Un'ala che poteva esser tagliata

Un'ala che poteva esser tagliata ha Serbia invasa Un'ala che poteva esser tagliata ( Dal nostro inviato speciale nei Balcani ) In questa lettera il nostro Basai considera ■lucidamente la situazione militare in Serbia quaile resultava afl 2i ottobre con l'occupazione bulgara di Uskub. D'allora, l'invaslioaie bulgaro-austro-tedesca ha dilagato assai: dal nord alt sud, gli austro-tedeschi han già ■mancata la Morava occidentale e il loro fronde si estende, al d'i qua di questo fiume, sulla Billeri IvanjizH-Kruficevaz; da oriente ad occidente, i bulgari, congiuntisi con l'esercito germanico ed espugnata Niscli, hanno varcata, la Morava meridionale, e il loro fronte, iper Lesekovac, scende fin quasi al confine albanese, svoltando a Tetovo, ossiti a circa 50 Km. ad ovest di Uskub. Perciò, Uskub in inailo dei bulgari non rappiresenta più, rome al 2-ì ottobre, il punto estremo di un'ala facilmente avvolgibile, e i franco-inglesi (che (pure hanno ripreso Veles per la seconda volta ai bulgari) sd trovano dinanzi ad un saldo cuneo nemico, che .protendendosi verso la frontiera albanese tendo a chiuderò la tanaglila del'PliTvv-asiioine. SALONICCO, 27 Ottobre. Fino all'altro ieri non era ragione di credere all'immmediata probabilità di un investimento di Skóplje (Uskub) per parte dei bulgari- Vosservazione che io facevo nel tni.0 telegramma del Si v. s. era perfettamente lògica; io dichiaravo che certamente i bulgari non avrebbero pensato ad avanzare su Shòplje fino a che erano impegnati nella battaglia dì. Vélese, fino a che non avessero rotta a Vélese la resistenza serba: in caso diverso, essi avrebbero compiuto una mossa per lo meno avventata, avrebbero alterato a loro-danno la linea del loro fronte, avrebbero lasciato scoperti agli attacchi del nemico il loro fianco sinistro e l.e laro retrovie, e si sarebbero posti im. condizione di subire, appunto su la loro sinistra, un improvviso accerchiamento. Ebbene: ciò che pareva as salutavi enti: Improbabile, —• (luto che giova sempre attribuirti all'avversario le migliori possibili qualità strategiche — è avvenuto. I bulgari sono avanzati a Skóplje, e l'hanno occupata, non soltanto mentre la. loro ala. sinistra era. ancora impegnata a, Vélese, ma mentre a Vélese essi venivano sconfitti, e di là ricacciati fino .« tslib. ! bulgari hanno dunque commesso, e in- circostanze aggravate, l'errore che non. sì. voleva pensare che essi, commettessero, ili scoprire, completamente, la. loro sinistra-, e di offrir*! ut nemico la possibilità per un tentativo di accerchiamento, il fatto è indiscutibile, ita.... Sorge, a. qitcslo punto un — ma — evi non sarebbe slato facile pensare avanti. Avanti, l'osservazione che ho riferito riguardo alla imprudenza evidente della manovra bulgara, era di una esattezza inconfutabile. Oggi, per spiegarsi che i bulgari abbiano accettalo tanta imprudenza, e sopratutto che riescano a sostenerla, si deve ricorrere alla considerazione di. un elemento nuovo, impensato -. questo : ma i serbi sono in grado di compiere la sia pur facile manovra di ■un. attacco su quel fianco sinistro che i bulgari hanno scoperto? e hanno essi forze sufficienti per tentare, con qualche speranza di successo l'aggiramento cui il nemico si è esposto? Qua, mi pare, sta la quistione, tutta la quistione di questa impensata puntata bulgara su. Skóplje, dì questa aziune che pareva da parte del bulgari tanto imprudente che nessuni! credeva che essi-, in queste cir costanze, l'avrebbero osata. E se i bulgari avessero avuto la sensazione più precisa che i serbi in questo settore non avrebbero ■potuto prendere la controffensiva nemmeno nelle più vantaggiose condizioni., in che sarebbe consistita la loro imprudenza?...' Giova, per comprendere perfettamente questa, nuova situazione militare creata nella Serbia centrale dall'audacissima mossa bulgara, avere presente tutto l'insieme del la situazione di guerra in Serbia. Ricostruiamola, quale era prima del 24- ottobre, prima 'cioè dell'occupazione bulgara di Skóplje e 'della vittoria serba di Vélese. 1 serbi- hanno due fronti di guerra uno verso il nord, verso la Sana e il Danubio, per contrastare l'invasione austro tedesca; l'altro verso est, verso la frontiera della Bulgaria, per contrastare l'invasione bulgara. Per entrambi i fronti i serbi hanno una linea, principale, essenziale e necessaria di rifornimento: di rifornimento nel senso più- ampio della parola, in quanto quasi esclusivamente per questa linea essi possono ricevere dall'esterno vettovagliamenti. e munizioni, non solo, ma ancora qualsiasi aiuto di forze militari per parie degli. Alleati: è la grande linea che attraversa tuttala Serbia dal basso in. alto, che parte da Salonicco, risale la bassa valle del Vardàr, entra in Serbia a GevgelUt, risale ancora tutta la media valle del Vardàr fino \ a Skóplje, piega quindi leggermente verso est, e passando per Kumanovo, imbocca la valle delta Morava, lungo cui poi discende fino all'estremo limite settentrionale della Serbia, fino al Danubio. Per capire la portata dei vari episodi della guerra che oggi si svolge nei Balcani, bisogna avere ben chiaro il concetto dello svolgimento e delia importanza vitale di questa grande linea dì comunicazione, che costituisce, direi, per usare un'imagine elementare, il cuore e il polmone della Serbia: di questa linea ài comunicazione che si svolge parallela a tutto il ironie di guerra orientale — quello minaccialo dall'invasione bulgara — per giungere al fronte di guerra settentrionale — quello .minaccialo dall'invasione austrotedesca. Questa condizione di cose spiega perfettamente il. piano di guerra che gli austro-tedeschi e i bulgari stanno attuando. Le forze austro-tedesche — 12 divisioni: 6 germaniche e 6 austro-ungariche: circa 240 mila uomini, — varcale le frontiere settentrionali della Serbia, oltrepassati cioè la Sava e il Danubio, risalgono la valle della Morava verso il eentro del paese, ossia tentano aprirsi il passo dal nord verso il sud per la grande linea eentrale di comunicazione. L'esercito bulgaro — 350 mila uomini, secondo le notizie che si hanno qua — premendo contemporaneamente su tutto il fronte orientai», tenia «fondarlo in un muta g««U»<«>, a o a a i a i I o a. a i o e o n , a , a o i i è a e i e o o e a a e sia per trovare^Jl congiungimento con gli austro-tedeschi, se riesce a penetrare netta Sezbia settentrionale, sia, se riesce a penetrare nella Serbia centrale o meridionale, per interrompere ove capiti la famosa linea centrale di comunicazione, per interromperla dietro il fronte settentrionale dei serbi, alle loro spalle, togliendo loro quasi ogni possibilità di rifornimenti e di ajuli. Cosi, a questo duplice scopo, l'azione bulgara si divide, come 'ho già accennato altra volta,, in quattro settori. Nei primo, a cominciare dal nord, le forze bulgare si concentrano nella valle del Timàk, e tentano risalirla per giungere ai valichi delle colline fiancheggianli la valle, della Morava: qua, verso Cuprija e Paracin, dovrebbe evidentemente effettuarsi # congiungimento con gli austro-tedeschi, venuti dal nord appunto per la valle della Morava; poi le forze riunite continuerebbero a risalire la valle della Morava, spingendosi, verso sud all'investimento di Nisc e. all'incontro di altre forze bulgare. Nel secondo settore i bulgari operano lungo la linea ferroviaria Sofla-Nisc: sono giunti a Piròt, che occupano: e tendono ad avanzare da questa banda verso Nisc, per investirla da sud-est quando le forze, che fossero riuscite a congiungersi, e che verrebbero dal nord, la investirebbero da quella banda. Nel terzo e nel quarto settore l'azione bulgara è diretta esclusivamente a tentare d'interrompere la grande linea di comunicazione, la quale in alcuni punti di questi due settori-, e particolarmente verso Vrania e verso Slrùmitza, si svolge anche vicinissima alla frontiera. •*« La situazione sui due fronti serbi, settentrionale e orientale, il giorno 23 ottobre, la. vigilia, cioè deliba presa, di Skóplje per parte dei bulgari, era precisamente Ut se guente. L'avanzata austro-tedesca per la valle della Morava era arrestata a. pochi chilometri, dm! Danubio: — l'avevano arrestala la resistenza, serba, le difficoltà del terreno l'imperversare del- maltempo. L'avanzata bulgara nel primo e nel secondo settore del fronte orientale serbo era parimenti arre siala-. — arrestala dalle slesse cause che impedivano l'avanzata austro-tedesca sul fronte settentrionale. Nel terzo settore del fronte orientale i bulgari erano giunti a occupare Vrania, ch'è stdla grande linea di comunicazione, ed erano quindi riusciti a interrompere questa, circa a mèzzo del tratto tra Skóplje e Nisc; erano giunti a occupare, ancora su la grande linea di comunicazione, pia a sud, Kumanovo, e a rinnovat." quindi l'interruzione, sempre nel tratto tra Skóplje e Nisc; infine, a sud di Skóplje, cren riusciti a giungere a Vélese, ancnréssa su la grande linea di comunicazione. E a Vélese era, da due giorni, ingaggiata accanitissima la battaglia, di cui le sorti già parevano volgere favorevoli ai serbi- Nel quarto settore, l'ultimo del fronte orientale, prossimo alla frontiera greca, ogni tentativo bulgaro d'assalto contro la linea di comunicazione, verso la. stazione di Strumilza e Valàndovo, era stalo respinto dalle truppe francesi che presidiano questo settore fino a Negotin (In Serbia vi. sono due. 'Negotin, una a nord, presso il Danubio, l'altra a sud. sul X'ardar; è di quest'ultima che qui si. parla) e a Krivolàk. E i francesi, anzi, avanzati., inseguendo i bulgari-, fino oltre, la frontiera stessa bulgara, minacciavano Strùmilza-città. In conclusione, il giorno avanti la presa di Skóplje le condizioni dei serbi potevano parere, abbastanza felici. E' vero che la loro grande linea centrale ili comunicazione, era tenuta in due punti dai bulgari, a Vrania e a Kumanovo, e non funzionava quindi più per il tratto tra Skóplje e Nisc; ma l'occupazione da parte, dei bulgari non si poteva considerare come troppo sicura- E, dato che si combatteva a Vélese, e che le sorti à i della battaglia piegavano in favore del serbi, non solo non si pensava che i bulgari avrebbero tentato di avanzare ancora il centro del loro fronte venso Slróplie; ma si poteva presumere che, vinti a Vélese, cioè, rispettosa questo settore d'azione, battuti su la loro estrema sinistra, avrebbero sentito la necessità di ripiegare su tutto il fronte del settore, quindi di arretrare anche con l'ala destra, abbandonando ì luoghi cui la avevano spinta, cioè Vrania e Kumanovo. Avendo sott'occhio una caria topografica ci si spiega senz'altro commento questa situazione militare e la logicità'di queste previsioni. In questo settore, che è il terzo nella divisione, cui ho accennato, del fronte orientale della guerra serba, il fronte bulgaro si appoggiava con la sua estrema destra a Vrania, tra Skóplie e Nisc, e con la sua estrema sinistra a Vélese, tra Skóplie e Strumilza. Skóplie veniva, quindi, a trovarsi precisamente, davanti al centro del fronte bulgaro, a. venticinque o trenta chilometri di distanza: #*» Il giorno 24 gli avvenimenti sconvolsero ogni previsione. 1 bulgari non curarono affatto che la loro estrema sinistra era battuta a Vélese, e, sopraggiunti ai serbi t rinforzi di alcuni battaglioni francesi, era ricacciata di quasi trenta chilometri indietro, fino a Istib. Essi, tentando una delle più strane e imprudenti manovre, mentre retrocedevano così di trenta chilometri con tutta l'ala sinistra, spinsero avanti impetuosamente il centro, lo spinsero di trenta chilometri in avanti, fino a occupare Skóplje. Da questa imprevedibile mossa, in cui coincidono la vittoria serbo-francese di Vélese e l'occupazione bulgara di. Skóplie, è risultata, la nuova situazione d'oggi, situazione, cornei Ito già detto, eccezionalmente pericolosa per i bulgari: tanto pericolosa che non. si comprende come essi abbiano potuto provocarla e accettarla. A meno che, ripeto, essi non abbiano la più intima e ■più. precisa convinzione che le forze serbe, pur dopo la vittoria di Vélese, sono ridotte a tale da non potere approfittare di nessun frutto di questa vittoria, nemmeno nelle condizioni più. favorevoli^ e che i rinforzi degli alleati giungeranno troppo lardi per cogliere l'opportunità di questo momento, con questo disordine che essi, i bulgari, hanno accettato, inverosimile ma transitorio, del loro fronte. Qua, a me pare, sta tutta la quistione: — quistione che sarà molto probabilmente già risoluta dai fatti quando in Italia giungeranno queste ww'c note, le quali non potranno quindi più pretendere ad altro interesse che di illustrare la preparazione di avvenimenti già seguiti. Qua sta la quistione- O i serbi sono in grado di approfittare dei frutti della vittoria di Vélese, o le truppe del Corpo di spedizione degli Alleati, una buona parte almeno di esse, giungono in tempo a sostenere i serbi in questo settore dH loro fronte orientale — e allora, in entrambi ì casi-, i bulgari saranno costretti a ritirarsi precipitosamente da Skóplie, a riirìegare precipitosamente su tutto il loro fronte in questo settore, verso la loro frontiera, minacciati-, se la manovra non. riesce loro rapida e precisa, di un'atroce sconfitta. Oppure i bulgari hanno, con la loro imprudenza, avuto ragione, non hanno cioè commessa nessuna imprudenza in quanto avrebbero intuito senza errore le condizioni d'insufficienza delVavvcrsario, che gli permettevano di tutto osare — e allora, in questo caso, Skóplie. è realmente perduta, la linea centrale di comunicazione serba è definitivamente interrotta, la Serbia è ferita nei suoi organi vitali. La quistione non ammette che l'urta o l'altra di queste due soluzioni. Quale c'imporrà domani la realtà degli avvenimenti?... La fiducia nel successo, che anima tutto lo Stato Maggiore del Corpo di spedizione degli Alleali, qua al Quarticr Generale di Salonicco, dà veramente a bene sperare. Per le migliori sortì della guerra nei Balcani è assolutamente necessario che Skóplie non sia stata l'affermazione di una vittoria bulgara, ma'sia il tranello in cui ì bulgari sono avventatamente caduti-, SUóptic, che in una piazzetta, remolo, conlii.su tra grigie casupole cadenti, nel suo quartiere più miserabile accoglie l'impùreggialo misterioso tesoro d'arte e dì religiosità della, prima chiesa cristiana, eretta in Serbia, chiusa per secoli e secoli e mascherata e dissimulata esteriormente a deludere la. fanatica furia musulmana, e che nell'ampia verde corrente del Vardàr specchia il fastigio merlato e munito della rocca di Dusciàn il Potente, Imperatore ili tulli i Itatcani. .VSAR'O BASSI ytosice w o Tirana \Elba$an Oobes V 0/e>*W& ^Z/fa&fltcà tosto/A V -, v Jtve/e/it . / _ .Vr rV««J/ o Coìerii 5 X $®?.!';.!.'4S;-.*S5?> ,. Ili llk.

Persone citate: Billeri