Su Rovereto

Su RoveretoSu Rovereto (Orni ; nostro Invlmto sportalo mi front*) VEIONA. 26 agosto. . OMrc l'antico superalo, confine che divideva'il Pian delle Fugazze;distendendo per là Vallarsa, si ha di passo in passo sempre più evidente e precisa, l'impressione della grandiosa preparazione. austriaca: Infaticabilinenit:,. da anni, l'Austria veniva svolgendo il piano di un'imponente fortificazione dri.-s'uoi confini verso di noi, di fortlficazior ne difensiva e di fortificazione aggressiva: moltiplicava le opere di sbarramento [e te strade di accesso,.predisponeva ricoveri-ed ospedali, apparecchiava ogni mezzo e ogni struménto di: guèrra conio stesso ardóre e con la-stessa celerità come se si. considerasse alia vigilia della guerra. Dallo Stclvio al Garda, dal (iarda alla valle dell'Adige, e da attcsta'alla Vallarsa — per accennare soltanto ai,settori che io ho visitato finora — i risultati della preparazione austriaca sotti) in realtà sorprendenti: la nostra avanzata:, appena cominciò ad. esplicarsi nel territorio nemico, urta contro ,una serie di formidàbili baluardi che l'arrestarono. Dietro' questi, che oggi, per le condizioni particolari in cui è scoppiata la guerra, costituiscono la sua valida difesa, l'Austria peiy sava invece di "predisporre là sua aggressione, per il-momento che ad essa sarebbe parso opportuno : la disposizione e. i modi di questo gigantesco sistema di forlipcìazioni sono oggi.troppo manifèsti per non, rilevare immediatamente e indubitabilmente questa verità anche al profano, per non convincere qualunque osservatore che. si tratta, si, nelle circostanze, attuati di un sistema difensivo; ma che prima di essere ridotto a tale, nelle intenzioni di altri tempi dello Stato Maggiore austriaco, esso fu ordinalo f;per costituire un sistema offensivo: Queste opere, contro cui oggi tanto ci travagliamo per riuscire ad aprirci il passo, erano costruite sopralullo per sostenere e per, proteggere l'avanzata delle truppe austriache nel nostro territorio, (ormavano la più precisa e. la più potente preordinazione dell'invasione dell'Italia. Prima che noi ci decidessimo a dichiarare la guerra all'Austria, furono fatti molti dheorsi; e per dimostrare la necessità della guerra, da parie di coloro che ne erano i più ardenti propugnatori, furono portati avanti molti argomenti che i fatti che seguirono dovevano poi svalutare assai, dovevano ridurre di proporzioni o dimostrare, privi di ragionevolezza.! L'Austria debilitata, l'Austria affamata, VAùsìria che non axrebbe. contrapposto al nostro impeto altra resistenza che quella di stanche e demoralizzate riserve...., questo, e molt'altro ancora, e la necessità urgente di entrare in ■guerra per non essere ridotti, poco più tardi all'ignominia, di contendere un cadavere ai corvi, lutto quésto ii stato dimostrato vana riuncia nei tre mesi, che sono seguiti, di guerra — i ire mesi dì guerra ci hanno innegabilmente rivelato un'Austria militarmente temibilissima, ancóra eccezionalmente munita contro noi, e pronta a sostenere con forze meglio che ingenti e valide il nostro assalto; ed ormai sarebbe cecità o malafede non riconoscere'tutta la vastità e la teiribililà dell'impresa che abbiamo affrontato. Ma, anche d'altro lato,-gli avvenimenti di questi mesi hanno dimostrato che la minaccia, preparata di lunga mano, dell'Austria cóntro noi, era un fatto reale: per ciò.che noi abbiamo veduto al nostro confine, e. con più sicura coscienza e in modo assòluto, noi possiamo affermare che l'aggressione era nei propositi della nostra antica alleata con stupefacente tenacità e precisione d'intenti. Senza tregua, senza esitazioni, svolgendo accorta e infaticata i suoi piani, profondendo miliardi .e impiegandole sue migliori energie nell'opera, l'Austria preparava innegabilmente la guerra contro di noi, e attendeva, per assalirci; il momento che le sarebbe parso meglio opportuno. È sotto questo riguardo, diventa indiscutibile che la nostra guerra è la più legittima, di difesa. Ecco il forte austriaco conquistata. Ora la valle si è ampliala, tra la Zugna Torta e il Colsanto,.in vista-dello sperone che chiude a chi. venga d'Italia la conca di Rovereto. La Zugna' Torta e il Colsanto sono fortemente tenuti dai nostri; e tenuto è pure da noi lo sperone imminente'sulla conca. Lasciamo la strada maestra, che discende verso il fondo della valle e verso Rovereto; e in erpichiamoci per la strada militare che sale al forte. Il Pozzacchiò — il forte trae questo nome da un paesello che gli <) di poco antistante, verso Rovereto — costruito su un'enorme, roccia che si slacca dal Colsanto e che si protende precipite su la valle, dominandola per lunghissimo tra Ito, forma un corpo ùnico con la pietra del monte: esso'non si. .puoi,*anzi, neanche dire una. costntzione: è, piùprecisamentc,ilhmirabile adattamento delta roccia a opera di difesa, li: lavoro, .immenso lavoro, non è stato di edificazione, ina di scavo. Gli austriaci.scelsero la posizióne', osservando che la roccia, in fórma quasi, di torrione, tagliata a p\cco ,da ogni lato, costituiva essa stessa la- più sicura e la più adatta delle fortificazioni; e invece che .sopraelevare sopra essale costruzioni per le torri corazza¬ e o l a i a i i Acgizampcii i È i che chilometro di gallerie; che ha vani ca- di guerra, e le cui mura sono costituite, da'qualche metro in profondità di roccia viva v _i--t -i a ; ; • /"■ '■§ le, per le* casematte, per i depositi delle^ munizioni, si giovarono di essa per sca-. varvi . internamente queste opere. E' una sorta di mostruoso alveare che aprirono'' .,„,*.. , . , dall'alto nel cuore slesso del monte: un'. - , , - B alveare che resta quasi invisibile -'sitnor--,. , , \ mente,.che internamente e percorso da qual-ì .... -Jmì «.„ JT—ii-.i. .i..; u„ ,«.\| ie rafforzale da speroni e da.scarpate di ce--, mento, armalo. Opera colossale, vanto ii?»V" scutibilc del Genio militare austriaco-, il orte, se avesse potuto essere .ultimato e armato .e. provvisto prima dello scoppio delle ostilità, avrebbe cèrtamente contrapposto alia nostra avanzata, un. ostacolo formiéròbile. Per smantellarlo noi avremmo dovuto mpiegare un numero rilevante di artiglierie dei. maggiori calibri, avremmo dovuto durante qualche settimana, lavorare a. colpi di cannone a'demolire addirittura il moni te : che, come ho detto, il forte non è una costruzione esteriore:- è, sì, il monte stesso, convenientemente adattato, nella sua-compagine t> nella, sua solidità. Fortunatamente, allo scoppio delle'- ostiità il forte del Pozzacchiò non era ancora in. istato di difesa. All'inizio della guerra europea, nell'agosto dell'anno passalo, i lavori, a causa appunto della guerra, erano stati sospesi, Era, allora, costruito il forte, vale a dire l'opera centrale, - ed erano costruite le opere accessorie: erano compiuti gli scalvi, delle gallerie e. dei vani sotterranei, erano pronte le basi murarie per firn-, postazione delle torri corazzate — due torri per cannoni da 305 mm. —, erano aperte nel fianco del. monte le cannoniere per le artiglierie minori, e per le mitragliatrici, erano ultimati U jtadiglione del comando e le caserme del presidio, le polveriere ed 1 pozzi degli ascensori e le cisterne per le riserve d'acqua e \ tubi, di areazione. . Ma mancavano le torri corazzate e gli arma menti. Delle torri corazzate, una era già stala trasportata ..fino su-uno spiazzo del forte; ma non. era ancora- stata montata'; ed oggi », suoi, pezzi .giacciono' abbandonati tra cumuli di.rollami. In' queste condizioni, ridotto cioè a semplice opera muraria, senza ,nemmeno i» pezzo di artiglieria e senza provviste.di sòrta, il .forte non era in. grado .di resistere. Ancora un. anno: di lavoro, ed esso avrebbe costituito una barriera spaventosa. Ma così non costituiva nulla, altro che, il ségno di una minaccia che sarebbe sussistita in avvenire^ Gli .austriaci, quando noi avanzammo per. la Vallarsa, furono costretti ad abbandonarlo, dopo avere distrutto, con le mine e con gl'incendi, quanto potevano, dopo avere, fallo franare le cannoniere e qualche tratto dei sotterranei, ed avere teso nabitabili le caserme. E noi conquistammo l Pozzacchiò — quello che in un avvenire - a'00"™ n ondano a . • • . . -e^ tanto breve sarebbe diventalo Vincspugna-. bile Pozzacchiò — quasi senza colpo ferire, a o'' n„, nn..„...,,!n „„_ ,. . .' . uct ronzacelito, per un vano tra due spe n',,- At „,„.,, * • • . " ront di monte, tra una lunga vronaaaine --,.... ..,„,„„ J,Mlét . . . " y' f"»»""' \ acuti Augna rorta a sinistra, e una dirli -ì ■-. :/,„,„■ >L " :' . . .\Vala dcl Colsanto a destra, appaiono m | fondo alla- Valle bianche le casette di un Dall'altro lato della semicerchio le difese inemiche. Il forte di San Bernardo, l'cstre- -mo f Cl' *° » 'o sperone che ,,v( diparte, dalla Augna. Torta; il forte del | Finonchio, l'esìremo di destra, di cui. tratto ì tratto tuona il cannone contro le nostre posizióni avanzale, ce lo copre lo.sperone che jsi diparte dal Ùoièqiiìo; ma il forte di , Monte elicilo ci si pi escuta di fronte, rive ita » grigiore dei basamenti dèlie sue torri [corazzate distililaiu-entn. attraverso l'ocuta ire del nostri binoccoli.. E anche si ricelano !• le. posizioni di qualche batteria, appostala a me:;d costa del monte che sta di fronte ■ del. monte dietro cui, lontano, superba ter' razza di ghiaccio scintillante nell'alto a ! surre, sporge Veb'célsh Cima di Brenta. MARIO bassi. mdlElasrs7Ld—, cKb •\> Frammenti delle torrette corazzate che gli Ìaj$è'_ tìtel Pozzacchiò- ,. , j, ., Austriaci non giunsero In tempo a montar* ti monte Intorno alla conca 'di Rovereto:; la freccia Indica precisamente la posizione delln città, <f£ ■ ■■ ■ ■ ' ■ ;•• r •' ■ ■ ':' ■ -'■■-' Le caserme, ctìe l'incendio In parte demolì, annesse al forte austriaco 'del Pozzacchiò, conquistato dai nostri in Vallarsa. '■ {Fotografie del nostro inviato speciale Mario Bassi) ' v i--t -i a " ; '• /" '■§ '•' 1 ' ' " •■ Mnttw Vm-tmkn $»« «£»»* Kfr m»lttaro_ ta pallai.*

Persone citate: Mario Bassi, Torta