Un discorso dell'on. Salandra alle donne di Napoli

Un discorso dell'on. Salandra alle donne di Napoli Un discorso dell'on. Salandra alle donne di Napoli e e a propaganda morale per la lunga guerra Napoli, 26, notte. Questa sera, alle 19, al Municipio ha auto luogo il ricevimento delle rappresentanze e degli cuti ciUudini, i quali consacrano la loro opera patriottica nll'organiz sanziono civile, convocati dal presidente del Consiglio, on, Salandra. Sono intervenuti i ministri Barzilai, Grippo c Riccio, i sottosegretari di Stato, Chimienti o Visocclii, il senatore Sonise, gli onorovoll Arlotta, Pezzullo, Magliano, Pietravalle, Porzio, Hlndone, Saraceni, Leonardo Bianchi, Ciccurone, Albanese-, Drago, Rodino, Caporali, Capjtanco, Pizzini, Colajmiui, Gualtieri, Cucca, Castellino, i sindaci di Firenze, di Genova, di Ancona, di Mari, di Palermo, l'avv. Di Benedetto, in rappresentanza del Comune di Roma, i consiglieri comunali e provinciali di Napoli, rappresentanti della Magistratura e le damo del Comitato di organizzazione civile, con a capo la principessa di Strangoli. Il sindaco Delpezzo ha fatto lo presentazioni oll'on. Salandra, il quale ha ascoltato desiderata esposti dalle dume appartenenti ni Comitato di organizzazione civile, specialmente quelli proposti per intensificare i Napoli la distribuzione dei lavori di indumenti di lana. 11 presidente del Consiglio on. Salandra, conversando con le dame e i componenti il Comitato, ha detto che il X" Corpo d'armata di Napoli si è trovato dal 2i giugno al 10 agosto a combattere le giornate più violente e sanguinose della campagna. «Grande fu il suo valore — disso il presidente del Consiglio, — 8500 prigionieri caddero nelle mani del X Corpo e rlelI'XI, quello dì Bari. Grnndi e doloroso le perdite in morti e feriti, ma se ciò addolora il nostro animo è pure una nostra gloria, perchè mai nelle guerre per l'indipendenza caddero per la patria così numerosi figli del Mezzogiorno. « Questo vanto ci rialza davvero! Perchè, se fino a ieri fummo dei liberati, da oggi diveniamo dei iliberatori. Se finora le alte rtealità e- il sacrificio per esse erano nelle classi di alla cultura e i morti si chiama vano Mario Pagano, Alessandro Pcrio, Luigi Lavlsla, ora l'anima eroica è * trasfusa n_ei nostri popolani. Meglio che» la democrazia della scheda, la domocrazia del sangue ha conquistato il diritto al Governo. Noi che apparteniamo alle classi superiori dobbiamo evitare che la miserili, sotto* qualsiasi forma penetri nelle case dei combattenti e. non soltanto col piccolo soccorso materiale, ma col largo conforto morale a tutti coloro che vivono lontano da quelli che si battono dob biamo infondere il coraggio, la fortezza d'a ninno e la resistenza alle più aspre vicende, coraggio'questo che va infuso piuttosto nelle classi borghesi e più elevate, che in quelle popolari che non ne hanno difetto. « Le predizioni sconfortanti, — ha, aggiunto il presidente del Consiglio — lo scetticismo, la stanchezza, morale se mai si avvertissero, debbono essere represse dalla pubblica riprovazione. .La censura e 1« misure repressive sono mezzi meccanici, la cui azione non raggiunge negli effetti il biasimo pubblico. Voi, signore, cui la mia parola specialmente qui si involge, voi potete assumere l'alto compito di suscitarci, di coraggio morale per comprimere anche le -legittime trepidazioni di una lunga guerra. Davanti alla donna l'uomo non vuole essere vile. Siffatta propaganda « necessaria per affrontare le alterne vicende che l'avvenire può riserbarci prima di rallungane l'alto fine dalla lotta che tutti combattiamo. «Chi ora vuol lasciare intravedere .— ha concluso l'on. Salandra — di avere avuto ragione prevedendo le difficoltà della guerra, non fa die diffondere dubbi e svigorire la resistenza del paese. Noi sempre affermammo che la guerra sarebbe stata lunga ed aspra; molta costanza, molta pertinacia e, sopratutto, moita fede occorrono! Non vi paia strano che un uomo politico vi parli di fede. Ili giorno è venuto in cui gli uomini politici debbono fare appello non più ai minori /interessi, bensì ai più alti e puri sentimenti. E son certo che un appello al sentimento, qui a Napoli, come non rimase mai, non rimarrà questa volta inefficace», cvtCaBnGGrMdcglcBEtnccddtdcmatprfiv