La rinascita italiana della Vallarsa

La rinascita italiana della Vallarsa La rinascita italiana della Vallarsa (Dal nostro inviato speciale al fronte) VERONA, 25 agosto. .. Su da Schio, risalendo per la valle del Lcogra, s'incontrano i borghi dì Torre Belvicino e di Valli-dei-Signori; e davanti si leva una cortina di,monti, verdeggianti lino a mesta costa di boschi lólli, nudi in [alto, costituiti solo più dà una sorla'di enorme lama di roccia, tutta striata verticalmente di canaloni regolari, è spezzettata e seghettata in cima. Costituiscono un pri mo esempio isolato delle Dolomiti cadori:ne, poiché ne hanno in parte, la struttura e, in proporzioni ridotte, l'aspetto. La strada li varca, insinuandosi nella gola angusta e contorta, per cui scende il Leogra, tra monte' Alba e monte Baffelàn, e giunge al Pian 'dellé fugaste. Il pilastrino dell'aulico conjme, il triste limite superalo è abolito, si Wcva àncora dritto, "a mezzo il breve pianoro: i nostri soldati che, avanzando nel territorio nemico, tanti ne hanno abbattuti, questo hanno lasciato integro, forse perchè la sua salda struttura di pietra richiedeva per la demolizione un lavoro cui,mancava il tempo, forse per lasciare un segno preciso','storico., da cui si potesse misurare la vastità della conquista. Il pilastrino è a diciannove chiiome'ri da Schio e a v'cnlisèi *èa Róverelo;ici; .1 sappiamo che io nostra offesa ùrge oggi alle porle di Rovereto. La strada ora comincia a discendere per Ha VaUarsa, ira boschi profondi di querce e di faggi. Al fondo delia valle il Leno spu meggia Ira un diroccare aspro di roccia Ripidissimi ed alti, sorgono a sinistra la Cima Carena e i Coni Zugna e la Zugna \Torla, baluardo di maestose linee, che se -para questa valle del Leno di. Vallarsa dolla valle dell'Adige; e a destra il monte Pasubio e H Col Santo,.unico formidabile mas siedo, sòrta di altipiano irregolare,, con flo'ridi pascoli, con boschi, con acque. Il dominio di monte Pasubio e di Col Santo, va [le a dire del massiccio nel suo insieme, che '■nói abbiamo conquistato fino dai primi [giorni della, guerra, ci garantisce il sicuro possesso della VaUarsa: così come il dominio, ehe pure, poco più tardi, abbiamo conìquistalo dei Coni Zugna e di Zugna Torta, ci concede di soprastare imminenti su Ro .veretà e di minacciare dall'alto tutti i forti austriaci che ne. difendono la conca. Continuiamo a scendere per la valle. La strada si svolge, sempre nell'ombra dell'immenso verde dei boschi, su la destra del Lem, a mezza costa circa del massiccio da cui s'elevano il Pasubio e Col.Santo. Ecco, \allo sbocco d'una valletta fosca e selvaggia, [cui è nome di Val Prigióne, le rovine del .ponte che là attraversava, e che gli au striaci, nella loro ritirata vèrso Rovereto, {hanno fatto saltare. E noi scendiamo perjpassare, nel fondò della, valletta, nella ■strada provvisoria aperta tra i macigni e il .ciottolame d'un torrentaccip precipite; e di %ùa la rovina ci appare rossa di còiti e [frigia di cemento, su io sfondo luminosafetente azzurro del cielo.. L'osteria della Streva; e-accanto era l'ufficio della dogana austriaca. L'ufficio è stato occupato dai nostri: Za croce di Savoia, nello stemma su la porta, ha sostituito l'aquila bicipite. Ila, l'ostessa ? Ci hanno detto che era belloccia e che mesceva ottimo vino e birrat gelata agli irsuti doganieri del Kóni'g Kaiser... GiùI Ma appunto perchè erano mólto cordiali le sue reiasioni con i doganieri e con i gendarmi {austriaci, e tentavano di mantenersi tali '■anche dopo la nostra occupazione, l'ostessa ìè stala inviata un po' lontano, in Sardelina. I venti che dal Gennargentu soffiano spiriti italici cosi che sentono ancora il latino, le cancellino su la fronte l'onta servile e le spianino la ruga dei mali pensieri l... : Più avanti, in contrada Raossi, sostiamo /lavanti a un bell'edificio, nuovo, pulito. ■E'... no! fu l'ospedale «Francesco Giuseppe » : oggi su la facciata reca aia la nuova scritta-, « Ospedale Principe Umberto». E' capace di più di cento letti, costruito con abbondanza ed eleganza di locali, provvisto di sale di operazione e di medicazione, di 'gabinetti da bagno, di farmacia. Gli Au striaci lo apprestarono frettolosamente nel 4911, quando noi iniziavamo la spedizione in Libia : acrebbe dovuto, nelle loro intenzioni, costituire l'ospedale da guerra più ■avanzato verso la frontiera nella Vallarsa, .nell'eventualità della guerra con l'Italia. Quando noi lo occupammo, conquistando la Vallarsa, pochi giorni dopo lo scoppio delie ■ ostilità, lo trovammo deserto, ma in '■verfetto stato di funzionamento. E potr.m'ino. valercene 'immediatamente, senza bisogno di rifornirlo di nulla. Vi trovammo anzi qualche cosa di superfluo, di cui ci affrettammo a liberarci: Un busto, ch'era eretto nell'atrio, di Francesco Giuseppe-; e che ara giace capovolto in un sottoscala, con un mozzicone di toscano piantato tra le smunte labbra di gesso. ■■ — E adess cicca! -<- òli impose fieramen■te l'alpino, che lo trasse giù dal piedi stallo e gli cacciò in bocca il mozzicone. E velie parole e nell'alto c'era tutta la gioia ■e c'era l'orgoglio dell'allegra «vendetta contro l'Impiccatore.' ■ La VaUarsa, con U Comune che le dà il nome, quand'era austriaca faceva parte 'del Capitanato distrettuale e giudiziario di Rovereto. E' una valle ricchissima di bellezze naturali, ma non ricca economicamente. 'Abbonda,' si, di boschi e di pascoli —: grandi, boschi di castagni, di roveri, di Cerri, di faggi, e pingui pascoli, verdi e floridi al declivio del monti —; ma, per la vita degli abitanti abbisogna di scampi continui A'ei mesi che precedettero la guerra, le condizioni dei valligiani erano diventate miserrime. La farina di grano, per il pane, era pressoché introvabile; la farina di granturco, per la polenta, era salita a prezzi eccezionali. Il Governo d'Italia, prevedendo la occupazione ehe si sarebbe effettuata atto scoppio delie ostilità tra noi e l'Austria, « scopo di propaganda politica — propaganda the, esplicato im questa guisa, nauti prende come avrebbe dovuto e potuto esse re opportuna — permise una limitata espor taziòne di farine dal Vicentino nella Vallarsa. Avvenne quello che era lògico avvenisse, e che era troppo ingenuo il non aver preveduto : le farine importate dall'Italia furono immediatamente requisite dalla Autorità militare austriaca, la quale non le concesse poi. alle popolazioni della Vallarsa se non in minima parte, a prnzi non inferiori a quelli comuni della piazza, e soltanto dietro esibizione di speciali buoni giornalieri, espressamente rilasciali. La stessa Autorità, intanto, in previsione della guerra con l'Italia, ' provvedeva ad armare e ad addestrare al tiro lutti gif uomini che erano rimasti nella valle, non soggetti al servizio militare; e'provb€3eVa, sopratutto, a organizsare quell'attivissimo servizio di spionaggio, che tanto ci danneggiò' e contro cui tanto dovemmo lottare durante la nostra avanzata e nelle prime settimane ■ della nostra conquista. Quando noi occupammo-la Vallarsa, questa era letteralmente affamata. E bisognò fare seguire all'azione militare, pronta ed energica, un'altrettanto pronta ed energica azione civile. Due ufficiali dei fucilieri, uh capitano ed. un tenente, si resero singolarmente ■ benemeriti in quest'opera. Durante i primi giorni dell'occupazione i nostri soldati divisero semplicemente è fraternamente il loro rancio coni valligiani. Poi il Commissariato militare -provvide a stabi lire a Vallarsa-paèse una vendita di generi alimentari : vendita a prezzi di costo, vale a dire a prezzi inferiori a quelli stèssi degli stessi generi nel Regno. E contemporaneamente si offri lavoro a tutti coloro che potevano essere impiegali in qualche utile lavoro, a tutti che lo richièdevano. Riguardo all'assetto generale civile della regione, si sono conservati in carica i funzionari dell' ancien regime: si sono conserJvati, naturalmente, quelli che diedero affidamento di quasi spontanea e sincera italianità. E si riconfermarono ad.essi gli stipèndi che già percepivano dall'Austria. Si nominarono: i sindaci dei varii Comuni; si nominarono i presidenti delle varie pubbliche amministrazioni, con. assegni convenienti. E subito dopo che il turbine di atterra era trascorso, subito dono che i nostri soldati erario proceduti avanti, fino sópra Rovereto, la Vallarsa riprese il ritmo regolare della sua placida vita, ih libertà e in sicurtà.' Tra i varii provvediménti stabiliti dal Governo italiano nelle terre conquistate, uno, però, mi ha dato, al conóscerlo, un senso strano, di sorpresa e.di non convincimento. E' un provvedimento di quelli che si catalogano sótto il titolo « propaganda politica». L'Italia, in verità, non è mai stata famosa per questo riguardo. La stòria delle sue conquiste — sia che si tratti di terre annesse al Qegno, fin dagli anni del Risorgimento, dal '61 e dal '66, sia che si tratti di colonie — costituisce, in gene rè, la documentazione di una sorprendente insipienza e d'una ancora più sorprendente ingenuità politica. E l'esperienza, a questo proposito, è un nome vano. E anche in Vallarsa, e in ogni terra occupata da noi oltre confine, la « propaganda politica» ha sbrigliato, essa sola, un suo provvedimento : questo : di pagare alle famiglie dei richiamati austriaci integralmente l'indennità stabilita e pagata fino al giorno precedente alla nostra occupazione dal Governo austriaco. Io non mi arbitro-a di' s cut ere questo provvedimento, 'che polreb be anche, per circostanze speciali, parere opportuno, e potrebbe anche, chissà?! essere fruttifero di buoni risultati, lo ac cenno soltanto all'impressione strana che esso mi ha fatto, quando mene è stato parlato, considerando che l'indennità che l'Austria paga alle famiglie dei suoi richiamati è circa doppia di quella che paga l'Italia cosi che oggi, che la Vallarsa è Italia quanto è Italia la provincia confinante di Vicenza; la madre italiana di Valle.sa, chesventurata lei! ha il suo figlio sotto le bandiere dell'Austria, a combattere in Galizia o in Polònia, usufruisce dal nostro Governo d'un assai migliore trattamento della madre italiana del Vicentino o di qualunque altra provincia del Regno, la quale, per il suo orgoglio e per la sua gloria, ha il suo figlio sotto le nostre bandierea combattere per la nostra causa, nel Trentina o su l'Isonzo. — Sarà politico, questo, sarà propaganda raffinatamente' saggia nei paesi pur ora redenti; ma non è convincente: sopratutto, non e moralet La strada prosegue, scendendo per la valle, che si va gradatamente ampliandoprosegue per Angebeni, Valmorbia, Poz: zacchio. San Colombano... Poi, subito, è Rovereto : Rovereto che non è già più austriaca, e ehe non è ancora italiana. Quando?..La valle rimbomba degli echi delle canno nate. Dalla Zugna Torta e dal Pazùl — efte è Testrema propaggine versò Rovereto del Còl Santo — le nostre fanterie e le nostre artiglierie minacciano, dominandola, la bianca cittadina, e l'incontrò dei'due rami del Leno — del Leno di Vallarsa e del Leno di Terragnolo — e la conca, tutta verde e fresca intorno. E dall'altri versante della conca i forti austriaci, da quello estremo a sinistra di San Bernardo, a quello centrale di Monte Ghetto, a.quello estremo a destra di Finonchio, si difendono disperatamente, MARIO BASSI.

Persone citate: Cerri, Kaiser, Streva, Torre Belvicino