La tragedia serba

La tragedia serba La tragedia serba TI cimitero di Strumitza- Stazione Le fucilate delle notti tranquille - Il sipario di fuoco {Dal nostro inviatn speciale nel Balcani). a o a o e . o i a a o , a . i ; o i lnao e r» il oti lSTBUM1TZA-STAZI0NE. 2 novembre. •Sii una desolata campagna di fango, di boscaglie secche e irle, di alberi, spogli, di zolle incolte, sì è illaminalo improvvisamente un sole lucido e caldo. II Variar, gonfio d'acque irruenti, c Umacci.ise, cola tra le rive verdeggianti di poca, erba, uria, sonoro contro i. pilastri del ponte famoso che ha name dalla stazione di. Strumitza, che fu già rovinato, presso una, testala, durante la prima guerra balcanica, che fu. poi riattato provvisoriamente, cosi' come appari' ancor'ura, che fu poi conteso sanguinosamente durante la. seconda guerra balcanica, clic fu. poi ancora, minacciato nel marzo scorso dallo, brigantesca, incursione di alcune bande di comitàgi bulgari, che fu, infine nuovamente miitàcciato, in questi ultimi giorni, dai due assalti dei bulgari contro Strumilza-Staziente e contro Volando vo. Ho descritto in un rapido racconto che vi spedii dì qua per posta ad Atene, e che da Atene dev'esservi stato trasmesso per telegrafo, l'ultimo attacco dei bulgari contro Strumitza-Stanane • e contro Valandodo, il 24 u. s. In questo settore, come spiegavo, le truppe francesi del Corpo di spedizione degli alleati hanno ora completamente sostitxiito i presidiì serbi, cui già avevano soccorso, con un frettoloso invio di riparti di -rincalzo, nel primo attacco bulgaro del 18 ottóbre. Durante, dunque, il combattimento del Zi avvenne, ricorderete, che una o due compagnie di fanteria bulgara, quando, già l'impelo dell'assalto delle toro mas~e era: .'iato frenato dalla furia del cannoneggiamento e della fucileria francese, si buttarono disperatameli (e alla baionetta contro il ce/Uro francese, formato da alcuni battaglioni della legione straniera, e immolando uomini e uomini, e premendo con vigore inaudito, riuscirono a sfondarlo, e a passare oltre. I superstiti di queste eroiche unità bulgare proseguirono, dopo questo parziale successo, intrepidamente la Iure corsa ersn il. Vardàr, che scorre poco più in basso delle colline su cui era stabilito il frónte francese, e precisamente verso il. ponte di Strumitza-Slazione. Tulio l'ardimento e tatto, la. forza del loro assulto, « il sacrificio d'uomini che avevano affrontalo, e quella temeraria manovra d'internarsi dentro te linee francesi avevano uno scopo evidente, di eccezionale interesse; giunger-- a. qualunque .costo, anche con. piichissìin' ..idiridui. al ponte famoso, e demolirne comeno un'arcata, con qualche cari uccia, di esplosivo, e interrompere cosi, conseguentemente, la linea ferroviaria tra Salonicco e Strumitza..itaz<oiie. ll tentativo, ammirabile nella sua esecurJone non maio che nella sua concezione, fallì. I francesi avevano "' riserva uno squadrone di. cacciatori d'Africa ; e questo contrattacco il, manipolo bulgaro, si rovesciò su, di esso con, la veemenza cho hanno le riserve quando sórto valide e sono state lungamente trattenute durante u/ì r.ombatlimenio accanito. Da una parte, dietro la località dove si svolse questa lotta, erano-le batterie francesi; dall'ulti a parte, lontane, erano le batterie bulgare ; e poiché le due artiglierie si cercavano, e cercavano di controbattersi con i loro tiri, a vicenda, e il bombardamento folgorava incessante, i protetti dell'una e dell'altra parte sibilavano ininterrottamente, passando sopra i combattenti impegnati in. quel singolo episodio, formavano come una volta invisibile, come un cielo sonoro sopra loro -. sopra loro, cui, nel loro duello, non giova, va più che l'arma bianco, lo squadrone e la baionetta, il. pugnale e. il coltello : e. giovavano anche i pagri, e i denti e il vigor" personale, trasmutato in peso per piegare', per abbattere l'avversario. !■'» una lotta di pochi minuti, immensi per chi li visse combattendo-, lotta sei«a quartiere e senza pietà, ti finalmente il manipolo bulgaro fa annientalo. II disperato tentativo dei bulgari, contro il ponte di Strumiiza-Stazione era fallilo. **« Oggi, dopo lunghe pioggie, su. la desolata campagna di fango, di boscaglie secche ed irte, di alberi spogli, di zolle incolte, si. c i illuminato improvvisamente un sole lucido e caldo. Sole dei Morti. Quello, che, ahimè! si conviene a questa Serbia eroica e dispe- diiIni setrbsfifindVluhd■vqvhhu6plodfimmincrssidmcnmvpidrs<rpruirnlTtncrti ho er t te c. ro er cfupfntcpvsllrata. II giorno dà quasi l'illusione di una prima primavera, che tìmida si ahnunstt. La cannonata e la fucileria tacciono su le colline intorno, il piccolo cimitero, poco lontano dalla stazione, ai piedi della u quota 150 », famosa per avare costituito il fulcro dei tre combattimenti del marzo scorso, e di quindici e di nove, giorni fa, il pìccolo cimitero è adornato di qualche frasca verde e dì qvalehe fiore, che la pietà dei soldati francesi ha volato iv aveste giorno\^deporr?. - sui tumuli nudi, di terra bruma, 'Qua eia, alle ero>-i d> legno grezzo, che re- demo tu Vasta traversale, sejritti con Mn» oftssetr* e con il lapis copiature, « teateriH dalla pioggia, i-nomi dei soldati' sèfbi mori su queste colline difendendo i confini del'; n patria, e qua sepolti, pendono allacciati, nastri bianchi, che, secondo l'uso del paee, soiio i. segni del ricordo che là famiglia ributa al, defunto. T.i. aWieciarin còsi alle raccia della crocè,'miseri nastri di cotona filacciali, le donne, la madre, la. moglie, la fidanzata, Le sorelle, pregojido. Qua non sono venute, non potevano venire le familiari del morto-, forse egli era una. recluta della Vecchia Serbia., c. ; suoi, arano un campo unghesso la Saca, o la Morava, n a Timok, hi, nella terra oggi' invasa dagli austrìaci, dai germanici, dai bulgari. T suoi non potè, vano venire: e lo piangono, forse, oggi, setiv a stìpere se egli ha. una tómba, certi, che à queila. 'amba essi non barino potuto offrire, voiiiamfihle il nastro del. ricordo. Ma ci hanno pensato le donne di qua'. Anch'esse hanno un figlio, un -marito, un fidanzato, un fratello sotto le armi, lontaiw, chi coro-i 6«<fe chissà dove, che forte... Hanno COIR". ph'.lo esse Vufflcio pietoso per coloro che notio potevano, e senza sapere per ciu; pensando al loro caro lontavo, nel nome dèi sacrificio comune. Ora, accanto ai morti serbi, dormono t morti francesi. Si riconosce la terra dei tumuli smossa di recente, si riconoscono i no-' ini su le croci. Q^lche passero srotoKa 'e cinguetta tra le tombe, intorno al piccolo' rozzo -monumento di pietra e calcina, che i serbi hanno cretto a ricordare l'eroica difesa della « quota 150 », nel marzo score». E in questa solitudine, <; in questo silenzio, davanti alla più amile miseria dì questo cf. m'itero.-un uomo, sostando „ rt-pcii»a»wlo è ciò che si svolge oggi nel mondo, alt-immane tragedia cui non. aUr<7 regola che tà mietitura della Morte, alla caotica cori, vulsione che tanto più s'infuria quante/ più sannite gronda, un uomo sente sorgere involontariamente dall'intimo suo Vatrocò domanda -. - - Cui bone? — A che prò' tanto rigoglioso flore iti rita infranto'' tutte queste giovinezze prostrate, annientate, sepol. <«?.•. Dopo chiusosi il ciclo della strage orV renda, l'umanità, un poco più affaticata, un paco iiìì'i scarnita, un poco più vulnerato; riprenderà il suo ruminino invariabilmenlo uguale, senza essersi avvantaggiata menoinamente dallo sforzo tanto doloroso. Iti realtà, di grande,'di buono, di duraturo qua non c'è che questo pen.siern d> amorosa solidarietà nella sventura ver cui qualche w-' Tiir'c donna macedone ha, considerato i sepolti, come suoi familiari, e. in un impéto di tenerezza e. di cordoglio, ha appeso alle mudo croci i nastri simbolici del ricordo e det rimpianto. Iersera, nari crera questa illusione. di pace, che si spanda oggi, nell'ora meridiana, tersero., feci con. ùli ufficiale francese un giro agli auamposti, su. le. colline che salgono verso il puissiccio montano del Prause, ove passa la; frontiera serbo-bulgara e. da cui i bulgari minacciano. Pioveva a dirotto. I cavalli scivola* vano ad ogrdpnsso sul terreno fangoso, retatati travonii impauriti allo scoppio di qualche fucilato che tratto Unito echeggiava nel frasb. — Notte tranquilla — mi disse a un c'erto punto l'ufficiale, mentre ci allontanavamo dà un posto di guardia, dai. cui uomini egli osava raccolto informazioni. • \' Proprio in quel momento quattro-o cinquescarichi; di. fucileria crepitarono in alio, versa l culmini del. Prause; e qualche, pallottola sibilò nini, lontano ria noi. '-'• - Ecco : tranquilla non. mi pare, il termine esalto - osserva*, chinandomi piar un. .istmi* di difesa svi collo del ranella. ' ■ il contrario! iran</i>Ula: trannulClissimaH. K queste, scariche, sima precisamente Vindio* della situazione. Esse ci dimostrano che per.; questa none i bulgari vogliano dormire. DB. notte non u mai la fucileria che preludia 9, un tentativo d'attacco. £■ n silenzio che fa' sospettare l'insidia, che dà lungo a presagire l'offesa che si prepara. Queste scariche non sono eseguite che da qualche plotone isolato; e sono dirette a dimostrare a noi che la vigilanza sul fronte continua a.t.lira, e a sventata gualche nostro eventuale tentativo d'attacco. , Kitornavamo poco più tardi alla statkme di Stricmitza. In loia stanza erano ristaili alcuni uffioiaii urlio fimo Maggiore francése che a. svoltavano racconto di ?t/t ufficiale serbo. \rli'> papeanato nei rioni, pontone lenta mmtè.'cera^fdo te r,«r»ie per esprimerti in, francete : u *w> noUn. trarne, smorto.. aetem | una espressione coti ,htsa e cosi immote Ot\ eovtpnss» sputimi, m e*toto*l*nt giunto du Nisc, per la via dell'Albania e ai Monastir, attraverso peripezia inaudita. Seewi» pat'j a un attacco di ributti albanesi nella strada ira Prlzrend e Dibra, lasciando dietro se, tra morti e feriti, la metà della sua miccola scorta.- scampalo ancora a un attacco di! comitàgi bulgari nella, sbrachi tra Ptilep e\ .-ilmmUza-StaTinnc. recava le nottate éetit

Persone citate: Dibra, Durante

Luoghi citati: Africa, Albania, Atene, Monastir, Salonicco, Serbia, Strumitza