Gravi perdite austriache in falliti contrattacchi sull'altipiano carsico

Gravi perdite austriache in falliti contrattacchi sull'altipiano carsicoGravi perdite austriache in falliti contrattacchi sull'altipiano carsico Il nemico lascia in nostre mani 500 prigionieri, 2 cannoni, numerosi fucili e altro materiale da guerra - Idrovolante austriaco sulla laguna veneta messo in fuga. I terroristici attentati tedeschi a New-York ed a Washington < JPer telefono e telegrafo alla " STAMPA „> I comunicati ufficiali Comando Snpreno, 4 taglio 1915. Nella regione del Tirolo-T'tentino ed in Gamia continua l'azione delle artiglierie, coadiuvata da quella di piccoli reparti spinti verso la fronte nemica. Anche ieri il forte Henael fu più volte colpito. Sul versante settentrionale del Pai Grande il nemico tentò, nella notte sul 4, un nuovo attacco sostenuto da vivissimo fuoco di artiglieria, allo scopo di ritoglierci trincee conquistate dalle nostre truppe alpine il giorno 2. Venne ancora una volta respinto. Si rinnovarono ieri con particolare violenza contrattacchi nemici contro alcuni tratti delle posizioni da noi conquistate sali' altipiano Carsico. Nonostante l'appoggio di intenso fuoco di artiglieria e di mitraglia' triti, i contrattacchi furono respinti con gravi perdite. Il nemico lasciò in nostre mani circa 500 prigionieri, 2 cannoni da campagna, numerosi fucili, munizioni, un lancia bombe tu affusto e molto materiale per mi tragliatrici. Dalle dichiarazioni dei prigionieri risulta che le perdite sofferte dal nemico nei passati giorni, specialmente per effetto del fuoco delle nostre artiglierie, furono assai gravi. Generale CADORNA. ROMA, i. IL OAPO DI 8TAT0 MAGGIORE DELLA MARINA COMUNICA QUESTA MATTINA, UN IDROPLANO AUSTRIACO OOMPARVE SOPRA ALBERONI, MA, BERSAGLIATO DALL'ARTIGLIERIA ANTIAEREA ED INSEGUITO DA AEROPLANI FRANCESI ED ITALIANI, FUGGI* RAPIDAMENTE PER LEVANTE, LANOIANDO ALCUNE BOMBE, CHE CADDERO INNOCUAMENTE IN MARE. F.tO THAON DI REVEL. Alberoni è un villaggio che sorge al limi' te meridionale dell'isola di Malamocco fra la Laguna di Venezia e. il Mare Adriatico sull'apertura che rappresenta l'entrata centrale dal mare alla Laguna, tra le duo isole di Malamocco, a nord, o di PéUestrina a sud, le quali costituiscono come uaa grande diga tra Venezia e l'Adriatico. n vasto cerchio delle nostre batterie, che dalle posizioni faticosamente raggiunte hanno preso l'offensiva contro i forti austriaci, sul tronte Tirolo-Trentino-Curnia, continua l'opera lenta ma sicura di distruzione delle formidabili difese che sbarrano la nostra avanzata. Le difficoltà da superare sono veramente grandi o quando saranno noti ,i particolari di questo immenso duello di artiglierie, che ha per campo d'uzione un fronte di quasi 500 chilometri, ci sarà da inorgoglire di quanto hanno caputo faro i nostri artiglieri delle batterle pesanti. Essi hanno dovuto lottare sovente contro batterie dissimulate, da cui gli austriaci eseguivano il loro tiro indisturba ti ; e non sempre è'stato facile individuare le posizioni occupate dalle potenti artiglierie nemiche. E' noto lo stratagemma più volt* impiegato anche nelle guerre precedenti, di attrarre il tiro nemico contro finte batterie messe in visto, mentre le artiglierie che realmente sostengono il duello si trovano più indietro o lateralmente rispetto alla batteria finta. Risulta ora dai racconti di ufficiali reduci dal fronte ohe, sia ria parte nostra come da parte austriaca, le finte batterio hanno un ruolo importante in .intesta guerra e sono una delle astuzie più osate per far sciupare munizioni ni nemjoOi Naturalmente, le posizioni degli austriaci sono note, specialmente se si tratta di forinfleazioni permanenti e di artiglierie in cupole •Mazzate, e ormai sono note anche le batterie •osi detto occasionali che sussidiano .i forti; I i tiri precisi delle nostre potenti urtigliene vanno demolendole u poco a poco. n forte Hensel. delle difese di Malborghetto. è stato già menzionato parecchie volte dai comunicati del Comando Supremo, come uno dei maggiormente colpiti, ma resiste ancora, non ii sa in quali condizioni. Certo, se anche, iti principio della guerra, era uno strumento di difesa assai potente per le cupole corazzate che lo guarnivano, deve essere ora ridotto a mal partito dopo aver subito i tiri efficaci delle nostre artiglierie di grosso calibro. L'attacco notturno tentalo dagli austriaci nella zona di M. Croce Carnico. contro le no ttre posizioni di Pai Grande, e l'ennesimo della serie, ed ha avuto lo stesso risultato dei precedenti. Il nemico, benché sia andato all'attacco, sostenuto da vivo fuoco di artlglie ria, è stato respinto. Gioverà qui notare, a proposito di una osservazione da noi fatta giorni fa., circa ì nostri riusciti attacchi notturni aiM. Nero v. alle alture di Piava, che per eolito nell'attacco notturno non conviene impiegare il fuoco dell'artiglieria, appunto per poter agire di sorpresa e assaltare alla baionetta. Ciò non toglie, però, che possa talvolta convenire far precedere l'attacco notturno da un vivo fuoco di artiglieria, quando, come ne s ii caso per gli austriaci, il terreno d'attacco è noto, sono conosciute le distanze, e il tiro di artiglieria si propone di costringere le truppe nostre a rimanere nascoste sotto i ricoveri blindati. Ma in tal caso manca assolutamente la sorpresa, e l'attaccante deve contare solamente sulle maggiori forze di cui crede di disporre: e venendo all'urto, quando la sua artiglieria è costretta a tacere, la vittoria e delle truppe più salde. Il fatto che si ripete sempre per parte delle nostro truppe, che l'attaccante è respinto, contrattaccato c messo in fuga, prova da qual parie siano lo truppe più salde. Come accennavamo nel breve commento al comunicato del giorno 3. gli austriaci non hanno più rivolto i loro contrattacchi contro le nostre posizioni di M. Nero e di Piava, e forse ormai le considerano come defluitivainente perduto per loro. Hanno invece assaltato con particolare violenza alcuni tratti delle posizio ni da «no! conquistate sull'altipiano carsico. Il bollettino non dice quali tratti siano stati attaccati, e noi possiamo ritenere che si tratti tanto della zona a nord di -Monfalcouie, quanto di quella ad est di Sagrado. Gli austriaci sono dunque ancora, per questo tratto del fronte, nel periodo che succede inevitabilmen te ti quello della nostra conquista di posizioni da ossi già tenute: al periodo dei tentativi violenti per ricacciare le nostre truppe dalle posizioni conquistate. Tali tentativi si ripetono di giorno in giorno, sino a clic, il nemico acquista, a proprie spese, la convinzione che noi ci siano abbarbicati saldamente al terreno, e al loia smette i suoi inutili attacchi e passa ad nitro. L'attacco violento, a cui accenna il bollettino, fu svolto con tutte le regole, dopo un intenso fuoco di artiglieria e con l'appoggio di artiglieria e mitragliatrici, c fu respinto con gravi perdite. Le. nostre, truppe, anche in que sta occasione, presero la controffensiva e' riu scirono a catturare 500 prigionieri, 2 cannoni da campagna, o numeroso materiale. Il fatto d'aver catturato due cannoni da campagna prova che la nostra controffensiva e statu spinta u fondo, poiché certamente l'artiglieria austriaca, pure accompagnando le site fanterie all'attacco, non poteva essere sulla linea della fanterie!, ma più indietro di almeno IfìOO o l.ìOO metti. E i 500 prigionieri austriaci caduti in nostre mani provano che le nostre truppe hanno manovrato con forze non inipe gnatc nel respingere l'attacco nemico: manovra semplice, quale può essere concepita e attuata su di una linea di trincee, la quale con siste nel mundare su di un fianco dell'attac cante truppe fresche, che. gli taglino la ritirata quando già esso accenna a rinunciare all'avanzata, e lo costringono a deporre le firmi Xotiamo questi particolari di azioni tattiche non tanto per la loro importanza, quanto per che esse ci confermano che le nostre truppe, pur trovandosi impegnate in una dura guerra, contro posizioni formidabili, conservano lutto il loro spirito offensivo e sanno uscire a tempo debito dalle trincee e correre all'ai tacco non appena se ne presenti l'occasione Il bollettino del Capo di Stato Maggiore della Marina riferisce i\ tentativo compiuto da un idrovolante austriaco, certamente diretto su Venezia, o messo in fuga dalle artiglierie aati aeree e da aeroplani francesi e italiani, fatto non merita alcun commento, ma dimostra che gli austriaci non hanno rinunciato all'idea di danneggiare la bella, città regina dell'Adria tico e rinnovano i loro tentativi, contro i quali ormai Venezia è protetta sia per mezzo delle artiglierie antiaeree che per mezzo di aeroplani pronti ad innalzarsi, non appena aeroplani ne mici siano avvistati. La distanza da Alberoni a Venezia non è che di 15 chilometri circa, che un aeroplano può percorrere in 10 minuti al massimo. Si può, perciò, dire che la difesa acrea della piazzaforte era vigile e sicura e potè funzionare in modo da allontanare l'attacco. E' da augurarsi che a un altro tentativo simile, invece che le sole bombo innocue, - cada in laguna anche l'aviatore. Z.

Persone citate: Alberoni, Cadorna