Quel che dice uno scienziato italiano del cane ragionante di Mannheim

Quel che dice uno scienziato italiano del cane ragionante di Mannheim Quel che dice uno scienziato italiano del cane ragionante di Mannheim ' Del buon cane Ralf, di Mannheim, già ho I parlato; nè vorrei tornarci su, nemmeno per dirne 'cose di altissimo significato etico e eoientifioo, w non dovessi c^i privarci let-|tori della Stampa di tutta una serie d'aned doti carini e divertentissimi, tali che veramente sarebbe peccato l'ignorarli. 11 dott. William Mackenzie, il quale, nonostante il suo nome esotico, è scienziato italiano, od almeno stabilito in Italia, volle andare a Mannheim, come aveva fatto prima il pellegrinaggio d'ElberfeW, e siccome quivi aveva mostrato di riconoscere l'intelligenza dei cavalli del signor Krall, così facilmente ottenne dalla signora. Moekel d'assistere ai saggi di sapere del suo Rolf. Che anzi la signora, in una lettera nella quale gli prometteva di mettersi a sua disposizione per lo studio del cane, gli riferiva la seguenti graziose manifestazioni dell'intelligenza dell'animale, scelte fra le ultime avvenute, e fra quelle soltanto cEe avevano avuto carattere completamente spontaneo. L'11 settembre, la signora Moekel torna a Mannheim ,da un viaggio che aveva dovuto compiere per tristi ragioni di famiglia. Rolf o.la sua compagna Jela, rivedendo la. loro padrona, la salutano . tumultuosamente. Quando .finalmente sono cessati i salti ed i latrati, Rolf comincia a « bàttere » ogni aorta di segni. Si ricorderà come, a somiglianza dei cavalli d'Elberfeld, designi le diverse lettere costituenti le parole e le frasi,, a mezzo di picchi fatti colila zampina. Messa in attenzione, la signora prende l'alfabeto convenzionale, e con grande gioia rileva che il cane ha battuto: « Gliklig » (cioè « Glucklich », felice). Senonohè, due giorni dopo, la signora ode in cucina, ad ora insolita, un rumore sospetto di piatti. Ci va e scopre Rolf in flagrante reato. Un piatto sulla tavola ò vuoto: Ralf mostra un aspetto molto contrito. Si avvicina alla padrona a testa e coda basse, e batte senza invito di lei: Lol gdld. Non si dimentichi che Lol è il nomignolo di Rolf, e che questi, al pari di Muhamed, Zarif e gli altri dotti equini d'EUberfeld, usa sopprimere molto spesso le vocali quando sono comprese nel nome stesso della consonante che li precede. Cosi gdld equivale a gedeld, e quest'ultima ò forma dialettale dei bambini di Mannheim per « rubato ». A domanda della Moekel : « Che hai dunque rubato? », il reo confesso risponde: Brod (Brot, pane). Il 15 settembre, la piccola Frieda Moekel parte peti collegio, e non deve ritornare che a Pasqua; la buona mamma è quindi addoloratisetima e piange molto. Ralf tiene la testa appoggiata alla guancia della padrona; ad un tratto si mette a battere: Mudr nit ■weirn lol W. Il che, ristabilendo la giusta ortografia delle parole tedesche, suona: « Mamma, non piangere; fa -male a Rolf ! » Ecco il racconto ohe fa la signora in data del giorno seguente: c Una donna che era stata al nostro servizio, è venuta a farci visita con /una sua bambina d'un anno. Questa mostra grande piacere alla vista dei cani e s'avanza, con occhi brillanti, per toccare Jela. Questa, non abituata ai bambini, fa per mordere la mano della piccina, la quale cade spaventata e piangente. Io castigo Jela .per bene, del che Rolf sembra molto contristato. E' solito di domandare perdono, dopo una punizione. Jela,. invece, non è ancora progredita a tal segno; perciò stavolta non m'occupo più delle bestie e mi rivalgo a coneoilare la bimba. Ad un tratto, i cani vengono, a me ' tutti e due, s'alzano sulle zampe posteriori e mi fanno molte moine. Non ho nemmeno il tempo di dire una parola, che Rolf comincia a battere: Ila widr lib (Tela 'wieder lieb, Jela di nuovo buona) ». E quest'altra, scritta pure dalla signora, (17 settembre): « Rolf è etato tosato l'altro ieri, Jela lo è oggi : Dapprima Rolf se ne sta timidamente in disparte, mentre Jela vien messa sulla tavola. A poco a poco, prende coraggio e s'avvicina. S'accorge che ci meravigliamo dei numerosi abitanti di Jela, dacché le vien dato un bagno ogni settimana. Rolf si siede e batte: Lol vie! Floh, Jela vieler. La' formazione di quest'ultima parala sor prenderà coloro che conoscono il tedesco, ma essi la comprenderanno perchè è logica, come comprenderanno, sorridendo, la fras9 tutta intera: • Lol molte pulci, ma Jela d'i più! ». '•'Il seguente aneddoto è di tutt'altro gene re, ma non è certamente meno strano e meraviglioso dei precedenti. Alcuni mesi or sono, la signora Moekel ebbe motivi per sospettare che i suoi bambini si facessero aiutare da qualcheduno per risolvere i loro prò. blerai d'aritmetica, e nulla avendo potuto scoprire colle interrogazioni, decise di sorprendere i bambini stessi mentre facevano i loro compiti di scuola. Il risultato fu veramente inatteso. I due minori figli della signora sedevano col carne; appena udito l'avvicinarsi della madre, lo respinsero vivamente còli'esclamazione sommessa e concitata: a Via, Rolf! viene la mamma! » — « Tutti e tre » dice la -madre, « sembravano ladruncoli colti .in fallo ». La confessione dei colpevoli completò quanto la signora istessa aveva subito intuito: i bambini si facevano risolvere i problemi da Rolf! Ho detto: gli aneddoti sono interessanti e carini. Non è <men vero, però, che ogni persona la quale abbia fior di senno in testa, dfronte a racconti di tal fatta non può che dire: « Preferirei casi meno sorprendentforse, ma meglio appoggiati ad oculate testimonianze ». E ciò, quantunque il dottMackenzie, come le altre persone che si recarono a Mannheim per istudiare questi fenomeni, si dica -assolutamente convinto dell'onestà perfetta della famiglia Moekel, che nulla ha da guadagnare, e qualohecosa da perdere, in simili avventure. Tantoché l'avvocato Moekel non si deciderebbe forse a permettere che la sua casa divenga mira dellapubblica curiosità, spesso malevola, se nonrilevasse il buon effetto che queste ocoupazioni hanno sulla salute della sua signora, danni malata agli arti inferiori, in seguita flebite, tantoché è costretta a trascorrersettimane intere senza levarsi dal suo divano a ruote, mentre, figlia d'un ufficiate superiore, fu abituata a vita animatissimo sindall'infanzia e fino al giorno del l'in ferinitohe la colpì, Venimmo dunque alla relazione che il dottMackenzie ha scritto delle, tre sedute che eglebbe col cane Rolf, in casa Moekel. E' in(oreesante da capo a fondo ; non .accadoninfatti coll'animale della signora Moekequei lunghi periodi di attività, per cosi direnegativa, che si notano sei cavalli del sig KraM, e ohe fatino perdere talvolta ore in- tere. Rolf è « raeionovole » sempre, o qua- si sempre; soltanto può dirai che ci mette,qualehe volta, un po di cattiva volontà -a e o e a o a é f a 9 a r to o e : i a o e i e ti et. eele a vr- a un dipresso come potrebbe farlo uno frai nostri ordinarti scolaretti. Mostra però mi-nore forza di resistenza; un lavoro la cui du-rata sarebbe breve per un fanoiuHo, riesceeccessivo per esso: i suoi sforzi mentali simamfestone con sospiri, affanni, ebaditf «perfino talvolta con emorragia nasale Per-locche, spesso conviene sospendere la seduta,per dare ,ail! animale qualche munito di n-poso. Alla prima seduta cui assistette il dottor W. Mackenzie, il 19 settembre, erano pure presenti la signora e la signorina Moekel ed il dott. Wilser, venuto espressamente da Heidelberg. La signorina va a prendere Rolf, che arriva di trotto, lieto e scodinzolante e va a « dire buon giorno » a tuttiuro e va a « ulto uuuu giorno » a luudiLa Moekel lo fa sedere per terra alla sua de.. . 1 .. .. .. sfcra; quindi, porgendogli il solito cartonegli domanda se vuol lavorare da bravo. Risposta: m. . Allora il Mackenzie lo prega di diro eglstesso qualcosa, spiegandogli che preferisce sentirò ciò che avrebbe da dirgli spontaneamente. Rodf lo guarda un poco; poi battoc Chi, sei taf » (Per brevità, non riporterò più, oramai, il testo tedesco). Il dottore rimane un istante sconcertatoconfessa che non si aspettava tale domandanon essendogli mai capitato di sentirsi richiedere dell'essere suo da un cane. Nondimeno, reagendo contro lo stupore, spiega a Ralf d'essere venuto da lontano, perchè vuobene alle bestie e perchè, avendo udito parlare molto di lui, gli era venuto il desiderio di conoscerlo da vicino. Rolf sembra soddisfatto; guarda con. occhi brillanti il suo interlocutore e batte senza essere a ciò invitato: n Lol ti vuol bene ». Stabilite così le più cordiali relazioni diplomatiche fra i due, il dottore si accinge subito ad iniziare il programma d'indaginch'egli s'era proposto. Pensa di rivolgersanzitutto al senso canino generalmente più sviluppato, e, quantunque sappia che l'aifato difetta quasi completamente a Rolfpure gli mostra un fazzoletto, appositamente impregnato d'acqua di Colonia poco prima della seduta, e gli domanda: « Che cosa è questo? ». Rolf guarda, annusa, e poi baitee Un fazzoletto ». « Sta bene. Ma questo fazzoletto ha qualcosa di speciale. Vedquest'altro - fazzoletto. In che differisce da questo il primo? ». Risposta: c Sgualcito »Questo era vero; ma non era quel che iMackenzie voleva. _ Intanto entra il sig. Moekel festeggiatis|#iano dal cane. Dopo i convenevoli Rolf torna al suo posto. Gli mostra una fotografia rappresentante Rolf al lavoro, e che accompagnò una fra le mie precedenti corrispondenze alla Stampa, domandandogli: < Che cosa fa quRalf? » . Risposta: « Lavora ». — Bravissimo. E dimmi un. po' lavori volentieri? Risposta decisiva di Rolf :« No/ » — Ah ! non sei il solo. Ma perchè dunque lavori? Risposta: a Debbo ». L'interesse del dottore va crescendo. Chsi possa trovare qui una fonte del sentimentdel dovere?... — Se devi^ — gli dice — vuol dire ohese non lavori, accade qualcosa che vuoi evitare. Che cosa succede se non lavori? Risposta: « Botte/ ». Comica indignazione della famiglia Moekel a questa inattesa risposta, e proteste che « non è vero niente », e : « Guarda benche cosa dici, che poi verrà ripetuto », eccPiare infatti che di « bòtte » Ralf non conosca che il nome, in casa Moekel.. Egli sembra però molto soddisfatto della sua risposte scodinzola allegramente. E' evidente — dice il Mackenzie — l'intenzione umoristche l'ha dettata. Allora il dottore gli fa unpiccola predica, perchè dica la ragione veraRolf si dichiara stanco (battendo ripetutamente 4 colpi), infine dice: « La mamm(cioè la signora Moekel) è cara, ed anche padrone ». Dopo un breve riposo, il Mackenzie domanda al cane: < Abbiamo udito che noti piace lavorare. Ora vorrei sapere che costi piaccia. Che preferisci n tutto? ». Risposta: « Mangiare salmone a/fumicato ». (Si tratta d'una leccornia che gli fdata molto tempo fa, e che Rolf non ha madimenticata). Il Mackenzie gli fa un altro predicozzo, dcendogli che tutti i cani sanno mangiare, mche esso non è un cane come gli altri, e devpure amare qualche altra cosa. Rolf restun istante immobile, cogli occhi semichiusquasi come per decidersi sulla scelta da fare tea le cose piacevoli ; poi batte : Bilder (immagini). Si sa infatti che, come i cavalli d'Elbefeld, ama immensamente che gli si faccianvedere figure, sopratutto colorate. Al principio della seconda seduta, che ebbluogo il 20 settembre, il dottore domandal cane: < Mi conosci ancora? » Risposta« Sì ,. — Va 'bene. Allora saprai dirmi qualohcosa di ciò ohe ieri ti ho raccontato di mRisposta: May he usi (Mackenzie) . La signora spiega d'aver mostrato a Rolnel pomerìggio del giorno innanzi, £1 biglieto di visita del dottore. — Bene; quello che hai battuto è il mnome. Ora dimmi qualche cosa ancora di mRisposta: Gènita (Genova). Rolf ha dunque anche capito che il dotore abita a Genova. Questo può averlo sapto dalle conversazioni udito. Il Mackenzie estrae di tasca alcuni catellini, tutti uguali, in cui aveva disegnae fatte disegnare diverse figure, li fa mesca lare da una figlioletta dei Moekel, ne prenn uno a caso e, senza guardarlo, senzadio neo- suno fra i presenti abbia potuto vederlo cha ad rovescio, lo mostra un istante al canto domandandogli che cosa abbia visto. Dappre ma Rolf ci si rifiuta; poi, essendogli staa- promesso che gli si faranno vedere belle uu- magini, si decide, e' batte senza esitanzn Quadrato rosso ed azzurro ». Si guarda à cartoncino e si rileva che veramente è quel sovra cui il Mackenzie ha disegnato un qut. drilatero con matita rossa ed azzurra. li Si prodigano enoomii a Ralf, ma quesn- prende spontaneamente a battere.; l'inatteno sua comunicazione è questa : « Dammi le imel magini/ », il ohe equivale a dire: • Mee, chiacchiere, è mantieni la tua promessag.i Ti Maokeaiie gli mostra alta» ma* cartk 1 lina poetale il lustrata rappresentante un cane bassotto, e gli domanda che cosa ada. Risposta: « Bassotto ». | _ Benissimo. E tu pure sei un bassotto ?j Risposta: « Cane j _ Sei un cane; sì. Ma anohe il bassotto ; 10 è. In che differisce' da te? , Risposta: « Altri medi ». E poi subito: '« Altra figurai » I U dottore pensa di profittare di questo 1 forte <le3Ìderio per ottenere un'altra doman ^ , avrai _ dice _ . fai e ,che m tlI preferisca; gìì uomini Tle donne? » Risposta: « Donne ». — E perchè? « — Bei. capelli e. vestiti. Il Mackenzie mostra allora a Rolf la cravatta di vivo colore e la bella lunga barba bionda del sig. Moekel (La voce Haàr in te; ,1 ■ 5-. . ... ,1.f^f0. "*Pr<l«* ,. «pa^te a. capelli ed, fi la hai rval. n o-ll rnmunru n«iv/iIio Hnnniia a e * e a è o a a te a alla barba), e gli domanda perchè dunque;trovi gli uomini diversi dalle donne. Riapo sta: < Calzoni ». L'esaminatore sottopone alle persone presenti alcune figure del Multer-L^er «testi- nate a produrre illusioni ottiche; tutti ed cs-ìecano. tranne Rolf. Domanda alla piccola Moekel che cosa pesi di più, se una libbra di piombo od una di piume : la bambina si lascia cogliere all'insidia: il*cane risponde, dopo qualche tempo di riflessione.: « Nessuna' ». Il dottore ha portato con sè un masso di garofani: domanda a Rolf quanti fióri ci siano: dopo tré o quattro minuti secondi, il cane risponde: « 22 ». W. Mackenzie stimava, cosi ad occhio e cróce, che non avessero ad essercene più di 15; vuol contarli, ma ogni volte li a un risultato diverso: allora disfà il mazzo: i fiori erano veramente ventidue. Al .principio della .terza seduta, mentre Ralf sta accovacciato al suolo, cogli occhi semichiusi, la signora Moekel racconta alcuni _ episodii deMa vtta del suocane, accennandoiparticolarmente a vive simpatie od antipatìe'oui va soggètto. Ricorda, a questo proposito ohe, una votóa, essendo eBa uscita per via, incontro in luogo deserto un figuro d'aspet-to sinistro, che le parve meditasse qualche brutto tiro. Appena aveva ella avuto tempodi rendersene conto, ohe già Rolf s'era gettato alla gola del malcapitato, e ci volle del belilo e del buono per farlo desistere. A quésto punto del racconto, il Mackenzie nota ohe la coda di Rolf si agita; pensa che l'animale abbia probabilmente "capito tutto, e vuole provatilo. Lo chiama ad alta voce: Rolf si leva e lo guarda. — Hai udito ciò che raccontava la mamma? — Si. — E ohe cosa diceva? strae nuovamente un cartoncino da un grup — <3«e? , signore eattivo; Lol aiutare. Mamme, , - Il Mackenzie prende un giornale e invita il cane a- leggere il .titolo- di un artìcolo, scritto in grossi caratteri: Der Herbst zicht ins Land'. Rolf lo legge, ma trasformandolo, secondo la pronuncia dei Badesi, e colia solita soppressione di vocali, così: Hr hrbst dsid in land. La lettura ebbe luogo in modo che soltanto il Mackenzie e Rolf vedessero le parole da -leggersi. Ricomincia il dottore le sue esperienze per]accertarsi che Rolf possa descrivere una figura che .nessuno fra i presentì ha veduta, is¬ , po d'altri consimili e ,senza che alcuno possa scorgere ciò che esso porti, lo mostra, al cane. Questi si oppone dapprima all'esperienza; finisce per cedere, in seguito a promesse di zucchero, ma di malavoglia, e .batte : « Steh la azzurra; brutta/ » Si accertò infatti che si trattava di una stella disegnata col lapis turchino dal Mackenzie ; questi riconosce che il disegno poteva peccare sotto l'aspetto dell'estetica; ma interpreta la critica del cane particolarmente .come un atto di dispetto. Si estrae un altro cartoncino, che il cane descrive così: « Uccello, albero ». .E' un uccellino sovra' un minuscolo ramoscello. Gli si mostra un terzo cartoncino ; Rolf batto: « Dado azzurro e rosso; bastai » E' quel medesimo quadrilatero che era stato descrit- *0 con parole differenti, dall'animale, nella precedente seduta. Inutile dire che questo mio riassunto è in finitamente meno interessante che noi sia il racconto del dottor William Mackenzie. qua- , ]« e stato pubblicato, o sta per esserlo, in ™e/»-di Fu-enze, d2,re**a dai professori MorseUl',De„Sattf*M. • <*"do Vijla^ nelle .4f-chu ve» de Psychialrie del .prof. Claparède, di Ginevra, ecc. e più estesamente in un volumetto edito dal Formiggini, di Genova. Per l'autore, e rimane provato in modo incontrovertibile che l'animale è capace di pensare come noi pensiamo, cioè formando immagini verbali, che poi esprime così come noi esprimiamo (in seguito al necessario tirocinio), cioè mediante segni convenzionali univoci ». Quanto alla spiegazione del fatto, il Mackenzie emesse egli pure l'ipotesi che, oltre siVanima-razioein io, l'animale possa avere l'anima-intuizione. E' ciò che dai tempi di Platone, ed assai prima di Platone, s'era pensato dell'uomo istesso. Ed è pure quel oh* io medesimo aveva detto parlando, iu *llWBte col<"»n» istesse, dei cavalli d'Elber fekl> aggiungendo che le idee formate, così mtaitivamente possono forse emergere madiante l'automatismo. Se così veramente sia, l'avvenire lo dirà, MARI

Luoghi citati: Badesi, Genova, Ginevra, Italia, Mannheim