La guerra dell'Italia

La guerra dell'Italia La guerra dell'Italia getta bombe su Fiume © s'incendia ROMA, 9 (ufficiale). IERI MATTINA, 8 GIUGNO, UN NOSTRO DIRIGIBILE VOLO' SU FIUME LASCIANDO CADERE VARIE BOMBE SOPRA LUOGHI DI CARATTERE MILITARE. DI RITORNO DALL'INCURSIONE FU COSTRETTO PER AVARIE AD ABBASSARSI SUL MARE IN PROSSIMITÀ' DELL'ISOLA D| LUSSIN ED INCENDIO'. DA COMUNICAZIONI DEL NEMICO PARE OHE L'EQUIPAGGIO DELL'AREONAVE 8IA STATO SALVATO E FATTO PRIGIONIERO. "Abbiamo altri dirigibili,, Roma, 9. notte. La-« Tribuna», commentando il raid e la perdita del nostro dirigibile nell'Adriatico, scrivevi- <( Se arnelie -questo dirlalbUC, clic .-ni e incendiato sul mure, non è lo stesso che ha bombardato Monfal'coue e Pela a più riprese che ha interrotto la linea Hugusa-Castelnuovo, per cui si riforniva l'esercito austriaco operante contro i montenegrini, il suo ittac.co su Fiume vale il sacrificio che esso ha fatto di sè medesimo. A Fiume 1 migliori vapori della flotta transatlantica austro-ungarica si credevano al sicuro contro ogni attacco, ritenendo impossibile che le siluranti italiana vi potessero giungere per Io stretto canale del Quarnero. Inoltre, a Fiume esisteva il più grande deposito di essenza e di oliio pesante di tutto l'Impero ed una. zona dal porto ad occidente si chiamava, per questo, porto del petrolio. E' qui evidentemente che il nostro dirigibile ha direttoli suo bombardamento. I dirigibili sono delicati ordegni che si affidano necessariamente a fili sottili di ortrani di direzione. Basta mi colpo di fucile per reciderne un tirante ed inahi'litare il timone. Tornando dal suo raid, il dirigibile ha dovuto forzatamente affrontare il mare aperto, dove una qualunque silurante poteva dargli la caccia e superare l'isola di Veglia, quella di Gherso e quella di Lussiti. Per dire soltanto dell'isola di Lussin, una stazione aerea è posta sopra quest'altura ed è essa che forse ha provocato il disastro. Comunque, — conclude la «Tribuna», — se il dirigibile è perduto, alla nostra flotta aerea rimangono per fortuna, molle altre unità e la stessa frequenza dei raids dimostra che parecchi dirigibili montati da equipaggi arditi ed instancabili vegliano sulle nostre coste, proutl a lanciarsi all'offensiva». L'arguì' lei gouliiiere nm\w non si smentisce mai Vonezìa, 9, notte. Vistato dalla censura. Stanotte è imperversato un violento temporale coti pioggia torrenziale, tuoni e fulmini. Un gondoliere,, incontrandosi stamane con un suo compagno, gli dice: « — Ciò. pare, gitstu senlio stanate quele anatro pirole? » « — Se le go seutie! — risponde l'altro: Bisognarla che i todesi-hi (cosi il popolino di Venezia chiama gli austriaci) imparassero dal Padre Eterno ! Lu si xe bon de bufar bombe e far meloni. Altro die quei nati de canti E lui celia veniva suggellata con una risata omerica e con sesti grossolani, ina molto si gnifl calivi... Telegrafandovi ieri qualche particolare in aggiunta al comunicalo ufficiale sulla incursione dell'accontano austriaco a Venezia, vi dicevo che la popolazione si mantiene calmissima. Essa inratti accolse e ha assistito all'attacco che -in città riuscì quasi innocuo con una impertubabile serenità di spirilo coiiiineuiandolo con quelle argute facezie spontanee e gustoso che sono proprie dei veneziani, massime della classe popolare e Ha barcaioli. Uopo la fuga, del velivolo nemico lo strade centrali e-d eccentriche «ano aniniulissiine. La Riva degli Sclilàvòul, la piazza San Mono, le Mercerie e Hialto erano affollale come nei giorni feslivi. e vi erano tra il pubblico anche moltissime signore, impavide -e sorridenti che approfittarono dello splendido sole per uscirci di buon mattino in dosanti toilette e col tri- colore sul peno. Poi tutti ritornarono asli n-san lavori quotidiani « Venezia assunse IIsuo asprtto normale di città tranquilla c opc-rosa fidente nella efficacissima difesa dello nostre abili artiglierie contro qualsiasi incursione aerea. Ilio in itt ili difesa sotto la direzione di generali ungheresi Lubiana sade del Quarto, generale dell'Arciduca Eugenio 'Per telefono alla .Stampa). Roma, 9, notte. L'Idea Nazionale ha da Verona che le notizie che. giungono da Trento .votici terribili. Tutta la popolazione civile ne. è siala espulsa esclusione fatta jier coloro che. esercitano professioni o mestieri in diretto rapporto con. le necessità militari. Versino nelle amministrazioni pubbliche si e. [atto deserto. Al Municipio, al Tribunale, alla lassa ili risparmio, all'Ufficio di finanza, allo stesso Commissariato di notizia e. persino nella Direzione degli ospedali, lutti quelli che non erano austriaci sono stati presi, imprigionati c caricali in lunghi treni composti di vagoni di terza classe che avevano servito al. trasporlo dei feriti dall'i Galizia e quindi erano pieni di insetti per essere internali nella direzione di Lelmeritz. Ogni, ufficio pubblico è sialo messo a discrezione d:l Comando militare rappresentato .<(« due ufficiali, uno austriaco e Uno tedesco di ugniti, 'grado. Alla stazione ferro ri ari a sono due colonnelli, uno della Intendenza tedesca, l'altro delta lundwchr ungherese. Ieri era eorsa notizia che si fosse deciso l'abbandono militare della città e la ritirata su Boiano via più tardi la notizia fu smentita dai fatti perchè col treno di Budtlpest giunse, a Trento un gruppo di generali ungheresi i quali proseguirono subito in. direione dì Rovereto, Da Trento passano giornalmente risalendo la valle dell'Adige numerosi feriti clic provengono dal fronte di ila o da quello della Yalsugana. I più gravi si Scrinano ad un ospedale da campo presso Oardoi.o a nord di Trento; quelli che hanno ferite più leggere e sono in condizioni di poter attendere più a lungo un intervento operativo vengono avviali direttamente a Innsbruck dove l'organizzazione di assistenza militare ha messo' la sua sede principale del Tirolo e a Voralberg. La Tribuna ha da Venezia: L'Arciduca Eugenio, comandante, in. capo delle forze austro-tedesche, ha stabilito il suo Quartier Generale a Lubiana. La Tribuna ha da- Verona: a Veniamo informati che le autorità militari di Trento hanno posto un premio di duemila corone per quel soldato od ui/viale austriaco che potesse accompagnare, ul comando di Trento un nostro soldato alpino vivo. l^n'le impervio I".' . .-.' l<-"ne Vl sl giungeva petIl Re sul fronte Roma, 9, notte. La «Tribuna» pubblica: «Le notizie, che abbiamo raccolte da diverse personalità ed ufficiali reduci dal fronte per ragioni di servizio, concordano nell'esaltare qùell'eleinen to dinamico clic è il Re sul fronte. Ormai il Re ha visitato tutti i settori. Per le condizioni del nostro confine, la frontiera italiana, che dallo Stelvio al mare è di circa 500 Km., non ha carattere di cintura regolare come in Francia ed in Galizia, ina può essere più esattamente rappresentata in una serie di treccie che, risalendo il corso dei fiumi, che hanno quasi in tutte le parti ilei Trentino le sorgenti in territorio nemico, o puntando, come nel Friuli, sopra un fiume per sbocchi prefissati, aggrediscono l'esercito avversario. Il Re hu risalito tutte quelle valli, ha visitato tutte le trincee avanzate dove, per le neces sita delta, mobilitazione, la guerra prendeva un momento l'aspetto di guerra di posizioni ed ha seguito tutti i Corpi In inarchi, dove già si manovra. Un ufficiale degli alpini avendo udito il Sovrano esprimere il desi derio di raggiungere l'avanguardia sopra un ha rispettosamente osservato iche vi si giungeva per un canalone perico, loso e che in qualche pan io la salita si faceva in cordate. Il Re ha replicato sorridendo che dove era passato un alpino poteva passare quel vecchio cacciatore di camosci che egli era, e ha visitato la loclaità in questione. Il Re era colla prima brigata che ha attraversato l'Isonzo a valle, sopra un ponte gettato dui Genio. L'elemento morale portato al fronte da quest'arditezza, degna del nipote del caporale degli zuavi che si è meritato i galloni nel calore del combattimento, è tanto più grande, in quanto che la guerra sul nostro fronte non ha preso ancora l'aspetto di azione di masse, ma si è svolta interamente in episodi di distaccamenti, ricchi soltanto di energie inorali. La presenza del Re è valsa per essi come la presenza delia nazione ed ha centuplicato le loro forze». I Pilli iSStli tMiiQ non nascondono le difficoltà della lotta contro l'Italia Roma, 9, sera. ^ II « Giornale d'Italia » ha da Ginevra: «La stampa, tedesca ed austriaca, qui giunta ieri, commentano'le notizie ufficiali dal fronte italiano, rilevando l'asprezza della, lotta impegnata ormai da cinque giorni tra. il Monte Nero e Tolmino e sviluppatasi llungo1 tutta, la linea dell'Isonzo, da (Vaporetto al" mare. Apparisce sintomatico it linguaggio dei giornali, che accennano «Ha preponderanza, delle forze italiane e allo sforzo che gli alleati stanno compiendo, per opporre ad. essi nuove forze. Inoltre austriaci e tedeschi affermano che non è suHoTsonzo che verranno decise le sorti della guerra italo-austrot-edesea. « Persone giunte per la linea del Voralberg, dalla regione di: Gorizia, affermano che quei circoli iniliit;iri non nascondono la grande probabilità di un importante succes-, so italiano, se il supremo comando imperiale non potrà inviare sul fronte nuovi rin.foreir in tempo utile. Ma i rinforzi non ci sono, essendo l'esercito impegnato nei vari fjQafe Le stesse persone hanno constatato che. la artiglieria italiana ha costituito per gir austro-tedeschi una vera e tenibile .rivelazione ». (Ag. Stefani).

Persone citate: Boiano, Comando, Pela