Il pacifismo tedesco emigra in Isvizzera di F. Rosina

Il pacifismo tedesco emigra in Isvizzera Il pacifismo tedesco emigra in Isvizzera Le autorità germaniche permettono la pubblicazione del 66 Vorwaerts I socialisti belgo-francesi sempre favorevoli alla guerra. 5? (Servizio speciale della STAMPA) Zurigo, 8, notte. (Vistato). Dopo vari giorni di sospensione, causa la pubblicazione dell'appello socialista per la pace, le autorità militari tedesche hanno tolto la proibizione alla pubblicazione'del Vorwaerts che ha incominciato a ripubblicarsi. | II giornale non è ancora giunto a Zurigo poiché continua la chiusura del confine tedesco svizzero, ma a un giornale di Monaco telegrafano da Berlino che nello slesso numero di ieri il giornale pubblicava un lungo articolo sulle divergenze in seno ul partito schierandosi alla fine dalla parte del deputato Haase, contro la presidenza del partito. Come sapete, il deputato Haase appartiene all'ala estrema del partito, a quella che ha iniziato il movimento socialista pacifista. E' quindi da prevedere che il giornale verrà nuovamente sospeso dui comando per la sua propaganda ritenuta dannosa agli interessi del paese. Sembra però che i socialisti non vogliano dare tregua alla loro azione. Se la Germania non è un terreno propizio per il movimento pacifista, nella Svizzera neutrale essi cercano attualmente di spiegare la loro influenza internazionalista. I compagni dei vari paesi svizzeri, russi, polac|chi, italiani, tedeschi, austriaci e ungheresi si sono qui uniti e hanno redatto il seguente programma di lavoro pacifista: 1) Contrapporre alla influenza nazionalista che lu stampa borghese di tutti i paesi cerca di esercitare nelle classi operaie una propaganda organizzata socialista per una associazione internazionale della classe prò. letaria e ciò con pubblicazioni sulla stampa socialista operaia e cor. conferenze; 2) Radunare tutto il materiale che si riferisce alla opposizione del pi-oletariato contro la guerra e diramarlo, per quanto 'è possibile, nei paesi neutrali e belligeranti; curare la pubblicazione di tutti i documenti che riguardano l'atteggiamento del partito socinlistu nei paesi-neutrolre belli geranti e la loro spedizione nella, lingua corrispondente ai. giornali del partito'é'alle organizzazioni operaie dei vari paesi; 3) Mettersi a disposizione del partito per tutto quanto possa influire sulla ripresa delle attività internazionali? Fu quindi eletto un comitato esecutivo di cinque compagni il qunle fu incaricato di redigere un appello agli operai di tutti i paesi che si trovano ora in Svizzera. Il comitato invita i compagni c le sezioni del partito a entrare a far parto dell'associazione che ha lo scopo di divulgare l'internazionalismo nelle masse. Per coprire le spese di organizzazione e di propaganda viene pure aperta una sottoscrizione e l'appello ai lavoratori è oggi pubblicato dai giornali socialisti svizzeri. Dopo avere accennato alla politica imperialista che minaccia di continuare la guerra sino al completo esaurimento di tutti i popoli, l'appello continua: « Allo scoppio della guerra i nostri nemici mortali affermavano di agire nel nostro interesse, salvare la nostra patria, la nostra civiltà, la nostra libertà dallo zarismo russo, dal militarismo prussiano, dall'imperialismo inglese. Ora non possono nascondere che la guerra, nella loro vera in-, itenzione, ha assunto carattere decisamente imperialista, il carattere di una guerra di conquista. La guerra di difesa e di liberazione si è mutata in guerra di conquista e di oppressione ». L'appello afferma quindi che anche nei paesi dove gli spiriti parevano turbati dalle menzogne *• d-llo esaltazlrru demagogiche del nazionalismo il proletariato comincia a comprendere cho solo mercè l'unione dei lavoratori di tutti i paesi si può combattere l'opera distruttrice dell'imperialismo. L'appello si rivolge poi agli operai svizzeri o a qualunque paese appartengano perchè si uniscano oggi por l'opposizione alla guerra e domani per riprenderò "on maggiore energia la battaglia per la liberazione del proletariato. L'appello del comitato esecutivo termina: ci Abbasso la guerra! Viva l'Internazionale socialista! ». Il programma dei socialisti indubbiamente da questo primo passo dei socialisti che si trovano attualmente in Svizzera prelude a un più vasto movimento internazionale 'diretto ad esercitare una forte pressione sui vari Governi dei paesi belligeranti allo sjopo di rendere possibile la conclusione della 'pace. Il Vorwaerts nel suo articolo difende sovratutto il deputato Haase di fronte ai rim proveri sollevati contro di lui per il suo attacco contro la Direzione del partito. All'appello del deputato Haase pubblicato in. sieme col Bernstein o col Kautski nel quale si chiede il mutamento del contegno della frazione del Beichstag hanno risposto i membri della Presidenza del partito socialista e della frazione del Reichstag affermando che Haase, vicepresidente del partito della frazione del Reichstag, non fece alcun accenno ai due enti riguardo alla Internazionale. Il Vorwaerts ribatte questa accusa allarmando che tale pretesa non corrisponde ai principi! fondamentali del socialismo, ma al pensiero fondamentale del diritto e letterale prussiano. La pretesa burocratica che soltanto le istanze possano decidere sulle direttive di un partito e sulla sua tàttica non andrebbe d'accordo colto spirito del socialismo e con la vera damoeraala. Il giornate 41 Chiniti, te MkitMmme, sfrata Intel «ha rutMtfc MntflsU dalia sco non ha destato all'estero l'eco desiderata e cosi spiega il suo pessimismo sull'internazionalismo. «Gli sforzi della Inghilterra mostrano che essa è decìsa a continuare la guerra sino all'estremo. Dalla Francia si viene a sapere che tutti i partiti sono concordi nel volere continuare la guerra sino alla vittoria. Allora non basta ricacciare l'esercito edesco oltre il confine. Il Governo belga ha dichiarato che è necessario un indebolimento della Germania togliendole dei territori. Anche Vandervelde è ben deciso a chiudersi gli orecchi per non udirò parlare di pace sinché il Belgio non sia sgombrato dalle truppe tedesche. I socialisti francesi pensano che la restituzione dell'AlsaziaLorena alla Francia non significa una lezione. Si ritiene quindi in Francia che la guerra deve essere continuata come guerra di difesa anche dopo la cacciata dei tedeschi oltre confine (il che sarà difficile) poiché asenza la restituzione dell'Alsazia-Lorena la pace non sarebbe possibile. Queste sono dunque le risposte che non solo i circoli ufficiali ma anche i socialisti di tutti paesi fanno all'appello nacifista della presidenza del nostro partito. Tuttavia non disperiamo. Con troppa certezza Haase Berstein e Kautski ci hanno predetto il successo della manifestazione socialista in Germania perchè si possa dubitare che dui* paesi nemici non ci giungano delle risposte più simpatiche ». La Nette Zurcher Zeilu.nq annunzia che da qualche tempo riceve- lettere da tutte le parti della Svizzera, in cui si scongiura di avorare per la pace. Da Losanna ha ricevuto una lettera, in cui l'autore dice che è disposto a dare un alto premio per il migliore articolo in favore della pace. Il giornale aggiunge che la situazione economica della Svizzera peggiora di mese in mese. «Un mese fa — dice il giornale — fummo avvisati da altissimo luogo della gravità della situazione in cui ci troviamo. Noi discutiamo e costringiamo il Governo ad occuparsi della situazione interna in un tempo in cui tutte le energie dovrebbero ssere rivolte all'estero, appoggiato dal popolo concorde. Con tutti i mezzi noi prouriamo che la nostra vita nazionale e poitica abbia nuovamente maggiore contenuto. L'inerzia, lo stare in guardia, l'atendere rovinano i nèrvi e le energie. E' quindi meglio assumere con risolutezza il ompito che da lungo tempo ci è imposto: riprendere il lavoro, che mantiene vive le orze economiche. Al lavoro! ». F. ROSINA.

Persone citate: Bernstein, Haase, Haase Berstein