Laprima di "Parsifal" in Italia

Laprima di "Parsifal" in Italia Laprima di "Parsifal" in Italia Il poèma Raccontano i biografi ohe il Wagner com- ponendo il poema del Tristano, giunto alla ecena finale in cui Tristano prostrato ai piedi di Isotta anela alla morte liberatrice, ebbe un istante l'idea di introdurre nell'azione un nuovo personaggio : Parsifal in vesti di pel- legrino doveva recare agli amanti ebbri di morte il conforto della fede. Ma tosto ne smise l'idea: quel Parsifal che giungeva ina- spettato doveva riuscire troppo esh-aneo al- Passone-: il poema dell'amore e della morte ci'coucliiiuse senza che alcuna, idea cristiana ili redenzione morale attenuasse il cupio dis- tolvi dell'ebbrezza sensuale esaltata oltre o-'giii capacità umana. ìMa quell'idea Io perseguiva-. Nella prima-1 vera del 1857 mentre egli, nell'Asilo che l'a-, more di Matilde e la nobiltà di Otto Wesen-' donck avevano offerto al genio errabondo, at- tendeva a terminare il poema di Tristano, ' il giorno del Venerdì Sauto, Parsifal ritornò agli occhi della sua mante, ed egli lasciando il torbido poema, dello struggimento erotico, pensò e scrisse la sceua in cui Gumemanz spiega a Parsifal l'incanto del santo giorno|in cui nel rinascere della natura fiorente è adombrato il mistero della redenzione, e nell'anima dell'uomo pentito e purificato si insinua il senso delia gioia e della pace conquistate attraverso la sofferenza. Il mito che egli doveva riprendere e svolgere dieci anni di poi era antico, e risale alla fioritura delle leggende sorte attorno al oep po degli Evangeli. Nell'evangelo apocrifo di Nicodemo si racconta che quando fu precipi- jiato dal cielo, Lucifero, il più bello degli [angeli, recava sulla corona che gli cingeva la fronte un meraviglioso diamante. Quella pietra preziosa caduta dalla fronte del reprobo era stata dai patriarchi intagliata e ridotta in forma di calice. Quel calice era stato posseduto da Salomone; poi portato dai ro magi a Bethlemme era servito al Redentore nella santa cena. Nè qui erano finite .lo sue vicende. Secondo la vita di Gesù, scritta nelle suo estasi da una monaca illuminata, Giuseppe d'Arimatea aveva raccolto o nascosta la coppa, quando Gesù era stato /atto prigioniero sul Monte Uliveto: morto Gesù, in quella coppa Giuseppe aveva raccolto il sangue che stillava dalla piaga aperta nel corpo divino dalla lancia di Longino, tniuseppo fondò l'ordine che doveva custodire e onorare la coppa : il Santo Graal {ijraul o greal significava nell'antico francese scodella) ed il sangue divino. Questa leggenda rimaneggiata variamente forni nel medioevo argomento a vari poemi e romanzi in prosa: Chrestien de Troyes ne dette in Francia l'elaborazione più notevole nel suo Ftrceval le Gattois, ed in Germania, einquaut'anni dopo, un poeta cavaliere del tredicesimo secolo : VVolfram von Eschenbaeh, nel suo Parzival, rielaborando la vecchia materia celtica, ne formava il poema famoso da cui il Wagner doveva trarre lo spuntò del proprio. Wagner riprendeva nel 1876 a Bayreuth, all'indomani del trionfo della Tetralogia l'abbozzo iniziato vent'anni innanzi a Zurigo, c lo conchiudeva nell'anno seguente. La sua concezione morale del mondo e dell'attività umana si era profondamente mutata. L'antico anarchico che nel '48, al tempo della sommossa di Dresda, aveva creduto che la salute dell'umanità potesse dipendere da un fatto materiale: una rivoluzione politica ed economica ; l'ateo ohe incolpava le religioni dell'asservimento dell'uomo e nella libertà politica e morale vedeva la fine dell'egoistico regno dell'oro, il trionfo dell'amore e il raggiungimento della felicità, aveva già nel poema della Tetralogia mutato profondamente la sua visione. Poiché nou era possibile cucciare il male dal mondo, poiché il doloro era la legge universale dell'esistenza, l'unico rimedio consisteva nella rinuncia alla volontà di vivere, nella procurata rovina di uu mondo in cui la sete dell'oro e gli errori delle passioni sono incoercibili. I versi finali in cui Bruuhilde sulla rovina degli Dei, del potere, delle leggi, bandiva alla razza futura la leggo dell'unico elio superstite: l'amore, egli li aveva soppressi e non musicati. Era una via senza lisciti. La via d'uscita egli la trovò in una concezione nuova, quella che dovova informare il Parsifal, o la trovò meglio ohe nella metafisica, nella vecchia poesia degli Evangeli. La redenzione è possibile, ma ò possibile soltanto ali puro, all'ingenuo, all'innocente che ha in so la bontà primitiva dell'uomo che nei più c inquinata dai vivere civile : era una concezione che egli aveva già adombrata in Siegfried; ina Siegfried, forza primitiva o selvaggia, puramente animale, ebbra di godimento, era rimasto vittima <-gli stesso dello passioni: aveva trionfato dell'oro, delle leggi, degli dei, ma non del desiderio amoroso: il nuovo eroe dovrà, attraverso alla pietà pei* la sofferenza lunaria, uccidere in sò l'egoismo e con la rinuncia alla vita sensuale, fonte di tutti gli errori e di tutti i mali, alzarsi ad ima vita nuova di purità e di santità. Questa dotti-ina della redenzione e della rigenerazione non fu pur Wagner un puro fantasma poetico: fu, per quauto possa riuscir alquanto strano, una dottriua religiosa ed una fede soc:a]e. Sotto la influenza dolio teorie di Gobineuii egli credette veramente che i! pc-iio!'. regime carnivoro « dalle "ile semitico, che gli .avevano ano, corrotto dal immistioni di san- inoculato la sete dei beni' materiali e l'egoismo, potesse riacquistare l'antica purezza, e stabilire in terra lì regno dell'amore e della pace, All'eepressione di questo stato d'anima ed)aUa .manifestazione di questa dottrina, il Wasner elesse la, .vecchia leggenda migrato d'oriente; in occidente, rimaneggiandola se coudo il suo' sentimento e i suoi fini. Nel l'età visigota, tra i monti della Spagna set tentrioitele sorgo il castello di Monsalvato, la rocca che ospita i cavalieri del Graal, cu stodi della sacra reliquia. Più in basso, sulle pendici del monte si alza il castello incantato di Klingsor, il mago che ha rinnegato l'a more e con quella rinuncia inumana ha so quietato il potere di dominare coloro che subiscono l'incanto dei sensi. Egli ha costret to ai suoi servigi Kundry, il simbolo dell'e terno femminino, colei che infiamma, l'impuro desiderio dell'uomo: il demone originario, la « iosa di inferno », colei che sotto lo spoglie di Erodiade tentò il precursore ; l'empia ;che rase vedendo lo strazio di Gesù crocifisso, e che da quel giorno erra pel mon do cerq*ado se ritrovi Cristo e ne riceva il perdono : la carne schiava del desiderio, la Lussuria che nella nausea del piacere anela invano alla redenzione. Tra la rocca della fede cristiana e il castello delia sensualità pagana è antica la lotta: Klingsor da tempo insidia con le seduzioni della voluttà la virtù dei ca- drGuandsnpaglavalieri.del Graal per giungere al possesso del la reliquia e distruggere l'ordine da cui fu esclusi»:; od ora sta per trionfare: Amfortas succeduto al vecchio padre Titurel nel seggio del Graal' è mosso un giorno, armato detta santa lancia, contro il nemico : ma Kundry lo ha avvolto nelle sue spire: mentre egli giaceva in braccio alla maliarda, Kling- IA sor gli ha tolto la lancia e lo ha ferito al j fianco. Una piaga insanabile corrode le car[ni del re: non c'è balsamo che valga a risa naria: invano egli vorrebbe morire e sot trarsi ai' tormento. Deve vivere per espiare. E a cercare rimedi alla piaga si adopera Kundry,stessa, che nella sua doppia natura, quando in lei tace l'ardoro perverso dei sensi e nasce l'impulso verso la redenzione, fa opera,di umile ancella ai cavalièri del Graal, pur vagamente sospettata da loro, finche non ricade' nuovamente sotto il dominio dello stregone e soggiace al suo comando. E nel dolore giacciono i cavalieri, in attesa di un aiuto dal Cielo. Un giorno ohe Amfortas pregava fervidamente, una voce divina gli ha detto: « Pietà fa saggio il puro Folle: io l'ho scelto : tu attendilo ». E' il giorno della mistica Cena. Gumemanz, il Cavaliere del Graal, attende con due scudieri presso il lago, il corteo dei cavalieri che deve recare il ro Amfortas al bagno, dal quale spèra giovamento. Kundry ha recato nuovi, unguenta di Arabia per molcere la ferita. U» cigno svolazza sulle acque e cade colpito da una freccia. Gli scudieri accorrono e traggono innanzi il feritore: è un giovinetto svagato e incosciente che nulla risponde ai rimproveri eli Gumemanz: egli ignera anche al proprio nome: ma Kundry lo conosce: è Parsifal, il figlio di Gamuret, uccioo in .guerra prima che egli nascesse : la madre Herzeleicle per sottrarlo ai nemici lo allevò senz'armi e come un folle: ha vissuto come un selvaggio nel bosco, fabbricandosi un arco contro le fiere. E Kundry gli annuncia ohe sua madre'è morta durante la sua assenza. Parsifal sviene e Gumemanz e Kundry lo soccorrono. Gurnennanz, pensando che egli possa esser l'eletto, lo trae con se veivo il Graal. Nel tempio i cavalieri si apprestano alla santa cena. Dalla nicchia dove giace come in una tomba), il vecchio Titurel invita il figok Amfortas a celebrare il santo rito : ma Amfortas rilutta. La vista della coppa, ricordandogli tiù forte il suo peccato, gli è di insostenibile strazio: quando il sangue divino fluisce nel calice, il suo torbido sangue, corrotto d«l peccato, sgorga dalla ferita del fianco. Purè obbedisce all'ingiunzione paterna ed all'invito dei cavalieri, e il rito è compiuto fra i canti dei cavalieri e dei fanciulli. Parsifal ha assistito seuza comprendere: Guruemané lo investe con acri parole : < Non sei dunque che uno scemo? », gli dice, e lo caccia dal tempio. Nel castello incantato, Klingsor interroga 10 specchiò^ magico: in esso scopre che un nuovo nemico si avvicina: Parsifal ; ii purol'olle. Ed egli a'apparecchiu a contrastargli la vittoria con le sue arti più profonde. Evoca con scongiuri infornali la sua ancella: Kun dry. Ed el}^ appare come gravata di sonno e riluttante, all'opera perversa. Klingsor le impone il sito volere: lo insinua che il niuo vo nemico ;ò, un fanciullo bello e puro. Ma Parsifal è giunto già sugli spalti : inutilmente i cavalieri peccatori che Klingsor ha raccolto attorno. », sè gli contrastano il passo : 11 disarma e ferisce. E l'eroe giovinetto si trova in un vago giardino: uno stuolo di ridenti • fanciulle lo avvolge, cercando di sedurlo : ma le loro lusinghe riescono vane. Sottentra Kundry. Ella gli parla di suo pa.dre, della gii» infanzia, d'i sua madie morta: o a Pi'rsifaJJ.'comuiosso dal ricordo materno, ella ilice: «'Conosci altiue l'amore che infiammò Gamuret per tua madre Herzeleicle. L'amore che un giorno ti dio la vita potrà sanare la tua follia. Con l'estremo addio di tua madre ti da con lo mie labbra il primo bacio .l'amore-! ». E gli prendo il capo e lu bacia sulla bocca. Ma all'ardore del bacio, Parsifal ha la rivelazione del peccato; per la prima volta comprende lo soasinso che faceva urlare Amfortas, sente in se la piaga sai:- l'guiuanle aperta noi fianco del re peccatovi! e, fatto veggente, si scioglie dall'abbraccic della tentatrice. Con selvaggio furono Km- rpvtcslbovsmEtsdsCdBnnttulsgacóara dry, ardente del desiderio di lui, chiamo a soccorso Kliugsor, e lo stregono opinpara brandendo la lancia di Amfortas e la sca) glia su Parsifal; ma la lancia rimano sospesa to sul capo dell'eroe. Parsifal l'afferra e fa con essa il seguo della, grog». 11 caetolfo «rojla. scosso dalleondamenta: il giardino si converte in deserto. Kundry cade a terra e Parsifal si allontana dicendole: « Tu sai dove mi puoi ritrovare ». E' ora un balzo del monte presso la rocca del Graal. E' il Venerdì Santo e la primavera rifiorisce la campagna. Da una capanna esce Gumemanz, fatto vecchio e cadeute: sotto un cespuglio trova Kundry addormentata e assiderata. La sveglia, e quasi non la riconosce, vedendola così umile : alle sue domande ella risponde con una sola parola : servire, servire! E un cavaliere si avanza, chiuso neii armatura : è Parsifal: ha errato a lungo per i sentieri dell'errore e del dolore; ogni arma lo ha ferito nel cammino, poiché non gli era lecito usare dell'arma sacra ; riporta la sacra lancia al Graal. Gumemanz giubila al vederla. Egli racconta a Parsifal che il tempto giace nel lutto: Amfortas non desidera dche la morte; il Graal non è più uscito da l'arca: privo della santa vista, Titurel è morto. Parsifal pensando alla sua tardità nel comprendere la missione a cui fu eletto è preso da uno smarrimento. Gumemanz gli spruzza in viso l'acqua della fonte, Kundry gli toglie i calzari, gli lava i piedi e li unge con unguento. E con l'acqua della foiste Parsifal asperge il capo di Gumemanz che lo saluta re del Graal ; poi battezza Kundry che si curva in pianto. Ebbro della luce del mattino e della santità dell'ora, Parsifal saluta Ja campagna fiorente, Gumemanz celebra l'incanto del santo giorno in cui nel cuore del credente ritorna l'immagine di colui che spirando sulla croce riscattò l'uomo dal peccato e' dal dolore, in cui la natura riacquista il suo candore. Vedendo il pianto SGlscidrgnvsaec di Kundry, Parsifal la solleva e la bacia in fronte, « Anche il tuo pianto diventa rugiada. Tu piangi? guarda: il prato sorride! » Si odono risuonare le campane del Graal. Gumemanz copre col suo mantello di cavaliere del Graal le spalle di Parsifal ed insieme si avviano verso il tempio. Nel tempio, attorno alla bara di Titurel i cavalieri recasio l'arca del Graal e la lettiga in cui giace Amfortas. Si scoperchia la bara del re morto. Straziato dalla sofferenza e dal rimorso, Amfortas si straccia le vesti e scongiura i cavalieri ad affondare le loro spade nella ferita. Chi può a.ncora imporgli di vivere? Egli anela alla morte; il Graal risplenderà ancora, senza re. Ma Parsifal si avanza con la lancia in pugno e tocca con essa la ferita di Amfortas. Una beatitudine celestiale irradia il riso del risanato: « Sii sEiaEldcrdzldrulmp salvo — gli dice Parsifal — e perdonato^' Ecco, io assumo il tuo ufficio. Sia' benedetto il dolore che insegnò la pietà e la saggezza, all'ingenuo! Io vi rendo la sacra lanciai n E salendo sui gradini dell'altare, toglie dai* l'arca la coppa. Dall'alto una colomba scen-: de sul cimiero di Parsifal che incede tra $ cavalieri inginocchiati. Tale la finzione nell'ultima e suprema open ra del Wasrner: rifusione e trasformazione dei vari elementi cardinali della immagina.'' zione poetica wagneriana nel quadro di uqp libera parafrasi degli evangeli. Pur mettono done in luce le debolezze costitutive, Federigo Nietzsche ne definiva esattamente con una frase, il valore: <i le situazioni, lo sviluppo, non sono forse grande poesia? Non mai musico propose ufficio più alto alla prò* pria musica ». a> tn

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