Il prestito nazionale e il cambio

Il prestito nazionale e il cambio Il prestito nazionale e il cambio na proposta ai cotonieri per sottoscrivere 75 milioni " Una dello più grandi ditte cotoniere itaiane, la Manifattura Festi-Rasini, ha indirizzato alla presidenza dell'Istituto Cooniero una proposta meritevole di molto rilievo. Osserva anzitutto la ditta che ' e di sommo interesse, specie per le industrie che importano materie prime dall'estero che il mercato dei pagamenti internazionali torni per quanto è possibile ole condizioni normali, e sparisca il fenomeno doloroso dell'aggio. L'elevatezza' fel'aggio non può spiegarsi con lo sbilancio ra il commercio di importazione e quello di esportazione. E' presumibile che lale sbilancio, malgrado la mancanza del conributo solitamente portato dagli emigrani e dai forestieri, sia stato coperto dalle ■omino portato in patria dal richiamati e dai rimpatriati. A spiegare l'alto tasso dell'aggio non resta quindi che l'ipotesi di una reale sfiducia del mercato nazionale, pel timore che il Governo intenda di abusavo della facoltà di aumentare la circolazione cartacea. Oro, remissione del prestito dovrebbe eliminare questo timo re, e la trionfale riuscita di esso dovrebbe ricondurre il cambio allo condizioni mi mali consentite dalla positiva ricchezza del Paese. E' perciò assolutamente necessario che il.prestito venga coperto fino a raggiungere il doppio o il triplo del minimo previsto ;. e l'industria deve fare qualsiasi sforzo per arriverò a tale risultato "<r.L'industria cotoniera — continua la ettera — spenderà quest'anno, per l'im* portazione del cotone, 350 milioni di lire: 'aggio al 16 pei:.,cento rappresenterebbe a perdita'di circa 56 milioni. Una elemen-are prudenza consiglia di reagire vigo- rosamente contro un tale danno, e ' possibilità di un donno maggiore. Inv stiamo nel prestito' nazionale una cifaft'aJy^non inferiore a quella che nella prossima campagna cotoniera andremo a perdere sicuramente per il mantenimento gravissimo del cambio attuale, o per la minaccia di nn ulteriore inasprimento. La sterina è già a lire 29,50; il dollaro a'6,25: il deprezzamento della nostra moneta rappresenta una vera taglia sul nostro patrimonio nazionale. La reazione coj successo del prestito per un beninteso largo concorso degli industriali, non costerà un sacrificio, neppure ipotetico, e porterà un frutto immediato1 o tangibile. Le. somme nvestito in titoli sicurissimi dello Stelo, non saranno perdute, ma rimborsate. Dopo aver osservato che l'investimento di cifro ragguardevoli non deve preoccupare, poiché le bunchc non esiteranno a sovvenzionare anche per qualche anno l'operazione, venendo alla proposta pratica, a Manifattura Festi-Rasini. che ha già Sottoscritto al prestito per 500 mila lire, si dichiara disposta a sottoscrivere ulteriormente, in ragione di 10 lire al fuso è di 200 ire per telaio ove trovi compagni nell'iniziativa un buon numero di colleghi. I suoi fusi sono 100,000 e i suoi telai 800: «un potrebbe quindi sottoscrivere in totale 1,160,000 lire, e cioè per altre 660,000 [irò. Tutta quanta l'industria cotoniera in Itaia potrebbn portare al buon risultato cVJ prestito il contributo non disprezzabile di 75 milioni, essendo il totale dei fusi 4,700,000 (a lire 10 per fuso, milioni 47) e quello dei telai 110,000 (a lire 200 rir.r telaio, milióni 28). Noi non sappiamo se questa proposta verrà o no uccolta dai cotonieri italiani, i quali in questi ultimi mesi hanno realizzato guadagni ingcntissimi, liquidando una ertli che pesava su di loro sin dai 1909 orarie alle ordinazioni ricevute per l'esercito e con l'imponente esportazione all'estero. Ma una cosa ci importa di mettere in luce, \i-tche oltrepassa l'interesse dei cotonieri e investo quasi tutti le industrie italiane. La Manifattura Festi-Rasini ha compreso quello che in ctucsli giorni più volto abbiamo ripeluto noi pure, e cine che se gl'industriali, gli agricoltori, gli abbienti in genere non •S'ottoterivèronno largamente al Prestito Nazionae, lo Stato, per far fronte alle indeclinabili «pese di guerra, dovrà, fra le altro misure, Adottare largamente quella della emissione Hi nuova carta moneta, non bastando n'f*li Jcopi la duplicazione di essa avvenuta dal'agosto dello scorso anno ad oggi. Ora, cosa significa l'emissione di nuova carta moneta? Lo dice, la ditta Cotoniera «opra indicata: significa peggioramento dell'aggio, che in questi ultimi giorni è già cresciuto, a causa della svalutazione della nostra carta, ad un'altezza vertiginosa, quae non si era mai più toccata dopo le guerre dell'Indipendenza. il camino odierno con Londra segna 29,20 : il che significa che, per comprare una lira sterlina, il cui prèzzo formale alla pari è di L. 25,20, bisogna darne 29,20, ossia che la nostra carta perde al confronto dell'oro il 16 per cento.Ogni ulteriore emissione di carta significherebbe un peggioramento di questa situazione. Con quale risultato? La risposta è semplice-. I cotonieri, ud esempio, nell'acquisto delle materie prime sarebbero contratti a pugare in carta italiana il 16, il 18, j,l 20,- ecc. per cento di più del valore di mercato. Viceversa a ben poche industrie S concesso in tempo di crisi di aumentare di altrettanto il prezzo del prodotto finito o semi-lavorato; sia perchè vi si oppone la concorrenza dei paesi'a moneta buono, quali, nel caso che qui ci occupo, l'Inghilterra, gli Stati Uniti, il Giappone; sia perchè contro, ogni aumento un poco rilevante nei prezzi, si opporrebbe una contrazione energica del consumo. Quindi gli industriali jf jet zfone "ài Prestito* nazionaTe," ha deliberato""dengono colpiti dalla svalutazione della mo. èta in quanto debbono pagare di più in roporzione ad essa la materia prima, il acchinario, il carbone: e viceversa non possono rifarsi sui consumatori, perchè a uesta possibilità ostano le leggi della con< correnza e la situazione del consumo it liano. Simile a quella dei cotonieri è la situazione dei sericultori e della grande maggioranza delle altre industrie italiane. Ogni aumento nella circolazione cartacea segnerebbe per tutta questa ingente massa di lavoratori una crisi nuova, il peggioramento delle condizioni attuali ; aggravato inoltre per ragioni che qui sarebbe troppo lungo esporre, da una più ingiusta ripartizione della ricchezza Tutto questo è stato visto con molta chiarezza nella lettera che abbiamo sopra riassunto. Quale è il rimedio a questo danno minacciato, e. certissimo ove la situazione finanziaria del nostro Stato peggiorasse? Il rimedio è uno solo e assai semplice: approfittino tutti gli industriali, i commercianti, gli agricoltori, gli operai, gli impiegati, di questi ultimi giorni e accorrano in mussa a sottoscrivere al Prestito Nazionale; dedichino ad esso tutti i loro risparmi, mobilitino per mezzo del Consorzio per sovvenzioni e delle loro banche 1 mezzi disponibili per ampliare e rendere più ricette le sottoscrizioni. Sottoscrivere al Prestito significa compiere Un dovere di buon cittadino, risparmiarsi una perdita gravissima e la cui ampiezza è impossibile a determinare, perchè dipende dalla larghezza delle emissoni cartacee, eliminare l'incertezza disastrosa nel movimento dei cambi con t'o stero, garantirsi un avvenire industriale si curo. Coloro dunque che non compiranno ogni sforzo in questi tre giorni per sjttoscri vere largamente I al Prestito Nazionale nvranno tatto, assai p'ù che il dann-. della Patria, il danno proprio: per ignavia, e quindi senza nessuna attenuante. Com^Hipendenti dalle Opere Pie San Paolosottoscriveranno al Prestito rL'Istituto delle Opere Pie di San Paolo, per facilitaro a tutti i suoi dipendenti la sottoscriassumere a proprio carico l'immediato pagamento di tutta la somma sottoscritta, ad ecce zione di un decimo da versarsi subito dai sotto scrittori, concedendo 36 mesi di tempo pel rimborso, al saggio d'Interesse del 2,50 per cento compresi la tassa bollo, mentre sulle somme sottoscritte decorre senz'altro dal l.o luglio l'interesse al 4,50 a favore del sottoscrittori stessi . Ije sottoscrizioni ai Prestito Nazionale Continuano a pervenire le domande di sottoscrizione al Prestito in notevole numero. Presso la banca d'Italia la Società Schlapparelll ha sottoscrìtto per 100.000 lire, il cav. EraSchiapparelli in proprio 50,000 lire; la ditta Donato Levi e tigli 850,000 lire. Alla Banca Commerciale furono fatte queste aitre sottoscrizioni: on. Cesare Rossi 200,000lire — Fratelli Florio 130,000 — Comm. Enrico Mossi 100,000 — Manifattura lane Borgo Sesia 100,000. L'Associazione italiana per gli studi sui materiali da costruzione, oltre ad aver elargito mille lire a favore della Croce Rossa Italianah itit tìOOO lie l Ptit Nale

Persone citate: Cesare Rossi, Festi, Fratelli Florio, Nale, Rasini

Luoghi citati: Giappone, Inghilterra, Londra, Manifattura Festi-rasini, San Paolo, Stati Uniti