Grave incidente al Tribunale Militare tra il sostituto avvocato fiscale ed un avvocato

Grave incidente al Tribunale Militare tra il sostituto avvocato fiscale ed un avvocato Grave incidente al Tribunale Militare tra il sostituto avvocato fiscale ed un avvocato e L'udienza di ieri mattina al Tribunale Militare doveva essere dedicata ad un processo contro tre sottotenenti del 22o reggimento cavalleria «Catania», accusati di insubordinazione con insulti verso un superiore assente, di avere, cioè, in un discorso tenuto alla Vcnaria con alcuni Inferiori, offeso l'onoro del capitano Balbls di Sambuy, del quale erano allo dipendenze, designandolo con l'epiteto di « mulo ». Alle ore 9 gli imputati, cho sono 1 sottotenenti l'go Attanasio. Luigi Calegari ed Ernesto Cuvalchlnl, si trovavano al loro posto, innanzi all'emiciclo, hit orno al quale dovevano seflcr - 1 componenti il Collegio giudicante. L'udienza non era quli.d'. .incora aperta: però sui loro scanni stavano aia 11 sostituto avvocato fiscale prof. Manzini ed il suo segre- :irlo .notaio Guglichnino, entrambi vestiti della divisa di tenente. Nello spazio riservato al nubbllco una discreta folla attendeva, conversando sommessamente, l'ora fissata per il dibattimento. JLi' incidente Entrati i difensori, avvocati Michele Nasi ed Alessandro Pagliuzzi, questo ultimo, dopo aver depositata la propria cartella sul banco, si avvicina all'avvocato fiscale per. chiedergli se acconsente cho si sostituiscano alcuni, testi mancanti con del nuovi. Il difensore, avuta dal rappresentante d'ell'nccusa una recisa risposta negativa, osserva che"6 spiacente pel rifiuto ed avverte cho solleverà formale incidente davanti al Tribunale. 11 breve colloquio, fino a questo punto, aviene a voce bassa, senza che alcuno dei presenti ve ne faccia caso. Ma l'avv. Pagliuzzi non ha finito la sua, osservazione che si vedo 11 prof. Manzini alzarsi di scatto e pronunziare vibratamente queste parole: — Non mi secchi, so ne vada! — Non esco, ho diritto di rimanere qui perchè sono il difensore — risponde il patrono degli accusati mostrando la toga che ha già indosso- SI allontani l'avvocato! — grida allora il rappresentante della legge rivolto alle sentinelle. Nell'aula passa un istante di silenzio; ma immediatamente quattro soldati si avvicinano all'avv. Pagliuzzi, il quale senza opporre alcuna resistenza esce dalla sala dirigendosi nel gabinetto del presidente generalo Massaria. , ,, Il gene ' accoglie molto cortesemente 1 avvocato Pagliuzzi; ascolta la narrazione dell'incidente 0 rivolgendosi a lui ed all'avvocato Nasi, che aveva seguito il collega, esclama: — Sarà un malinteso, vadano all'udienza. Ma non erano ancor giunti al loro posto cho il professor Manzini, visto rientrare l'avvocato Tagliuzzi, si alza ancora 'di scatto gridando: — Esca di qui, la polizia dell'udienza spetta a me! — Le ripeto che sono ffn difensore e ho diritto di rimanere, — risponde Pagliuzzi. — Esca fuori, se no la faccio portar via! — e l'avvocato fiscale chiama di nuovo i piantoni ordina cho sia allontanato. La scena giunge al suo momento più doloroso. L'avvocato Pagliuzzi, rosso In viso, convulso e pieno d'ira, si avvia verso l'uscita, ma giunto sulla porta si ferma uh istante e guardando il rappresentante dell'accusa gli dice ad alta voce: — Avremo anche il mezzo di vederci fuori di qui. La frase è ritenuta dal professore Manzini come una minaccia. L'avvocato Pagliuzzi, giunto nel corridoio, vorrebbe entrare nell'ufficio del Presidente, ma il professor Manzini, che intanto l'ha raggiunto, gli grida: 1- Lei è arrestato, vengano i soldati, di qui non si escel I soldati afferrano infatti il Pagliuzzi e lo conducono giù delle scalo rinchiudendole .iella camera di sicurezza attigua al posto di guardia L'agitazione, il fermento tra quanti hanno assistito al gravo episodio sono grandissimi. Poco dopo entra il Tribunale. 11 sostituto avvocalo fiscale chiede che si proceda contro il Pagliuzzi per oltraggio. L'avvocato Nasi, non potendo sobbarcarsi da sò Ja responsabilità della difesa, fa istanza per una breve sospensione dell'udienza, II presidente, vista l'eccitazione che è ancora negli animi, accorda ìa sospensione di un'ora. Si mandano a chiamare il presidente del Consiglio dell'Ordine degli avvocati, comm. Franco Bruno e l'avvocato Cavaglià, membro del Con.siglio stesso. Nell'ufficio del comm. Pola'ha luogo una lunga riunione, alla quale partecipano gli avvocati Pruno,' Cavaglià, l'avvocato fiscale capo cemm. Boido, U professor Manzini e Nasi. L'attesa è lunga. Dopo due oro è annunciata la soluzione dell'incidente che a tutta prima pareva dovesse terminare In un processo per dirottissima contro l'avv. Pagliuzzi. E la soluzione è come tutti la Jesideravauo: l'avv. Par gliuzzi. dietro l'insisrente Invito dei colleglli Cavoqlià, e Bruno, acconsente ad indirizzare una lettera al presidente- generale Massaria, nella quale egli dichiara che se rivolse al P. M. dello frasi da lui ritenute minacciose lo fece unicamente allo scopo di tutelare la sua funzione d'avvocato. E simile dichiarazione egli ripete quando, rientrato U Collegio, il presidente ordina che sia fatto venire in udienza. Anzi il Pagliuzzi aggiungo ancora che non sa spiegarsi come l'avvocato fiscale abbia cosi risposto ad una domanda esposta in forma cortese c come si sin potuto arrivare ad un provvedimento tanto grave mei suoi confronti, mentre stava per tncCrvtdcsoppfdcdqqccsI a a i o a o . o o i o a o i a a r tutelare l diritti delia difesa, diritti che riteneva Molati. L'udienza è quindi aperta per 11 processo contro t tre ufficiali. 1 sottotenenti Attanasio, Calogan e Cavalchinl declinano le loro generalità: ma ò ormai tardi ed 11 presidente rinvia la discussione al pomeriggio. Il processo Nella seduta pomeridiana la folla è aumentata. Il generalo Massaria apro senz'altro l'udienza con l'Interrogatorio degli imputati : — Lei, sottotenente Attanasio, sa di che cosa è accusato; si difenda dunque. Il sottotenente Attanasio, che si è alzato di scatto ponendosi sull'attenti, afferma sul suo onore che non mancò mal di rispetto al capitano Balbis col quale era in ottimi rapporti anche privatamente. Del resto egli non fa mai alle sue dipendenza dirette. 11 sottotenente Calegari anch'egli dichiara di non aver mai parlato iu modo meno cho corretto del capitano Balbis. « Può darsi dice l'ufficialo — che io abbia parlato con qualcuno che definiva con l'epiteto di mulo il mio suporiore c che il fatto deplorevole sia quindi stato attribuito a me •. Avv. fiscale: — Le risulta cho i sottufficiali che riferirono la parola mulo avessero qualche ragione di astia contro di loro 7 — Non mi risulta affatto. 11 generalo Massaria si rivolge allora al sottotenente Cavalchini: — Ed ella che cosa ha da diro7 Anche 11 sottotenente Cavalchinl si sbriga In poche parole. Per cinque mesi fu alle dipendenze del Balbis; i suol rapporti col superiore furono ottimi e da lui anzi ricevette molti incarichi di fiducia. Una sola volta votino messo agli arresti essendo giunto in ritardo per aver perduto il treno. L'Interrogatorio cosi è finito. Dovrebbe deporre per primo il sergente Edoardo Politi, ma, trovandosi questi a Londra, viene data lettura di quanto disse in istruttoria. Accertava il Politi che realmente i tre accusati qualificavano spesso con la parola mulo ed alla presenza di soldati il capitano BalbisII sergente aggiungeva che il Calegari avrebbe detto ancora: <j Noi alla «Mandria» siamo còme in una trincea dalla quale possiamo uscire quando vogliamo, sparare c ritirarci... » Pare che il Calegari volesse con la frase « sparare e ritirarci », alludere al capitano Balbis, al quale 1 tre ufficiali avrebbero potuto darò delle note. — E' vero? — domanda il presidente agli accusati. — Non è vero assolutamente. Il sorgente Francesco Perrucca udì anch'egli li Cavalchini, Calctari 0 Attanasio parlare di un mulo o seppe uri cho con questo epiteto volevano designare il capitano Balbis. Egli ritiene però che fosse uno scherzo. Il Perrucca udì pure il Calegari parlare della fa mosa trincea dondo i tro sottotenenti potè vano uscire a sparare c rientrare a piaci mento. Il sergente Umberto Zurletti è sicurissimo che l'epiteto dì mulo era diretto ai capitano Balbis 0 riferisce anzi dello frasi precise udlte dalla bocca degli accusati : <• Il mulo ha fatto questo; 11 mulo ha fatto quest'altro... », 11 capitano era rigido osservatore della disciplina, si alzava presto e pretendeva che tutti fossero ligi al dovere militare. Ritiene però trattarsi di leggerezza, non di malo animo. Il surgente Giovanni Luraschi non senti mal gli accusati qualificare coll'epiteto di mulo il loro superiore. Il sergente Francesco Lanzone depone che il capitano Balbis essendo comandante di una «compagnia di muli... ». — Dica « reparto » — corregge, li presidente. — ... essendo comandante di. un reparto di muli, — continua il teste, — per questo era chiamato mulo, ma senza intenzioni offensiveli capitano Barel di Sant'Albano riferisce sul contegno degli accusati, buono da principio, meno buono poi, specialmente per quanto riguarda i sottotenenti Attanasio e Calegari. Il Cavalchini, Invece, adempì lode volmente l'incarico di accompagnare muli cavalli al fronte. I capitani Alberto Cavallero. Alfredo Lattilada, Agrati ed anche il tenente-colonnello cavaliere Mosca danno degli imputati buone referenze e affermano di non aver mal udito i tre sottotenenti pronunciare frasi ingiuriose all'indirizzo dol capitano Balbis. Soltanto il capitano Cavallero senti formulare questa accusa trovandosi alla mensa. Analoghe referenze dà il capitano Peccoz. Infine l'avvocato Songuinetti narra che, avendo dei cavalli precettati si recò un giorno dal capitano Balbis, il quale era Incaricato della requisizione dei quadrupedi, per chiedergli degli schiarimenti. Il Balbis lo trattò bruscamente; ma 11 Sanguinetti, riferendo poi questo fatto ai tre sottotenenti, li udì esclamare meravigliati: « Ma se il capitano Balbis è cosi cortese I ». II generale -Masseria concede quindi la parola al sostituto avvocato fiscale professore Manzini, 11 quale si dice assai dolente di dover pronunziare una parola accusatrice contro tre distinti ufficiali; ma vi è costretto poiché — egli sostiene — Ja loro colpevolezza è provata dallo testimonianze. Il rappresentante del Pubblico Ministero chiede quindi la condanna del signori Cavalchinl, Attanasio e Callegarl a sei mesi di carcere militare. Parlano in difesa degli imputati gli avvocati Michele Nasi e Pagliuzzi: replica brevemente il P. M. e 11 generale Massaria rinvia poi l'udienza a stamane per la sentenza. IMecCELvtJtLa

Luoghi citati: Catania, Londra, Mosca, Sant'albano