Discussione del bilancio pel 1916

Discussione del bilancio pel 1916 Consiglio comunale di Topino Discussione del bilancio pel 1916 Seduta del giorno 6 dicembre 1915) / Il Sindaco, che prosiede, apro In seduta allo ore 16, ma, diremo, non in forma uttlcialc. perche nemmeno a quell'ora, si ?• raggiunto il numero legale; c commemora l'architetto Alfredo D'Andrade, cittadino onorario di Torino, la nuale.gli deve un grande tributo dì riconoscenza. Crede di aver interpretato il pensiero del Consiglio n della cittadinanza, inviando le condoglianze alla famiglia dell'illustre quanto modesto defunto. Per il soliato di rame Legge quindi una interrogazione del cons. SACERDOTE, il quale vorrebbe sapere quanto abbia già fatto l'Autorità comunale presso il Governo perchè sia assicurata la quantità di solfato di rame che. è necessaria alla nostra viticoltura. 11 SINDACO ha già fatto pratiche presso, il Ministero in qualità di presidente del Circolo enolllo piemontese. Accetta tuttavia la raccomandazione di Sacerdote anrlie per il rlver boro che ha la produzione dell'uva sul nostro dazio comunale. Per gli ossequi à tra prelato Legge quindi la interrogazione dei cousi glieri socialisti — da noi pubblicata — sul l'invio di un consigliere comunale ad ossequiare una personalità ccclcsiiisticu. spiega poi che il consigliere Olivieri ili Vernier, prima di. recarsi ad ossequiare a Moina mona. Cagherò, gli chiese una lettera per questo prelato, che sapeva, essere in buone relazioni con il sindaco. 11 sindaco,, aderì all'Invilo, avendo conosciuto Monsignor Cagherò, non solo in Italia, ma specialmente nella Repùbblica Argentina, dove Monsignor Cagliero lia fatto opera benefica non solamente, ma si' dimostrò un grande italiano, che alla patria ha fatto il massimi) onore. Trova doloroso che si sollevino queste questioni in un momento in cui deve nella Nazione regnare la mussi-, ma concordia: quella concordia di cui hanno* dato cosi bella prova, il Belgio. Ja Francia, e flnanco la vicina Milano, « dove il Sindaco Caldara, socialista e tesserato, non r-llò a stringere la mano al cardinale arcivescovo Ferrari ed a ringraziarlo dell'opera benefica da lui compiuta. Del resto — conclude — dichiaro francamente che, se avessi avuto il tempo, ini sarei io stesso recato a Homa a compiacermi con l'illustre prelato che tanto onore fa alla. Patria nostra (approvazioni). Ed ora parli pur** il consigliere Romita ». FINO: — E' imbarazzato! ■BIANCHINI, pronto: — E' il Sindaco che è imbarazzato! FINO : — Si è visto! (ilarità). ROMITA dice che. dal momento che il Sindaco « così desideroso sempre di rendere omaggio a tulle le autorità... anche a quelle decadute... 11 Sl-NDA-CO, pronto: — E l'amicizia di quelle decadute mi fa onore! ROMITA: — ... il Sindaco voleva rendere onore, più che al prelato, all'italiano cosi benemerito per l'opera compiuta, nelle nostre lontane colonie dell'America, poteva benissimo chiedere l'autorizzazione al Consiglio di farsi rappresentare all'arrivo in Roma del grande italiano ». Crede ad ogni modo cho sarebbe meglio che la rappresentanza municipale si astenesse da tutte queste manifestazioni di carattere politico e religioso, essendo il Comune un ente di carattere eminentemente laico. Le dimissioni di fìherardini Il SINDACO a.vrerte poi che il consigliere avvocato Plinio Gherardini, insiste nelle sue dimissioni. 'Legge la lettera, ch'egli ha scritto al Gherardini in seguilo alla deliberazione del Consiglio e quella che Ghcrardini' gli ha indirizzato insistendo nelle dimissioni. Il SINDACO aggiunge: — Su questo argomento ha chiesto la parola il consigliere Bachi. E BACHI, tra la più grande attenzione dei consiglieri e del pubblico, dice: « Il Consiglio comprenderà le ragioni per cui io mi astengo dall'intervcnirc nel dibattito circa l'accettazione o meno delle dimissioni del compagno Gherardini. ; u Io non posso tuttavia tacere in questo mo' mento che sono lieto di constatare che Gherardini stesso affermi ancora una volta come egli pensi che l'idea socialista non sia affatto incompatibile con la fede nella Patria. « Ancor vibra in Italia l'eco della parola di un illustre socialista di fede antica ed inalterata, della parola di Ettore Ciccotti, che in modo luminoso Ira dimostrato come i due ideali ìwssano camminare indissolubilmente uniti. « E Plinio Gherardini col suo braccio afferma ancora nna volta di più ciò che affermarono già i Cavallari, i Pieci-nato, socialisti volontari, che sono tuttavia, per l'onore del Partito stesso, iscritti al Partito socialista. « Oggi che a Plinio Gherardini ìid lega, oltre l'antica amicizia', non solamente la comune■ fede di trentanni, ma. anche una più intima concordia di sentimenti in questo terribile mo-' mento della storia, io gli porgo, con un saluto , affettuoso, l'augurio più sincero che egli possa ; tornare su qucsii banchi, quando forse jo non : vi sarò più," ad affermare colla sua presenza e colla sua entusiastica parola che la visione j di una futura armonia sociale e della fratellanza di tutti i popoli in una nuova è più- lincerà internazionale non va disgiunta dalla , visione di una Patria unita, libera e grande »I (Approvazioni generati). - Il SINDACO pone quindi ai voti le dimissiondi Gherardini, che questa volta sono accettateiE finalmente si entra nella discussione deglargomenti inscritti all'ordine del giorno. Su una proposto tli acquisto di boschi sulla collina torinese presso il colle della Madda: lena, DEPA^LS fa alcune raccomandazioni ilu difesa, delle beliezzo della nostra.collina, e ' specialmente della comoditi-, che presenta il « Bricco (JeUa Maddalena » di godervi tutto Io splendido panorama della ciilà. della pianura padana « di una parte della stessa collina. 11 SINDACO accetta di b,uon grado ]e raccomandazioni di Depanis, perchè crede di poter a buon diritto vantai* come sua. l'idea di aver assicurato alla città la cima della collina per farvi un bel parco popolare. ■ Tutte le proposte che seguono sono approvate senza osservazioni p si arriva cosi subito al ii l'i il Hi iinniiin m l'nzit illi discorso Sincero SINC.EHO: — Non spenderò più parole di quanto ne oonsentano queste ore di'angoscie : e di speranze, Ui cui la meni© rifugge da ogni • argomento minore. La situazione finanziaria ' del Comune di Torino è sempre più buia. Lo hanno detto ormai parecchi. Lo dicono sopratutto le cifre del Bilancio, le quali avvertono iene le entrate vere ed effettive del Comune di Torino non sarebbero più in grado nom-liù di sopperire a quelle spose di tutti gli anni che 'sono correlative al non interrompibiie progres:so materiale e monde della città, neanche a sopperire alle spese vive coutraituali niipre; 1 scindibili della amministrazione e dei servizi ad essa devoluti, cosicché la Giunta, è forzaila a mettere alla luce quella lassa di famiglia di cui tre anni fa. scriveva « essere un odioso balzello che sfiora appena li» famiglie ' veramente ricche ed agiate e piomba con un I carico insopportabile sulle famiglie della ineidia e d»Ma minuta borghesia. dei professioni■gii, impiegati ed esercenti, e non lasciano in'■ disturbate le famiglie degli operai, ecc. ». • Ma vi è di peggio che la tassa stossa,- \"6 -di peggio clie neanche questo vituperato bal'• zello non basta nonché a sistemare la situa-ztone finanziaria, neanche a pareggiare momentaneamente il bilancio che ci sta tlhìànzi.Basta, iiilaìU, leggere a pagina 32 dell'Elitrata per vedervi stanziato, dopo parecchi altrd*iti a centrarsi, per ragioni lecite e semi■ lecite, anche un debito francamente illecito e . megale, e cioè un debito di circa 3 milion. par U pareggio del Bilancio straordinario, debit» die sarà sempre di oltre un milione e e e a - o a a e ù a . i . i e r r l mezzo 'anche tenuto conto degli aggravamenti delle tasse esercizio e rivendita e tassa domestici, venute dopo la, complilazlono del Bilancio, nonché della diminuzione di spese proposta dalla Commissione di bilancio. Quanto all'avvenire non occorrerà, essere dotato di quello spirito profetico che l'assessore di tanto in tanto attribuisce all'oratore, con immeritata ammirazione, per e: sei' ben sicuri che in ogni più ottimistica ipotesi esso sarà, ben peggiore ancora. L'oratore vuol supporre che la. situazione croata dalla guerra o successiva alla guerra non abbia ad influire sui bilanci futuri, e cioè cho le entrate riprendano il loro normale incremento annuo. Vuol iiiticbe supporre, e ne chiede venia al collega Patltoertt, che non crederà certamente ad una tale ipotesi, che d'ora innanzi, di punto in bianco, si amministri rigidamente in modo da contenere l'Incremento annuale delle spese ordinarie entro i limiti stessi dell'incremento delle entrate. A tali avventurose ipotesi il Bilancio del prossimo 1017 mancherà, tuttavia sempre di quel milione e mezzo di avanzo di gestione proveniente dagli esercizi precedenti di citi fruisce il Bilancio lftlfi, ed anzi dovrà, come ormai è già noto, provvedere al disavanzo di gestione del 1915 per circa un milione. Inoltre poi, il bilancio 1917 c suoi successivi dovranno fronteggiare ad ammortamenti e Interessi di qfiei "3 milioni di debito che ancora dobbiamo emettere, ma che bisognerà pure emettere per pagare le opere corrispondenti già in corso, nonché di quei m%Iic od otto milioni di debiti che sono stanziati, nel Bilancio che ci sta dinanzi, con un maggior carico, quindi, in confronto ni Bilancio attualo di non meno di un paio di milioni e mezao. Tenuto pur conto che emettendo i mutui sparirebbero i debiti di cassa e loro interessi per circa mezzo milione, ammesso pur anche che negli anni venturi potesse ricostituirsi un avauzo di gestione per circa un milione, r'marrohlie pur sempre anche nella eccessivamente ottimistica ipotesi fatta, e malgrado la lassa di famiglia e le altre imposte oggi sancite, un disavanzo poi bilanci venturi di non meno di quattro milioni. E se'le ottimistiche ipolesi non si avverassero? E se la situazione creata dulia, guerra arrestasse anche soltanto l'inciemento normale delle entrato? E si seguitasse ad amministrare come da parecchi anni si va amministrando? 11 consigliere Sincero, puro avendo coscienza di avere in ogni circostanza fatto quel poco che era in suo potere per opporsi all'andazzo, non osa soffermarsi col pensiero su quello che in lai caso sarebbe l'avvenire finanziario e fiscale della città. L'oratore non crede il caso di star oggi a ripetere la ricerca delle responsabilità per una tal nera situazione. Si riferisce al riguardo a quanto disse in passate discussioni finanziarie. Deve soltanto raccomandare al Consiglio di non accogliere, senza largo beneficio di inventario, le giustificazioni che vorrebbero attribuire o esclusivamente od anche soltanto principalmente alla guerra il presente poco allegro stato di fatto. Gli effetti della guerra sono intanto esclusi dagli ottimistici computi che l'oratore ha fatto per l'avvenire. Quanto al Bilancio 1916 ò da osservare che prescindendo da quel milione di « spese ir» dipendenza della guerra » a cui si fa fronte con un milione di debiti e che quindi non influisce affatto sul bilancio stesso e sul suo de. fiat, per quanto si riferisco alla spesa non si può dire che la guerra influisca, come si vuol far credere, poiché il totale delle spese ordinarie e straordinarie continuative stanziate *ul Bilancio 1916 supera di appena un milione le spose corrispondenti del Bilancio 1915, e cioè l'incremento delle spese tra il 1915 ed il 1916 e previsto assai minore della media degli incrementi analoghi che si sono avuti nel triennio precedente. E quanto all'entrata la previsione è, 'in complesso, appena di lire un milione e 300 mila circa inferiore a quella che potrebbe essere in circostanze normali, cosicché si può essere ben sicuri che l'influenza della guerra sul pareggio del nostro Bilancio 1916 si riduce, ad un milione o poco più di minori stanziamenti all' entrata : il che non costituisce neanche la terza parte del deficit .che si avrebbe già sin d'ora palese se non fosse del nuovi balzelli. Le cause vere e fondamentali del perdurante dissesto sono ben altre . L'oratore si limita a ricordare che soltanto dal 1912 ad oggi, nel solo triennio cioè immediatamente susseguente, a quel piano finanziario con rui si diceva di voler assicurare al Bìliinfiti la disponibilità necessaria per le opere straordinarie del decennio, si sono stanziati in bilancio ben 49 milioni circa di debiti (oltre lo alienazioni patrimoniali) a cui oggi ne aggiungiamo altri sette o otto milioni. Nello stesso periodo il totale delle spese effettive si è accresciuto di circa sette milioni !... Altro che gli effetti della guerra. Non occorrono evidentemente altri dati per darsi ragione del come dopo avere in cinque anni imposto ogni sona di gravami, si sia pur sempre alle prese con dei deficit incoercibili e non si riesca a mettere insieme un bilancio elle pareggi senza aver ricorso al debiti. In questa materia dei debiti siamo ormai ridotti come i morfinomani ohe soltanto più possono trarre momentaneo sollievo da quella morfina che è la causa della loro decadenza e che aggraverà il loro male dell'Indomani, L'oratore non somministrerebbe però inai della morfina ai morfinomani. Seguiterà quindi a votare recisamente contro ai bilanci che soltanto possono pareggiare in quanto si imperniano sui debiti, semente ferace di som prò nuovi balzelli in avvenire. FINO vorrebbe che la Giunta, completasse con la massima sincerità quelle mezze rivelazioni, che sono contenute nella sua relazione: che cioè dicesse al Consiglio come si procederebbe, se non si avverassero quelle condizioni, forse troppo rosee, che ha prospettato. Ammette egli pure che il bilancio non sta in piedi e non riesce a immaginarsi come si potrà fare bene il bilancio di qualche anno avvenire, quando non si è riusciti a far bene il bilancio del 191(5. ROMITA fa notare che, volendo criticare il bilancio, essenzialmr-nlt» si fa la critica delle opere fatte. Ora a parer suo ciò è ingiusto: quello che essenzialmente si deve cercare è se le spese sono state fatte bene ed utilmente. Egli ed i suoi amici combatteranno strenuamente contro la proposta della Commissione di bilancio di sospendere molte delle spese per opere straordinarie progettate. sssbm19dcadnpmmtealaGmzdteapcpPmcvcadgcldcrdcLrpgdc Porla il relatore 1NVREA, relatore delia Commissione del bilancio, confutando le Tdee manifestate da Sincero, fa notare die s! ricorre a mutui por opere che hanno veramente il carattere di effettive e straordinarie, non ricorrenti. E' vero che il nostro debito è in questi ultimi anni assai aumentato: ma bisogna tener presente che la città nello stesso periodo è aumentata di più che centomila abitanti. Ora è facile immaginare quanto si sarebbe dovuto pagare per fabbricare cv-n-ovo una iutiera città di centomila abitanti. Del resto tutti i Comuni ricorrono ai mutui per le grandi opere pubbliche straordinarie, c questa teoria è stata pure accolta dal cons. Depanis, che fu pure un così severo critico dei bilanci delle ultime amministrazioni, Quello che occorre è di infrenare le spese più che sia possibile, di ridurre al minimo i debiti da contrarre, e di ciò essenzialmente si é preoccupala la Commissione del bilancio, la quale raccomanda con tutte le forze la riduzione delle .spese sia ordinarie che straordinarie, sempre che ciò sia possibile. Questo è, a parer suo, un dovere veramente impellènte della nostra amministrazione comunale. Esaminando alcune cifre del bilancio, rileva cho ciò die portò il grande squilibrio nello cifre del dazio fu la mancata vendemmia, e non tanto la guerra, perchè I numerosi militari raccolti nella, nostra città danno pure un sensibile aumento dei consumi. «Ora è da augurarsi, anzi 6 da prevedere che nel 1916 non ci mancherà più tutta la vendemmia». FINO : — Ma se manca la mano d'opera, come si può prevedere una buona vendemmia? INVREA, BOCCA ed altri: — La mano d'opera c'entra poco o nullaI... Purché le viti diano uva... INVREA conclude che base della nostra finanza in queste circostanze deve essere la più rigida economia, specialmente sulle opere trnordinari e. L'assessore per le finanze RINACDO trova alquanto-., catastrofiche le previsioni del consigliere Sincero ed anche troppo poco basate sulla realtà. Fa poi un estratto, da cui risulta clic la guerra porta effettivamente nel bilancio una. maggior spesa per un mezzo milione. L'aumento delle spese previsto pel 1916 -- non tenendo conto delle ripercussioni della guerra. — è di 600 mila lire circa in confronto degli aumenti di 700 mila degli anni precedenti. Crede sia difficile risponderò alle domande di Fino: ad ogni modo fa notare che, avvenendo quelle condizioni catastrofiche che corno peggioro ipotesi si possono prospettare, l'amministrazione civica di Torino ha ancora in mano parecchi piccoli mezzi fiscali per fronteggiare la situazione. Trova, parecchio contraddizioni in quanto affermo Romita, il quale del resto non votò la lassa di famiglia ed ora "vorrebbe votare anche spese straordinarie non inscritto dalla Giunta. Risponde poi partitamente -alle varie racco mondazioni e proposte contenute nella relazione della Commissiono del bilancio fi di cui dichiara cho la Giunta è disposta ad accettarne alcuna. Lo replico del cons. Sincero Replica SINCERO dicendo di credere che poieffetto della guerra il bilancio. di_quesfanno c alquanto più sincero dei precedenti: gli pare poi che la guerra non abbia influenzato sulle condizioni anormali del nostro bilancio se non per un terzo. Ricorda infine elio tro anni sono nel 1012 si è compilato un piano finanziario secondo il quale si fissava tutto un programma di opere straordinarie per fin decennio a cui si sarebbe, dovuto provvedere unicamente con le disponibilità di bilancio. Invece si è continuato a fare del debili. INVREA : — Ma so li riduciamo! SINCERO replica vivacemente asserendo che nulla si eccepì a quanto egli disse Quanto alle teorie del relatore e dell'assessore si stupisce che essi dimentichino che_ appena tre anni or sono si approvò un piano finanziarlo per assicurare ai bilanci le disponibilità necessario per Je opere cosidettc straordinarie. Col loro modo di comprendere il bilancio non è a. stupire se in un quinquennio si imposero e tassa materiali costruzione, e tassa foraggie tassa esercizio e rivendita, e allargamento cima, e aumento del centesimi addizionali, e tassa di famiglia e un bel gruppo di imposto minori. Ecco perchè egli porla nelll'ammini strare,/criterii radicalmente opposti. MERGANDINO. della Commissiono del bi lancio, erode che Sincero confonda 11 piano finanziario col bilancio e vorrebbe che, dopo aver fatto tanti appunti alle proposte della Giunta, proponesse qualche rimedio concreto ed efficace. Data l'eccezionalità dell'anno non si possono fare previsioni: ma per conto suo raccomanda, vivissimamente che non si stanzino inai somme c'Ivo nell'annata non vengono esatto o non vengono spese. Dichiara francamente' che molte delle prooccupazioni dimostrate da Sincero sono pure sue. e insiste perchè si ammortizzino sempre i conti correnti ed i mutui. Mtre osservazioni fa MESSI protestando contro la Commissione del bilancio, che propone di radiare molte spese per opere straordinarie che gioverebbero specialmente alla periferiarinviandolo a. tempi migliori. Sì approva quindi la chiusura della, discussione generalo e alle 18,10 la seduta pubblica è rinviata a mercoledì, p. v.