La risposta del Governo inglese

La risposta del Governo inglese La risposta del Governo inglese alle parole di pace di due autorevoli Lords Il grande banchetto al Guild Hall - La guerra ad oltranza: "Insieme resteremo in piedi, 0 insieme cadremo,, - Brindisi agli Alleati e omaggi all'Esercito italiano. (Servizio speciale della " STAMPA „> LONDRA, 10, sera o l i i i e a o Come già sapete, lunedi sera, alla Camera dei Lordi, due oratori liberali, che per se stessi sono figure venerande e per le loro canizie e pel loro passato generalmente non inascoltati, vale dire Lord Lorebum c Lord Courtney, tennero dei discorsi propugnanti una sollecita conclusione della pace in base a termini che non potrebbero essere decisivi. Quest'episodio non passò inosservato, benché nessun giornale, per motivi ovvii, vi abbia insistito sopra. Ma.ora vi si può far cenno, perchè le odierne manifestazioni dell'opinione pubblica e di quella governativa hanno dimostrato nettamente che l'assunto dei due venerandi Lordi non trova alcun seguito riievabille nel paese e neppure la menoma eco nell'attitudine dei Gabinetto. Infatti, in occasione dell'insediamento dei nuovi Lords Mayors nelle principali municipalità inglesi, varie importanti corporazioni municipali credettero ieri opportuno di votare ordini del giorno per la prosecuzione della guerra fino ad una completa vittoria finale. Similmente, l'-lrremovihile proposito di continuare la guerra fino al raggiungimento di questo scopo, fu ancora una volta manifestato ieri sena da Asquiih e da Balfour a nome del Governo nei discorsi che essi tennero al tradizionale banchetto in Guild Hall. Questa cerimonia annua, che accompagna la investitura di ogni nuovo Lord Mayor di Londra, rivestì la stessa importanza politica che la caratterizzò l'anno scorso, quando Asquith vi enunciò l'unica formula di pace che l'Inghilterra potrà ammettere: la nota formula dello .sgombro del Belgio e della Francia con le débite indennità e la garanzia d'integrità delle piccole Nazioni e del rovesciamento del militarismo prussiano. Asquith dichiarò ieri sera che resta più ferma che mai nel Governo inglese la vu lontà di imporre questa formula senza alterazione di sorta, e Balfour, che lo scorso anno-non apparteneva àncora al Gabinetto, mostrò di condividere senza riserve il proposito del primo ministro e di tutto il Gabinetto, mettendo in luce la logica assoluta di questo atteggiamento immutato. L'adunata, che includeva il fiore delle notabilità politiche e diplomatiche londinesi, applaudì fervidamente queste dichiarazioni dei due grandi ministri, i cui rilievi sulla situazione generale, ad onta delle complicazioni balcaniche, manifestarono un profondo ottimismo. Essi naturalmente non si espressero circa la durata della guerra. Sia che<abbia ad esser breve, sia che abbia a prolungarsi — dissero — essa non terminerà prima che «si riesca a garantire l'indipendenza alle piccole nazioni di Europa e ad assicurare all'Europa e al mondo la finale emancipazione dal Regno della forza». Il a'soorso di Asquith « Dopo quindici mesi di guerra — ha detto precisamente Asquith — non vi è più in Inghilterra che un solo partito : l'unità di intenzioni e di risoluzioni regna nel pae se. Giunti un anno fa all'incrocio di due vie, abbiamo scelto la pia aspra, ma la migliore. Non abbiamo mai cessato di ritenerla la migliore, e siamo sicuri del trionfo». Asquith ha biasimato quindi il contegno del giornale Globe, ed ha detto che non si può chiamare libertà di stampa il travisamento dei fatti. « Però — ha proseguito il premier — tranne due o tre eccezioni, la stampa bri tannica è sala fedele alle sue grandi tradizioni, ed il Governo apprezza la sua cooperazione. Modificazioni potranno essere introdotte nel sistema seguito dalla censura ». Parlando poi della missione 'di lor Kit chener,' Asquith ha detto: « Kikhener è passato per Parigi, dove ha avuto colloquii amichevoli e fecondi col presidente del Consiglio, Briand, e col ministro della guerra, Gallieni; poi è ripartito per compiere la sua missione, lo spero che la sua assenza sarà breve. Lord Kitchener esaminerà dìi vicino la situazione in Oriente, d'accordo coi rappresentanti dell'Inghilterra e delle Potenze alleate. Egli ha l'intera fiducia dei suoi colleghi e dei suoi connazionali; gli Alleati approvano calorosamente'la sua missione ». Dopo aver data rassicurazione che lutte le Potenze alleate sono egualmente detenni nate ad assicurare alla Serbia quel futuro che il suo eroismo le merita, Asquith ha cosi concluso: {< Gli Alleati sono uniti nelle loro inlenzio ni: insieme resteremo in piedi o insieme cudrcnts) e tutte le dicerie che ì minici fan no circolare a proposito di accomodamenti a pezzi e bocconi, di pace separata, non sono ohe chiacchiere oime c nenia calore* HsczNgsrcdlbsabscnv(rfngvs i e o a e i * Ho precisalo un anno la in questa stessa sala le sole condizioni alle quali qli Alleati consentono a deporre le armi; queste condizioni restano oggi lineile che erano allora. Noi crediamo di anere grandemente progredito nella via della lom rcàlizznzionf-; sia. lunga r, breve, la strada, non ci fermeremo- Non piegheremo prima di aver assicuralo ai piccoli. Stali d'Europa la carta della loro indipendenza ed al mondo intero l'emancipazione dal regno della forza ». (I saluto all'Italia Anche l'Italia ebbe, al banchetto, il suo brindisi. Il primo accenno lo fece il ministro degli Interni John Semiti, brindando agli Alleati. Egli ha detto: v. L'alleanza non è più una semplice combinazione militare e navate, è Vunione dello spirito del popoli liberi. Quando la guerra cominciò, noi non avevamo, per condurla, nessun impegno militare e navale con la valorosa Francia e con l'indomabile llussia (Quanto sia valorosa Vuna e indomabile rattrà, nessuna paróla potrebbe àesctlvere. Un mese dopo, eravamo legati vicendevol mente dall'impegno di agire in comune, di fare una pace comune. In questi ultimi giorni il Giappone ha firmato lo stesso impegno. Un anno fa l'alleanza non comprendeva ritolta, ma il popolo italiano, per la cui storia e per le cui aspirazioni noi abbiamo avuto sempre una cosi stretta simpatia, si à posto di poi dalla parte dei difensori della libertà. Oltre a queste cinque grandi Po tenze, due altre sono particolarmente vicine ai nostri cuori : il Belgio e la Serbia, piccoli Stati ma grandi popoli; più grandi di lutti per la grandezza della misura dei sacrifici' ». Dopo questo brindisi, anche Asquith alzò il bicchiere in onore degli Alleati, e disse, tra l'altro: « Lasciatemi qui dire una parola di ap prezzamento e di ammirazione per il coraggio e l'abilità con cui l'Esercito d'Italia, sotto il suo valoroso Re, sta spingendo indietro, palmo per palmo, gli austriaci, ogni settimana si avvicina sempre più alla sua meta », Evidentemente, Asquith aveva nella sua mente la magnifica gesta compiuta dai nostri a Col di Lana, un successo che suscita ammirazione e compiacimento, non soltanto nei circoli ufficiali. " Tra no. auno o fra sei mesi? „ Ai brindisi fatti agli Aleati, ha risposto l'ambasciatore di Francia, Cambon. Egli ha rilevato cho dall'anno scorso il numero degli amici dell'Intesa è aumentato, a Sono liuto — egli ha detto — di salutare la presenza del rappresentante dell'Italia, che è venuto ad unirsi a noi per ringraziarvi della vostra ospitalità (Applausi) La guerra, con la lotta tragica, che mette alle prese la maggior parte delle Nazioni europee, pone a nudo l'anima dei popoli: da un lato il coraggio tranquillo, la fede in un ideale di giustizia e di libertà, la volo-ntà di impiegare soltanto i mezzi legittimi di difesa; dal lato opposto pensieri di lucro, oblio di ogni principio di umanità, distruzione di città aperte, soppressione di vite innocenti, una specie di gioia perversa nell'attuazione del cattivo progetto perseguito con puerile incoscienza di dominare il mondo col terrore. Dinanzi alla riprovaitone sollevata da crudeltà abbominevolt, si sarebbe potuto supporre che. gli invasori si sarebbero accorti della inutilità di attentati, che non intimideranno giammai dei popoli liberi, pronti a lutti i sacrifizi per la loro indipendenza: ma nulla ha illuminato i cuori tedeschi, insensibili alla bellezza morale. Abbiamo visto recentemente un Tribunale Militare tedesco condannare a morte una nobile donna per un delitto di generosità, ed un ufficiale tedesco offrirsi il piacere di eseguire questa sentenza, assassinando egli stesso una vittima senza di fesa. Atti cosi odiosi disonorano una nazione e rafforzano negli Alleaci la detenni nailon* di resistere « di umctrjt. E' questo cpbdlnlncpdftmcagdbcscn che il tedesco è incapace di comprendere, perchè esso non è sensibile che alla forza brutale, ed il giorno in cui questa gli fard difetto, non troverà nel proprio cuore quelle ragioni per resistere, a cui si inspirano if nòbile Belgio, l'eroica Serbia e tutti gli Alleati. Sarà ira un anno o fra sei: mesi? Non ne so nulla Mn abbiamo la ferma speranza che i buoni saranno ricompensati, i cattivi puniti!,,. Lo '• strangolamento., del in Iter mania Nel discorso di Lord BaQfour, ministro della Marina, il quale parlò a nome defle forze britanniche di terrà e di mare, fu no-' tevole la* manifestata certezza-che la Germania, malgrado tnito, comincia' a soggiacere, specie per opera delle flotte inglese ed alleate, ad un ineluttabile processo .di strangolamento, che diverrà sempre più marcato d'ora in po'- Balfour ha detto che l'ambasciatore Carnbon aveva, nel suo discorso, ©sposto i principi morali difesi dagli Alleati e che a lui, spettava il compito di parlare delle armi con cui questi principi sono difesi. it Tutta la- strategia degli. Alleati è basala sulle flotte. Mai le flotte attesero ad'un compito essi essenziale per il. successo delle operazioni militari-. Ih quale situazione sasebberp gli Alleati. — ha chiesto l'oratore — quale sarebbe la loro speranza, se fino dal principio essi non avessero avuto la padronanza del mare? ». Balfour ha fatto poi, tra gli applausi, un grande elogio di Lord Kitchener e degli eserciti che il suo genio ha saputo organizzare: » Le imprese di questi eserciti sono poca cosa di fronte a quello che essi faranno. Il primo impeto degli Imperi centrali, che avrebbe potuto essere fatale,.é stalo arrestato. Il nemico non avanza più nè ad occidente nè in llussia, ciò significa, in uva guerra come questa, che esso ha raggiunto i confinì dei suoi successi ; dopo il flusso si è ora al riflusso: questo riflusso avverrà lentamente o rapidamente, ' ma è ormai l'ora del riflusso ». ; . Di» salvi il Re! Questi, i discorsi pronunciati al banchetto in onore del Lord Mayor, il. quale ricevette prima gli invitati nella biblioteca. Il mini- • stro di Serbia fu oggetto di particolare manifestazione di simpatia. Tutti gli invitati, al suo ingresso, sorsero in piedi ed acclamarono lungamente. Vive acclamazioni saiutarono pure il granduca Michele; l'ambasciatore d'Italia marchese Imperiati* rarobasciatore di Francia, Cambon; -l'alto commissario per la Nuova Zelanda, il quale entrò conducendo per mano suo figlio rimasto ferito agli occhi durante un combatMmento ai Dardanelli; l'alto commissario per l'Africa del sud; lord Derby, il grande organizzatore degli arruolamenti volontari, Balfour-J il primo ministro Asquith. Quando alla fine del banchetto fu fatto un brindisi alla salute del Re, tutti i presenti intonarono spontaneamente fi « Dio salvi il Re ». Questo fatto è senza precedenti nella storia dei banchetti del Lord Mayor. Le spiegazioni di tìrey ai Cernii Oltre ai discorsi pronunciati al banchetto del Lord Mayor, è notevole quello tatto da sir E- Grey ai Comuni, corca l'aiuto inglese alla Serbia. Dopo aver dichiarato, come già fu riferita, che le simpatie e gli impegni del Re bulgaro con gli austro-turco-tedeschi erano noti fin dall'aprile scorso, Grey ha soggiunto che « il Governo serbo in aprile era molto preoccupato in seguito alle incursioni di bande bulgare contro certe linee ferroviarie e alle voci di possibile wipresa di incursioni alia fine del mese: ma nò allora," nè più tairdi, si poterono fare .preparativi militari, i quali dipendono naturalmente dal numero delle forze disponibili e.dalla possibili tu o meno di distrarre una parte adeguata di queste forze dai vecchi teatri eh operazioni ». Quindi, Grey ha accennato alla defeziona della Grecia come .alla causa che ha acareschite lo difficoltà degli Alleati- nèlVaiutkra la Serbia, ed ha soggiunto: «H 24 settembre informai formalmente HI Governo serbo che, a richiesta del Gabinetto Venizeios, avevamo offerto di mandare 'trae- [ ne a Salonicco per agevolare alla Grecia la esecuzione dei suoi obblighi derivanti dal trattato verso la Serbia, ma non potevo parlare di quel che avremmo o non avremmo fatto se la Greci a. avesse rifiutato, di aiutare la Serbia. In ogni caso sin del principio abbiamo fatto il possibile per aiutare la Serbia anche all'infuori della, promessa fatta pub. blicamente il 28 ottobre. I termini di questa promessa erano chiari, espliciti e non potevano dar■ luogo ad-equivoci. La frase «offriamo aiuto al nostri amici balcanici «enee» riserve e restrizioni » non poteva inteipreiari si se non nel senso pottUeo in cui era aiata