L'insieme della Mostra

L'insieme della Mostra L'Esposizione di San Francisco di California L'insieme della Mostra (Nostra corrispondenza particolare) S. FRANCISCO, ottobre. , Tre grandi esposizioni internazionali avevano finora sognate in America altrettante date memorabili. La prima, in Philadelphia nel 1876, per festeggiare iil centenario dell'indipendenza ridile cotonici la seconda in Chicago nel 189:*, per commemorare la scoperta dell'America; là terza In St. Louis nel 1901, per festeggiare il pacifico acquisto degli sterminati paesi del West. Tre date c Ire stupende vittorie dell'uomo sullo forze cieche dellanatura, della libertà, sul despotismo, dello spirito geniale sulla materia, resa docile dalia volontà dominatrice. Anche l'Esposizione internazionale di & Francisco vuol celebrare una granue conquista della scienza e del lavoro, il taglio dell'istmo d'i Panama: l'opera immane che, dividendo la terra, lia ricon^gdunti gli oceani, iniziando nell'economia inondiate una rivoluzione i cui effetti fin da ora appariscono incalcolabili. • Affermare che il'successo della mostracome rassegna del1!'attiviti multiforme di tutti t popoli, corrisponda pienamente alla so- lesinila dell'occasione e all'entità delie spese sostenute e degli sforzi compiuti, sarebbe esagera zi oli". La mancanza di una veramente larga partecipazione dell'Europa e, in conseguenza, il difetto di una minacciosa gara, hanno fatto si che anche gli Stati Uniti, già per loro consuetudine tanto restii a rivelare I segreti della loro industria, si siano astenuti daill'inviàro a S. Francisco il più e il me glio della produzione propria- Non bisogna inoltre dimenticare che il medesimo problema, die in Italia si chiama Nord e Sud, anche qui si riassume in due monosillabi : East e West. Gli Stati dell'Est, accentratori della attività industriale di tutta la Confederazione, sanno che per ora l'Ovest deve per assoluta necessità rimanere loro tributario, ed hanno perciò preferito di non affrontare ricchi e speso enormi, non giusti tic a te' dal pericolo di una (pericolosa concorrenza. Ma, all'infuori della, varietà e della importanza del suo contenuto, questo enorme agglomerato di edifìci, che è costato dueceritocinquamta milioni, dei quali trentotto raccolti per pubblica sottoscrizione popolare fra i cittadini di San Francisco, che dinanzi ad una delle più beile baie del mondo si allunga su un fronte di cinque chilometri, che racchiude giardini meravigliosi e si annunzia ai lantani navigatori con un'antenna alta conio la Torre Eiffel, con archi simild a quelli trionfali ri! Roma, e con una cupola di cristallo d'i un diametro poco inferiore di quella ili S. Pietro, supera ogni esempio precedente e costituisce .senza dubbio Ja più complessa,, la più solenne, la. più grandiosa delle dodici esposizioni mondiali lino ad oggi tentate. «"« Io non so se lo scultore Herman Mac Neil, collocando sulla gigantesca torre del «Progresso» un arciere minacciosamente rivolto verso lo misteriose lontananze dell'Oceano Pacifico, abbia ubbidito » qualche segreta suggestione. E ignoro anche se gii otto architetti ai quali si devo il disegno generale dell'esposizione si siano ispirati al medésimo concetto quando, su' questo estremo confinò del dominio della razza bianca, hanno voluto riunire le formo più varie dell'architettura mediterranea, ignoro, ripeto, ma temo piuttosto che, rievocando per la «Corte dell'Universo>> e per quella dello «Quattro Stagioni», per il palazzo delle belle urti e per il padiglione delle macchino i tipi dell'arto greco-romana, modellando il Festival Hall e il palazzo dell'Orticoltura sugli esemplari più caratteristici delia rinascenza francese, studiandosi d'infondere nella « Corte dell'Abbondanza» lo spirito dell'architettura gotica, spagnuola e togliendo a prestito qua * là con generosa larghezza motivi del .rinascimento italiano, essi più sempiicemciv te abbiano obbedito al preconcetto che da Ne\v" .York a Chicago, da Washington a Bai timor a, da Boston a Los Angeles, a Philadel phia. a Sacramento, dissemina tutta una fioritura di timpani, di. propilei, di acroterii, di metope, di triglifi, di ordini dorici, ionici e corinzi sulle fronti degli edifici più importanti. L'America non sembra aver ancora compreso che l'arte non è un giuoco e che, come Io invenzioni dei poeti ci fanno respirare la atmosfera del passato, quasi l'anima nostra vi rinascesse o vi continuasse a vivere senza averla mai abbandonata, cosi l'architettura è il più potente aiuto che l'uomo possa offrire ai futuri per far -loro comprendere la sua |storia. E pure le condizioni di civiltà, di cui- itura, di temperamento dominanti in Ame- !rica hanno trovata la loro manifestazione in!un tipo architettonico originale e rappre- jsentutivo, nel quale si rileva prepotentemente jlo spirito della razza e del tempo. Questo ;tipo è lo Sky-skraper, il grattacielo, di cut jtroppo leggermoTrte. si e riso fra noi, da coloro i quali considerano l'arte in generale e l'architettura in particolaro non come una necessità etnica o un fenomeno sociale, ma come un piacevole artifizio creato da alcuni uominii di poco giudizio per dare qualche non faticosa oceupnziono .n!;la gente ricca e oziosa. Io non dimenticherò mai l'emozione profonda che ho provata giungendo a New York, quando dà lontano vidi la massa enorme degli Sky-skrapers lanciarsi verso il cielo in un'offermazjone .irresistibile di potenza, in una vertiginosa gara di altezza.'!! porto e la città erano chiusi in un velo di nebbia leggera, e le costruzioni, spettacolose, risp'lendendo dallo mille finestre accese,' si perdevano nell'ignoto, si circondavano di un'atmosfera soprannaturale, avevano l'aspetto di cose sognate. Esse erano il primo e il più sigmificativo annunzio del/la città formidabile, avvolta tutta nella sua onda di rumore e di luce, erano il saluto .eloquente della razza di cui rivelavano miirabilmente l'ardente sete di dominio, la quotidiana terribile gara a giungere sempre più in alto e sempre più lontano, la violenza di vita, la corsa irrefrenabile verso la ricchezza. Ed è appunto in questa perfetta capacità di espressione la poesia del grattacielo. Quando esso si sarà liberato più completamente dai preconcetti derivatigli dal ricordo dell'architettura europea e, per virtù di un artista "eniaie, avrà trovata la formula sintetica in cui si coneilii il dissidio attualmente esistente fra la sua anima di ferro e l'adattamento dei tradizionali motivi decorativi, lo sky-skra.per avrà la stessa virtù di rievocazione cho possiedono Santa Sofia e. San Vitale, Castel del Monte e il Palazzo di Parte Guelfa, la cui visione serve a darci un'idea esatta del medio evo, del suo fervore mistico, della crudeltà della sua sete di vendetta e di gloria. *»# Un popolo che sente a cotesto modo la nuova funzione delJa sua architettura non può contemporaneamente giurare fedeltà alle regole di Vitruvio. Le linee con le rfuail; nell'architettura eli antichi sottoposero lo spazio alla simmetria., come nella musica subordinarono il tempo al ritmo, non si adattano a questo cielo e a queste condizioni di civiltà e di vita- Perciò ad ogni passo trovate icolonno sproporzionate alle basi, attici e fregi Ricomposti nelle loro dimensioni arbitrarie. Guardiamo nell'Esposizione di S. Francisco il palazzo delle bcKe arti. Chiuso da un doppio colonnato curvo, che si svolge attorno ad un'edicola poligonale sorgente da una Splendida muraglia d'erbe e di fiori, a specchio di un laghetto cristalHino, esso è senza dubbio uno degli edifici più organicamente, più poeticamente concepiti. Ma ecco che il fregio va a cozzare contro i capitelli corinzi, e, ad intervalli uguali, aggruppamenti enormi di colonne sono posti a sostegno di cassoni ornati di figure agli spigoli. I .medesimi cubi,- il cui ufficio decorativo è assolutamente illogico e arbitrario, e perciò mancato, si rivedono sull'attico del colonnato, ugualmente disposti. Passiamo nella Corte dell'Universo, alla qualo si accede da un grandioso arco trion- falc, che regge la Torre dei gioielli. Anche qui un ampio porticato circolare, racchiudente fontane e stupendi giardini di rododendri e di tulipani, aperto dinanzi alla azzurra distesa del mare, dà alla scena un effetto imponente. Ma le testate del porticato corinzio sono decorate prima da un fregio schiettamente romano, a bucrani e a festoni, poi, più in alto, da un grande bassorilievo di carattere assiro, poi ancora da una fila di merli guelfi, di sopra dai quali si levano le cupole bizantine del San Marco di Venezia. E gli esempi si potrebbero moltiplicare. ?1 pubblico americano non si accorge di queste stonature e non sente che, quando si vogliono imitare certo forme, è necessario rispettare rigorositmente le regole che ne hanno determinato il successo. Certo i greci, obbedendo a un felice istinto della razza, con i tre ordini architettonici, come con la struttura ritmica delle strofe dei cori tragici, crearono il più perfetto edilìzio di bellezza che si possa immaginare- Ma gli elementi di questa bellezza/ non si accordano arbitrariamente. Il Paj* tenone e l'Eretteo, come il periodo deUra grande lirica greca, sono organismi *ei quali l'elemento musicale e l'elemento ritmico si compenetrano secondo leggi definì- deftr tivo e immutabili, risultanti dalla simme tria. L'architetto americano non sospetta l'esistenza di questa verità, e guasta irrime diubiimente 'l'effetto delle sue vaste visioni con l'erronea applicazione d'i forme d'arte che non sente, come quelle che sono nate da uno spirito profondamente diverso. Per che, qualunque rilievo possa farsi a molti particolari, conviene riconoscere all'esposi •/.ione di San Francisco tuia grandiosità di concetto, una felicità di distribuzione, una. praticità di organizzazione veramente ammirevoli. Nulla fu risparmiato, nò milioni nò fatica, purché la difficile prova corrispondesse all'aspettazione del mondo e fosso degna della città che, distrutta dal terremoto e dall'incendio, con slancio meraviglioso in otto anni ha saputo risorgere completamente dalle sue rovine, raddoppiando la propria popolazione ,e chiamando tutti i popoli della terra ad un solenne convegno. Dominata dall'alta 7'orrc dei Gioielli, scintillante al sole dalle modanature stellate di migliaia di gemme iridescenti, divisa in tre gruppi colossali, quello centrale, com- prendente gli undici grandi palazzi delle mostre collettive e il padiglione delle feste, quello di desira riservato ai divertimenti e alle rodi dette attrazioni, e quello di sinistra, disseminato dei padiglioni innumerevoli dogli Sfa'ti dell'Unione e delle nazioni estere, questa enorme ndunazione di fabbriche è la più grande celebrazione che l'uomo abbia mai tentata del proprio lavoro. E ora che la pioggia e la polvere hanno meglio intonata la stridente colorazione delle cupole, dei muri e delle colonne, per la quale si era tanto affaticata una Commssionc di pittori e di architetti presieduta da .fules Guerin, l'esposizione, ne! suo complesso, appare in perfetta armonia con la natura circostante. Le splendide palmi che lungo i suoi viali s'incurvano armonicamente alla brezza marina sono quelle medesime che crescono nel. le farm prosperose e nei chiostri delle vecchie Missioni ; le acque che scrosciano dalle sue cento magnificilo fontano sono quelle che ingemmano la campagna o la fanno scintillare ; la nota di fuoco dei suoi tulipani è identica a quella che splende nel color d'oro dei meriggi e dei tramonti; gli anemoni, i rododendri, )<* fresie, i fiori innumerevoli e stupendi. ..rari con profusione incalcolabile in r dini vasti come praterie, sono quer' oiessi che si specchiano lungo i torrenti e, stelle della terra, sono disseminati dappertutto in questa regione che sembra un paradiso offerto all'anima degna di contemplarlo. E quei fiori non av ranno inverai, quelle fontane non si disseccheranno, questa primavera non avrà fine. Poiché c'e qui, dove il fumò delle officine e i fili elettrici non riescono a offuscare In bellezza del cielo, un perpetuo ritmo di aprile- Esso par giungere dal mare metallico e sonoro e diffonderai con note di pia cidu allegrezza lino ai cento paesi cho popolano l'ampia baia felice, ad Oakland, a Sun Raphael, ad Alameda, a Berkeley, fino ai lontani boschi del monte Tamalpais, lungo l'anfiteatro delle dolci colline, che sembrano il simbolo di unu patria lontana, dove le forme salgano come preghiere nel cielo sereno. ARDUINO COLASANTI. Arco trionfale ParticoJare del Palazzo delle Belle Arti La corte dell'Universo (Fotografie Colasanti).

Persone citate: Arduino Colasanti, Colasanti, Guerin, Herman Mac Neil, Sun Raphael