Lettere di Francesco Coppèe

Lettere di Francesco Coppèe Cronache Letterarie Lettere di Francesco Coppèe Un buon borghe68 quel Francesco Coppée, un assai buon uomo ; un felice e fortunato poeta, anche; ina che seri vesce di' gran bène lettere,"via, chi vorrebbe dire? —« Letti» » sa Mère et à sa aoeur, 1862-1908»; alle buone anime di Madama di Sé Vigne e di Monsieur Flaubert! Abbiamo di che con solarci, su questo magre paginette, elzevirianamente impresse dati grande editore delle sue opere complete, della continenza epistolare, deita castità (affettiva del bollente e fantastico nostro Calducci... c H est souvent dangereuz, è spesso pericoloso, de publier - la cor responda nce d'un éorivàn celebre » ; e come celebre, dai suoi primi inizi, Francesco Coppée ! Che cosa scriveva trentanni or sono, ■Giulio Lemaitre ai riguardo dell'autore del Reliquiario é delle Intimità? Ohe in Hramcia i poeti quasi non si leggevano più; che De Mtisaet già lottava contro la indifferènza del pubblico; che qualche studente, (non molti) sfogliava la c Legende dea siècles », che Lamartàne, già, ' Lamai'tine, cioè la « poèbio toute pure », 'iaveva forse chi ancora, lo amava e lo conosceva, tua ju provincia ; che Baudelaire, ecc. ecc., che Théodone de Bau vili», Leconte De Lyele, ecc. ecc. ; e che .Amatole Franca non aveva, cèrto conosciuto le dolcezze della seconda edizione. Ma Francesco Coppée era proprio in quegli «unni il. posta inverosimile, ohe si leggeva, si amava, e si comperava; il poeta che viveva dei suoi eleganti c Lemerre ». 'Fra impiegato al Ministero della guerra, aveva vent'amni e poca salute; Nel 1862, lo troviamo in campagna, vicino a Fontainebtean. Scrive alla madre per tranquillarla: « Je me iporte « complètement » bien. Tu non -hai idea del bene che mi fa l'aria di campagna,-un nutrimento abbondante, buone passeggiate, una vita regolata e naturale. 'Non'un -mal di capo, non un mal di stoma-1 co, inula !... Il paese è splendido. Sono ogni giórno più meravigliato delle magnificenze della foresta ». Fastello: querce, rocce, musco, effetto di sole fra gli alti fusti. Un salto di sette anni: 1869, Perpignano, tappa di un lungo viaggio fatto con infinite precauzioni. Dopo la .trionfale rappresentazione del Passant, Coppée ammala gravemente; va. « passare l'invernò a Amelie-Les-Raà-ns. Alla fine di mano, la salute è migliorata. Ma le forze non sono ancora tornate. « Vado a letto' presto, mi alzo tardi, e vado a spasso o mi scaldo il rimanente del tempo. Avevo tanto bisogno di riposo, .dirò anzi di pigrizia, che non ho nemmeno il coraggio di prendere un libro. Bene inteso, la letteratura è assolutamente abolita ». Qualche giorno dopo vuol chiacchierare , con la madre c mooouter un peu le pays ». Buon figliolo, Siamo all'estate del 1869. La principessa Matilde invita anche Francesco Coppée a passar qualche giorno a Saint Gratien. Me rimée, Gauthier, Renan, Flaubert, i Goti court erano anch'essi ospiti illustri. Due letterine: < Mia buoni cara madre, non ho nulla idi nuovo da dirti... ». Viene il 1870, l'inverno, tate» viaggio al Mezzogiorno, Bordeaux, Pau, « albergo eccellente, buon. letto,, buon -nutrimento, ma il lusso qui ù tale che ho molto timore che la mota sia salata ». Ma la posta pi i 'recapita un esemplare della ai-uova edizione delle sue opere. « Va benissimo, 'e scrivo a quel buon Lemerre quanto sono contento ». L'autcre aveva ventinove anni, era celebre. I miei ilibri @i vendono qui come ,1 pane, dopo il mio arrivo. Il mio ritratto è nelle vetrine dei librai ». Il vecchio Dumas che ia fatto a Pau una sosta di poche ore, non appena lo vede gli dice: « Era"tarasse, moi, homme de t&lent ». E' molto «secchio, il gran mago, tutto slombato, « ma è tcioUohostaoto la rovina di una grande immaginazione); per questo rispetto b venerabile ». D giorno) di Pasqua il poeta annuncia fastoso, il suo ritorno in famiglia E' l'anno detta guèrra. Per due anni, silenzio. Nell'agosto 1872 il carteggio riprende. Il giovane ■ba pubblicato gli k Umili », la sua fama è cresciuta. - • * » Dopo tutto pensiamo che un poeta ha diritto d' scrivere a sua madre.con la sua anima più' semplice, con la affettuosa bontà, il tono dimesso di un figlio, che vive nella modestia dslila sua sottomissione. Spesso la letteratura pare ci voglia .rendere cattivi, inquisitori, aggressivi. Abbiamo torto: riapettkutto la vita, il calmo silenzio di certenature oneste, laboriose è pacate. Alessandro Manzoni, se è lecito il richiamo, nemmeno lui, così affettivo, così nobile, così cristiano, ci. ha lasciato un bell'epistolario. Ci sono ture, anche ricche di tante .altre piarti, in tanti altri momenti, refrattarie all'espressione spicciola, quotidiana, dei loro sentimenti più intimi ; uomini di molto ingegno, e genii che non sentono la necessità di raccontarsi, ohe mou sanno espandersi in confidenze, ohe non riversamo la storia dalle loro crisi sui fogli volanti di una lettera, sia pur famigliare. K* castigatezza, è pudore, è timidità? O ò una-forma anche questa, capziosa, velata, ingannevole, di egoismo'! , Malaticcio, stanco, minacciato' dalla sua stessa precocità di un troppo pronto esaurimento, Francesco Coppée ci dà in questo epistolario l'impressione di un ingegno mollo economico, che non ti spreca, non dilaga, non ti espande ; ma rive di misura « di raccoglimento, di calma fisica e di igiene. « La tenuta- è magnifica, scrive dalla campagna. E' una delle più fertili della Brie. Seicento jugeri, 1200 montoni, una trentina di mucche, altrettanti cavalli. Cerco di iniziarmi ai particolari del» vita rurale; poiché un poeta deve tutto sapere ». E' un proposito, i ma cosi asstomatìcKmento accennato che può scache Jasc-arci dubbscei daSa esistenza ■ di uno etato danitao wn^i rgpdc, ijB- stmBtuqfinoscsae soqtachemncvdaarpfoqsccemaseceptrgsodutumdpgtopggpmpppqmchvsovnf*labscFtcmmI clamsqsGfctQdtpavL sto, -idillico. Gli Btati d'animo, ecco di che manca l'epistolario del poeta del « Cahier Bongo » o dei « Sonuets intimes ». 11 iqualo tuttavia sembra quasi ammonire la madre quando Ho dice: « Mia buona mammina, tuo figlio non sarà mai cho un poeta ; poiché, nonostante gli anni'che crescono, egli riconosce sempre in 60 quella Ingenuità di sensazione, quella facilità infantile di soffrire e di essere .felice ,di un niente che sono.la sorgente dei verri. E, francamente^ ò la sola qualità che egli si augura di conservare, intatta e pura, fino all'età dei capelli bianchi- ». E sia; ma questo -pagine difettano di emoziono e di sensibilità; famigliari sono, non intime. E forse ò da tener conto delia circostanza che il giovane Coppée voleva volta per volta tranquillare la vecchia madre, anzi che commuoverla. Quando ella si affligge dei primi vivaci attacchi dei critici all'opera del figlio, questi facendo tacere ogni risentimento, le consiglia ragieiialamcnte la paziènza .© « la filosofia ». Dopo tutto la fortuna mi ha-già pagato, o largamente, quel che iil mio molto debclo merito mi-'lasciava appena sperare, in danaro o in successo. Forse i suoi favori mi saranno nuovamente accordati, ma, in caso contrario, non avrò ancora il diritto di lagnarmi.». Le stesse speranze d'avvenire non hanno in Francesco nullla di ardente e di luminoso ; si appiattiscono nelle forme di un coscienzioso e tranquillante ottimismo, c E' impossibile che giorni migliori non vengano per noi e che la sorte oi rimanga avversa,.scrive dopo la ca duta del < Petit Marquis » e la lettura di una stroncatura di Sarcey. Salute e successo, tutto ritornerà, io spero. Siamo brava gente meritiamo di essere quasi felici, e, alla fine dei conti, la giustizia finisce generalmente per trionfare ». E' afflitto, ma non sooraggito; « sento che non sono ancora vuota to ». E sospira di lontano teneramente piccolo appartamento:di Parigi, alla campa gnia della madre e della sorella, i budini geni tutalari della sua tranquillità, della sua pace operosa, della bua musa delicata e domestica. Torna a mento l'idillio « j'écris près de la. lampe..., scrivo presso la , lampada. Si sta bène. Nulla si muove. Tutta piccola, in nero nel seggiolone rosso, tran quilla accanto al fuoco, la mia vecchia mamma è là. Ella pensa senza dubbio al male che mi esiliò, lontano dai ilei, lo scorso ijnverno, ma senza troppo spavento ; poiché io sono savio e .'rimango a casa quando tira vento. E poi, ricordando che d'ottobre, la notte, può rinfrescare, vivamente e senza f*r« rumore, eli» pone un ciocco nel focolare pieno di fiamme. Madre mia, tu sia benedetta, fra tutte le donne ! ». Tutto questo, come si sente,. détto con molta calma, calma dell'artista, ma anche dell'uomo. lezgdtsgrrcnpbDvdvpctTlsPPliredtmiecsizgcdUtsfGcsfspsadpnDicevamo ingegno economico. Nel 1873 Francesco fa un viaggio in Germania, t Tentazione»: il. libro di impressioni. Allora che fa? Scrive le sue lettere ad Alfonso Lemerre;-gli serviranno di traccia pel volume che scriverà. L'affettuoso Lemerre le cornili-icherà anche alla madre e alla sorella. Serviranno così al ilibro, all'amico, alla madre e alla sorella. 11 libro non fu mai scritto, e fu il colmo dell'economi:!. Ed ecco qui non ò più il poeta, è il francese. < Lasciamelo dir' subito, mio caro amico, che la Germania mi fa un'impressione assai profonda, assai penosa. Non bisogna dissimularcelo, tutto rivela qui una nazione possente, vittoriosa: una.nazione che si fa grande. Quando penso al nostro i n felice paese, così diviso, così stanco, e che si consuma ancora tutti i giorni in lotte sterili, *e quando lo paragono a questa Germania forte e unita attorno a questa Prussia che essa non amava punto, ' al fondo, ma che ' d'ora innanzi SPDmbdrttctfuevCiribdmricdsC e r o e o , e a a i , a a i i i a a , n e e a i o, e e i a os ma e o a a a oa easeguila scopre, sono pieno,-di.dolore per il presènte, c di timore.per l'avvenire. Assedio di Parigi! Presa di Corinto! Penso a quella bruta lo c ini placabile repubblica romana che entra in Atene degradata, e sano assalito, da mille-pensieri-malinconici...'». « Nemici nostri, nemici sono, o a lungo, oa fondo. Mi sono fatto 'tradurrò da Paolo alcuni passi di giornali tedeschi; respirano tutti l'odio alla Francia;; affettano fiu.ancho per essa un disprezzo al quale lo nostro disgraziato, divisioni politiche1 damino- qualche ragione di essere, ma cho c meno sincero dell'odio. Poiché so l'influsso della Francia, nazionon c'è più, il suo movimento.intellettuale, la letteratura, le arti,-la'ricchezza, del suolo, la^ varietà delle sue risorse, il buon gusto dello mode, incutono rispetto all'estero ed eccitano l'invidia. La Germania ha rabbia di sentirsi inferiore in tutte queste cose: la patria di Goethe o di Enrico Heine non ha un poeta ; il paese di Beethoven rap presenta sulle - scene le buffonerie di Offenbach. In pittura, nulla più che i pedanti.di Dusseldorf. E poi dotti, dotti e dotti 1 universitari e accademici, ma che essa ha l'aria di ignorare. H suolo, salvo in qualche provincia, ò povero. Niente vino; cereali pena. Si mangia mollo male.' Un onibJle cattivo éusto nei'mobili, nelle vesti, in.lj to. Sono sicuro che non si esporta ìiàew Tuttiquesti.vantiaggi' intellettuali e-materiali che la Francia ha su di lei, là Germania li sente crudelmente : il 'bombardamento di Parigi rioin fa venire' il.'vino di Bordeaux in Pomerania, nò Sedasi fa eprivere un buon libro. E' il lato consolante per moi; ma c'è il rovescio della medàglia, c'ò la prosperità e la forza di questa Confederazione del Nord, detta Impero, che si afferma e si consolida tutti i giorni. Il commercio è l'industria aumentano in grande pio porzione; i capitali, i nostri miliardi, circolano; non odo fare che elogi dell'amministrazione prussiana,'e ' vècchi Stati, ostili in passato alla Prussia, he sentono ora i benefici. E poi infine, e poi innanzi tutto, questa ammirabile organizzazione militare ! Non ò urna parola, qui.: ognuuo è veramente soldato. In breve, se, come luce, corno pensiero, la ..Germania ù in decadenza, essa ò e diviene, ogni giorno più, Uiia macchina di guerra spaventosa per potenza e precisione ». Ecco, alla fine, uno stato d'animo espresso: l'ammirazione! Troppo triste, per uh francese della débàcli, dovere ammirare la Germania industriale e militare. Tanto triste che il libro,' come dicemmo, non- fu mai scritto. Peccato! « E' più forte di me, confessava Francesco Coppée ; ■ la. vista- dei nostri orgogliosi vincitori mi rende molto più profondamente e più teneramente francese ». La letteratura francese poteva dunque avere, grazie all'animo sensibile e generoso di Francesco Coppée, un libro patriottico di più ; che non ebb?, grazie, forse, alle parnassiane eleganze delle sue rime. LUIGI AMBROSINI. H 1ICabbRiziochsidavusprlalaqufequ13nizalealgilaprsotrcrsivicizineprelibtesamFrancois Coppe. Lettre* à sa ■ Mite et à Soeur, 1862-1908. Publiées par Jean -Monval. — Paris, Lemerre, (presso Libreria Lattesì. . altermradebalabeficrerail dibelafuorfeDapati laneMliagauomInvot