Il retroscena del Teatro francese

Il retroscena del Teatro francese Il retroscena del Teatro francese Agli alitati drammatici viene sovente rivolta in.società uria- sémplicissima domanda : non come si faccia una commedia., perchè è persuasone •'diffusa che-scrivere un lavoro drammatico sia còsa facile c comuue, ma caie si faccia a farla rappresenterò ; il che vuol diro che la cosuccia- da nulla, rfoè la commedia.; è già scritta e ricopiata. La ri- iemssaÉpósta degli autori Miami non ò sempre dagevole ©forse non sarebbe quasi mai sin- mcera^ Dovrebbero uarraiio quasi tutti, se inon' proprio tutti, le tristi doloroso vicende sdell* prima mezza dozzina dei loro lavori e bla stòria diventerebbe troppo lunga. Ci sa- .prebbè .materia per un paio di volumi. Un I autore francese, Michel Provins, invece ha ctrovato modo di narrarla in un volume solo, gColia'sua scorta perciò noi possiamo rapida mente conoscere come fa ad arrivare un giovano autore parigino; e coi tempi che cor- vinaso per suuo scrittoio di teatro anche ita- sjiano, giova assai più couoscere come ci si afaccia, rappresentar© a Parigi che non in cItalia, anche perchè per una commedia scrii- dta e fischiata là è molto più facile e pronta nla via in casa nostra. |n11 movane antere, del quale vi, riassumo ala storia, ha un bel nome: si chiama Teo- sbaldo de La Jambeìière. Ha ventisette anni ; g« semjw vissuto! in- provincia, nel «astello Mfamigliare-, insieme oon un unico fratello più pvecchio di lui di cinque anni; eppure, è af- afette da lunga data di teatromania. Segue il rmoviniemfco drammatico .parigino a distanza, pritegl'ia le critiche, legge tutte le commedie «nuove e ne Scrive anche. I vicini di campa- B. — . „„. - - r- goa e i dilettanti della cittaduzza, che vanta «tre o quattro saloni mondani, ove si fa del steati-o, gli hanno recitato le sue prime opere, dIl giorno dopo uno di questi trionfi locali,1 pil buon Teobaldo, ohe ha intanto avuto tutto "il tempo.e tutte le comodità per precurarsi rlina buona cultura d'arte drammatica e di- rrozzaré l'occhio e la mano colle prime coni- nmediols, decide di fare il gran passo : andare 8a Parigi per dedicarsi tutto al teatro. In- evano il fratello maggiore gli ricorda affet- rtuosaniente tutte le difficoltà : che non basta cscrivere dei buoni lavori, che bisógna, farli ferappreaentare, che l'alea e la fortuna hanno un*-parte troppo preponderante nella cai- sriera di un autore, che l'elemento passionale d indispensabile alla vita di -uno scrittore è Pun utensile di lavoro pericoloso e logorante... d•' tlire a teobaldo, quaile compartecipazione sui dreddito del patrimonio terrivo, che egli d'ora ln «ni u giuviuio auiwo piuvmiijaio pino |,a -la capitale. Come postulato dunque ad una 'carriera in arte drammatica, Michele Pro- f-, , Ora, Teobaldo de La Janibehere e a Fa- o«gì. Oh, la « Ville-Lumière », il « Cerveao vdei mondo », la « Citta del Just» e del peu- €siero »-"_.Qnale deserto! La, «oiatudine ira jgli uomini, -quale lento, ttei-riMle, 'lancinante 6tormento !._E quale.sforzo .per il provinciala sconosciuto, rompere codesta solitudiiio! In- lante, prima cosa-da fare è mutar nome e cognome:..perche essere un de La Jambeliè- cre, poteva servire attempo dello Crociate; ma. nel secolo ventesimo e nell'ambiente ar- tieticò danneggia : suscita invidie, espone al ridicolo, tradisce il benessere.famigliare... e troppi giovani colleglli suda«o per 1 esistenza cotidiania, troppi che lottano per il loro so- gno d'arte, debbono anche lottare per il pane: domani saranno forse celebri ; oggi non sono che affamati. Il nobile giovane autore che,egli aveva instato a casa sua: un gra- ha capito tutto ciò da un lampo di stupore geloso còlto negli occhi di alcuni, colleglli, zioto appartamentino di ire stanzette, pilli- temente"ammobiliate, e non la tradizionale Boffitfea, donde ri devo partire per la gloria. Allora Teobaldo mute nome e fa .proponi- mento di non. più portare colleghi giovani a casa sua. D'ora innanzi si chiamerà Gicr- gio Dàrvèl. Bel nome ! P— J modesto, ma non umile fetenza di quello di ft...«Però, il suo quarto di nobiltà gli g-Jova per essere presentato e bene accolto intasa del banchiere Dambreuil: casa aperta agli artisti-, perchè l'unica figlia, LUiana, tela, intelligente, pariginissiml, fa del teatro. Re- cita con passione e con molta attitudine: se non signorina deHa buona se.iete; sarebbe una grande promessa, m pochi anni di teatro vero potrebbe diventare una grande attrice. Lilitanaperorasiaoconteutedi recitare nel . . , 1 , ., , c 11 1 teatro che suo padre le ha tatto costruire in un'ala del palazzo : teatrino, che ella di- rige con tutte le regole dell'arte, _gergo coni- preso. Accomunati dallo stesso ideale, Gior- .*Ì°.x*Ì^iaiÌ!^Ì^Ì,!^i£*V; ventura del giovane p*rovmelale,, calato a Pungi -per dare 1 assalto alle scene, la coni- muove e l'esa3te. Elfe aiuterà Giorgio, che e scegliere nel repertorio di lui una commedia da rappresentare nel suo teatro. Le rappre- sentaaond da Liliana sono sempre un avve- nimento mondano, anche perchè casa Dam- breuil sa ricevere sfarzosamente. E' certo l'in- tervento degli autori più illustri, di qualche grande critico, di alcuni direttori di grandi teatri parigini. Insomma, Lflianalancia Gior- aio Darvei. Il giòvaiie autore comincia a vi- vere, ridotte in? debito proporzione, tutte le vicende, tristi e gioiose e tediose di una pri- ma rappresentazione: gelosie di attori-di- Iettanti, rinunzie di parti, pretese di ruoli, scontrosità, sorrisi compassionevoli e pietosi pel giovane autore, tagli, ritocchi, predizioni Jalattrofiche, ecc... Solo. Liliana ha fede: è vobnteria, domina sè e gli altri, e ricura di sè e dclTuccessoe dice al suo-giovaue ami- co..; -solamente amico, veh!..; e niente altro, perchè ella è destinate a sposare Taverof, pure figlio di un banchiere ricchissimo quan! to i Dambreuil... dice, dunque, a Giorgio, rgSsauisita: V'. — Io credo al successo questa sera per noi due, pei- voi, sino alla celebrità; e voglio che pos- siate poi ricordare con commozione la serTin cui la piccola Liliana vi rappresentò la pri- mi volta a Parigi. * a-ìeso non solamente di ue, ma di mokelerè rita; e vogliose ™s- commozione la sera in vi rappresentò la pri-E 3 successo non manca ; ma Giorgio com-pi^ade che è in massima parte di Liliana.AOl'atrtore nessuno dà importanza. E pure si è riveliti, ^uatenno. Tutti ne dicono "troppo naie, apecialinaote gU uomini del mestiere. Buon m«do! H gmppo dei gaudi autori W i inpagabile: esclama : il più generoso, Montanère, — Non c'è male... G e del buono, quasi come nelle vostre commedie, cari colleghi. E sopratutio vi è un bellissimo « entr'acte ! ». Ma Iàliana è perfetta: .non tralascia occasione per .mettere innanzi Giorgio c presenta agli autori celebri il timido eri impacciato debuttante: saluti discreti e benevolenti; mormorii vaghi di approvaziono cortese e inizio di squagliamento generale, Darvel però sequestra in un impeto di disperazione,' fi buon Montauère e ottiene un, appuntamento .per una lettura di. una nuova commedia, Ma invece di udire il lavoro, il vecchio e celebre autore fece quindici giorni dopo al giovane, tuia paternale ed uno sfogo- V' voglio togliere le illusioni e dirvi la verità. E la verità è che il teatro è divenuto infernale. Oramai tutti i direttori di teatro sono degli. industriali, che trattano tutti gli autori, anche gli-arrivatiasimi, come fabbri? canti di una merce che, portata sulla scena, deve procurare dei torti incassi. L'arte? Non ne parliamo. I gruppi.finanziari, che lanciano e sorreggono un teatro, sono gli stessi che amministrano, putacaso, una fabbrica di scarpe, così che lo etesso consigliere delegato giudica deia qualità del cuoio e dello stile. M voi, mio giovane amico, vi disponete * portare per tutta la vite delle opere d arte a codeste persone? No, voi siete in tempo, ritiratevi. Non siete persila»? Ebbene, sup poniamo una cosa miracolosa: che siate nu «al» a far leggero e accettare una commedia, Bisognerà distribuirla: cioè, trovare delle ■lilagrgipesaa a coanMprRrecadimcogeespevoAtrfaed.te*|T«" poliInaim , cr «tenne decise a non avere-Hutto trentanni, bl sroprae perone che abbiano 1 .amabilità, di ci dedicare qualche minute allo studio della. fcu parte, dunemtacando di quando in quando i g; "?r° affari privati, i loro piaceri, i loro amo- r1; J»r tutte queste brave ipersone, poi, cor-. d reggere le, parti, in modo che ognuno dica pi non <lu»"<> che occorre al lavoro, ma che m 8er>'« al suo mteresse personale, e così n- i'a ecriveirete dieci volte la commedia, e 1 ultima j,a redazione non avrà più alcuna rassomiglianza to con quella che avete concepita e scritta nella ,e febbre e nella gioia dell ispirazione. E que- _ ■<? situazione fatta agli aton cono- fa sciuti: pensate come deve essere quella dei fo debuttanti! E, tuttavia, il mestiere seduce, la P?«*e » ho perseverato... Questo volete tr dirmi? Ebbene si ; perche e il solo che di tanto in tanto ti soffiava m alto con unon- dimenticano gelosie, odii, «moiri, piaceri, do- c^ lori propria per vivere il loro personaggio; ^ - °° a t -x* * 'a 1 T*u 'Ua, prende torme, vive, canta, piange, ride ja fort? ? possente e domina poi sovrana sul è - - •- E Giorgio Darvei, non seguendo i buòni u on,nsig!/ii s; getta, an'imósamente per questa so v;à. jMontaaiere, che gli dimostra simpatia a €;1 lla kuoA cuorey gn promette di leggergli v ja commedia. .Sei volte però il giovane batte c 60llecitando alla porta della casa di Monte- r llère aenza che il maestro non abbia Ietto'.t nuj.iai Tra la sesta e la settima, forse per c ]itìeirajBÌ di un seccatore terribilmente eoe- m ciuto e resistente, legge, trovai! Javoro buo- m 110 e degno di rappresentazione, riceve il M giovane autore e in una crisi di bontà decide L accompagnarlo personalmente fino al si- v gnor Alexandre; direttore del teatro emoni- p no- La scalata al gabinetto direttoriale è dif- il ficaissima: non c'era-che questo mezzo: con le una lettera di presentazione Giorgio sarebbe! stato fermo in portineria, o, tutto al più; avrebbe conosciuto il fattorino dell'antica- giie tie'ò r.iconoscentissirao. Sono ricevuta' ^ n)eira de]]a «egeria. Darvei, che compren- Aiì j'impartanza del ' favore di Moutanère, « L'illustre dii-ettoro dà al neofita una seconda 3 doccia fredda"-" ." """" F „ Ma nm, sapeto uhe io ricevo in un solo P allllo pifi di settecento copioni 1 E per leg- gerli tutti occorrerebbero venti segretari, che ^ lavorassero quindici ore al gim-noì Ne ricevo nua nuniegau w>uu otaw: ncevMron noi re- ,„ gistro.^segretari di finanza, di prefetture, da Z lottopretetti,. da magistrati, da pittori, da £ ufficiali, da preti.„ senza tener conto del £ battaglione sicrodei professionisti, giornali- ™ sti, critici, attori, donne di lettere, ecc... E l voi volete portarmi la. vostra goccia d'acqua in queste n?are? . . "~ ", >* Dopo ila paternale, in seguito alle calo- ^ rose e convinte. jacromandazbni di Monte- nére, il direttore promette di leggere e m- r tanto assale l'autore, illustre, facendogli ca- j 1 • 1- 1 , • , ■ ,-. Cu pire che invece di presentare dei debuttanti S meglio sarebbe stato consegnare la commedia go che aveva promesso. Allora la conversione si muta in una disputa violente, che sale sino y t^JSF^b te in modo che 1 autore se ne va Sbattendo la porta e spergiurando che non darà mai pia nemmeno un diotogo a qnel teatro. Infatti,. .- cento repliche, e rimanda indietro la con>.* media di Darvei, il quale finisce alla strette 1 dei conti di pagare tutte le epese. E allora u il manoscritto comincia un viaggio circo- c lare per tutti i teatri' di Parigi, »mpre col 5e biglietto di ritorno. I giudizi variano: ora d !a commedia non è molto drommatioa e trop- c po comica; un'altra volta ò poco comica e troppo drammatica; oppure la situazione è ™e giudicata buona, ma il dialogo deficiente; ma m Sub||;dopo un altro giudici sentenzia che il a- dia^fo è buono, ma manca l'azione... Na- f turalmente, nessuno ha letto un rigo. Codesto ti viaggio dura cinque mesi e paro stabilisca Bi un miracolo di rapidità. Giorgio comincia ?è a disperarsi, Però la fortuna lo assiste: egli- i si serve di una stiratrice, che è cugina di ^- un'attrice in viste: Nady Gerbère. Nady è r, l'amante ufficiale di Margerin, direttore di c, un teata-o importante. Giorgio, che paga pun- ! tualmente elenza troppo conteg^U, la «, note della stiratrice, ne ottiene in cambio la fi simpatia, indi una racromand^^ - originale: i suoi miglivi n nipoti impuberi * precoci, cue assistono a «- tutte le sedute di lettura e giudicano con una [sfrontatezza inconcepibile; e poi egli vuole *-SLti» coll'autoro, d^udoronrigli, pro- tei per^aréerin, che gli fissa un appuntamento mè per una lettura. Margerin è un direttore b- oriÈiuale: i suoi mignon consiglieri sono due n -( -!co ™ «m»»»», --...-■•.,-.,.-> r-- .'ponendo modificazioni, tagliando finali, Iro- «i vandone dei nnovi. Insomma, dopo tre mesi Po di trattative, dopo aver rifatte tre volte te u. I commedia, in modo che l'ultimo riUcàmente I nWwiwitfin |MKf*teamecto *ik pam ■lione, Giorgio Oarvel ottiene da Margerin la promessa che il lavoro figurerà nel programma della stagione'prossima.'..; ma Giorgio non sa ancora che il 'programma è fatto per dare un contentino agli autori, che non saranno rappresentati! 11 giovane oominoia a scoraggiarsi, e dubitare'del suo ingegno, a giudicarsi un illuso. Trova Moutancrc, si confida e lo scrittore anziano lo conforta: I — Scoraggiato perchè nòti' avete potuto' ancora collocare la vostra prima commedia?i Ma ne dovete scrivere dieci prima di rap-| presentarne una. E' un écoeiMènte esercizio!, Riempirete i vostri cassetti; ma quando sarete arrivato li vuoterete. E' quello che capita ancora a me: i miei, migliori lavori di questi ultimi anni sono delle vecchie commedie di gioventù rimesse, a nuovo. Via, del coraggio. Mettetevi attorno ad un nuòvo soggetto e ricordatevi che il migli or modo per essere rappresentato è di fare una Mia .parte per la prima, attrice o il primo attore. Consiglio prezioso. Darvei! si rimette al lavoro e Scrive l'Eterno mascolino, in tre atti. Anche Liliana Io conforta., sebbene tempi tristi volgano per lei. Il padre, banchiere, è fallite: il bel pastazzo col teatro è in venilita.; ed ella deve .pensare da professionista aliarte drammatica per le .necessità dell'esistei»»!. T«verof;'il ricco'fidanzato, dopo averle'pirc posto non più uu matrimonio, ma un'unione libera, è da lei schiaffeggiato è cacciato via. Insomma, se Darvei riesce, potrà dare un aiuto-a. Liliana., la quale, dopo il disastro famigliare, si accorge cóme tutte le lodi dei critici, degli auten, dei direttori, amici della blIO„a fortunai torero solamente lusingatri ci. ,)esslll,0 0Ba Ie Qgra la pm „,cc]€sta ssrit fcum, Co8Ì ^.avversità l'amicizia dèi due g;ovalli si fa pm j„tima: diventano due as . n1a -nm sJ OTS1M) aucOTa,, L'amore di fronte aUo ^ da raggiunga ' è ^ pioco,ia) inuti,]e cosa da trascurare. Ora il ro manio dell'attrice si fonde con quello del i'autore. Darvei ha la fortuna di assumere j,a in „,„ gio,Tnaie di avanguardia, fot- to da giova,nij battagliero e audace: inso ,ente in80mma.. Moina, consiglia la severità : _ Graffia. chi dimostra di avere artigli, si fa valere_ _ Gior„io sague y consiglio pro. fondanwl,te femmineo. Il risultato è ottimo: la motisgìnia attrioe ^ Roselyne iegge ym trrno MascoUn0t dl Javoro bellissimo, hfe c-6 um magnifioa parte per lei e una ° - r- ■* ■ c^rbèr ^ , e e sa trova senza prima donna non.' Im2drCv(L(UmddLcsddgdgrdnssdle T*uuu "v* noseiyce portare salvezza, cioè s ja p,-;^ attrice e una commedia buona. Chi1 c è l'astore? Un giovane debuttante? Ahi! " ioti _.x»„ . " dpuò amicar© i un critico che si fa leggere e poi ei pois- sono prendere delle arie di mecenate.. Nói aiutiamo i. giovani! E si cominciano le pro ve. Darvei vive come in un sogno : tutto pro cedo a maraviglia: anche l'attrice giovine rifiuta la pai-te e Giorgio propóne" Liìiana. .tJn» signornMi' deU» buon* «Mieta, .dectiÉtffti che si dà all teatro, e una wgnorina note co me la piccola Dambreuil, che ha già un»,fa ma come dilettante? E' un ottimo affare: Margerin la scrittura e le prove, continuano, L'eterno mascolino strappa il successo: se'a vesse una firma onorata avrebbe le cento re pliche. Anche Liliana trionfa; e allora dopo il successo, i due giovani associati si gettano le braccia ài collo: comincia l'Amore! ! cdsdaqasIl primo passo ò fatto; ma il secondò è "più ifficrle del primo. La commedia del Darvei ^ostituì -un ìfUOa debutto' ,na «»be ohe ° «Sftuì uTi^ buon i cdg35 repliche;, non fu un srraude, successo. Frattanto pero, Giorgio, animato dagli ap- P1"^!* dallMwro, «cnw d impeto un nuovo 1 ^s^ti J^- ° rl™miuc^ ^Lff^JL^S^LS^.1 ^ 'ì nw"Mk> t«atTale'le commedie non entrano che ,„„„,,;,■„, f,„.,j_ , j»m i » ZnT ZU ™«i^U^,^ £"^3*^ SSjJSSJ^ * ^I' ' V*T ££P*S™ ^U^l^rU^V't' ™%JZ^^L^°ni^™®ÌOTg? Da™]> l^l^^S^?'!1 *2f"J?"° I^SS!^^ >*&*SSJÌ S^:^ TS^Tll ^,««,«^110 ma ^ rifiutavano d le» U 'imp8gni pmxdmtà. Dar^f Tun romantaco* si disnera e manifesta nròòost j; L:u,,_«:i. i>„m™ a: t ;i-„^. * 1 ProPoslw Cu rinuncia:, 1 amore di Ltbama e la sua con¬ S0XaZiontì fe, raeione di vivere ormai l'unico go0TKJ deya ga^Mem^. ^«,-0 diventa noio domA ^ ^Jào piu freddo sulla yj^. ^ conforta ma cerca di sferza e 1 tenta di Giorgio.'Le contrarietà però si a. voacou- La^For-a non riceve che rifiuti : rimane pia ohe ^ «etranaa in Char. direttol« deWa « Oomédie Ptóstenne^ **,, . r i- . . . t ■ \- - destinata .*rl. un ^Hf? <*• P» •amore.dBl' te 1 Artee "f1 m° S10^ «"*.?» a un amante, col quate wamai convive, deve convenire ohe il etto bel sogno « va offu 5,oando> ™e ^.f8"1^ che f1* ^ a deva 0CTO n.0T*> aaa « catena^ - compromessi, di mercati,.che baogna conciae ool^denaro, colle influenze.^oor baci. Da ™* P*™ Charmoy, che ha Ietto La Forza, a metto ^ concinone che LiW non vuole ancora non può accettare; e dal! altra Gioì-- - f° Patisce tormente se e la sua donna, e to tata*» anche piange come un bambino. E a B» le 'ueoessite della vite premono. Il reda ?}to dì e T^°'ff^ } 6 \' i- 'i^LO ™«are .1i ^Arteo adattersi *1 Ira ^nte. Lj lla),a va a è rf~var* Charmoy: po, Darvei e avvertito i cbtla ~T±L« l - .11 f™*? succee8° drammantco, quello che a « f ■**?%. ^XT^k V^Z£'ZZl^' a fica ^ mondo j**?*' r*!V* *ntusuas,U1' - . , % a «S1* .fiS^MSSSh&M a • P"4*1» ^J^L T1." e *a. La gloria e raggiunte, ma per via si e - teselo qualcosa dipiujprezioso: la sempli- to mitenti, nbdii ad ogni volontà, mesplwae bth « mistenose, ocnsacra da .una ewa alta e g^J^*5f«*^ 5» .... * .. ... l; !.„;,i,„„t », !,.:,.«*., - «te, la g«?»rosrta la ^a^»> ''^.hi* i Prezza. Un beliamo» e stato maculato; te una ^^SSS^iS^m mu te I na calcato le sue impronte «ut rl^oélndritiNINO ■•RUINI. *

Persone citate: Char, Giorgio Darvei, Giorgio Oarvel, Ietto, Michel Provins, Michele Pro, Nady, Nady Gerbère

Luoghi citati: Miami, Parigi