La battaglia dell'Isonzo

La battaglia dell'Isonzo La battaglia dell'Isonzo (Nostra corrispondenza particolare) CIVIOALE,' 23. ! .. ,1 La prima notizia che una furiosa battaglia ; d'artiglieria ora impegnata su tutta la linea j delllsouzo. fu portata a Gallale lunedi sera dagli operai che lavoravano sid monte Corada • a costruir strada e trincee e che ne furono allontanati ai primi colpi di cannone. Jìrano tutti raggianti di gioia perchè, finalmente, la loro modesta opera veniva coronata da una azione guerresca. Per due sere di seguito t'iempirono il piazzale della stazione, che pur'-' i> vasto e fu appena sufficiente a contenero quell'enormo folla di uomini abbronzati dal «ole, carichi di involti, armati di vanghe -e di baditi, (in brusio di gente, un muoversi e chiamarsi, un chiaceherio incessante, come ad una. fiera, davano un carattere nuovo al piazzale appena Illuminato da alcune lampade velate d'azzurro e denso di folte ombre per gli ipocastani piantati lungo il viale. Nell'attesa del treno, che ha i soliti ritardi di ore e ore, ognuno raccontava le sue impressioni, diceva la sua fede sicura nel buon esito finale 'dell'azione impegnata. Ognuno di quei semplici cuori batteva col grande cuore delle truppe di linea., come se essi fossero là coi reggimenti lanciati all'assalto :« venissero travolti nell'impeto irruente dell'azione. I primi particolari ■Erano sperduti sui fianchi orientali del Cofeda o in mezzo ai colli che ne digradino — folti di boschi o aspri di rottami rocciosi — verso l'Isonzo. Lavoravano soltanto di notte, per non essere scorti dal nemico, dormivano all'aperto, mangiavano il rancio .dei soldati e ne dividevano il pericolo; anzi, alcuni di essi colpiti dalle granate di Monte Santo e S. Lucia, dormono accanto ai morti por la patria di onesta guerra; e anche il loro nome dovrà esssre ricordato con affetto dalla ita«ione, perchè anche essi hanno dato la loro Opera « il loro sangue alla vittoria. Ho parlato con uno di cmesti rozzi contadini delle nostre campagne e gli ho chiesto notizia dei fronte. — I cannoni tuonano da ieri — mi ha detto — ma fino al momento in cui io sono parino nessuna nostra batteria era stata posta luori combattimento. — E le perdite sono rilevanti? • — Ali. questo non so. So che gli ufficiali che noi abbiamo incontrato por via, erano lieti e felici, perchè il giorno cosi a lungo aspettato era finalmente venuto. €iò vuol dii'C che 1° cose vanno bene. Ma le granate au striache piovevano sempre ritte sul Corada. Una k caduta sopra un ricovero eli operai, ha sfon dato il tetto e fatto franare i muri : quattro morti e irli nitri feriti, che untano ancora sotto Je macerie, verranno liberati, stanotte, perche di giorno r>«: è possibile; la zona e troppo battute dal j-.co nemico. II Carso in fiamme Dalla linea del fuoco viene a tratti il rombo cupo delle cannonate: spira un vento fortissimo e il frastuomo della battaglia arriva qui oomo- velato, come se essa si svolgesse lontano nelle viscere della terra, Prendo la via dei monti. Mano mano che la montagna saie il rimbombo diventa più forte e profondo. La via sassosa ha dei sussulti NelL'aria s'accendono bagliori. Ed ecco — dietf'o le propaggini boscose dei piognava — la linea del Carso. Oltre la valle dell'Isonzo, immersa nella bruma diafana e sottile della serat. si snoda una lunga fila di colline basse e ondulate color viola. La nebbia azzurrognola che lo. avvolse è rotta da lampi, vividi, come stet line d'oro che guizzano un momento e si spengono subito. Al loro posto succedono fiocchi o nuvoli di fumo bianco lungo i fianchi 'delle, colline e nero sul loro orlo estremo, dove ha per sfondo il cielo perlaceo. Anche lo spe rone meridionale del Coràda divampa; lampi 'di fumo illuminano qua e là i boschi che l'autunno ha coperto di ruggine. E l'ombra della sera salo. Nella luce del tramenio la pianura friulana sembra avvolta, da un mure di pulviscoli d'oro. Ma qui ogni cosa sta per scomparire nel buio e i uion' lontani dei Carso sono oramai visibili soltanto per l'orlo sinuoso che di segna vano ne] cielo Su quell'orlo scoppiano esplosioni continue: vampate di fuoco e pinnacoli di fumo si succedono ininterrottamente e danno l'immagine di uri immenso vulcano ih eruzione spaccalo da centinaia e centitmia di crateri fumanti. La battaglia infuria sp tutta la fronte, fino al mare che i razzi luminosi fanno luccicare lontano all'estranio lim'-te dell'orizzonte. Il Corada ■Salgo ancora la montagna, che adesso trema ai rimbombi c ai boaii formidabili delle artiglierie, ebe-tuonano sempre più vicino. Il frastuono diventa spaventoso. E' specialmente Iliionio a Tolmino ohe i pezzi di grosso calibro ruggono.a intervalli, e l'eco centuplicata dalle valli e dalle pareti rocciose del massiccio del Cuk fa .tintinnare i vetri delle case di Castel monte, dovei arrivo sul far della notte. E' un vecchio borgo cinto da mura e da torri, che "guarda sulla valle del Yiidri. Di Ironie è il Corada, tozzo, vestito di castagni, colle sue gobbe e 1 suoi cocuzzoli coronali di piccole chiesette bianche, che lu guerra ha rispettato., Ma, il Corada ora tace. E luciono anche, più tardi, i cannoni di Tolmino. E* al mattino dopo, colle prime luci dell'alba, che 11 combattimento si riaccende violentissimo. Ringhi, urli, tuoni lacerano l'ara «Sembra che 1* montagne si fulminino fra loro dia profondi rombi escano dalllnterno della terra, accasa da lussarti e da squarci. Mi porto dal Cornila. Vedo le granate austriache set piare sulla sella di S. Jacob, sollevando r.„ goll ^ terriccio e lasciando abbarbicato al prat0 un immenso pinnacolo di fumo che teu tenna nel vent0i si discioelie lentamente, scim pare Fini1a i'0pera delle granate, cominciar:;) gli srhapncls, che scoppiano a pochi metri dal suolo. I nostri cannoni rispondono. Da un citi fo d'alberi esce violentemente un buffo di fumo, poi si ode il colpo, più tardi al di là del monte, avviene lo scoppio: uno scoppio formidabile che rintrona e si ripete lungo le valli del versante dell'Isonzo- Dal Plagnavu vedo anche tutta la vallala di questo fiume fino al mare, colle ondulazio ni del Collio, le bianche case di Gradisca e il campanile di Aquileia. Nella chiara trasparenza dell'aria il corso d'acqua scintilla nella pianura, come un nastro d'argento.'Scòrgo on■he, in parte, l'altipiano eh,' si distende oltre il labbro del Carso. Questo e ancoril'un .vulcano tutto seminato di esplosioni. Ma ora le granate scoppiano lontano dall'orlo, più addentro. Pinnacoli di fumo si vedono fino a Duino. For midabili linee di trinceramenti, come enormi rughe, si stendono fra il Monte S. -Michele il Monte Sei Busi. Ma l'irruente assalto dei nostri li ha superati é l'avanzata si sviluppa. L'incendio del Sabotino - Alla sera dello stesso giorno, giovedì, un immenso chiarore si sviluppo dalia parte di Gorizia e dense colonne di fumo nero si levavano altissime ad oscurare il cielo. Tutto il Sabotino era un immenso braciere. Gli austriaci stretti da presso dalle nostre truppe incalzanti, erano stati costretti ad abbandonare il monte; ma, prima, avevano riempito le trincee di pece e benzina e vi avevano dato fuoco. L'Incendio, che era visibile fino a Udine, durò tutta la notte, empiendo il cielo di bagliori rossastri, di lingue di fuoco e di fumo- Uno spettacolo neroniano. Il Re Intanto anche l'assalto al Monte Santo progrediva. Le granate avevano già diroccato il piccolo borgo che biancheggiava sulla ciuiu 11 campanile del santuario era mozzo e delle poche case erano in piedi appena pochi muri, anneriti dall'incendio. Gli austriaci, prima di ìbbandonarlo diedero fuoco anche qui — il giorno dopo — a due loro trincee. Nella mattinala giunse sui luoghi di combattimento il Ile. E quando alle truppe fu oomu uicaio ch'egli era vicino e contemplava il loro assalto un urruh formidabile si levò da tutte le trincee. Un grido solo- di centinaia di migliaia di petti risuonò da Tolmino al mare e fu udito a decine di chilometri lontano. E l'avanzata riprese furiosa d'un balzo. I primi prigionieri Sul risultati delle operazioni di questi giorni parlano i comunicati del generale Cadorna. Certo che la linea dell'Isonzo è ormai rotta e superata. I feriti che giungono qui dal fronte sono raggianti: hanno una grande fierezza delle bende insanguinate che fasciano i loro poveri corpi martoriati e una grande gioia per le .grandi cose compiute. Cominciano anche ad arrivare 1 prigionieri. Lunghe file di soldati d'ogni età -ma bene equipaggiati, che passano scortati da carabinieri a cavallo e cavalleggerl colla sciabola sguainala. La popolazione li guarda in silenzio e attende commossa per le sempre migliori notizie che arrivano. RATH0HIS. L'offensiva italiana e la situazione nei Balcani Roma, «5. aera. Il «Giornale d'Italia» ha da Londra, 24: «La vigorosa offensiva italiana è commentata qui con molto compiacimento come un energico rimedio alla dolorosa situazione della Serbia donde giungono notizie sempre più gravi sulla rapida invasione teutonica. Nuovi contingenti di truppe anglo-francesi sono ceJeremente avviati verso Salonicco. Sebbene si perda completamente la speranza di liberar la ferrovia su Uskub, i critici militari ritengono che un'azione rapida e risolutiva potrebbe tentarsi unicamente eseguendo uno -sbarco di forti contingenti sulla cesta orientale adriatica i quali, attraverso il Montenegro, potrebbero affrontare risolutamente gli austro-tedeschi; altrimenti si prevede ila possibilità che l'esercito serbo, circondato da ogni parte, debba ritirarsi nel Montenegro per non essere distrutto. Nulla tuttavia sii apprende sull'azione diplomatica (particdlanmente verso l'Italia». L'Ambasciatore tedesco in Torchia gravemente malato Amsterdam, 25, mattino. Un telegramma da Costantinopoli dice che l'ambasciatore tedesco, Vangenheim, recentemente tornato a Costantinopoli, è di nuova gravemente «alato.

Persone citate: Busi, Cadorna, Corada, Duino