Dietro la guerra

Dietro la guerra Dietro la guerra CIVIDALE. Loglio. Le autorità militari cominciano a concedere, con molta prudenza, qualche lascia-pass&re per le nuove città redente, più prossime al vecchio confine ed io ne ho approfittato per far una visita alle live del ludn e a Cormons. 11 Iudrl — un torrentello verde, che si perde spesso tra la ghiaia — scorre qui tra popolazioni completamente slave: le proprietà famigliari si prolungano al disopra e al di là delle sue acque, st intersecano, si confinano senza alcun riguardo alla linea politica, e lo stesso dicasi dèi vincoli di parentela e del pìccoli rapporti economici locali. Ma appunto perché mancava qui comunque una barriera etnica o geografica o strategica, che dividesse oltre che due Stati anche due popoli diversi, l'Austria vi eveva supplito creando un'artificiale barriera etnica contro di noi. // piccolo slajoo e il toscano di Lombardia Ma anche questa è stata abbattuta dai nostri cannoni e distrutta dal bell'impeto dei nostri soldati la stessa mattina che di un balzo si gettarono oltre il torrente, atterrarono i pali giallo-neri del mal segnato confine, s'arrampicarono pei boschi del Collio e scomparvero di la sul pendii che scendono all'Isonzo. Naturalmente non scomparvero tutti. Molti restarono nei primi villaggi conquistati e accesero subito fuochi per preparare il rancio ai combattenti. Per le strade e pei campi non si vide anima viva durante i primi momenti dell'occupazione. Ogni casa era chiusa come un mistero. Poi qualche finestra cominciò a socchiudersi per asciar ^sporgere ia bionda testa di una ragazza, che subito tornava a scomparire se un artigliere le mandava dei baci colla punta delle, dita. Poi qualche marmocchio cominciò a sgattajoiar fuori dai cortili per andare a perdevsi fra le gambe dei soldati. I bimbi slayl sono i bimbi più cari cho si possano pensare: occhi azzurri, colorito sanò, spettinati, scamiciati, sporchi e seri coma piccoli uomini. I soldati, sporchi anch'essi perchè era.no... al fuoco delle marmitte, li lasciarono girare su e giù e guardare e toccare. — «Ciao bel floe.ul » « 11 « bel floeu • si mise un dito in bocca e Bpalanco anche di più i suoi grandi occhi. — Come? « Te capisset minga • il toscano?... II bimbo capi soltanto quando gli porsero un bel pezzo di pagnotta e sorrise cogli occhi ucenti di gioia. 11 ghiaccio era rotto. Accorsero altri bambini. Tutti ebbero la loro parte di carezze e di pane. E allora scesero in istrada anche lo donne e i vecchi. Gli Italiani erano stati loro descritti come un'orda di briganti e li sanguinari. Or ecco che invece si contentavano di fracassare le aquile degli stemmi imperiali e carezzavano le teste ricciute dei bimbi slavi! Il cannone tuonava ancora furiosamente sulle colline vicine, facendo tremare i vetri delle case e già un'atmosfera di serena confidenza si diffondeva nei villaggi dell'ai rtl là dellTudri; una confidenza fatta di rispetto per la nostra forza e di gratitudine per la nostra bontà. Ecco il Corada ! La campagna intorno ò cosi verde e mite, che sembra tolta fuori dal quadro di qualche pittore veneto pieno di languore e di mollezza. E fra tutto questo verde i casolari e i paeselli sembrano piccoli mei-letti bianchi messi ad asciupare al sole. E' una pace idilliaca che avvolge il Corada, il» cui ultimo sperone si protende fin quasi sopra Prepotto e le cui propag «ini si stendono su su lungo tutta la vallata che fino a Ieri era minacciata di essere sconvolta e seppellita sotto una raffica di ferro c di fuoco. Cominciava qui la superiorità dell'Austria in confronto nostro per la potenza strategica naturale delle sue posizioni rinforzate con gli artifici della tecnica più moderna. Si sapeva che questo monte era potentemente fortificato. Per questo contro la sua cima erano, state apprestate nei boschi vicini le bocche del nostri cannoni e la forza irruente di truppe numerorissime pronte a slanciarsi all'assalto. La mattina del 24 maggio appena l'alba cinse colle primo luci l'orlo del monti, uno stormo di aeroplani giunse altissimo sul suo dosso per studiarne gli impostementi difensivi e segnaarli alle nostre artiglierie. Furono subito fatti segno ad alcuni colpi di fucile. Le nostre batterie si destarono e tirarono pochi colpi. Nessuna risposta. Allora fu dato l'ordine dell'assalto. Fu un delirio. I soldati — d'ogni arma — si gettarono a guado nelle acque basse del torrente, superarono il ghiaieto, s'arrampicarono pei murlcciuoli dei primi orti austriaci e poi su attraverso i castagneti della montagna e per gli sterpi e per le rupi fino in cima del...; non trovarono nessuno. Si dice che il nemico vi stava trascinando allora alcuni pezzi d'artiglieria, ma che. sentendo la furia dell'assalto che s'avvicinava deliberò di battere In ritirata. Sulla linea del ludri Anche meno drammatica è stata l'avanzata sugli altri punti della linea del ludri. Se n vedono ancora le tracce qua e là: Involucri d cartone seminati qua e hi dove le truppe sostarono a caricare i fucili, vigneti sconvolti 'ome dal passaggio di un uragano, roccoli feriti da ferite mostruose lasciate dalle ruote dei carriaggi o dall'ultimo bivacco, che li bruciacchiato qualche siepe e qualche albero i cui rami stecchiti sembrano ora moncherini implorami tesi nel sole. Più oltre, appena passato il torrente si tro vano ancora i residui delle barricate colle quali gli Austriaci avevano tentato di ostruire i ponti e le strade. I pali ginllo-neri giacciono divelti, buttati giù in mezzo all'acqua o nei fossati; qualche tabella con l'acquila bicipite arrugginita si offre ancora per le strade ai calci dei monelli, che l'hanno ormai tutta pesta e contorta. K sulla linea delle colline, un campanile — da cui qualcuno faceva segnalazioni al nemico fuggente — forato da una granata; 1 unica che, in quel giorno di guerra, sia stata tirata: e ora attraverso la ferita occhieggia l'azzurro del cielo. Ci addentriamo nella, zona conquistata: Brezzano, Cormons. La Slavia è finita e comincia il bnuli orientale. Terre italiane dunque, chq hanno aspettato in silenzio l'ora della liberazione e, appena questa è venuta, sono balzate verso la patria con un impelo di tenerezza e di entusiasmo che ha • commosso anche noi che pur sapevamo i palpiti della loro anima Anche il ponte di Brazzano era stato ostruito con travi r pietre che i nostri bravi bersaglieri districarono e buttarono da parte in un batter d'occhio; e via verso Cormons, mentre alle finestre del paese comparivano improvvisamente bandiere tricolori e le donne s'affacciavano cogli occhi lustri di lacrime gettando fiori sulla truppa che passava e scompariva lontano cantando. A Cormons La statua del Duca Massimiliano A Cormons la gioia è ancora nei volti come da ogni balcone ondeHgiano ancora Ip bandiere. Unica faccia immusonita è quella del duca MassimillaW). a cui l'Austria ha voluto erigere un monumento proprio sull'orlo dell'antico confine, Perchè? Por ricordarli il tentativo di conquista del Friuli che questo signorotto asburghese fece con una poderosa armata lanciata contro la Hepubblica Veneta. Fu nel 309. L'arino prima il generale Bartolomeo O'Alvlano avendo avuto incarico ili ricacciare le truppe mperiali che avevano invaso il territorio cividaleso, aveva espugnato e messo a sacco Cormons, ottenuto la resa della rocca di Gorizia « quindi, coli'aiuto della flotta, pneso Trieste. Massimiliano d'Austria, dopo aver chiesta ed Accettata da Venezia una tregua di tre anni, si uni invece alla Levia di Ctimbwiy, entrò nella pianura friulana dal lato di Manzano, mise a ferro e a fuoco con inllnìta crudeltà tutti i paesi che incontro sul suo passaggio, cinse d'assedio Cividalo e minaccio di prender d'assalto questa fortezza, (malora i Cividàiesi non avessero accondisceso alla cessione di Tolmino. La guarnigione era debole: poche compagnie di fanti e mercenari. Ma tutti i cittadini accorsero sulle munì e cioè non solo gli uomini validi, ma anche i vecchi e perfino le donne e le fanciulle cividàiesi che andarono a gara nel portar terra, pali, fascine, arnesi e tutti i materiali necessari alla difesa. L'assalto fu terribile e preceduto da un bombardamento con palle di ferro e di plein, che levino una torre e buon tratto di mora. Per la breccia si lanciano i catafratti gnrmMl a Mia » aWkm M «a rifosso pieno di fascina e di • fuochi artificiali > : quel di dentro dan fuoco alle mine preparate e un'orribile vampa avvolge gli assalitori, che controattaccati furiosamente, percossi, sbigottiti sono costretti a ritirarsi, perdendo anche alcuni pezzi d'artiglieria e sono inseguiti al di là delle lori trincee volgono in fuga disperata, riparano oltre Manzano, scompaiono. Questa magnifica difesa fu in quel momento decisiva per le sorti del dominio di terraferma della Repubblica. Una lapide murata sulla torre di Bcrgo s. Domenico ricorda ancora a* Cividàiesi la cacciata dei « barbari • e sulla piazza di Cormons l'Austria ha voluto erigerò un monumento al duca battuto dai Cividàiesi, forse per ricordare il suo artiglio teso verso le terre d'Italia. *** A Cormons la guerra è ancora vicina: è nell'aria stessa che si respira e il rombo continuo del cannone è ormai entrato nelle consuetudini locali, così che, se talvolta la sua voce tace, pare che manchi qualche cosa nella vita cittadina. E i soldati chiedono: — Toh!... Cosa vuol dire che oggi non ce musica? In compenso qualche altra volta insieme ai rombo capita anche il proiettile: un proiettile da 3C6 che dove arriva (e avviene di solito in aperta campagna) e se scoppia (e questo, per fortuna, non avviene sempre) fa nel terreno buche larghe e profonde parecchi metri. Vittime innocenti Ma non è a credere che gli austriaci si limitino sempre a questi divertimenti innocui. L'altro giorno un taube tedesco sbucò improvvisamente da un gruppo di nubi sulla citta, su cui lasciò cadere una bomba dandosi subito alla fuga inseguito vivamente dalle nostre artiglierie antiaeree. La bomba uccise una signora e due suoi figli, un ragazzo di 16. anni e una bambina di 6. Un comunicato dello Stato Maggiore ha già fatto notare cho mentre i nostri bombardamenti sono diretti contro opere militari o punti strategici del nemico, questo, invece si diletta a incrudelire contro te proprietà e le persone dei cittadini pacifici. Episodi di questa crudeltà inutile, che assume talvolta forme orribili e im pressionanti, io ho potuto conoscerne più d'uno in questo mio primo giro dietro l'orlo della guerra. In un villaggio slavo posto a specchio del l'Isonzo poco più su di Gorizia, quando gli Au striaci furono costretti a ritirarsi di fronte al l'Irrompere vittorioso delle nostre truppe, Tennero incendiate la case e le stalle,» e u re te lucilate contro tutti quelli-'che venivano incontrati per la strada o pei campi. Due vittime degne di particolare pietà ho Incontrato: due fanciulli uno di sei e uno di nove anni, di cui il primo aveva il femore e il bacino trapassati e fran fumati da una pallottola esplosiva, l'altro una gamba pure fracassata da ferita di fucile degenerata in cancrena. Entrambi giaciono ora al l'ospedale di C... t cui corridoi suonano giorno e notte dei loro urli di dolore. A. 6. Canoinno, sulla riva sinistra dell'Isonzo, una granata è venuta a cadere sopra una casetta, che ha schiantata, uccidendo una vecchia e un bambino di dieci anni. La casa squarciata, di cui solo i muri restano ritti nell'aria tutti anneriti dall'incendio, era lontanissima dalle posizioni tenute dallo nostre truppe e l'eccidio compiuto non trova neanche' spiegazione, meno che meno giustificazione. Un'altra inutile strage è avvenuta a Cervignano. Il funzionario incaricato della riorganizzazione del servizi civili volle compilare anche una specie di registro anagrafico della popolazione «Ivilc e invitò a 'tal uopo in Municipio tutti i capi famiglia del paese. Si presentò, tra gli altri, un.bambino di JO anni. — Cosa vuoi tu? — Sono venuto per la denuncia. — Manda tuo padre; — E' partito per la Galizia da tanti mesi: non scrive più: è morto. — Manda tua madre. a — E' morta anch'essa: una bomba tedesca ha fatto crollare la nostra casa e ha ucciso lei eun mio fratello di quindici anni. Ora il capofamiglia sono io. Mi hanno detto di venir qui e sono vetuto. Ho altri quattro fratelli più piccoli di me. Si chiamano... 11 funzionario scrisse i nomi che il povero bambino dettava con una stretta al cuore <>una grande commozione che gli faceva tremare la mano. *** Anch'io sono tornato dai paesi risitali profondamente commosso. La guerra è la guerra. Tutu sappiamo ch'essa costa dolori e semina sventure. L'eroico sforzo che la nazione e t nostri soldati compiono per la liberazione degli ultimi lembi di patria ancora soggetti allo straniero, non può non costare sangue e vittime. Ma le vittime innocenti che l'Austria lascia dietrj i suoi eserciti in rotta e il sangue di cui essa riga le terre che è costretta ad abbandonare, sono atti di rappresaglia inutile e crudele. RATHCHIS.

Persone citate: Bartolomeo O'alvlano, Bcrgo S. Domenico, Corada, Tutu