La discussione sull' esercizio provvisorio verso la fine

La discussione sull' esercizio provvisorio verso la fine La discussione sull' esercizio provvisorio verso la fine Le dichiarazioni del ministro del Tesoro - I discorsi polemici di Turati e De Felice Il voto rinviato alla seduta odierna { Per filo diretto © per telefono alla ** STAMPA „ > noma, 11, sera. Alle 14 precise U vice-prcsideuto on. Uava. apre la seduta. Le tribune sono affollate, Enrico- Ferri è al suo posto (lo dal primo' momento, ciò fa supporre che vi possa essere sul processo verbale uno strascico de-i falli personali della seduta di ieri. Ma le previsioni 6ono fallite e si incomincia colla massima calma lo svolgimento delle interrogazioni. Snll'esercizio provvisorio Quando termina lo svolgimento delle inter- egazioni assume la presidenza il presidente I Marcerà, e si riprende la d;scussionc sull'eser- ! ctzio provvisorio. La discussione si inizia con ; un discorso del ministro del tesoro, on. Car-1 cano, il quale risponde ai varii oratori che j tonno parlato fino ad oggi. Sono al banco del Governo glj onorevoli Salandra, Dauco, Martini. Barzilai. Nell'aula vi sono circa trecento deputati, che seguono con attenzione u discorso Carcano. Il ministro del tesoro . CARCANO ministro del Tesoro, comincia col ringraziare gli oratori che anche nelle critiche tanno avuto tutti parole cortesi per il ministro. Dopo la splendida relazione dell'on. Aguglia, Uopo il discorso poderoso dell'on. Bava, dopo i chiarimenti dati dall'on. ministro delle Tinanze, si limiterà a brevi dichiarazioni. All'on. Modigliani osserva che egli ha im«densamente esagerato, cosi nella misura dei debiti che ancora dovremo incontrare, come in quella dei conseguenti aggravi per i contribuenti. Dichiara'che il bilancio è in condizioni Hi far fronte senza nuovi aggravi, non solo ai prestiti già contratti, ma a quelli giù assicurati e non ancora effettuati. Infine, il Governo è In condizione di provvedere a tutti gli acquisti necessari fino a tutto il 1916. Crede Che questa notizia sarà di conforto al Paese. {Bènissimo)). All'on. Modigliani osserva poi che le spese di- preparazione alla guerra non sono da contendersi con quelle di guerra, in quanto che avrebbero dovuto farsi anche con la neutraità, come ci dimostra l'esempio dei paesi neutrali, tra i quali la libera Elvezia (Approvazióni). Certi indizi economici furono inesattamente Interpretati dall'on. Modigliani; così, quando rilevò la minor attività delle Camere di compensazione, dimenticò che le Borse sono state e restano chiuso; o quando segnalò la diminuzione dei risparmi postali, dimenticò che molta parte dei capitali cosi ritirati furono poi patriotticamente impiegati nei due prestiti nazionali (Approvazioni). Circa il minor reddito delle ferrovie, di cui ti occupò l'on. Rava, ne indica la causa nel minor movimento di viaggiatori e nel maggior costo del carbonc- Assicura tutti gli oratori che il Governo pren. fiera nella maggior considerazione i suggerimenti ed i consigli espressi nel corso della discussione. Dichiara intanto che lo Stato è. compreso di tutta la profonda gratitudine che il Paese devo ai funzionari dello Stato. | quali sempre nelle ore difficili del Paese sono pronti a qualunque sacrificio finanziario, cosi come danno con entusiasmo il sangue proprio e dei propri figli (Applausi). All'on. Corniani dichiara che il Governo si preoccupa della condizione delle finanze dei Comuni, ma che non può in questo momento pensare ad affrontare la soluzione di cosi complicata questione. E, quanto alla concessione di mutui al comuni per opere pubbliche, dichiara che filtene seguiti criteri di speciale larghezza verso i comuni del Friuli. Circa la politica economica, dichiara che il Governo è sollecito del benessere delle classi lavoratrici e non manca di preoccuparsi delle condizioni degli Istituti di. previdenza sociale. Condivide egli pure la persuasione che il Governo debba intervenire direttamente ad impedire Il rincaro dei generi di prima necessità come già è intervenuto per D grano. Naturalmente U Governo fa affidamento sulla cooperazione degli enti locali e delle iniziative private. Sulla politica finanziaria dimostra non essere possibile pagare con nuovi prestiti gli interessi dei prestiti, neppure transitoriamente in tempi eccezionali, senza scuotere profondamente il credito stesso delio Stato che ha per condizione necessaria una forte finanza. Crede, poi che l'on. Labriola, sostenendo questa lesi, sia caduto in un equivoco quando ha invocato l'esemplo di altri paesi. Relativamente all'aggravio dell'imposta del Baie, provvedimento affatto eccezionale, ricorda che egli stesso, il Ministro, nel 1902. es.-cntìo ministro con Giuseppe Zanardelli, propose lo sgravio del sale; ma fin d'allora egli accennò che questo cespite tassabile doveva essere considerato come una pronta riserva in caso di guerra, secondo gli insegnamenti di Quintino Sella e di altri.'sommi finanzieri. Assicura ad ogni modo' che l'aggravio cesserà col cessare dilla guerra. Venendo infine alla chiesta proroga dell'esercizio provvisorio, nota essere questa una Questione essenzialmente politica, della quale si occuperà il Presidente del Consiglio. Dal iato amministrativo e tecnico, fa presente la 'difficoltà che presenla per il regolare svolgimento dell'azione della pubblica amministrazione, la suddivisione dell'esercizio finanziario in periodi brevi. Queste difficoltà si presentano anzi in modo speciale per le spese di carattere sociale. il Governo, il quale ha chiesto la proroga dell'esercizio finanziario non già al 3-1 giugno ma soltanto sino al giorno dell'approvazione definitiva di ciascun bilancio, non ha affatto l'intenzione di precludere a! Parlamento, anzi desidera la regolare discussione ed approvazione dei bilanci stessi (approvazioni). Concludendo, dichiara che. In questi momenti cosi difficili, il Governo ha bisogno della più assoluta fiducia del Parlamento. GII uomini che sono al Governo, pur provenendo dadiverse parti della Camera- avendo diversetendenze, si sono uniti per prestare l'operaloro alla patria, pronti ad affrontare e a con-durre innanzi l'arduo compito così come ilsoldato obbedisce alla squilla che lo chiamaalle battaglie. Ed a questo posto essi rimar-ranno se il Parlamento li conforterà dellasua fiducia, animati da un solo pensiero e daun solo sentimento, quello dei loro alti doveriverso II Paese, verso la Patria. Come tutti gli oratori hanno riconosciuto, concorde è nel Paese il proposito di lavorare per questa grande impresa, nella quale l'Ilaliaè impegnata, di lottare o di vincere. (Viveapprovazioni). E come nel Paese tacciono, loire di parte, le divisioni di classi, e generaleè la concordia degli animi, non deve essere cosi anche in quest'aula? « Tutti — conclude l'on. Ministro — tutti ne sono sicuro, continueremo a lavorare con un solo ideale, animati da un solo pensiero: dal sentimento del dovf-re e dallo stesso grande amore, dalla stessa religiosa devozione alla grande mndrp Italia 'V'v'«f-» r>nnrnvazioni, vivissimi e prolungati applausi; moltissimi deputati si congratulano con l'on. Ministro), Il Presidente del Consiglio SALANDRA, .presidente del Consiglio (sesol di viva attenzione). Riservandosi di dichlarare 11 suo pensiero sui vari ordini del giorno, desidera occuparsi di una questione che è stata oggetto dei discorsi di vari oratori. L'onnoi » occasione della discussione delle comuoJcaztonJ del Governo e vari oratori In umiH discussione, come l'on. Ciri ani ed altri, Stono occupati della questione degli internati. Premette ohe conviene distinguere fra lutami! « pnfiRtfe ' profughi sono coloro che spomanoamemo si allontanarono dalla zona ai guerra e die, se forniti di mezzi," dimorano ove vogliono, se nulla tenenti, sono assegnaLi a det-erinimate località anche per poter sovvenire ai loro bisogni. Questi profuglii non sono soggetti ad alcuna restrizione e ad essi il Governo è largo dei maggiori riguardi. Gli internati, .invece, sono coloro che, per ragioni di polizia militare sono stati allontanati coattivamente dalla zona di guerra. Ad ogni motto, passate le urgenti esigenze dei primi giorni, si è stabilito che l'internamento non possa es. sere decretato clic dalla suprema autorità miniare, che questa funzione esercita per mezzo del segretariato civile Aggiunge che il Comando supremo ha riosaniinato la condizione di questi internati ed ha disposto che sia autorizzato il ritorno son za eccezione, di tutti coloro che appartengono alla zona esterna e delle retrovie, che si con- coda con larghézza il rimpatrio a coloro che appartengono olla zona contigua a quella delle operazioni, eccezione fatta pei veri e proprii sospetti. Quanto alla zona delle operazioni, è indispensabile lasciare al Comando supremo piena libertà di azione corrispondente alla sua responsab:litó (approvazioni). Spera che oneste dicmtrazlonl vaiTanno ad apppgare quegli oratori che si sono occupati di questa questione (vive approvazioni, vivi .applausi). Voci: — l^a chi-usura. La *>7!usura della discussione generale e approvata). Gli ordini dei giorno Si passa allo svolgimento degli ordini del giorno. SOGLIA dà ragione del seguente ordine del giorno: «-La Camera, convinta che è necessario garantire con mezzi convenienti il normale funzionamento e il graduale sviluppo della -scuola elementare e che è urgente assicurare ai fanciulli poveri una più larga assistenza w>l«Mt»n rispondente ai nuovi bisogid 'determinati dallo sta:o di guerra, invita il Governo a tener presenti queste improrogabili necessita nell'applicazioTiic dell'ari. ì del disegno di legge sull'esercizio provvisorio». GRIPPO, ministro rteiristruzione pubblica 6 lieto di tributare la riconoscane ammlraz'one del paese per qn.iegli fra gli insegnanti italiani a qualunque grado di scuola appartengano che sono raduti combattendo per l'Italia Alla sarte delle- loro famiglie il ministro provvedera In duella più larga misura che sarà possiivla. Aggiungo, che. nonostante le difficoltà non lievi per le verificatesi mancanze di porsonalo e di locali, le nostre scuole funzionano regolarmente. Dichiara che il ministero ha applicato col massimo zelo la glande riforma «co làstica largheggiando In aiuti al comuni e mostrando di prendere a cuore la causa della scuola f!i^nic<:.imnt. se aicune economie sono sfate Indispensabili in questo momento, anche nelle spese scolastiche, assicura la Camera che, tornati i tempi normali, il bilancio sarà veramonte consolidato e le leergi scolastiche avranno la loro piena applicazione (applausi) SICHE!, espone le attuali disagiate condizioni finanziarie dei comuni ed osserva che se non si provvedesse con sollecitudine, sarebbe i posto in pericolo lo stesso regolare funzionamento delle amministrazioni locai; con '.nave datino anche alla situazione generale del paese. Invi;a periamo il Governo ad accogliere i desiderati formulati dai comuni. Conclude rivolgendo un saluto ai giovani di pai-te socialista -h« cori entusiasmo accolsero l'invito ad offrirò il loro braccio e la loro vita stessa in prò della patria (vive approvazioni, applausi congratulazioni). SALOMONE svolge il seguente ordine del giorno: «La Camera, nella fiducia che la politica del Governo nello sue diverse manifestazioni sia sempre ispirata a favorire "nella concordia •<•'«'—.'> che s'impone par affrontare i maggiori sacrifici richiesti dalla gravità del momento, passa all'ordine del giorno » RODINO' ha presentato e svolge il seguente pruine del giorno: «La Camera, convinta che il Governo continuerà a svolgere un'azione di£?Ha ? s°uewrre in modo particolare lo condizioni finanziarle dei piccoli comuni e ad aiu tate i Comitnti di assistenza civile e tutte alleile oliere Intese ad alleviare gli attuali disagi delle classi popolari, passa alla discussione degli articoli ». Raineri-Luzzatti RAINERI, a nome anche degli on. Luzzatti e di altri colleghi, ha presentato il seguente ordine del giorno: «La Camera, considerando che per le esigenze della guerra, occorro fronteggiare tutte le necessità della vita civile, intensificando l'azione dello Stato nel promuovere le energie nazionali e frenare le speculazioni, allevare il rincaro dei consumi e pre disporre per la migliore ripresa delia vita economica dei tempi normali, raccomanda al Governo di rendere più deciso quest'indirizzo costituendo all'uopo un organo di coordinazione clie studi indichi e prepari gli elementi per la migliore soddisfazione dei bisogni pubblici » E' convinto che 11 Governo sentirà la necessità ni far convergere tutte ie energie economiche de! paese alla preparazione dell'avvenire (vive approvazioni1). r.AVAGNARI dà ragione del seguente ordino del corno: «La Camera, convinta, anche per le speciali rompetene? cui sono affidale i« direttive dall'azione bellica, di poter riprendere le sue normali consuetudini di lavoro, passa alla discussione deoiii .n-tiroli » PERITONE, TOSCANE1/LI e GALLEXGA rinunziano a svolgere i loro ordini del giorno. L'on. Turati La Camera, che fino a questo momento li a rumoreggiato quasi tutti gli oratori, si fa silenziosa quando si alza a parlare l'on. Turati, il quale comincia cosi: — .Data l'ora ili cui prendo la paioia e lo condizioni: della Camera, farò un sunto di quanto avrei dovuto esporre. Se io avessi potuto svolgere quu lo che avevo in animo di dire, avrei tentalo di dimostrale perchè noi non daremo uiui i pieni poteri a questo Governo e ciò sovratutlo in quanto la politica di polizia di questo Go- laaasltlatmPtdcsesaertzclplqMiUBhftapqidpqvfmndv j verno è politica di sedizione e di discordia ; fra cittadini (Rumori). Dicendo che noi non voteremo per questo Ministero, non alludo ; alla speranza di un rimpasto, mutamento o ; allargamento ministeriae. I giornali in parte 1 hanno dato questa interpretazione a una frase da me pronunciata qui pochi giorni addietro, ; lo capirei un mutamento di Governo se gli uomini che eventualmente dovessero sostituire quelli che ora sono al Governo avessero esposto in qualche modo il loro pensiero sulla politica estera, su quella interna o che so io. Ma quando questi uomini di questa presunta j inaspettata successione (uomini che non siamo certamente noi socialisti) non dicono in che consista il loro pensiero diverso da quanto e pensa o opera questo Ministero, mi sc-mbra inutile qualsiasi cambiamento. Un fenomeno dell'azione reazionaria di questo Governo è quello constatato nel senso di indebolire le forze vive de! Paese; L'on. Salandra poco fa ha parlato alla Camera e con mossa improvvisa è venuto testé a rispondere alla domanda, elio da varie parti della Camera gli era stata rivolta, a proposilo degli internamenti. L'on. Salandra ci è venuto a dire che quello non è in fondo un problema di grande importanza, che il Governo lo studia e che anzi non vi è in fondo da incaricarsene troppo. Sarebbe stato bene che questa sua impressione fosse venuta fuori un po' prima. Ma fa piacere, ad ogni modo, che la convocazione del Parlamento abbia operalo questo miracolo. Noi da più di sei mesi protestiamo contro queste persecuzioni politiche e solo oggi che al banco della presidenza della Camera vi è qualche mozione, qualche ordine del giorno, qualche nostro pezzo di carta in proposito, il Governo si accorge della necessita di cambiare sistema e di riaBbaio nella legge. I nemiai del i n a e e e o e a à e e o r e a . a , i o o i i o o- lamerito, gli anarchici dell'olite e quegli altri anarchici rossi e quei neri 6 bene tengano anche conto di questo fatto. 'Ma sei mesi di azione pesano sulla bilancia più di una qualsiasi dichiarazione di ministro- Un dilamma «Io pongo questo dilemma: o voi, on. Salandra, avete promesso sinceramente un mutamento di sistema, o voi avete avuto una felice trovata parlamentare. Se voi veramente avete riconosciuto la necessità di dover mutare sistema, conio mai non siete stato illuminato prima ih sei 'mesi da tante proteste? Poiché voi non avete nessuna volontà di mutarlo, voi avete, nella vostra .risposta di testé, distinto tra Provincie che sono prossime -o contigue alla zona di guerra. Le Provincie cho sono lontane da quella zona, non so se siano esatte le parole che riferisco... SALANDRA : — Le troverà 'ti* seduta. TURATI: — Grazie, ma domani quando ne avrò il tosto non potrò più parlare. Se non Le troverà 'nel verbale della nsccstgfaousocliqlosiè tucemvpotrò _ e ito quindi l'on. Salandra ha detto che sa- P-'ranno revocati per quanto è possibile gli in- ' teinamenti fatti nella zona interna, cioè nella tozona contigua alla zona di guerra. Ma se è ' ocosi, noi abbiamo la geografia che ci dice che: la vostra promessa non è che un cumulo di-nparole. Se togliamo dieci o dodici, al massimo IIli persone che risiedono in zone lontane da quella di guerra come Firenze. Lecce.- Pisa, Messina, ecc., quasi tutte le altre risiedevano in zone confinanti con quella di guerra come Udine. Venezia. Vicenza, Brescia,' Sondrio. Belluno e Verona. La verità è che la guerra ha servito di pretesto, di sfogo, per sopraffazioni partigiane, per vendette personali (urta a Destra a al Centro). Voci: —- Ma chi» andate dicendo? TURATI: — 'Niente altro che la verità. Io posseggo la documentazione di tutti i fatti ai quali alludo. Solo, per deferenza alia Camera, in questo momento, rinuncio alia lettura dei documenti relativi. Ma. ripeto, che posso tutto provate. E' vero che poi sarebbe censurato quanto io dico; ma ciò non dipende da me. lo vi citerò per altro qualcho luminoso esempio fra i tanti. Riunione proibita A Milano, continua l'on. Turali, dove la maggioranza si sa, per di'vertimonto. vota per i socialisti e vi è un'amministrazione comunale socialista, non si possono tenere niù adunanze L'on. Salandra spera di trovare il modo di concilare questo sistema con gli omaggi resi aU'ariuninistraziono socialista di Milano Ma si è veramente arrivati al grottesco ddzloFsmaancsdhzplpusi 6 arrivati al punto, on. Riccio, di proibire suna riunione di postelegrafici che si adunavano per discutere questioni puramente tecniche che riguardavano gli interessi della loro elasse. Protestarono e si disse loro che potevano bensì tenere un'adunanza per trattare la questione degli aumenti di stipendi ma non per trattar© la questione del. caio viveri. RICCIO: — Ma ciano quarantacinque. TURATI: — Tanto meglio. li loro piccolo numero dimostra quanto-potessero questi rivoluzionari essere pericolosi. Ma a M.iano avvengono i fatti più strani. Voi sapete il boicottaggio che contro.i'Ava'M! esiste in talune Provincie d'Italia. Questo non basta. U Avanti! lia bisomio di carta per stamparsi e — cosa strana — non c'é vagone che riesca a portare la carta da Brescia a Milano per lMi-cnR mlmdnbnlncslClUFFELLI: '— Ma questo dipendo dalle car-«dtiere. TURATI : — No domandi qualche cosa al direttore generale delle ferrovie, commendatore De Come. La polizia a Milano è padrona assoluta di uomini e cose. Non si può sapere nulla di quello che fa o perchè lo fa. e l'esercito non ne va immune (rumori). Alla Camera francese — soggiunge Turati, rivolto verso quelli cho rumoreggiano — si parla di tutto e vi è una discordia apparente, una concordia discorde che vale dieci volte più di quella da voi invocata. Il caso di un soldato l'ho sottoposto allo stesso Ministro della Guerra. Un sol- qIsApfadvcvddato della Sanità ò stato arrestato, non si sa, inli per lì, il perchè. Io mi incarico della fac- bcenila, faccio le indagini e sipe'e l'acusa che tgli si faceva? essere stato neutralista prima pdella guerra (rumor: alussimi a d-ssira, e al dcontro). Dtio la seduta del 20 maugio ebbi un piccolo colloquio eolì'on. Salandra. Io allora avevo detto essere proposito dei socialisti ita- ; Unni di non «sabotare» in nessun modo la IPguerra : la guerra c'era ed l socialisti doveva no essete i. primi in tutto, anche nella difesa della Patria. Ma come si faceva a far penetrare questa idea nel cervello delle masse, di quelli ai quali, sino al giorno r-recérlente si era predicato tutto l'orrcre della guerra? Tenti! di spiegare all'on. Salandra come, in seguito ad una sua dichiarazione, ci r-rononessi ino di fare opera m pacificazione, eh- il Co- i verno tenesse conto appunto del fatto che alle. a n o o e e o, li e ea o. a o e o a o è e a va, a n. è a, n o a ni o ù ea ooo a mnsse nnn si poteva da un giorno all'altro mutare la idea sulla guerra. Il Governo, mi disse, di.voler renderci possibile questa noslra opera, di voler facilitarci la no«trn buona ."ropaganda. L'on. Salandra mi d'ssé che sarebbe stato fatto il possibile e che sarebbe sluta lasciata la più grande libertà di discussione. Voi sapete quello che è avvenuto: questo è il primo esemplo. Un «incorso censurato lo, prosegue l'on. Turati, ebbi proprio a casa mia appena arrivato a Milano, il primo accenno alla concordia colla soppressione integralo .nella rivista « La critica sociale », del discorso che avevo pronunciato pochi giorni prima In quest'aula. L'on. Salandra mi rispose che se ne doveva lavare le inani per rispetto alla libertà del prefetto. Quel povero discorso è stato poi sempre preso di mira. Fu accolto in una pubblicazione patriottica dei fratelli Treves. Lu censura lo tolse e il volume usci con le -pagine in bianca. 1 fratelli Treves, òutml patrioti, protestarono. Mancava nella serie dei discorsi pronunciali alla Camera la voce dell'opposizione. Ma non basta Si soppresse la soppressione (ilarità'), lo pagine bianche sparirono dei rutto. Guardate l'« Avanti! » Non vi è giorno ohe non esca senza enormi spazi in bianco.- Ebbene, credete che al posto di mei bianchi vi fossero delle rivelazioni di segreti militari o diiOomatlci? Nemmeno per sogno! Eppure quel giornale rappresenta una idea! E pensate voi che le masse, che lo leggono e seguono il loro giornale, possano dire che questa è la loro guerra? Ma, on. Salandra, al" danno della censura s'uui poi il danno e la vergogna dei vostri sarcasmi. Quando le As,soeiaz:oni di s-tanrpa protestarono per il trati lamento che al .giornali veniva inflitto dalla ' censura, voi deste delle assicurazioni, j>oi faceste delle circolari, concedeste delle intervisto, nello quali in sostanza dicevate die le ■proteste erano provocate da eri-ori di applico: /ione delle vostre disposizioni, da errori del ipersonale e poi il giurno dopo fummo da capo ! come prima. Un dib-nima semplicissimo sorge I da questo: o voi parla vate li) un modo In pub; blieo e in un altro in privato, o 1 prefetti e- i • vostri funzionari noti vi ascoltano. Ui censura si dimenticò delle sue funzioni quando alcuni incitarono all'assassinio, non all'assassinio morale ma materiale di uonf ni che seggono in è 6tato neppure un attentato! PETR1LLO, dai banchi di destra: — Non vi èstato neppure un attentato! Dall'Estrema si grida verso l'interruttore: — Cretino. imbec'lW L'attentato forse verrà,-e allora l'interruttore sarà soddisfatto, j Ieri l'on. C.elesla, rispondendo ad .una into»'ì rotazione, scritta dell'on. Modigliani sul por| che della proibizione della pubblicazione delie deliberazioni prese dal gruppo parlamentare socialista nella sua adunanza di Firenze, disse che quella pubblicazione era stala vietata perchè se ne temevano le ripercussioni sullo spirito pubblico. L'on. Celesta, on. Salandra, non è un censore, è il vostro rappresentante più immediato il vostro interprete più fedele. Voi stesso dite die la parola di un grunpo del Parlannoto deve avere daiio i wiiff j. ni.«Io dico che non credo alla vostra resipiscenza odierna, perchè non si cambia dal bianco al nero in un giorno, senza indebolire sé stesso. A proposito di Internati In fatto di internamenti ve ne sono dei tanto gravi come in nessun Stato civile. Vi sono dei falsi austriaci internati in Sardegna: sono operai italiani nati in Austria, che non sanno una parola di tedesco e che vissero in Austria solo |ier ragioni di lavoro. Non parliamo dei cosi dotti irredenti II primo Insegnamento di libTlà che l'Italia va a portare a Trieste è questo: che si vedono arrestati, cacciati dalle loro sedi, mandati in Sardegna... (urla altissime a destra). TURATI, rivolto agli interruttori:. — Questa è la Camera italiana! Voi non sapete che in tutte quelle regioni i nazionali o nazionalisti che siano, che si trovano hi minoranza nelle elezioni, hanno trovato che la guerra è una maandflea ragione per libera-si dal propri! avversari. Cosi è avvenuto del professor In- laste mgnpniltrchdzdOloluP-'oi-ng... - . .. D(, BARZILAI : — Che 6 compagno di quel Pittoni che adesso aleva la band era austriaca o Trieste (bravo, bene, applausi), TURATI: — Questi vostri applausi significano la più aperta sconfessione del Ministero, II prof. Involine era venuto in Italia^ fu man- dati a Firenze e poi internato in Sardesma, dove è stato sciolto da ogni accusa e autorizzato a ritornare in Italia. SALANDRA : — No, no. TURATI : — Il decreto che lo proscioglieva e lo autorizzava a tornare in Italia, meno che a Firenze e a Roma... SALANDRA : — Legga tutto. TURATI.... e nella zona di guerra (urla altissime su molti banchi) Si grida: — mala fede, mala fede). CAROTI: — Quando un Governo si attacca a queste cose si condanna da sò stesso (urla a destra e al condro). TURATI: — La verità è die I cattolici e i nazionali gli hanno fatto la guerra per cacciarlo dalla amministrazione della Cassa di sussidio per malattie degli operai. MODIGLIANI:' — E' un fattaccio! (urla a destra). Voci all'E?lirema: — Sabotiate gli operali Altro voci: — Quei buoni patriot! intanto hanno smosso di pagare le quote di assicurazione (urla al centro e a destra). TURATI: — Questa è la verità, si vuole coL pire tutto il movimento cooperativistico che è lutto nelle mani dei nostri compagni i quali potevano dare noie e desiavano gli appetiti ueglì altri partiti. Tutti i nostri segretari sono staLi inlBmati (voci: — Non è vero) MODIGLIANI: — Como non è vero? TURATI: — Potrei, ripeto, portare i documenti per dimostrare la verità di quanto dico, li fatto ò che dove v'erano dei consiglieri comunali socialisti vennero tutti internati in Sardegna. .(Voci a destra: — Benissimo). PHAMPOLLNl: — Fate la guerra all'Austria, non alla nazione! Voci dall'Estrema verso la Destra': — Imboscati, imboscati! TURATI: — Ciò è avvenuto su semplice denuncio, senza motivazione. Un sindaco socialista i"> stato dimesso solo perchè sospetto di nutrire sentimenti, poco benevoli verso l'esercito. Questo saia stato internato per «i sospetti specifici» di cui ha parlato l'on. Salandra? (L'on. Salandra .fa cenni come per dsvriladvledBchdire — non so). L'on. Carcano ha pallaio di quel cav. Mezzora, sindaco, che fu internato. In Italia si fa peggio che in Austria e in Russia. In questi paesi l'internamento è motivato. Anche i deportati in Siberia hanno subito un processo. La verità è ouesta. Chiunque ha dato fastidio collo cooperative e con gli altri mezzi agli esercenti locali, chiunque ha avuto da dire coi carabinieri è stato internato, MARANGONI: — Avete internalo anche i rivali d'amore.. (mormorii).- TURATI: — Scrissi al Governo una lettera che non ebbe risposta, denunciando casi gravissimi. Nel bresciano vi è -un comune — Gardone Val Trompia — amministrato dai socia- nsti, i quali, appena scoppiata la guerra, pub bucarono un manifesto per invitare la gioven. tù a fare il suo dovere e per preparare le o pere di assistenza. Ebbene, 11 giorno dopo, sin daco, assessori, consiglieri, furono arrestati e internati. La più elementare tattica consiglia va la calma per non irritare lo masse. Voi a vote trovato un alibi colla « zona di guerra ». IP18- essa è molto_lairga, si è tutti al fronte! Milano è forse nella zona di guerra? SALANDRA: — A Milano non vi è stato mai alcun -.viso di internamento. TURATI : — Quegli intemati di Gardone Val Trompia. liberati con decreto del direttore generale della P. S. si riusci a ripescarli e ad arrestali! di nuovo. Se una persona qualunque vuol far arrestare un suo rivale, basta che scriva una lettera alle autorità di P. S. addi- i tàndolo"c*me"poco fà\wèvoìe aìlà"gùérra (mòr . morii). Di più, i perseguitali politici si mandano non solo in Sardegna, ma in luoghi peg e i giori. SI dice che ciò vien fatto sia perché è meno costoso il mantenimento, sia perchè così possono essere meglio sorvegliati. Gli internati ricchi possono andare dove vogliono . ì poveri no. Gli internati senza lavoro diventano pei' forza indigenti. Per far loro cambiare sede bisogna abbiano un lavoro assicuralo altrove. Ma chi dà lavoro ai sospettati di essere degli austriaci? Quale la base giuridica dei vostri internamenti? In quale legge avete (rovaio questa facoltà? Nel Codice vi è l'esilio locale, il confino, il domicilio obbligatorio, per 1 reati comuni, ma non l'iuiternaincnlo Non vi è nemmeno nelle leggi e nei regolamenti emanati per la guerra; trattasi dunque di un abuso di potere. E gli arresti arbitrari che avete commesso? I nostri fratelli, che combattono, avrebbero alméno dovuto avere il conforto di sapere cho i loro compagni di fede, abbiano o no voluto la guerra, sono rispettati nel loro pensiero. Gli nlt-1 poliziotti quando io protestavo per tali violazioni della liberili, sorridevano del mio sdegno. Io mi scaldo non come socialista, mi scaldo come italiano e mi scalderei anche più se avessi voluto la guerra (applausi dei socialisti c commenti sugli altri banchi). L'on. De Felice DE FELICE Giuffrida chiede che il seguito della discussione siu rimesso, ad altra seduta. Il PRESIDENTE interroga la Camera. — La Camola delibera di continuare. DE FELICE Giuffrida ha presentato il seguente ordino del giorno: «La Camera, convinta della opportunità di una nuova prova di concordia nazionale, passa all'ordine del giorno ». Convinto della necessità della concordia, ò anche profondamente convinto che in Italia ogni Governo deve rispettale la IL berta. Avrebbe perciò voluto occuparsi paratamente di quanto ebbe a diro l'on. Turati ed in parte rettificare i fatti da lui accennai!, in parte chiedere intorno ai medesimi chiarimenti al presidente del Consiglio. Riservando pertanto il suo giudizio sulla politica interna, si limita a riaffermare altamente il dovere che a tutità Incombo di concordia. Spera che nessuno vorrà far opera aperta c itaiito meno vorrà far opera occulta diretta a croare dissidi in questo momento (commenti). Tacciano in quest'ora le differenze di. parte. Egli reca dal fronte la voce dei nostri soldati che attendono dai Parlamento la prova e l'esempio della solidarietà nazionale e dagli stesi on. Ferri e Turati attende l'affermazione di questa solidarietà. La chiedono i nostri soldati, il cui «eroismo, la cui onerosità, la cui fede nel destini della patria è oggetto di orgoglio, di meraviglia pel mondo (vive approvazioni). Dinanzi a questa lotta di titani che il nostro esercito combatte divengono ben misera cosa le piccole guerriglie parlamentari (vivissime approvazioni). Paralisi* eoa la case éi Fraaoia La Francia — ha osservato l'on. Ferri — ha visto mutare diversi Ministeri, ma non perciò i 1 i " l'mcgi cadddsa.DFaacvdclaulblnrlclpnlrgeesfstgst a Francia, caro Ferri, domandava al Minitero Viviani un'aziono più efficace e decisiva sapeva di poter contare su cento altri uomini politioi, come l'on. Briand. pronto a seguire la tatttica voluta dal paese. In Italia, se non erro, abbiamo un Ministero che ha preparato e condotto più o meno efficacemente, non discuto, la difesa nazionale, ma che 6 l solo che abbia avuto il coraggio e il pariottismo di farla. Dopo esso, se rovesciato, hi potrebbe accettare la responsabilità della difesa senza compromettere la compagine naionale e senza discreditar© la nostra lealtà di fronte agli stessi nostri alleati? I radicali? Ottima gente, ma non sempre d'accordo fra oro nemmeno adesso (Ilarità, vivissima proungata) e perciò nessuno di loro è in grado alGleapgiGprsucodel'addi rappresentare la maggiore efficacia difen-|stsiva che In Francia è impersonata dall'onore-1 dvola Briand. I repubblicani? Hanno preferito iaffermare le nobili tradizioni di fede arruoandosi primi fra d combattenti e contentandosi della presenza dell'on. .Barzilai al Governo, perchè essa significa riaffermazlone soenne del proposito del completo compimento dell'unità della Patria, I riformisti? Ma l'on. Blssolatl tacendo <> operando, ha mostrato che preferisce dare il sangue per il suo Paese. prPil me poscma Voci: — Ma non per il Ministero (Ilarità). I faDE FELICE : — Non rimangono adunque che 'on- Ferri e gli amici dell'on. Giolitti (Rumori). E a questo proposito bisogna parlare chiaramente. Io non appartengo a quelli che giustamente sono stato sferzati dall'on- Ferri, quali servono un uomo e al momento difficile lo abbandonano. Sono stato a volte amico a volte fiero avversario, secondo il mio giudizio, dell'opera dell'on. Giolitti e non sono di quelli che tirano sassi addosso a chi ò caduto (Commenti). Un battibecco — Anzi — continua l'on. DE FELICE — respingo la ipotesi che l'on. Giolitti sia venduto alla Germania (rumori altissimi a sinistra. Dall'estrema si uria). GAMBAROTTA, ironicamente, rivolto a De Felice: — Come sei pieno di degnazione ud ammetterò che- l'on. Giolitti non sia venduto allo straniero! DE I-ELICE: — Si, ho detto di non credere che l'on. Giolitti sia venduto. GAiMB AROTTA : — .Abbiamo capito! Tu dovresti vergognarii di lare certe ipotesi... UE FELiuE: — Creuo, pero, che i rapporti dell'on. Giolitti col Principe di Bulow (urla) e che la politica del parecchio, la quale avrebbe anciato l'Italia prima nel discredito, poi in una più aspra guerra, avrebbero reso pericolosa la politica italiana... (urla altissime). Voci: — Che roba è quesia? DE FELICE: — Credo che se vi fossero probabilità di un ritomo al potere dell'on. Giolitti, il Principe di Bulow, che fingo di rimanere In Isvizzera per villeggiare, si affretterebbe a ritornare a Roma a quella Villa delle Rose che giù si dice stia per riaprirsi. GAM-B AROTTA : — Il Principe di Bulow è così lontano ! Lascialo stare t DE FELICE: — Cosa dici, Gambacorta? GAMBAROTTA: — Io mi chiamo « onorevole Gambarotta », non Gambacorta, ricordatelo. DE FELICE: — TI ho chiamato Gambacorta perchè sei stato l'ultimo ad arrivare. GAMBAROTTA: — Non faro dello spirito... non è il» tuo genere.! PRESIDENTE : — Non facciamo dialoghi, e lei, on. De Felice, continui. DE FELICE: — Converrà l'on. Ferri che un ritorno dell'on. Giolitti al potere, in questo grave momento storico, non avrebbe il sigli ideato che il ritomo al potere dell'on. Briand ebbe in Francia. Voci ironiche : — Internate Giolitti ! DE FELICE: — Equivarrebbe a un ritorno sui nostri passi. Dopo tanto giovane sangue offerto per la Patria, sarebbe il trionfo della politica del discredito e del disonore. Questo si, onorevole Ferri, sarebbe un vero tradimento! Data la buona fede di tutti i partiti, non riuscirà difficile adesso un accordo. A raggiungerlo può mancare il solo partito socialista ufficiale, non perchè non senta italianamente, ma per una apprezzabile tendenza ideale contro la guerra in generale, ed a favore della intemazionale dei lavoratori, sopratutto per la sua ferrea tattica alla qualo si è abituata la sua, coscienza sin da quando venne organizzata alla foggia- tedesca (rumori del socialisti Sciali). I socialisti tedeschi propugnarono sempre la teoria del disarmo, ma non se ne fecero mai efficaci assertori in casa propria. Evidentemente ad essi piaceva che della rigida teoria del disarmo si facesse sostenitore il proletariato internazionale in casa altrui, ad esclusivo beneficio della Germania, la quale infatti non potò aderire nemmeno al Congresso dell'Aja senza provocare una grave agitazione socialista all'interno (Rumori; interruzioni vivaci dei socialisti ufficiali;-. E il deputatoBebel potè dichiarare al Reichstag che si sentiva prima tedesco e poi socialista e assicurare la borghesia che. in caso di guerra, il proletariato socialista tedesco avrebbe fatto il suo doviro contro qualunque nemico estorno. Due esempi soltanto lo ricorderò della tattica attuaJr- del partito socialista tedesco (Rumori)Uno è 11 Congresso tnteinazibnale per la pace tenuto a Bruxelles il 31 luglio 1914 alla vigilia della dichiarazione di guerra. Il gruppo' parlamentare socialista tedesco vi si fece rappresentare dal deputato Haase. Questi dichiarò esplicitamente, meritandosi un bacio di ammirazione fraterna da Jean Jaurès, che i socialisti tedeschi avrebbero reso impossibile la guerra. Pochi giorni dopo i soldati del Kaiser violavano la neutralità del Lussemburgo e del Belgio, massacravano donne e fanciulli, proeia movane la dittatura militare, dichiaravano i trattai pezzi di carta sporca. Il deputato Haase, dimenticando ciò che aveva detto al Congresso di Bruxelles, battè le mani all'annunzio di tutto ciò e dichiarò a nome del gruppo parlamentare e della Direzione' del partito cho i deputati socialisti avrebbero votato le spese militari. Ecco l'altro esemplo. Alcuni intellettuali (Liebknecht, Mehring, Rosa Luxembourg, Clara Zetkin) esposero la loro opinione contro la guerra. Il partito socialista ufficiale li abbandonò. Ora-io dico che divido i vostri principi contro la guerra, compagni socialisti ufficiali, ed apprezzo la vostra logica diritta e ammirevole in tempo di pace. BENTINI: — Siamo d'accordo, ma tu voti per il Governo. DE FELICE: — Durante la guerra i deputati socialisti tedeschi e austriaci si sono schierati e si battono contro di noi. Il proletarlato socialista dei due imperi è tutto in armi o approva con grande entusiasmo l'invasione degli altri paesi, mentre Voi pronunciate degli ottimi discorsi per predicare ciistioi aulente la neutralità porgendo tutte duo le guancle al nemico. « Permettetemi di dichiarare, senza ombra di offesa, che ammiro più i tedeschi, i quali non sdegnano di dire: « prima tedesco e poi socialista », e si battono vigorosamente per la Patria. Ritengo più conforme agli interessi del socialismo italiano seguirne l'esempio gridando: « prima italiani e poi socialisti ». Con questi intendimenti, affermando ancori una volta la mia coscienza di Italiano e la- mia fede di socialista, ima esito un istante a dichiarare che voterò a favore dell'esercizio provvisorio jer la durala che verrà fissata d'accordo col Governo >. (Applausi del riformisti e rumori dei socialisti ufficiali). Dovrebbe parlare l'on. DUGONI. • Data l'ora tarda — egli dice — e polche il Regolamento della Camera me lo consente, chiedo di dare a domani 11 mi» a*»* mscl'dopgmsLpcetsfuvcrilmallaIsegddoavdldvdCblTosqdtdpmcbbdimn PRESIDENTE:' — Non è cosi MODIGLIANI: — Appello nominaleI (Rumori ltissimi). Cosi ci sarà un voto di più per il Governo. DUGONI, sottraendosi alle insistenze del col-eghi socialisti, che vorrebbero inscenare unppello nominale, svolge il suo ordine deiiorno, cosi concepito > La Camera invita ilGoverno ad adottare energici ed immediatirovvedimenti per infrenare la speculazione ui generi di prima necessità, ed a disciplinare on opportune disposizióni il collocamento ella mano d'opera, anche nell'interesse del-agricoltura ». BELTRAMI rinunzia a svolgere il suo ordino del' giorno. Il PRESIDENTE vorrebbe finire ad ogni co-to stasera, ma, di fronte all'ecatombe di or-ini del giorno socialisti, 1 socialisti ufficialireparano una domanda di appello nominale. Prima però domanda la parola l'on. TREVES. l quale dice: « Non ò dignitoso per il Parlamento proseguire in un modo cosi sommario ghtgliottinesco una discussione di tanta im-ortanza. Il modo con cui si precipita la dicussione non fa certamente onore alla Camera. Dichiaro perciò di essere disposto anche presentare in proposito una domanda-di voazione per appello nominale, perchè la Ca mera rinvìi a domani il seguito di questa dicussione ». (Approvazioni): L'on. SALANDRA aderisce alla proposta delon. Treves o prega la Camera di rinviare a omani il seguito della discussione, togliendo erò dall'ordine del giorno di domani lo svol-gimento delle interrogazioni. Cosi si avrà do»mani il sedutone delle vacanze. Sono le 10.45 e si toglie la seduta. Il