cavaliere dello Spirito Santo, ohe siede mascherato nelle -nicchia del suggeritore. Il Compare o la Comare' annunziano dalla ribalta i personaggi i. Come affiora in cielo l'ora antaluca Da, viene innanzi, evocato dalle parole ohe escono di sotto le cuffia, lo spegniture di lampioni. E deve dire: « Ogni notte, quanti d'e verso quest'ora, capita fuori il giorno. ■ jaed ragionaménti ! Non è certo possibile » che una mattina per caso ricominci a far udcle|*stcsu,tóL„ La vite è regolare. Peccato, perr&S aìù lunga se nf prende l'abìtud^ele secca, di morire anche quando' a'è in • miseria. Sono vecchio, vidi molte cose, «idopo l'olio.venne il gas, dopo 0 gas la «-luce elettrica; rimane in piedi qualche ..decrepito lampione, ma sembra un lumino '«'da morto nel mezzo di un cimitero. E. «cosa verrà dopo? I mestieri d'una volta « van"o dolcemente a farsi benedire; adesso .' <r per campar la vita bisogna ohe un po « vero cristo ne sappia quasi come un pro« fessore d'Università ». Allora il professo're d'Università, lo smorzatore per eoceHenza, lo spegnitoio fatto uomo, vien fuori aneli'egli alla battuta del lampionaio, ed erutta rassegnato il compendio della sua fetida filosofia. Per conto suo egri ha ingerita l'Enoiolapedia Universale, sa tutto e non capi;Boe niente, il sapere è una commedia, sua moglie una prolifica Santippe, i suoi duecento scolari altrettanti imbecilli, « senza [dubbio l'ultima parola di tutta i sistemi filosofici "è un sillogismo-ohe si chiama: lo | stipèndio. Mia figlia, futura professoressa in {belle lettere, oggi vuol imparare il tango ». l'Altra battuta; viene il maestro di tango, «empio attuale.di una umanità che fa fortuna coi piedi; ma tenendo i piedi in arie si fa l'aviatore e si compie il cerchio della morte: quattrini e celebrità. — Ed ecco la ! pellicola è avviata, luminosa, tremolante, ronzante; e schizza sullo schermo scenette le figure, uno spolverìo di vita, i cenci e le collane, le maschere e le carni, la gravità accademica e 1* smargiassata avvenirista, il parrucchiere da signora e il filantropo, le 'ragazza da marito, la suffragetta, il prete; il giornalista, il banchiere, il rcmoiakuo]o; il medico, il deputato, la ballerina; l'uf fidale di cavalleria, la signora elegante ^ js, j.poi ìé'ragazse teàviate è i cornuti felici, 'il conferenziere e il bombardiere; l'impiegato dei lotto, il contorsionista, la maestrina d'asilo, la serva della favorite del principe reale, l'automobilista; e vi* via, in ■una successione volta a •volta meocan'oa e dialogica, l'impiegato e il fannullone, il cavaUottiano e la bustaia, l'attore, il giudice, : l'avvocato,H cantante, l'orologiaio, il ladro, il questurino, l'albergatore, il pompiere, il lustrascarpe ; .pad il mercante girovago di tappeti orientali, il Re, la venditrice di se stessa, il cruscante ; e la levatrice' e il becchino e lo sampognaro e il facchino e l'imbalsamatore di cani, il maestro di scherma, la canzonettista, il padrone del teatro delle pulci, gli innamorati, la zitella... E àncora, ancora, il socio della Lega per la probazione degli animali, lo spadaccino, il perito, il bevitóre di Whisky (Blak and White Whisky) il giovine marchese, gli autori iacompreei, 1 critici, il parassita, 0 globe trotter, l'intervistatore, la lavandaia, « la signora che i francesi chiamano cocotte*; • via via via un uccelletto, la rondinella, un can barbone, e l'assessore municipale, e l'avventuriero, e l'autore fischiato, e poiUdco, l'adulatore, l'astronomo, il Negro, il vegetariano, il bibliotecario, Nouma-Hawa, le tigri, l'elefante, il crotalo, l'orso, i pifferi di montagna, il- gastronomo, lo scrittore ce lenze, l'epigrafista, e al fine.il Glicine, il Tiglio, il Cipresso, il ronzino della vetturadi piazza, l'efebo, la sonnambula... Sono ven iiquàttr'oré che il nastro' gira, che lo echer \fb^«p tominoeo traballa, che l'azione volantoscherza, ride, ghigna, che fl pubblico ita mi-Ta e l'ascolta, l'applaude e la respinge; sono ' passati centinaia e centinaia di personaggi, tutto un móndo diverso si è raccolto e dissolto, uòmini e donne, caratteri e fantasmi, gesti e colori, come un sogno, come tanti sogni, come una realtà composta di tanterealtà, come un giuoco, una commedia, una sarsa, un non so che di voluto e di assurdo,disegno e improvvisazione, fantasia e ironia,satira, Brida, letteratura, invenzione e imitazione; insomma un intrico composito, capzioso, sfuggente, e insieme una carnosità, una sodezza, un movimento che vi attirano, vi legano, vi tengono con cento appigli subdoli, strani, nervosi, come i tentacoli di un vostro indefinibile e capriccioso. Poiché tutta questa materia vive e si agite percorsa da uno slancio interiore di immaginazione e di liricità, che vi sorprende l'animo avvezzo alle noiose impressioni deBa solita letteratura quotidiana piatta accademica ateac éa. Chi ha scritto queste duecento pagineehi le ha gittate sul pubblico con la satanica spavalderia di un titolo inconsueto (Guido da Verona: Il Cavaliere dello Spirito Santoha voluto anzi tutto sfogare. un capricciola sua prima intensione fu allegra, fors'anche la sua mossa fu impreveduta e improvvisa,' si sente in tutto questo il giòco, la sorpresa, la burla; ma anche il piacere dallfantasia libera, il gusto nativo, l'istinto del iti nuovo, dell'inventato, gbbi # • gggno . intimo di una espansione artistica propria, la ricerca di una forma adorante affa originalità fantastica dello scrittore. Il c Cavaliere dello Spirito Santo s non è un capolavoro; e tuttavia un libro molto moderno, che avrà la fortuna di quei romanzi che l'hanno preceduto. Guido da Verona ha lètto Aristofane (versione del Roto agnoli) e, come il Romagnoli stesso, s'è sentito pre*o adatta tentazione di rifare alcun che di slmile-alle scene comiche greche. Ma, man tré il Romagnoli nei suoi drammi satiresco ci ha dato un esempio di modernità persuasiva: sólo fino a un certo punto, l'autore del «Cavaliere dello Spirito Santo), dotato di un»' sensibilità più pronta, ha fatto il salto più lungo, e sotto il patronato di Aristofane ci ha -dato senz'altro• la c rivista » moder- &3^ "T*^ è ™ lettorato • « lP^ °mdo da Veron* 6 un *~lt*e. ri j l a' •eo ha nessune delle responsabilità del primo1-verso le letterature classiche e l'antico. lf* Sua ideazione si svolge all'iniuori deH'aTOfbite del giudizio critico. Egli non ha assenno' degli obblighi e dei doveri e dei ritegni ^deBe persone addottrinate; egli non è un professore d'Unrversità. Non ha pregiudizi: per dir meglio non ha l'obbligo di far suoi i pregiudizi altrui. Vive della propria irresponsabilità baldanzosa in fatto di cultura e di filologia. Egli può dunque fingere di imbattersi un bel giorno d'inverno dell'anno di grazia 1914 in un porto della Francia meridionale, a Marsiglia, nel cavaliere Aristofane, c auteur de revuea claeeiqnes », il quale è tuttavia .vivo e verde e sta per imbarcarsi sul postale alla volta di. Atene, (love ha un pied-à-terre, come un qualunque buon suddito di re Costantino e contemporaneo di Venizelce. Ma egli vive in. campagna tutto l'anno, intento a lavorare, a confezionare ogni sorta di azioni teatrali per i signori autori francesi, c Se dessi oggi commedie sotto il mio nome certo mi fischerebbero, poiché l'immortalità, per sua propria, natura, è cosa ohe appartiene solamente ai morti. Sicché scrivo per gli altri, mi faccio ben pagare, ma non firmo. Voi saprete forse, egli dice si nostro autore, ohe a Parigi, ed anche altrove, .quasi tutti fanno cosi. Ma io lavoro per Parigi. Ho una mezza dozzina d'autori molto in voga, i quali hanno la bontà di servirsi alla mia ditta. Vado a Parigi regolarmente una volta ogni sei mesi, faccio il giro della clientela e sento cosa desiderano. De Piers et Caillavet, poniamo, vogliono una c.pochade »... (« il Re », vi avverto, l'ho scritto io) ; ma tralasciamo i nomi ch'è meglio l Dunque,- "X,poliamo-,' vuole usa iwista-per l'AHiambre, Y - an'altra per la Cigale, Z una c revuette » par il Théatre Michel, e oasi via... Si chiacchiera un poco insieme, ci si accorda sul genere, sui denari che posso far spendere per la messa in scena, sul prezzo ohe mi si pagherà, e quand'ho la cartella piena di commissioni prendo il piroscafo a Marsiglia e faccio par così dire vela verso il Pireo. Laggiù, poco fuori d'Atene, ho quattro palmi di terra, una bella casetta di campagna, un.giardino rustico, una vigna che matura sotto il clima dolce, ho qualcos'altro ohe non vi dico... e là tranquillamente lavoro. Vi avverto, caso mai v'occorresse, che scrivo anche drammi, tragedie, commedie sentimentali e borghesi ». Al qua! proposito Aristofane ricorda di avere di recente cavato da un romanzo di autore italiano il famoso dramma' di .un grande poeta, esule in Francia. Ah! Questo udendo, il nostro autore commissiona ad Aristofane una rivista ohe, di fatto' gli è spedita a tempo convenuto. « Ho ptaiselitT, meglio di non farla rappresentare, ma invéce la pubblico tal quale ». Questi i natali del « Cavaliere detto Spirito Santo i narrati con molta agilità di spirito dal prologo. Abbiamo in queste prime pagine una letteratura briosa, disinvolta, piacévolissima, La trovata è di una lèggeresaa fànlaefeica graziosa, piena di poesia e di ironia, oon solo Qualche brevissimo tratto ohe rasenta il volgare. Il romanziere moderno pa|xe P sìa temprato in un bagno fresco di letture classiche luciaaesche, booeaMniane, fatte con molta disinvoltura, ma con paripvnPnb«rriamflmbpcstnzSttcsdtoU^to. It pPOiog0 p«. m ooaqùwfc, -J^jj aditori; quando si levi o , , i tej a , quando si leva la tela la sala dello spettacolo è piena di attesa; la novità ai presente. Ma' durante la svariata rappreseli tastone, tutta sostenuta dalla voce del suggeritore ohe suscita- e muove i personaggi, la sorridènte curiosità del pubblico può dirai vada delusa. Sono brevissime scenette verbali ohe ri susseguono, si inseguono, si ingranano l'u , Ina nell'altra, o ri. ^■i*^~flT> l'una dall'ai p, , n a e ztec e, ido o) o, nvrla el i- tra;-.con pochissima coreografi». Ogni persóna due il suo brano; alcune sono rap presentate dal coro, altre avanzano cantando. Non so se Guido da Verona abbia letto i canti carnascialeschi del nel quattrocento fiorentino; ma un'aria gaia di carnasciale spira a tratti dalle parole, dalle presenta rioni, dalla scena. Citiamo il Coro delle Minorenni Traviate (nell'Orchestra, cavatine a pizzico, arioso ventoso, andante appassionato): ... quel giorno soffiava il forte che la gonnella s'alzò... «Chi soffiava era il vento, e noi lo sentivamo venir su per le gambe, curioso, curioso... Nelle giornate di vento, sarebbe meglinon lasciar la mano della mammina, perchnelle giornate di ventò è molto facile cadere.si, cadere su l'erba o dovecchessia... Badatebambine piccine, alle giornate di vento l E adesso camminiamo sulla punta del piediper non svegliare la mammina.... La mammina dice sempre: non voglio vedere su lveste nè pieghe ne fili di paglia.. Però, trle nostre mammine, ve ne sono alcune, anzmolte, che oi hanno spiagato cos'è il « vento »ed hanno aperto la mano... par lasciarci pie» dare Ma piega dtt ali • 'di pagD.a... Noi slamo bambine piccine, < con la boccuccia rossa, il nasino volto ■ all'In su... Giochiamo ancora con le palle,- col volani e con le bambola, ma qualcuna di noi deve regalare le sue bambole al suo fantolino piccino... qualche attira-Invece,- più birichina: preferisce.... rorripàre la bambola prima che venga al mondo II fantolino... E la mammina dice: — Come siete cattive, le mie bambine I Mai non fate durare una bambola neanche nove mesti... Ah, birichine! Tutte noi,, siamo persuase che mai più saremo buone,. mal più felici, e che 11 vento sia la rovina delle bambine ptectne. ma... Quel giorno sottlava ti torte che la aonnella t'alzò ». OheGuido da Verona abbia letto il Fauetf Può darsi anche questo. Altre volte l'ironia è più grassa, più greve e netta eoa brutalità meno dolente.' Dice 'il cenci aiuolo: « Pregherò per i suoi morti, buon signore (Guardi, ho la gamba gonfia come un barile! Ci vollero tre ore di spasimi per traaoinarmi fino all'ospedale; ma dall'ospedale m'hanno espulso perchè dicono ohe san nato fuori dal Comune. Santa Maria I che bel talento aveva mia madre,.a non sapere nemmeno più dove arrivasse il dazio! ». E i becchini: c I cadaveri escono di casa coi piedi avanti e scendono sotterra con difficoltà. I cadaveri sono pesanti. I cadaveri sono dispettosi. Trovano il modo di farci faticare più che possono... E' un mestiere pieno di controsensi quello del becchino; a*forza di stare tra il pianto viene il cuor gateS'impara ohe l'uomo è un peso: ni^nj^tro ». E la zitella: «Ho aspettato, Aspettato, per l'intera giovinezza: e finalmente crédo che non attendo più I Mi sembra d'esser rimasta dieci anni al cancello d'un giardino, e sono diventata io stessa il cancello che mi chiude ». Non si può negare la fantasia eia sensibilità poetica a un inventore di questi tratti. Ma se si vogliono pagine di più effusa liricità, di anche più squisita e tenera ispirazione,.si vedano quel!» del Glicine e del Tiglio : « E voi venite a passeggiare sotto i miei rami primaverili, nelle sere dei giorni di festa, ò innamorati poveri dellacittà, venite, quando sui laghetti color d_:_t- • • ■ j . , , . piombo ì cigni dondolanti s addormentano 1 c GYID0 °A .VE"?N*: " Cavaliere detto Spirito Santo. Stona di una giornata. — Milano, Bai clini e Castoldi. ^ sem la testa sotto l'ala, mentre ìé bambinaie scordevoli radunano in fretta i bimbi con iracondo strillare. Per voi, lentissimi innamorati, rendo.soave l'aria della città che rimane sem» maggio, della città tutta, pietra a ciottoli dove un fil d'erba è primavera. Camminate parlandovi piano; la vostra obliqua ombra s'insinua fra i miei tronchi e spare». Non sembra di leggere la versione di un t lied »? •*» Guido da Verona è uno scrittore fluido, di vena; questa sua « storia di una giornata » è un libro ricco di modernità interessante e curiosa. Cè dentro un temperamento d'artista che ha una sua sensibilità, un suo giuoco di- immaginazione, una sua tendenza .alla percezione e rappresentazione diretta dell'elemento morale della vita, senza il quale abbiamo detto più. volte che non può esistere arte. C'è sopratutto uno : scrittore che ubbidisce alla propria ispirazione e non ha pregiudizi di maniera e-di scuola. Ci sono pagine nel c Cavaliere dello Spirito Santo » che risentono dalla nostra letteratura accademica, ma la rifanno con una pacata ironia, cioè la rinnegano parodisticamente. Ce ne sono altre che risentono delle più spinto audacie futuriste. C'è anche un po' di dannunzianesimo. In complesso il libro è troppo lontano ancora dal capolavoro; ma in più punti la sua freschezza di ispirazione, la sua spontaneità e il lirismo testimoniano di un ingegno libero e feliceChe si vien chiarificando attraverso un dilettantismo motto .operoso. Aggiungiamo pura spregiudicato : Guido da Verona è di fatto come un viandante alla ventura, del quale ai può dubitare ohe tenda con serietà a una meta. Troviamo tuttavia in lui alcune qualità'che, per non esser comuni a troppi romanzieri italiani,. cpaiono anche più rare: e che non dovrebbero fallire a una estrinsecazione piena ed intera. LUIGI AMBROSINI.

Persone citate: Castoldi, Guardi, Hawa, Nouma, Veron