Uomini e armi della nostra guerra

Uomini e armi della nostra guerra Uomini e armi della nostra guerra [01 ahi bali itagli sulle falde di Monte San Michele Il battaglione della morte gAncona, 2\ notte. VOrdine pubblica oggi la seguente interessante narrazione della presa di Monte Sais Michele : ; X..., lnflio. La mòta Vita di trincea: vita pesante, uggiosa per chi ha la volontà febbrile di menar le mani, di scavalcare il muricciolo che^i nasconde ai nemico; vita tanto più orribile quando si pensi che li dietro sono al loro posto vigili c pronti, bersaglieri ciclisti, cinquecento giovani uniti in una sola volontà, volontà di fèrro: inerpicarsi su per quel monte brullo che è innanzi a loro come un invito. E' monte S. M. In cima a quel monte la barriera che divide, che divideva anzi, i nostri da una mèta agognata — erano le batterie nemiche che giorno e notte tormentavano la linea delle nostre trincee. Ogni colpo di cannone era seguito dal crepitìo rabbioso delle mitragliatrici. Quegli ordigni di morte avevano una voce strana, una voce speciale per i nostri che aspettavano anelanti : pareva un invito ed era una provocazione. Il tenente colonnello che comanda il battaglione era sempre accanto ai suol bersaglieri e doveva compiere una duplice e difficile opera: frenar so stesso e frenare gli altri. Ma, In quelle giornate di attesa febbrile, riusciva magnificamente al suo scopo. Una parola sola, uno sguardo. I bersaglieri capivano: ..Calma, ragazzi, non è ancora tempo, ma il momento verrà ». > "Ci siamo!,, Ed il momento venne. — Ragazzi, animo, ci siamo. Un urlo solo rispose: — Hurrà! Savoia! I cinquecento giovani con un unico movimento, un volteggio sono al di là delle trincee. Finalmente! Ogni viso è raggiante, ogni •guardo è livolto su in alto verso la mèta. Per raggiungere la baso del monte occorre scivolani dalla collina ove la trincea rimane a guardia delle biciclette, passare una breve vallata ed inerpicarsi poi, per oltre due chilometri e mezzo, sul monte che è fatto di rocce e di buche, che non ha un albero, che non ha un arbusto. • II nemico ha visto 11 battaglione precipitarsi all'assai lo. E' runa dopo mezzogiorno. In pochi minuti la discesa è compiuta, la valle traversala. E dall'alto comincia la pioggia dei proiettili: rdmburio rabbiose le artiglierie, acccmpagnpte dal nervoso continuo crepitìo delle mitragliatrici. Gli impavidi figli d'Italia sì precipitano mirabilmente compatti dietro ir tenente-colonnello, eretto nella sua muschio iigura alla testa della colonna, fra gli ufficiali che vivono In quell'epico momento più che mai tutta una vita con i cinquecento eroi. Avanti I «vanti i 11 monte S. M. invito, nel suo squallore: anche quella è terra ed è necessario prenderla. L'azione è combinata con l'artiglieria, e già le nostre batterie hanno cominciato a far ascoltare la loro voce, che sembra.'più maschia, ed accompngnano, proteggendolo, il battaglione. Comincia la difficile ascesa Sono giunti i cinquecento uomini alla base di m. S. M. Il colonnello si ferma; si fermano con lui i bersaglieri. Non una parola : un sibilo : è il fischietto del colonnello, che ha un significato che tutti intendono più di ogni parola. — Ognuno al suo posto, ognuno II suo dovere! Questo vuol dire quel liscino. ■ Le scariche delle mitragliatrici cominciano a colpir giusto: qualche soldato cade, ed ha un grido solo: •< Vincete! ». Oli altri, muti e raccolti, con impeto travolgente si danno all'ascesa. E l'ascesa ù difficilissima, ina s'ha da compiere ad ogni costo c si compirà. Cadono i proiettili come cadesse là pioggia sul polverone. Ad ogni colpo rabbioso di cannone austriaco risponde calma e con un ruggito la nostra artiglieria. Ed i bersaglieri vanno avanti sicuri: riconoscono le voci dei cannoni, sanno che alle spalle la Patria protegge, clic di fronte la Palila invoca. Avanti ! Avanti ! Ogni passo è und difficoltà die si supera, la cima cui gli sguardi dei .">0O bersaglieri si sono rivolti per tanto tempo,, pieni di speranza, si avvicina. Due chilometri e mezzo di ascesa si percorrono cosi, fra un fragore assordante, avanzando sempre. Le solite insidie austriache Ad un tratto un gruppo di nemici si presenta sul ciglione. Alza le mani come si volesse arrendere. E' una vecchia manovra che ì bersaglieri conoscono. Per questo non sono necessari ordini. Inginocchiati tutti, i mobilitili puntali : fuoco I Il gruppo che tentava l'insidia si assottiglia: quelli che non sono caduti alzano lo inani su! serio o Kon fatti prigionieri. Qualche centinaio di uomini che non sentono la gravità dell'umiliazione, con vollo sereno, senza accennare 'il minimo turbamento, senza attendere ordini, si dispongono in colonna per quattro e seguono la loro sorte. Le retrovie che son giunte li prendono in consegna. E' una breve parentesi, e l'ascesa riprendo. Le mitragliatrici vomitano del fuoco più rabbiose di prima: se ne sente più distinto il crepitio. La mèta è vicina. Si vedono già le trin.cee tutte crivellato dai colpi dell'artiglieria che accompagna ancora l'eroica colonna assotti"gliata per via e l'accompagna sino a che essa non arriva a cinquanta metri dalla vetta. La ^precisione dei nostri artiglieri è pari al colaggio dei bersaglieri: l'uno e l'altro hanno .portato alla vittoria. Da un'altra parte del monte un altro battaglione ciclisti ha operato con uguale successo: da mèta è raggiunta dopo sei ore di lotta. La mèta è raggiunta lì nemico ha esploso sino all'ultimo proiettile: i bersaglieri sono a dieci metri dai trinceramenti e i nemici sottrano ancora. Ma quando scorgono i! luccicore dello baionette i rimasti alzano le mani : yli ufticia!i per primi. E, come gli altri, non atteggiano il volto a sorpresa o a doloro. Si dispongono per quattro e se ne vanno sotto vigile scorta. I bersaglieri rimangono e si piantano, dopo aver prese )e cinque mitragliatrici, suilc posizioni nemiche che sono colme di cadaveri e crivellate dai proiettili dell'artiglieria. Monte 5; M. è cosi conquistato. Quell'eroica falange ohe ha compiuto l'eroica impresa. A riunisce attorco ti colon- Quelluomo ha laspetto di un Eroe leggendario: è ritto con la spada sguainata, coi capo scoperto, con la divisa a brandelli. Il corpo è tutto tatuato ma nessuna ferita presenta gravità, ed ha la soddisfazione e la fierezza nello sguardo. Tacciono i bersaglieri e guardano. Nessuno ha abbandonato la baionetta. Sono come incantati ed attendono che il colonnello parli, che il colonnello dia qualche ordine. Finalmente il colonnello parla. — Bravi figliuoli! Hurrà | Le baionette si alzano, i cappelli piumati sventolano, da cerilo petti l'hurrah! risuona in una sola voce su quella vetta altissima. ■Ma il colonnello parla ancora. Il suo sguardo sì volge al di là del monto su l'Immensa spianata. Si vede il mare lontano, il mare iiosfro, e su esoo si riflette, in un radioso tramonto di luce, Trieste, l'eroica città spasimante nell'ansiosa passione. — Non è questa la mèta, è laggiù ragazzi. Trieste, Trieste ci attende! Quel piccolo gruppo di uomini affaticati converge gli sguardi sugli occhi del colonnello come per attendere l'ordine di continuare nella via sino in fondo, sino a Trieste. Ma 11 colonnello discende dal muricciolo e l'eslgun schiera riposa, vigile sempre, tutta la notte, sul punto conquistato. Da M. S. M. anche Gorizia si vede e si domina, ed i bersaglieri riposano giustamente tranquilli fra le due sorelle prossime alla liberazione. Cosi una piccola parte di un reggiménto che lui già scritto pagine glorioso sui campi di Libia e che j> particolarmente caro ad Annona, ha saputo assolvere un compito arduo quanti altri mai. Il « battaglione della morte » sarò proposto per la medaglia doro. L'ha guadagnata, perchè il suo compito non terminò con la conquista d?lla posizione: dovette difenderla il giorno dopo all'alba dal contrattacco vigoroso di una divisione ungherese. Ripiegarono i bersaglieri per un breve tratto, sino a quando cioè — e fu poco dopo — una divisione di fanteria giunse a completare l'opera, il nemico fu ricacciato, furono fatti altri prigionieri, ed ora sulla, vetta di M. S. garrisce libero e sicuro il bel tricolore nostro.

Persone citate: Ragazzi, Sais Michele

Luoghi citati: Annona, Gorizia, Italia, Libia, Savoia, Trieste