L' avanzata sul Carso

L' avanzata sul Carso L' avanzata sul Carso (Mostra coFrèspon^&sisa paFfiGo/are) CIVIDALE, novembre La battaglia dell'Isonzo continua a svolgersi furiosa su tutto il fronte. Lunghe teoria di prigionieri passano quasi ogni giorno per la città, scortoli dalla nostri cavalleria. Sono inzaccherati di tango, stanchi per il lungo cammino, ma soldati di pri'.u'crdinc, giovani, bene equipaggiati e coi \ettiti quasi nuovi coperti da un pesante tapf rtto. .■'-arrivano anche molti- cnmiovs ài feriti, colla testa o le braccia o il torace fasciati di bende insanguinate, ma cogli occhi pieni di Juce per le grandi cose compiute. Parlano degli effetti terribili delie artiglierie, degli assalti formidabili a trinceramenti potei itissimj presi un dono l'altro, di proiettili esplosivi, di gas asfissianti, di liquidi ardenti 'proiettati dagli austriaci contro le nostre schiere avanzanti colla baionetta in masi aia hi un impelo indescrivibile- E dall'orlo dei monti viene a tratti la voce profonda del cannone, che scuote le onse c fa tintinnare i vetri delle finestre. // Collio Ho potato ossei-vnire- da vicino — relativa niente, .s'intende — un formidabile duello di artiglierie. Dall'altura dove io ero — folta verso la cima di castagni e coi fianchi tagliati da vigneti, che l'autunno ha già ischèletrito — l'occhio scorgeva tutta la valle dell'Isonzo da Monte Santo al mai e. E' una valle dolcissima e verde, piena di ondulazióni, chiusa a oriente da una linea bassa e sodile di colline che, nell'ombra della sera sembrano una. cosa diafane e impalpabile come dorsi di nuvole, azzurre. E' il labbro del Carso, sotto cui le acque dell'Isonzo sfavillano nell'ultima luce del giorno, e si tuffano lontano nella nebbia che viene dal mare. Più su, a nordest, l'orizzonte è chiuso dal nolente massicciò roecioso che domina Tolmino e dalla linea impo nenie del Corada, che leva nel cielo la sua lunga schiena irta di gobbo e coperta di bocchi. Dal Corada digradano dolcemente verini l'Isonzo colline verdi punteggiate di .bianco da casolari e borghi, che sembrano merletti: e lo regione dei Collio, che a primavera presenta l'aspetto di un giardino pieno di fiori ed olezzante di profumi, ma che anche in questo dolce autunno sporge al solo i suoi frutteti e i suoi orti, come se la guerra non ruggisse continuamente d'in.torno e dentro le pieghe del suo terreno. Sembra un Luogo incantato pieno di pace :idilliaca. Ma guardando attentamente i villaggi seminati pei. pendii, si vedono case diroccate, mura squarciate du ferito enormi, cinte di orti slabbrati e sfondati, alberi mozzati. 1 II Collio e oggi un cimitero illuminalo da esplosioni di granate e da scoppi di shrapnell;. Sabotino e Morite Santo ! Oltre le colline del Collio, come due enormi macigni piantati uno di qua e uno di là dell'Isonzo, si levano le sagome scure del Sabotino che pare la groppa di un cavallo impennatosi sul ciglio del fiume e il Mónte Santo coronato du-1 bianco santuario, che 1 tdzrèdcrapcgrrnvgildupercì^iSSnl^;£ì^^Ta^ta nostre granose hanno oramai diroccalo per-; ,chè nascondeva depositi di munizioni ejcannoni E' su questi due inoriti che la battaglia, ripresa in questi giorni, ha infuriato e. si è accanita in modo particolarmente violento, .Ed è. qui che gli austria»), premuti sempre! piò dalla nostra avanzata, primo di abbati- \ rvò aUissmm i™\la spaccatura, di il fuoco. La fiammata si lev nuvoli di fumo nero. Era In . un cratere ardente che veniva a frapporsi fra i nostri soldati e*; nemici. Ma il giorno dopa l'incendio scemò, si spense e l'avanzala riprese anche più furibonda. Le truppe italiane sono oramai presso il cocuzzolo cstremo dei due monti, si sono abbarbicate c saldate al terreno cosi lungamente e sanguinosamente conteso e hanno respinto parecchi contrattacchi in forze venuti ad abbattersi invano contro le nostre nuove potentissime posizioni. Dietro il Monte Santo, sull'orlo dell'altipiano di Ternova, gli austriaci hanno ora piazzato due mortai da 420, che ruggonò a tratti, empiono l'aria di boati interreiltenti, zione in cui si trovano \ .nemici ouasi asse diati sulle due cime ikl Monte Santo e de!Sabotino. E la cintura foniiiduBy& di fortificazioni che difèndono Gorizia —W perla del Friulioriéntaie, il sogno delle ttUpp.e^fcombattentinull'Isjmzo — è ormai infraniajjhiérchè la t-onquisla. di Zagòra e della falde dej Còla ci permette tli prendere a rovescio Mont Santo, che è battuto aneli? di fianco dulia vetta pur nostra del Michele. La lotta sul San Michele Io ero sul mio osservatorio, in tacci.-' all'Isonzo, la sera prima dell'assalto finale . all'alt imo trincerone e alla cima de! S.- Mi- chele. II monte, era tutto un Retino ardente!spaccato da centinaia di crateri in eruzione, Le vampate degli « shrapnels» guizzavano intorno ài suo profilo azzurrognolo continua- mente come uno scoppiettio di fuochi d'arti- «ciò. E colonne di fumosi levavano aiìUsi-me dai suoi fianchi squarciati dalle granate, iNell'aria erano miagolii, ruggiti, rimbombi assordanti. Si -distinguevamo benissimo le fiammate dei nostri cannoni appiattati nelle ^insenature del Cò.Iio, dietro i dorsi erbosi W coUine. Dopo qualche secondò, si udiva :)r. «-oppio, poi un c.u,.o v:o.«i(o di «s abava, sotto la cresta del s. Michele e in-!lline un boato immenso faceva tremare la .terra cerne se fosse stata lacerata da unI[terremoto. All'azione dovevano certe, concor- "rere anche le nostre «rosse airtiglieirie, perche gli ^.^^samente e continue granate scoppiava-ino lungo la schiena de! monte, oramai scon- .volto dalle esplosioni e tutto rossiccio come Isa fosse stato arato di fresco: qua e là odia ■ terra smossa usciva il biancore della roccia 'come Ja sche^ia di un osso sporgente dallo 'carmi-dilaniate ! Tutta la vallata era piena di scoopi, di 'urli e di tremili. Lo spettacodo era veramente ; magnificò e terribile, ed è tutto quello che 'ti può vedere delle moderne bóttaglle, tri cui le truppe operanti sembrano nascoste, spro- fondate nel suolo e non una tenda, un ca- vallo, un cannone è visibiile sopra una di- gesa di chilometri e chilometri. La linea di combattimento ò visibile o me- glio si immagina soltanto perchè alcuni pinnacoli di fumo balzano su improvvisamente da alcuni punti dell'orizzonte e brillano a tratti qua e là i lampi de»jr!i « shrapnels ». A volte ii vento porta anche il crepitio delia fucileria e delle mitragliatrici. Ma i rinvbombi de!ùe artiglierie coprono subito tutto. Sono io montagne stesse ''he ruggono c che Scoppiano, che si accaniscono l'ima contro l'altra fulminandosi e cadendo :> brandelli. ni deile fanterie scompaiono nella )i!e de rti«hV [cut !ono •JJ resto, .i piccoli purticò che muovono all'ass ilio, grandezza dell'anione terr rie. I soldati si confondo! sono aggrappati - in cu mentre sulla loro testa i pr c migliaia di cannoni formano come una cu" pola di ferro rovente e ululante. Senza dire che i fantaccini non si muo-Jvono anche tuonano le artiglierie, ma aapcl- "X n i ia taino che queste ahbiano sgretolato le opere difensive nemiche, divelti i reticolati, spezzati i paletti di sostegno, frantumato i para petti "delle trincee. Poi, quando quest'opera è, compiuta, l'avversario è già indebolito è depresso per le perdite subite, allora comincia a svilupparsi l'attacco. L'esperienza di intesti cinque mesi di guerra aveva però più volto dimostrato che g-!i austriaci adoperavano una speciale tattica per resistere ai nostri attacchi : « cioè, lo trincee, durante il bombardamento delle aa-tiglieric venivano sgombrate, e le truppe fatte ritirale più inclielro in posizioni coperte, per poi rigettarle avanti, a difendere i rottami delle posizioni distrutte appena il cannone taceva e -i delincava l'avanzata delle fanterie. Era perfino avvenuto ili trovare'soldati nemici appiattati nelle buche profonde scavate poco prima dkll'osplosione delle nostre granate da 305. Cosi avveniva che resistenze insospettate e formidabili si trovavano anche là dove il cannonò lutto aveva sconvolto, ridotto in macerie, fracassato. Sul San Michele il nemico ricorse ad una nuova tattica. Sparpagliò tiratori scelti per tutta la montagna, dietro ogni cespuglio ed octì sporgenza di roccia- mentre interi reparti si erano nascosti nelle grotte e .concile e spaccature del «molo che caratterizzano il Carso. Fu così c3ie la mostra avanzata dovette difendersi aspramente anche dai fianchi, urtò in ostacoli fierissimi e dovette sparpagliarsi per ogni anfratto e burrone, finché tutto ;-l terreno fu libere e la velta conquistala. Sai Mrzli Anche la lotta intorno a Tolmino si svolge favorevole per noi e l'avanzati procede lenta, a cagione delle estreme difficoltà del terreno, ma graduale e continua. Dagli stessi comunicati dal generale .Cadorna si è appreso che sai due forti di S. Maria e S. Lucia i nostri soldati &ono oramai padroni delle piti formidabili trincee e il nemico è stretto da vicino presso le vette. Altrettanto buona è ki nostra posizione sui pendii del Mrzli e del Vodil. E' qui che vengono fatti i prigionieri che quasi ogni giorno passano per Ciati date. Quelli passati ieri, oltre uni centinaio, hanno' gettato lo. armi spontaneamente e sono screi ad arrendersi, con un cadetto, ai soldati della nostra prima linea, perchè — dissero — 1- loro cannoni erano stati smontati dai nostri colpi e non avevano più munizioni, di cui la cerchia di ferro stretta da noi intomo ai due monti sembra iche impedisca oramai il rifornimento. Il Mrzli, par la cui coniruista gli alpini si battono dal giugno, è oramai un farle che agonizza e i soldati guardano con desiderio aile beile caserme di Tolmino coi grandi cortili che biancheggiano nella valle e pare aspetlino. Aspetteranno ancora .p?r poco. Orhlftli/IgpmliKtscm

Persone citate: Cadorna, Corada, Mont Santo

Luoghi citati: Carso, Cividale, Collio, Gorizia, Tolmino