La seconda giornata del processo Turola

La seconda giornata del processo TurolaLa seconda giornata del processo Turola Il Pubblico Ministero chiede 6 anni e 11 mesi di reclusione per l'avvocato e stiene la corresponsabilità dell'agente Onofri e della signorina So mm ari va. (Per telegrafo alla " STAMPA, SO- Aleasantirio, 7, notte. L'udienza e'Inizia alle a.45 colia rinuncia alla testimonianza del comm. Franzini. La difesa ta notare l'assenza rli un testimone, il Sindaco di Vai macca. ! Una dichiarazione dell'avv. Vercelli : L'avvocato Vercelli chiede di fare una dichiarazione, e cioè che per le pratiche esperite per la ricerca dei gioielli non percepì nè percepir* mai compenso alcuno. «• introdotto il teste Vezza, disegnatore, che narra come fu invitato a ritrarre i gioielli e poi a modificare i suoi disegni in modo che qualcuno non sarebbe più stato conforme al »ero. Il Turola. Interrogato, non ricorda tale particolare, mn fa osservare che se alcuno dei preziosi fu ritratto con scapito dell'originale, altri invece furono resi In disegno di maggior calore. , . ■ E' interrogato il teste Robottt Luigi che fu In trattative per la vendita della casa palerna Ìlei Turola in Valmacca, e dice che all'alto Ideile proposte di vendita anticipò una somma al TuroJa. Poi rammenta come alla notista dell'arresto del Turola esso nella tema di perdere la somma sborsata si recò in Alessandria" dove fu ricevuto dall'avv. Spannanti col Quale formulò le modalità d4 risarcimento e di garanzia, anzi ricevette una somma in anticipo e di questo anticipo non sa dare sp:egafloni, conoscendo le strettezze del Turola. I buoni precedenti dell'imputato : L'avvocato Gho 6 chiamato alla pedana che (dice come il Turola si recò nei suo studio por scrivere una lettera a macchina, e il teste ebbe l'impressione che il Turola scrivesse una lettera anonima, e per questo motivo negò di Icrnire al Turola una busta per spedire la lettera. . Interrogato, il teste dichiara che fu amico dei ♦Turola an dall'infanzia: lo dipinge un uomo di elevata mentalità e che condusse una vita di sacrificio e di studio. Non sa che a carico del Turola esistano precedenti meno che onesti. Conferma 1 lecami di amicizia fraterna fra il Turola ed il contino Di Bora. . Viene escusso il teste Colombo, cartolaio, che conferma che la carta usata dal Turola per scrivere la lettera compilata nello studio dell'avvocato Gho fu comperata effettivamente da lui. É' llctwinto. L'orefice 'gioiellare Baralis, chiamato a deporre sulla stima fatta presso il Banco Oddone dei gioielli della famiglia Di Rorà. dichiara che non precisò il valore dei preziosi, ma che accertò essere questo valore superiore alla ■omma per cui era stato contratto il mutuo. , L'aw. Sardi contesta che il Baralis precisò il valore dei gioielli, tanto è vero che ritenendo. |o Inferiore alla somma del mutuo consigliò gli Oddone a pretendere delle cambiali a maggior garanzia. II Baralis nega che abbia precisato il valore delle gioie. . La difesa- chiede di ricercare negli atti un appunto «lì 'ti ma fatto dal Baralis nello stuolo dei fratelli Oddone. Il Tribunale accontante. ! E' escusso & teste aw. cav. Viora che si trojvo presente all'episodio della simulazione del j furto in ferrovia. Il cav. Viora narra come presso la stazione di Solerò entrò nel loro geompartimento l'aw. Turola che portava con ce un involto di piccole dimensioni, ma non Iportava con sè nè cappello ne soprabito, lasciati in altro scompartimento. Il cav. Viora trieostrutaee con efficacia la scena della simulazione del furto, dipinge l'agitazione del Tugola nel raccontare la scomparsa della cassetta dei gioielli, le affannose ricerche, le sup. posizioni di sottrazione da parte di qualche estraneo. n teste rammenta come le guardie di serviaio sul treno si rifiutassero di eseguire la perquisizione dei viaggiatori. Descrive l'accoramento del Turola nel partecipare cosa contenesse la cassetta scomparsa e le nuove e più affannose ricerche da parte del teste e del collega aw. Jachino, i sospetti nati sull'uno o l'altro viaggiatore, e come giunti alla stazione di Torino si recasse immediatamente dal commissario cav. Ciambrone che subito iniziò ie ricerche per rintracciare la famosa cassetta. A richiesta del Presidente, ricostruisce l'incontro fra il Turola e la famiglia Di Rorà, incontro a cui egli assistette. Il teste conobbe molti anni fa il Turola e lo rammenta un ottimo giovane, pieno d'intelligenza e di buona volontà, studiosissimo e modesto, in relazione colle maggiori personalità idi Alessandria.. •• Licenziato il cav. Viora, è chiamato il testo (Vigo di Bologna, che è richiamato dal Presidente perchè non si presentò a tempo debito. Il Vigo acquistò dall'orefice Ivaldi di Alessandria una spilla preziosa. Esso non conosce 11 Turola. E' licenziato con riserva. ; La deposizione del collega di ufficio ., del Turola E' escusso il teste aw. Ghezzi di Milano, compagno di studio del Turola e che ebbe relazioni di professione coU'imputató. 11 Turola usò del nome del Ghezzi nel vendere alcune perle all'orefice Vigliani. Il teste dice della sua meraviglia nel ricevere dal Vig'iani una lettera dove si parlava di gioielli e di recessione di un contratto da lui mai fatto. Kgli sup pose un errore di indirizzo e non si curò più oltre della lettera che non riuscì^, comprende m che dopo il suo Interrogatorio sul procosso La importante deposizione di un orefice • L'orefice Ivaldi viene alla pedana e narra come fosse chiamato a consiglio per l'accetta Sione da parte 'degli Oddone d'un pegno in gioielli per la concessione di un mutuo. Esso stimò i preziosi valsenti circa 70 mila lire. Dice come ebbe dal Turola l'incarico di venderò no a spilla che dopo varie trattative fu ven ttuta per circa 808 lire al signor Vigo di Bologna. Prima della vendita della spilla, il Turola portò all'Ivaldl sette perle perchè ne formasse un collier^ collier che l'Ivaldi esegui, senza osservare che le sette perle erano della spocie Idi quella della spilla. Il teste suscita l'ilarità del pubblico colla sua ària studiatamente innocente; esso vuole far credere di nulla rammentare, ma, alle stringenti contestazioni del Presidente, tutto rammenta e dice di vari altri affari avuti col Tu raTcaelpllasdpTcdlerssuTrstgbioccvavRacantlmcdlT| a e a r rola, elio propose, fra altro, la vendita di altre perle per incarico di una signora di Tortona, in, imbarazzo per l'acquisto di alcune pellicce dalla ditta Rizzi Il Presidente domanda come mai il teste, alla notizia clamorosa del furto, non si curò eli far conoscere all'Autorità giudiziaria che il l nrola aveva portato nel suo negozio lo note perle. I! icsle dice che non sospettò sulla colpevolezza del Turola. oer cui non si curò di fare la denuncia. L'Ivaldi è licenziato con riserva. Su istanza dell'avv. Sardi, viene rinunciato alla perizia sulla scrittura delle macchine da scrivere, perizia inutile, data la confessione dell'imputato. Dopo l'aw .Sardi, della Difesa, prega di precisare la qualità della signora Barberls di Tortona, per sapere se si debba considerare come teste o parte leso. Il Tribunale la considera testimone. La signora Barberls. accompagnata dal solerte ufficiale giudiziario Salvanescht. entra a raccontare d'aver ricevuto incarico d'imprestare una lettera indirizzata a lui stesso. La signora Barberis narra dell'incontro avuto con un'elegante signora, recatasi espressamente a Tortona per recapitare un biglietto del Turola, raccomandante di tacere in ogni occasione il particolare dell'impostazione della lettera. La signora, ostentatamente velato, elegante ed ignota, distrusse immediatamente il biglietto recapitato. Le pelliccio La signora Barberis viene a narrare come il Rizzi tentasse con ogni modo poco corretto di ottenere somme superiori a quelle spettantegli c pattuite per alcune pallicele acquistate, e come, per non confessare al marito gli inconvenienti toccatile, sì rivolgesse ai Turola, suo amico d'infanzia, perchè appianasse ogni divergenza e la liberasse dalle insistenze del Rizzi. Il Turola assunse l'incarico, ed intatti, dopo alcuni giorni notifico alla signora Barberis che il Rizzi colla restituzione delle pellicce e l'aggiunta di una somma avrebbe ritenuta appianata ogni divergenza. Dichiara però che nessun awiso il Turola le dette per avere trattenuto per proprio conto una delle pellicce. La signora Barberis dichiara esplicitamente di aver sempre avuto nel Turola la massima fiducia e di non aver mai supposto che esso avrebbe potuto approfittare della sua delicata posizione per appropriarsi di somma qualsiasi e trattenere indebitamente le pellicce affidategli. La teste rammenta' come nell'infanzia il Turola sia stato affetto da una grave meningite e più tardi le 6ia occorso di essere pie sente ad alcuni inesplicabili ed improvvisi svenimenti del Turola. Rammenta lo slesso come un giovane studiosissimo e di-brillante intelligenza e di abitudini modeste. Licenziata la signora Barberis viene a deporre il teste Rizzi Luigi, che narra come entrò in rapporto di interessi colla signora Barberi*, e come per la mancanza di osservanza da parte di questa alle condizioni stipulate, egli diffidò la signora di regolarizzare la pendenza. Dopo questo invito il Rizzi ebbe una visita del Turola, il quale, nella qualità di amico della signora. Barberls si offerse di appianare la divergenza. Il Rizzi non nega che indipendentemente dalla restituzione delle pelliccie aveva pretesa una somma in compenso del danno subito. Il Rizzi spiega come solo dopo rariresto del Turola per il furto dei gioielli si indusse a denunziare l'appropriazione indebita della pelliccia, perchè consigliato da Un amico avvocato allo scopo di evitare noie future. L'avvocato Sardi, della difesa, fa rilevare alcune inesattezze nella deposizione del teste che cerca di giustificare il proprio operato ; ma alle minuziose ed esatte confutazioni deiavvocato lascia, nel rispondere l'impressione di non saper spiegare il movente della deposizione, ciò che potrebbe far supporre che questa stessa sia stata inoltrata a tutela della propria responsabilità. Prima di essere licenziato è chiamato a riconoscere le penicele vendute e poi restituite dalla signora Barberis e cosi si ha campo di vedere queste pelliccio causa di nuovi e non lievi affanni per l'imputato. Dopo U Rizzi è'introdotto il teste avvocato Birberia che spiega al Tribunale che esso fu completamente ni buio delle noie-della propria signora fino allo scoppio dello scandalo Turola e che fu dolorosamente impressionato nel conoscerle. La deposizione brevissima termina colla fine dell'udienza pomeridiana allo 12 e 10. All'uscita staziona una folla numerosa. Si suppone che attenda l'imputato, invece è incuriosita per la voce corsa sulla bellezza della teste signora Barberis, veramente tale ed elegantissima. Udienza pomeridiana L'udiènza comincia alle 14,45 ed il presidente domami;!, al Turola alcune spiegazioni circa le pendenze del contimo di Bora. L'imputato spiega che queste restarono nell'ambito del suo studio c non ebbero seguito giudiziario E' quindi interrogato il signor Filippa, litognafo, che riprodusse i gioielli della famiglia rliHoià. Ebbe l'incarico dal Turola: non potè constatare che siamo state apportate alterazioni alle riproduzioni dei gioielli. E' licenziato. Entra la signora 'rimossi che è interrogata clr ca la stima da ossa fatta sulle pelllccie della sig.a Barberis. pelliccie che' essa valutò circa 1000 lire essendo state usate. Il presidente fa rilevare alla teste come ciò non sia esatto poihè nella precedente deposizione dichiarò di non aver saputo precisare il valore delle pel iccie, nonostante eh* le avesse bene osservate e misurate alla signora Turola. •L'aw. Ravazzi Camillo che assistette il Rizzi nella pendenza colla signora Barberis, ricorda gli accordi presi col Turola per conto dei rispettivi clienti e le modalità di pagamento del le .pellicce. Dichiara che il Rizzi ebbe ad esprimere, il desiderio di avere il pagamento delle pelliccie e non la restituzione delle stesse. Non sa precifare se. percepisse compenso per assistere la signora Barberis. Il perito cav. Dani ano viene a specificare il valore delle pelliccie acquistate dalla signora Barberis e le dice valsenti da nuove da L. 1500 alle 1700 e circa 1000 usale. La deposizione del medico della famiglia Turola Il teste Guelmi fu medioo della famiglia Tu rola. Constatò che circa 17 anni fa una zia del Turola restò affetta da una paralisi progres siva: ebbe a visitare il Turola bambino che per strascichi della meningite soffriva di convulsioni e cambiò di carattere diventando tri¬ o s e a e e o a l i o e a a i e o l a o e ; i a a e i n o u a l e i a na o o oa tè oo. r a a fa idi l te zi a ril e e ia eiti uu el s he nri¬ ste e taciturno e restò preso da una vera mania dello studio. 'Il medico spiega quali manifestazioni postumo può avere la meningite e come queste manifestazioni si possano riprodurre audio dopo, lunghissimo tempo. Spiega che per conseguenza della malattia si possa commettere anche un fatto anormale ed isolato. Il teste po.i per lunghi anni non coltivò le relazioni colla famiglia Turola e solo vagamente conobbe la carriera brillante in professione ed in politica dei Turola A richieste dell'avv. Sardi il teste dichiara che le convulsioni curate al bimbo Turola potessero anche essere state causate non dalla meningite. Ricorda che la zia del Turola fu curata anche dal prof. Frigerio. Le contestazioni dell'avv. Grassi L'aw. Grassi domanda* se il teste riconosce una relazione fra le convulsioni del Turola bambino e i mancamenti nelle carceri d'Asti 11 dottore non sa spiegare. Ricorda che la mamma del Turolu fu affetta da isterismo. Il dottor Gualino, psichiatra, è chiamato a deporre sulle condiizoni psichiche del Turola. 11 teste dai documenti ad esso affidati rilevò che un ingegnere Turola parente dell'imputato fu ricoverato in una casa di salute dì Milano per essere affetto da mania ottimistica tanto da accogliere la notizia della morte della moglie con olimpica serenità. Tali informazioni pervengono dalle informazioni assunte presso ta direzione dell'istituto di cuia, da alcune lettere del malato e di famiglia.. A questo punto sorge un incidente per il sistema, di deposizione del test© che assume la forma di una perizia psichica. Il Presìden'.e richiama il teste a non uscire dal campo della semplice testimonianza, ma su insistenza dall'avvocato Grassi, il Tribunale acconsente che il dottor Uualino dia lettura di alcuno ietterò che comprovano le sue asserzioni. Infatti, in esse, il vecchio Turola esprime, fra le altre, l'idea di un gran ponte sul Tagliomento e del completo rifacimento del mani, comio che lo rinchiudeva. Ricorda che il prof. Frigerio curò una zia del Turola affetta da cardiopalma d'origini nervose. Sa della madre del Turola che fu ammalata di paralisi. TI dottor Gualino sa che l'imputato fu affetto da disturbi nervosi. Il teste e messo in libertà. La teste Maria Arlandi-Brovia, domestica del Turola, sa di disturbi fisici avuti dal Turola: sintomi di cefalia grave. Dice delle relazioni intime di famiglia fra il Turola e i Di Rorà. Essa portò le pelliccie alla Timossi per la va, lutazione e riferi al Jtirola sullo informazioni avute. Ricorda che il Turola per lunghi mesi lavorava anche di notte, e ciò molto prima dell'arresto. La deposizione del sindaco di Valmacca n Sindaco ai Valmacca, signor Falco Luigi, dice come il Turola fu sindaco pure in quel Comune e per qualche anno consigli«ro. 11 Turola era assai amato a Valmacca, quasi idolairnto, ! suoi compaesani ricorsero sposso al Turola per consiglio ed aiuto, che sempre <; dopró disinteressatamente. Esprime la dolorosa sorpresa subita alla notizia dall'arresto del Turola, stupore condiviso da tutta la popolazione. Il teste è licenziato. Il teste Mussi Antonio, militare al fronte, non Si presenta: esso è sostituito dalla moglie signora Balocco Maria. La signom conosca il Turola fin da bambina, conosce le retazioni fra il Turola e 1 Di Rorà, che definisce «stretta amicizia ». Su domanda dell'avvocato Sardi la teste afferma che il Turola fece una vita di sacrificio per pi» gredtre negli studi e fino dall'età di 17 o 18 anni il Turola. oltre a studiare pensava a mantenersi. Il teste Chiesa Giuseppe, segretario 'dell'avvocato Spanti gali, dice che occorre ora precisare che il memoriale dell'avvocato Turola, sequestrato in carcere, era diretto all'avvocato Federico Spantanati, pure cognato del Turola, e non al signor Federico Ferraris. Il teste Chiesa è chiamato a. riconoscere alcune scritturazioni contabili del Turola senza però che esso sappia precisare; non conosce quali pratiche esperisse il Turola per i conti Di Rorà. Il banchiere Oddone Achille non si presenta. Il teste aw. lemini, notaio, porge informazioni sulle modalità della concessione del mutuo da parte dei banchieri fratelli Oddone ai conti Di Rorà. Ricorda che il gioielliere Baralis assicurò agli Oddone che il valore dei gioielli garantiva largamente il mutuo e che il Turola controfirmò le cambiali come procuratore legale. Il notai», alla notizia del furto, conoscendo l'ingenza del valore dei gioielli, ebbe l'impressiono intima che il Turola avesse sottratto i preziosi per appropriarsene. Crede spiegare il fatto delle pretese eccessive degli Oddone che vollero oltre ai gioielli anche delle cambiali, col fatto-che queste essendo girabili davano il modo ai banchieri di avere a loro disposizione un mezzo di far fronte allo loro esigenze commerciali. Il teste legge la copia dell'alto notarile della contratlaziono del mutuo. Logge pure ìaposfilla redatta in privato alla restituzione dei gioielli, restituzione effettuata, nelle mani del Turola. Il teste spiega che la scrittura resto di caràttere privato essendo garantita dal rilascio de! le cambiali, e che ebbe lo scopo di prolungare l'effetto di queste valevoli per soli i mesi., mentre 11 mutuo doveva avere la scadenza ad un anno. Il teste è messo in libertà. Turola fu un buon amministratore 11 teste Taverna Giannetto riferisce che il Turola cercò di prendere in utìltto una cumera mobiliata presso di esso Taverna. Il rag. Magnagli! testimonia che il Turola era presidente del patronato scolastico e come tele aveva a completa disposizione l'intero movimento di cassa, ammontante a circa';5O!W(0 lire annue, e mai fu riscontrata la minima irregolarità. Conosce il Turola disinteressato ed intendente. Il geometra cav. Amelotti Vittorio conosce l'intelligenza dell'imputato e sa delle relazioni del Turala collo più spiccate personalità della città. Constatò il disinteresso del Turola nei rapporti professionali avuti con esso. La teste Sappa Maria, che nel 1907 fu domestica del Turola. ricorda le relazioni di amicizia con l conti di Rorà, specie col contino, spesso ospitato dalla famiglia Turola. Il presidente dopo cinque minuti di riposo chiama l'avvocato comm. Fortunato che, a domanda dell'avvocato Sardi, dichiara he il Turola l'ha conosciuto dopo la laurea TI comm. Fortunato testifica che l'imputato fu da lui conosciuto come un giovane di vera in¬ ddtmdfpmdmrovstasnDcsdurfadpRrednonscgpTgftdvtPrgIledpdqpstgRptnbpgargcll o l o I a ¬ telligenza e di un'avvenire certamente brillante sia come professionista che come uomo politico. Termina cosi l'istruttoria pubblica del processo, istruttoria che 6 valsa ad ampliare nei particolari la confessione degli imputati e che fu condotta ' con perizia dal presidente avv. Vogliotti. L'arringa del rappresentante della legge Alle 17,50 comincia l'arringa del rappresentante della legge. L'avvocato Agabitl esprime il rammarico di dover chiedere la condanna di un uomo caduto dalla più stimabile condizione al basso del delitto; manda un saluto al Procuratore del Re che volle affidargli l'importante compito, e comincia ad esaminare la causa riassumendo, per ordine cronologico, lo svolgersi dei fatti. Possa in rassegna la simulazione nel furto in ferrovia e ricorda la manomissione promeditata della cassetta; passa poi ad esaminare le lettere scritte dal Turola sotto firme diverse e quella del commissario Righetto firmata Massimo o Minimo, lettere che portarono alla prima constatazione della colpevolezza del Turola, specialmente per aver scritto che Massimo e Minimo, A. B. ed Argenterò Castro erano la stossa persona, e per aver incaricato il Massimo e Minimo di trascurare la ricerca dei gioielli minori. Esamina le trattative corse fra esso Turola. il conte Di Rorà e l'ignoto A. J?„- rammenta i compensi chiesti e proposti all'A. lì. e le modalità di restituzione dei gioielli, restituzione che avrebbe dovuto sempre avvenire all'estero, mentre poi una parte fu ritirata dal Turola a Como e poi restituita al conte Di Rorà. Il rappresentante della legge descrive la fantastica apparizione della dama velata che aveva proposta la restituzione dei gioielli mediante un compenso di &5.O0O lire, rifiutando però di trattare dirottamento col conte. Di Rorà. Fu durante questo trattative che il Turola fu arrestato a Torino. Ricorda il contegno energico del Turola allo scoppiare dello scandalo. B P. M. elogia .i'Autorità di P. S. che, nonostante questo contegno energico, contro la opinione pubblica non desistette dalle indagini e venne cosi ad accertare che il furto era stato perpetrato dal Turola stesso, ed esamina con cura i particolari della consegna dei gioielli all'aw. Turola da parte dèi Di Rorà per la contrattazione del mutuo, e come il Turola indusse. -1 ni Rorà a non contare i gioielli. L'oratore della legge ricorda l'insistenza per farsi rilasciare le cambiali, le lettere di Argenterò Castro, di A. R. e l'alterazione dei disegni dei preziosi che sono segni evidenti della colpevolezza del Turola. Durante l'istruttoria del processo per accertare i fatti accennati sulla Stampa — dice il Pubblico Ministero — comparvero nuove lettere dell'A. fl. che proponeva la restituzione dei gioielli e dichiaranti l'innocenza del Turola. II magistrato però non fu convinto: continuò le indagini accertando pure che il Turola si era reso responsabile dell'appropriazione indebita di una pelliccia. L'oratore accenna alle possibili tesi, che sosterrà la difesa per far cadere lo accuse mosse al Turola. avvalorando queste tesi colla maocianza della querela di parte e per il perdono delle parti lese. L'oratore dimostra che il Turola non presto sempre l'opera sua disinteressatamente al conte di Rorà, ma che percepì compensi come legalo e ad un legale intesero rivolgerai. ,t Di Rorà per contrarre il mutuo. Nessuna accusa di truffa L'oratore della legge riconosce che non si può muovere al Turola l'accusa di truffa e tutto al più questa può essere compenetrata nell'accusa maggiore di appropriazione indebita continuata. L'oratore dimostra come si possa accusare di corruzione nei rispetti della guardia Onofri. perchè nella sua qualità di avvocato sapeva quale valore abbia il favoreggiamento . di un sorvegliante per il sorveglialo. L'oratore non insiste neppure sull'accusa dell'appropriazione indebita di una pelliccia poiché ò risultato evidente che il Turola la trattenne dopo aver proposto al Rizzi il compenso in denaro. Passando in esame la pretesa infermità di mente del Turola dice come pure essendosi forinato qualche cosa di concreto-per i precedenti di famiglia, pure questi fatti riguardarlo i collaterali del Turola. L'isterismo della, ma ire non si può considerare tale malattia da dimostrare l'irresponsabittfà dei (ìg'ìb , Giacile i fenomeni fisici riscontrati Tintila furono di natura affatto estranea alte doticienzo ataviche. La perfetta coscienza nell'ordire la trama del delitto, nel simulare lìaccasciamentò allo scòppio dello scandalo e le arti usato per ottenere, dal conte eli flora, nuove somme per la scoperta c ricupero dei gioielli, la compilazione .accurata del memoriale sui particolari del delitto sono segni evidenti di equilibrio mentalo. La difesa — dice l'oratore della legge — invocherà In pietà pel disgraziato che già ebbe il perdono dalle parti lese e ricorderà lc> torture morali del caduto inconsciumente nel baratro, il carcere sofierio ed il pentimento. Il Tribunale però dovrà tener conto che il giudicando non rispettò nè la sua dignità, nè la sua condizione sociale creatasi a forza di sacrificio e di volontà : egli distrusse ogni suo inerito danneggiando i benefattori e gli amici, distruggendo le tradizioni di intemerata onestà della sua famiglia, travolgendo nella vergogna un povero padre di famiglia, la guardia carceraria Onofri, caduto nel laccio per assoluta mancanza di riflessione e di intelligenza. L'oratore conclude ricordando che il perdono spetta a chi ha dimostrato di sapersi redimerà dopo aver scontato lo pena che la giustizia assegna. Egli non si oppone però che il Tribunale accolga la voce di pietà che s'invocherà pel disgraziato che ha- troncato cosi bruscamente la sua esistenza civile tanto faticosamente portata a brillare fra lo altre, esistenze. Sostiene la colpevolezza della guardia Onofri e della signorina Sommariva e termina facendo le richieste seguenti : Le richiesto dei Pubblico Ministero 1. Nei riguardi del Turola si dichiari che i fatti a lui addebitati ai capi 2, 4, 5 c G non costituiscono reato. . St dichiari che il Turola deve rispondere ; «) dell'appropriazione indebita qualificata e continuata, coll'aggravanto del danno rilevante li cui al primo capo ; 6) del delitto di corruzione di cui al terzo capo ai densi, parò, della prima parte dell'articolo 172 in relazione all'art. 173. Nei riguardi dell'Onofri si dichiari dovere egli rispondere del delitto addebitatogli come in rubrica al sensi però della prima parte dell'articolo 172. Nei riguardi della signorina Sommariva si dichiari dover ella rispondere del delitto addebitatogli come al capo di imputazione c- conseguentemente si assolva il Turola dalle imputazioni di cui ai predetti numeri 2, 4, 5 e 6perchè essi non costituiscono reato e che si condanni poi lo stesso Turola per gli altri titoli a sei anni e undici mesi di reclusione, ottomila lire di multa, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici ; l'Onofri n un anno e otto mesi di reclusione, a 1500 lire di multa ed all'interdizione temporanea dai pubblici uffici per due anni ; la Sommariva a un anno e tre mesi di reclusione e tutu solidamente al pagamento delle spese. Invita pure il Tribunale a dichiarare il Turala obbligato ài pagamento dei danni, applicando l'indulto e mantenendo il sequestro del valori ed oggetti di spettanza del Turola ed ordinare la restituzione delle cose pertinenti a terzi secondo ragione. • La seduta termina alle ore 18. ei