7-17-28

7-17-28 7-17-28 Dove ai parla di uu terno, di un signore distratto e di una bella lottista. Per indovinare, tre buoni numeri al lotto la antasia umana si sbizzarri in mille modi: naturalmente, malgrado la ginnastica della antasia, i numeri non si indovinano mai. E cosi si creò la leggenda del frate, cosi si stampò — ed ebbe diffusione grandissima — il ibro della cabala. Altro mezzo... infallibile per vincere al lotto è. l'interpretazione del sogno... e un altro sistema è quello del ragno. Forse, non tutti sanno quale e il seareto del ragno. Si prende, dunque, un ranno — in cantina, negli angoli bui — fi mette in uno scatolone, bucherellalo, unb-imcnte ai 90 numeri, arrotolati in-involtini sferici. Lo si lascia là per tre giorni, ed in cambio della, sua prigionia la bestiola vi regalerà tre Jiumeri. allo volte anche quattro, elio sarà riuscito a prendere fra i suoi tentacoli. Provaro per credere I Anni sono, un nostro collega ottenne, con questo mezzo accessibile a tutte le borse ed a utte le persone... di buona volontà, un terno secco. La trovata dell'ottico Invece, ti noto ottico Alessandro Casa-lotto, abitante nella nostra citta, In via Garibaldi, trovò, cosi per caso, un altro comodissimo sistema, e molto semplice, per assicurarsi un terno Egli acciuffò la fortuna... nei capelli di una bella signorina. Tempo fa, e precisamente un venerdì mattina — ah, la iettatura del venerdì! — il signor Casalotto passava In via delle Orfane, dove si iròvà un botteghino del lotto contrassegnato col N. 12. Là sono impiosate tre signorine, una più carina dell'altra. L'ottico, che ha lavista lunga si rivolse naturalmente alla più carina: occhioni fondi, una gran massa di capelli castani, un sorriso enigmatico sullo labbra. Insomma... una nut&eòite. Il Casalotto enirò nel botteghino, ma non aveva ancora fermato neanche nella sua testa i numeri sui quali puntare. La signorina, seduta al suo scrittoio, la penna in mano, rivolgendosi al Casalotto, gli disse: — Signore, i suol numeri... — pronta a fermarli sulla caria rosea con Fcritturi slan data, fine: calligrafia da lottista. — irai... non saprei! — Come?!. E allora.?? — e fissava il gioca tore con i suoi ouctrloiii interrogativi. Il signor Casalotto esitò un momentino. Un bizzarro pensiero crii frullò per il concilo, il flusso benefico della bolla niasraUe cominciava ad agire... , Ogni botteghino tiene a disposizione del pubblico un picrolo sacchetto contenente t novanta numeri del lotto, Kd il signor Casalotto penso a quel saccheltino, all'analogia tra la estrazione di sabato e una estrazione cosi sui due piedi, anzi... sulle due mani dell'impiegata. E rivolto olla signorina, che aspettava sempre, sorridente, le disse: — Ebbene, .me li dia lei i .numeri ! — Si figuri, signore! — e scrosciando in una risata la lottista linfe la sua manina nel sacchetto, ed estras.se: 7. 17. 28. Il Casalotto ponto due lire, temo secco, ruota di Torino, e dopo aver ricevuto la bolletta, che si mise in tasca, se he andò. All'Indomani, sabato, alla séra, comprò un giornale e prima delle notizie polìlielie cercò il bollettino del lotto. E lesse: 7. V,.. sul terzo numero c'eri una piccola macchia nera... non si capiva bene se era un 21 od un 28. 11 Casalotto fissò a lungo il numero e con sconforto concluso che doveva essere un 21. Il terno secco era sfu mato! Naturalmente nella serata fece compartecipi della sua disavventura alcuni suol amici, e concluse affermando che se avesse vinto avrebo volentieri pagato una cenetta'. All'indomani'mattina una'nervosa telefonata avvertiva il Casalotto che aveva letto male. E questo .è il colmo per un ottico! Il terno !-«cco 7, f7, 24 era veramente uscito, ed egli aveva vinto L. 8500, Ringrazia perla telefonata cortese, promise una cena succulenta, e tolse la comunicazione. Sua prima cura fu quella di cercare la preziosa bolletta: frugò tra le sue corto personali, tra i libri, tra le sue lenti: niente! Prosegui le indagini con maggior intensità, quasi rabbiosamente: la bolletta non c'orai. Il Casalotto si ricordò di averla messa in tasca, dopo aver fatto la sua puntata, di averla confrontata coi numeri pubblicati dal giornale... Poi — ecco la memoria ritorna — la bolletta per lui era diventata una cosa inutile, ingombrante o forse l'aveva gettata via por disperazione... Tuttavia non si rassegnò. SI recò al botteghino di via dello Orfano. Fu accolto da un urlo di trionfo da parte delio signorine. — Ehi Ha visto? E poi i signóri uomini dicono che noi donne siamo la loro rovinai... Eh. si-I qualche volta siamo ancho la fortuna! Il Casalotto accoglie tutte queste congratulazioni con una faccia scura, mormorando: — Ho vinto, c vero, ma... ho perso la bolletta!... Gesto di disperazione da parte di tutte- e tre le signorine che sognavano, forse, di già un picoolo regalo... 13 fortunato e disperalo vincitore della, terna pregò anzitutto la titolare del botteghino di ritilitare Incondizionatamente il pagamento delia rincita a chiunque si presentasse colla sua bolletta perduta. Si accondiscese a questa sua richiesta, anzi, gli si promiso di renderlo av- vertito qualora qualcuno si presentasse^ Lu titolare aggiunse, però, che non avrebbe versato nulla neanche a lui se non si iosse presentato colla bolletta. Al Casalotto non restava altra via che rivolgersi direttamente alla Direzione compartimentale dei lotto, ruota di Torino. E così fece. Si. iniziarono pratiche lunghe, laboriosissime per trovare una qualche soluzione al caso nuovissimo che si presentava. Ma c'è un benedetto articolo dì regolamento che prescrive in modo assoluto e tassativo la presentazione della bolletta per esigere Il pagamento delle vincite el lotto. Chi è senza bolletta... Vero 6, d'altra parte, che le signorine addette al banco X. Il di via Orfane si dichiararono pronte a testimoniare che il Casalotto è realmente il vinc|tore della terna 7, 17t 28; vero che la vincila. — come comprova la matrice — rimane sempre scoperta in attesa di essere riscassa: ma il regolamento contempla la bolletta ; se no, niente! Che fare? Rinunziare alle 8500 lire che sarebbero andato a totale beneficio dello Stato, oppure fare opposizione al regolamento adducendo la testimonianza ineccepibile delle impiegate del lotto stesso? Qualsiasi cosciente ed evoluto giocatore di lotto risponderebbe che bisogna farsi pagare a tutti i costi: l'essenziale è l'aver giocato e vinto. Bisogna farsi pagare, obbligando magari lo Stato, colla forza di una sentenza emanata dal tribunale, 11 quale dovrà decidere se un articolo di regolamento vale la, parola — giurata — dì non una, ma tre signorine. E dire che alle volte un si di una signorina... vale un patrimonio! Il Casalotto decise in ultimo di devolvere la vertenza ai- tribunali, incaricando l'avvocato Mario Bona di sostenere le sue ragioni di creditore verso il lotto dinanzi ai magistrati. La questione che sorge si definirebbe nel gergo degli avvocati « elegante ». Essa sta precisamente in questi termini: « La bolletta di giocata al lotto può essere sostituita, nella riscossione della vincita, da testimonianze sotto ogni punto di vista ineccepibili? ». Chi dirà, di si, chi dirà di no. Ma tutti continueranno a giocare lo stesso. Conclusióne: giocatori del lotto, custodite bene le bollette. Non si sa mai I L'esempio del ciabattino insegna;- lo sapeie? Un ciabattino aveva giocato al lotto ed era... sicuro di vìncere. Nella tema di perdere la bolletta — è di carta ed un colpo di vento può disperderla — egli l'appiccicò con la colla aU l'uscio della sua soffitta. Quando si trattò di riscuotere la vincica — perchè nel gioco del lotto bisogna aver fede, molta fede — egli, per maggior sicurezza portò nel botteghino addiritlura l'uscio su cui la >rl?gttn aia e tu m*oi

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