D'aula in aula

D'aula in aula D'aula in aula (Corte d'Assise ■ Tribunale Penale). Il processo del rapinatore - Assolti • La serva ladra. Luigi Pastore ha ascoltato senza far parola il racconto delle sue vittime: quello di Giovannina Laugeri, la mondana che l'accolse in una notte del dicembre scorso nel suo appartamento di via Roma e fu da lui aggredita e stordita con replicati colpi alla testa; quello più lungo, più colorito e particolareggiato dt Maria Garrone, la cui rievocazione riempie ancora di sgomento e di paura l'animo della poveretta. Maria Garrone non ebbe nulla da aggiungere o da togliere a quanto disse innanzi al giudice istruttore. Di fronte però alle esplicite accuse mossele nella sua difesa dall'imputato; come un balocco nelle mani della donna) essa carne un ballocco nelle mani della dònna) .essa insorse sdegnosamente n smentire lo sciagurato, replicando tutta la triste scena di quella notte in cui per la prima volta si era visto di fronte il giovane prepotente che veniva a chiederle danaro, le torture subite, le imposizioni ed lutine la colluttazione e la fuga. Luigi Pastore ha ascoltato senza far parola anche l'arringa breve ma severissima del patrono di Parte civile, avvocato Michele Nasi: poi, finalmente, ha chiesto di parlareChe cosa abbia detto il giovanetto delinquente nella sua foga di autodifesa per più di un'ora sarebbe difficile a ripetersi. Durante il tempo dolla detenzione preventiva nelle carceri della nostra città, il giudicando aveva speso lunghe ore a scrivere,' con un carattere nitido e fitto, tutta la sua vita di tribolazioni di miserie, tutte le ragioni che l'avevano spinto, già por due volte, al vagabondaggio ed al furio, tutti 1 suoi propositi di ravvedimento e di espiazione. Il Pastore, nel suo memoiiale, dà una versione tutta sua di quell'avventura. Fu la Maria — egli scrivo — ad invitarlo in casa nella notte del 19 dicembre per incaricarlo di portare 1 suoi gioielli al Monte di Pietà; fu la Maria Garrone a volere insistentemente pagare, col pegno dei gioielli, il suo debito di quaranta lire: fu la Maria Garrone a portare ih casa il sacchetto della sabbia sapientemente preparato come corpo contundente, la fune col nodo scorsoio, lo scalpello... Il presidente, che non aveva creduto opportuno dar lettura ai giurati delle sessanta pagine del Memoriale, lasci-i che il Pastore, appoggiato ai ferri della gabbia, si sfogasse nel dare dei fatti le più pazzesche versioni; ma ad un certo punto, di scatto, l'egregio magistrato insorse, con un « basta » a chiudere quella bocca che — cosi disse— offendendo la verità, offendeva la Giustizia. Il processo 6 così rinviato a stamane per le arringhe dt difesa. Di fuori la infeUcissima madre del giovane sciagurato andava supplicando i patroni che la conducessero per un istante a rivedere 11 figliuolo. **'♦ Due carabinieri di pattuglia presso via -Monr ginevro, nella notte dell'll febbraio scorsa, scorgevano tre individui che procedevano a passo affrettato verso il Foro Boario. Dalla parte opposta altri due carabinieri, con il cittadino dell'ordin« Emilio GarogUo, avevano notato anch'essi la manovra', dei misuariosà viandanti e si disponevano ad inseguirli, colla ferma persuasione che avessero comprato, o stessero per compiere, una impresa di cattivo genere. Due di questi vennero afferrati mentre tentavano fuggire e condotti alla Sezione di Pubblica Sicurezza furono riconosciuti per certi Luigi Rompone di Pietro e Giovanni Battista Ami,fio di Bernardo. Il terzo, dopo aver sparato due colpi di rivoltella; riusciva ad eclissarsi nette tenebre. -Durante la perlustrazione continuata in quel paraggi uella notte stessa, i carabinieri constatarono che il negozio di certa Anna Donna era stato forzato dal ladri, i quali avevano incominciato con uno scalpello io scasso della porta-vetrina. Nessun dulibio clic i tre nottambuli dovessero essere gli autori del tentato furtoLa Pubblica Sicurezza gualche tempo dopo credette di identificare anche n complice nella persona di certo Mario Peagno fu Domenico, perchè amico indivisibile del Rampone e del» l'Audisio. Ma all'udienza di ieri. In Tribunale, il Peagno potò provare l'alibi e fu assolto; e la stessa buona sorte seguirono II Rampone e l'Audisio, non avendo voluto i giudici, nella incertezza, colpire tre giovani incensurati con una semenza che non avrebbe potuto essere molto mito. Difensori: avvocati Pavesio e Figari. Anna Maria Rameilini, capitata al servizio del meccanico Angelo Bollito, pensò subito di approfittare della bontà del suo padrone perallegeririo di qualche cosa- In un pomeriggio festivo dell'aprile scorso, tornata la famiglia dei meccanico dalla passeggiata, trovò la donna piangente ed in preda alla più vìva commozione. Essa narrò che, rientrata poco prima, nell'alloggio, aveva rinvenuto tutto nel massimo disordine -e, quel che è peggio, figuravano mancanti degli oggetti d'oro, tra cui un medaglione ed una catenella, insomma un' furto bello e buono in pieno giorno. I Bollito credettero fino ad un certo punto alla- Narrazione della serva, e stettero all'erta per sorprenderla in mendacio. Dopo due 0 tregiorni, infatti, la Ramellint recatasi in casa di certa Rita Signn, sua amica, fingendosi assai slanca, sedette accanto al letto, ed in lui momento in cui la sua ospite non l'osservava], lasciava cadete tra le coperta il medaglione e la catenella. Congedandosi poi con mMle complimenti, ritornava dai suoi padroni narrando, con gran mistero, d'aver scoperto finalmente la ladra il'avar visto anzi coi propri occhi parte della refurtiva in, casa della Rita Signu; d'aver quindi la cortezza che solo l'amica doveva essere colpevole del furto! Quello che avvenne è facile immaginare. La infedele domestica fu smascherata, arrestata « condotta davanti al Tribunale, il quale ieri la condannò per calunnia e furto a quindici mesi di reclusione, di cui dodici le furono condonatiPresidente: cav. Avenati — P. M. : avv. Ranieri — Difesa: avv. Ton — <]anc. : C.assarà.

Luoghi citati: Boario, Ton