Lo scoppio di una cassetta misteriosa nella stazione di Porta nuova

Lo scoppio di una cassetta misteriosa nella stazione di Porta nuova Lo scoppio di una cassetta misteriosa nella stazione di Porta nuova Dtfe manovali ferroviari feriti, di cui uno gravemente L accidente improvviso ha origini motto oscure e misteriose ancora, e non è possibile azzardare troppe induzioni. iL'inchiesta subito iniziata dall'Autorità giudiziaria darà forse urna esatta spiegazione del latto, e porciò dobbiamo limitarci a riferire quei particolari che ci fu dato raccogliere sul posto. Lo scoppio, fragorosissimo, aveva provoca p un momento di panico in tutta la stazione di Porta Nuova, e. come 9empre accade in simili circostanze, le fantasie eccitate si sbrigliarono subito e si pensò... alle bombe degli areoplani. L'accidente invece va ridótto a più modeste proporzioni, quantunque le conseguenze siano state assai funeste per un umile manovale di stazione. I primi particolari Ecco, del resto, una esposiziono pura e semrjlice del fatto: Pooo dopo le 9 di ieri mattina, presso l'ingresso di una sala d'aspetto della staziono, e precisamente nell'atrio dove è la biglietteria, un impiegato rinveniva, deposta al suolo, una cassetta di legno, robustamente confezionata, dal coperchio avvitato in modo solido. La cassetta, di dimensioni non superiori aj trenta centimetri, appariva piuttosto pesante e poiché nessuno dei viaggiatori la denunciava per sua, l'impiegato pensò che si trattasse di uno smarrimento. Come sempre avviene in, simili casi, l'impiegato fece trasportare da due facchini la misteriosa cassetta alla stanza degli oggetti trovati, una specie di ,5jpti)uzzino attiguo all'ufficio del capo-stazione», addetto agli arrivi dei reni, cioè poco lungi dall'uscita verso via Sacchi. La cassetta rimase dunque al deposito per tutta la giornata, senza che alcuno sì recasse a reclamarla. L'esplosione Verso le 17, l'impiegato addetto all'ufficio degli oggetti smarriti, signor Grasso Salvatore, volle, come è d'obbligo regolamentare, verificare ciò che la cassetta conteneva. Tale verifica è imposta sia per vedere se il contenuto è roba di facile decomposizione, sia per avere un controllo nel caso che qualcuno si presenti a ritirare le cose smarrite o dimenticate. Per procedere a tale bisogna ti signor Qrasso fece chiamare due manovali, certi Guazzone Ernesto di Domenico, d'anni 24, abitante in via Bidone, -N. 25, e Francescane Giuseppe di Pietro, d'anni 30, capo-squadra, abitante in via Belfiore. N. 15. • La cassettina era deposta a terra, presso la scrivania, che è il mobile più importante del piccolo ufficio. Il compito di svitare il coperchio — assicurato come si' vide di poi — da robuste viti, fu assunto dal Guazzone. 11 caposquadra Francescone stava chinato verso terra ad osservare il lavoro. 11 signor Grasso, invece, seduto alla sua scrivania, coninuava ad pccuparsi delle sue faccende d'uficio, senza prestare alcuna attenzione allo scoperchlamento. « Improvvisamente — ci ha narrato il signor Grasso — fui come accecato dai bagliore di una fiammata, s&guita ìmmediataineine da una ormidabile detonazione. Per il violento spotamento d'aria che l'esplosione provocò, fui gettato a terra, sotto la scrivania. LI per U bbi l'impressione terribile che il mio corno osse stato come frantumato in diverse parti, ma dopo un istante di sbalordimento riacquitai coscienza della realtà. 'Sentii che nulla di -serio mi era accaduto; e gambe e le braccia obbedivamo alla volonà. E provai una indescrivibile gioia nel farne a constatazione. « In quel mentre fui impressionato da aluni gemiti, e subito pensai ai due compagni. Mi alzai con quella maggiore sollecitudine che ni era possibile, e rilevai con raccapriccio che uno di essi — il povero Guazzone — aveva l viso squarciato da orribili ferite. Frante, nao, mento erano ridotti a brani di carne sanguinolenta. Il Francescone fortunatamente si rovava in molto migliori condizioni. iLa sua accia, più che dolore, esprimeva stupore e pavento. Volli chiedere soccorso, ma non vi ra bisogno di allarme per richiamare l'attenione della gente». . . La fortissima detonazione era stata udita non soltanto dalle persone che si trovavano in prossimità dell'ufficio, ma anche da coloro che i trovavano lontani, entro e fuori della staione. Molti, come abbiamo detto, credettero he un, areoplano nemico fosse giunto di sorresa e avesse gettato una bomba sullo scalo. Impiegati, viaggiatori, soldati, guardie, cara¬ binieri, tutte le persone, insomma, che si trovavano nel recioto della stazione, accorsero sul postò per vedere che cosa era avvenuto. Naturalmente nessuno potè rendersi immediatamente conto della causa dello scoppio. Primo pensiero degli accorsi fu anello di assistere e soccorrere le due sventurate vittime, particolarmente il Guazzone, AI posto di medicazione v Con ogni riguardo il povero giovane venne trasportato nel vicino posto di medicazione istituito dalla Croce Rossa per à. militari in arrivo. Erano in quell'ora di guardia i tenenti medici dottori Giannelli e Marangoni. Ad essi toccò il doloroso compito dì prestare i primi soccorsi ai due sventurati. Al Guazzone essi riscontrarono la frattura della mandibola e del mascellare inferiore, la spaccatura del naso, delle scottature multiple e altre lesioni minori. Il poveretto fu giudicato dn condizioni gravissime. , Al Francescone fu riscontrato lo spappolamento delle parti interne della gamba sinistra, e venne giudicato guaribile in un mese circa. Mentre i due sanitari procedevano alle medicazioni che il caso richiedeva, giunsero nella sala il medico capo dell'Ufficio d'igiene, comm. Abba, ed il medico municipale dottor Testerà. A medicazione compiuta gli infelici vennero trasportati, a mezzo di un furgone dei Municipio, all'Ospedale Mauriziano, ove furono ricevuti dal dottor 'Massa, il quale confermò i giudizi già fatti dai due precedenti sanitari. Gii effetti dello scoppio Gli effetti dell'esplosione si ripercossero particolannente sulla vetrata dell'ufficio. Tutti i vetri indistintamente rovinarono in frantumi. I mobili furono rovesciati o spostati. Una parte'dei muri furono, scrostati. Altri danni consimili, ma in minori proporzioni, avvennero nella sala attigua dei capi-stazione, che nel momento dello scoppio era deserta. Per i rilievi di legge si recarono sul posto il sostituto procuratore del Be, avv. Bruno, il giudice, avv. Eula, il vice-questore, cav. ufflcdale Boùvct, il vice-commissario Palma, i delegati Rabbino e Ciambrone, ài capitano dei carabinieri cav. Pallanzona, il cav. uff. Giusto, comandante delle guàrdie municipali, coll'ispettore signor Valfrè. I pezzi della misteriosa, cassetta furono trovati sparsi a terra e sui mobili. I pezzi che avevano ferito il Guazzone erano macchiati di sangue. La cassetta era composta di assicelle dello spessore di oltre due centimetri, che erano unite da lunghi e robusti chiodi. Soltanto il coperchio era fissato da lunghe viti. . ,._ Dal racconto fatto dal Francescone, risulta ch« appena furono tolte alcune viti. 11 Guazzone, invece di proseguire il lavoro, alzo ti coperchio per •vedere se il contenuto era verificabile, senza togliere completamente lassicella.. Appena fatta leva, avvenne Io scoppio. La cassetta conteneva degli esplosiva, ma nessun oggetto — come chiodi od altri ingredienti — che potesse servire da proiettile. Naturalmente della materia esplodente non è rimasta raccia, dimodoché i presenti non poterono accertarne la natura. Forse lo potranno fare 1 tecnici sottoponendo ad esame i pezzi della cas- MFra i rottami venne trovata .una. molla di robusto filo di ferro, di foggia simile alle mole dei pagliericci. Tale oggetto era fissato, a quanto sembra, sul fondo della cassetta, e si suppone fosse In col-rispondenza col coperchio, n modo che. togliendo questo, la molla.scattasse, provocando lo scoppio dell'esplosivo chiuso nella cassetta. . „.kim;M Ma queste sono supposizioni, che abbisogna no di conferma. Tutti i residui vennero rac colti e verranno consegnati ad tecnici. Le indagini Le Autorità presenti iniziarono subito una nchiesta, intesa a trovare un filo che possa condurre a clUarire il mistero dell'esplosione. Qualcuno asserirebbe che la cassetta fu ve luta fin dalle ore 5, ma nessuno si ricorda di aver notato l'individuo cho la depose. Certo che l'individuo devolvere approfittato di_ un momento ite cui non <*1 era folla e confusione n quell'angolo della tettoia. La cassetta conè abbiamo detto, fu trasportata nell'ufficio Ve\uVriamo all'Autorità di poter fare piena uce sul misterioso ed impressionante avvenimento.