Sangue viennese di Mario Bassi

Sangue viennese L'Austria durante la guerra Sangue viennese 1 nostro Inviato speciale) 'A completare lo studio detta situazione in, ogni Paese belligerante, la Stampa — ette ha già pubblicato le impressioni di Giuseppe Beinone dalla Francia, di' tuigi kmbrasivi dalla Germania, di Mario Bassi dalla Serbia — ho pure inviato. Virginio Gay da in Russia e Concetto Pettinato in AustriaUngheria. Pubblichiamo ora la prima impressione viennese del Pettinato, che superando non lievi difficoltà, ha potuto vivere per un mese e mezzo nell'Impero austro-ungarico. VIENNA, matti*. . —Eccellenza. — Barone. — Qua, Bull. — Gara bestiuola I — La sua aignora consorte, la sua signora madre ? " — Una lieve corizza... — Bull, i miei pantaloni a scacchi t — Un po' di tosse. — So io certe pastiglie... Fra il Kàrntuerring e il Graben, da mezzodì al tocco. Mode primaverili, uniformi spazzolate di fresco e lavate con la benzina, ghette bianche, cani di molte razze. — Il nemico è in fuga, barone. — Cincjuecento mila prigionieri, ho sentito. Avremo domani un servizio divino di ringraziamento. — Che bella cosa 1 - — Che bella cosa I Due mori gonfi bistorti sotto un architrave barocco. Un'aguzza faccia prelatizia scivolante a sommo di una cravatta viola. Muraglie nere fredde rigate di vetri d'argento. . — Serviis, contessa... — Chi è? — La nuora del Primo Ciambellano. — Vezzosa. Senza busto. ' — Che anca! — Sangue viennese. — Vado a messa, barone. Mi accompagni. Ha Ella udito del grosso scandalo... Sulla soglia del Grande Albergo qualche berlinese appena strigliato prende il sole nelle poltrone di cuoio rosso. Dentro le ve trine brillanti signore rosee in mutande, le braccia, ad ansa, il sorrìso appassionato. Al Caffè Schrangi occipiti ossei fra le tendine floreali, giornali assopiti sulle maniglie di giunco, cappuccini e fette di marzapane. Tutto per il meglio nel migliore dei mondi. Ove non fosse qualche timido accenno di nostalgia all'ora dei pasti, si potrebbe davvero giurare non osservi1 in Austria nulla che non vada come sempre, vale a dire benissimo. Vienna possiede il segreto della vita Idillica-. Vede la realtà in un ovale pompadour,' col tuppè incipriato e un néo sul mento. Tutto quanto esorbiti dal, quadro o lo disturbi non esiste per essa. L'incomodo e il bruito, un gesto autoritario della sua mano ingemmata e un po' frigida li respinge, li rinvia E' come ti giardiniere il quale senza darsi pensiero dell'infermità dell'albero ne strappi e lanci al di là del muro i frutti bacati. A mano a mano che il tronco gli appare spoglio crede vederlo purificato e schietto. Molière direbbe simili uomini sani immaginari. Ma forse anche in tale giudizio i viennesi troverebbero argomento di contentezza, oggi che i medici opinano non esistere altri sani se non quanti si figurano di esserlo... DI nulla è così ricca Vienna come di vo fazione per l'ottimismo. Probabilmente anehe gli invalidi assiepanti le panche dei suoi giardini, le stampelle strette al seno come le palme dei martiri e lo sguardo perso, le sembrano decorativi e romantici, tutt'uno con quegli altri che nelle oleografie, infiorati e sorridenti, la croce di ferro sul petto, sorridono languidi allo belle suore dalle guance soffuse di amorose vampe. Riguardo alle realtà moleste essa sof Ire di distrazione e di amnesia Per ricordarsi della guerra deve quasi farai dei no di nel fazzoletto. Da nove mesi vive in mezzo ai pro-memoria, alle parole d'ordine, agli oggetti ricordo. Bastoni, oriuoli, portafogli, ditali, matite, bottoni da camicia, scatole da chicche e da profumi, tutto lavora ormai a divulgare l'impronta, il profilo, il nome di almeno uno strumento, un gesto guerreschi. La piccola indù stria locale procede metodicamente, riformando ad una ad una per la -circostanza tutte le categorie di effetti d'uso. Per un altro popolo ciò si tramuterebbe tosto in un'ossessione:. Pei viennesi non è -ancora abbastanza, Il primo effetto sensibile della propaganda è il disperdersi delia gravità del fenomeno storico in una serie - inutilmente ingombrante di mediocri sensazioni domestiche. Una scatola di confetti in forma d'obice non avvicina sensibilmente alla temperatura dell'eroismo : un obice., che faccia pensare a una scatola di confetti risica di allontanarne. E' il genio peculiare di Vienna ricon durre ogni cosa nell'ambito del gradito e del confortevole. La guerra assume nel telaio della sua realtà quotidiana l'aria inoffensiva e domenicale d'una pubblica cerimonia. Le effigie dei due sovrani alleati, esposte ner ogni dove, commuovereb bero cuori di sasso. I due Imperato ri ' che pregano, i due Imperatori - che si abbracciano, i due Imperatori ohe si danno la mano, i due Imperatori che si guardano negli. occhi. Guglielmo ha l'aspetto roseo e sorridente, Francesco. Giù seppe pare ringiovanito. ' Si direbbero fidanzati. Hindenburg e HuUendorf, anche essi, fanno costantemente il paio, preparandosi a prender posto l'uno da una par te l'altro dall'altra sui caminetti di parecchi milioni di sudditi, come già l'Industria e il Commercio, la Musica e la Poesia. Esaurite le risorse di questa sensibilità a fior di pelle, non v'ha posto per altro. Quando sono riesciti a pensare un po' alla guerra, a ricordarsene, mercè tanti minuti eccitanti, i viennesi sono paghi, si sentono la coscienza tranmiill.i. dormono fra due guanciali, come dopo fatti degli scon «ieri. ■ levo pnerta talamo non è HM> msromdcstfigtnomvasnnttotdcrbtces miti. Vanno a spasso sulla Karntnerstrasse (Morgen, herr Graf! Morgen,. frau Baronin!), oppure a prendere il tè da Demel ove artefici, sopraffini continuano ad ammannire loro a prezzò, di singolari espedienti la più disinvolta varietà di pasticcini, oppure giù pel Prater alla Krieau sotto i tigli e gli ippocastani d'un verde tenero come il cuore, della lattuga, soffianti mobili ragnatele • azzurre sulle tovaglie bianche dei tavoli. E al crepuscolo, tra 1 festoni luminosi della Stella striduli nel violaceo come la grossa fanfara degli organi meccanici, il.popolo raccolto rumoreggia e giubila,. concordemente sollevato da una-vasta e ingènua aspirazione alla gozzoviglia. ■ Per 30 heller gli è offerta-la navigazione sotterranea, per SO il giro del mondo- Meno esigente della plebe romana, la viennese si accontenta dei circensi quasi gratuiti, passando filosoficamente il resto sotto silenzio. Lacchè, balie, crestaie, militari, studenti. Ondate d'urli frenetici giù' dai carrelli precipitanti lungo le rocce di cartone. I ghiacci polari, poi i deserti d'Arabia, poi il Paradiso,;* l'Inferno. Un bimbo strilla sulle ginocchia di un eroe maturo, serrando»*, al petto il palloncino bianco con sopra scritto: Das brave kind. Mitzi e Fritzi in cu filetta a rose serrano {Jessuss Maria!) ia guancia delicata contro l'omero de! vicino, rabbrividendo di orrore e di delizia La finzione del pericolo: il massimo della voluttà. Forse anche la guerra appare al semplice popolo di Sua Maestà Apostolica come una grande montagna russa nella quale si gira si gira sull'orlo di abissi che non sono veri per giungere sani e salvi alla porta d'uscita.. La notte. Poi la guazza. « Ahi, il mio reuma! ». Il pòpolo rifluisce nella città nera e gialla óve i teatri giusto si. aprono, caldi, coi loro violini morbidi, le loro romanze sentimentali sul Carnevale e sulla Riviera (quella di Abbazia), il loro sudore suggestivo, i loro sacchetti di caramelle. La vita ha ancora del buono! Ci sono, per alimentare l'ottimismo .di Vienna, nani e bertucce ammaestrate e comici esilaranti e robuste sirene boreuli ohe prendono il bagno sul palcoscenico entro una piscina di vétro. E poi valzer, valzer! In orchestra durante lo spettacolo, nel ridotto durante gli intermezzi, al caffè durante la cena: Si nuota in un'atmosfera mu sicale, quasi in una inebbriante e un po', rimbecillente schiuma di birra. Si direbbe Vienna confidi anche gli imbrogli della vita poter risolversi, al pari di quelli delle operette, con un giro.di valzer, come la paròla in un ghirigoro di penna. « "Il vòstro braccio, baronessa, e non pensiamoci piùl ». Dondolarsi, baciarsi, lasciarsi, in tre tempi. Nella luminaria, fra gli ori barocchi e i velluti accesi, le donne che passeggiano c ridono sembrano' arrotondarsi sfolgorando come gole gonfie di canto. I mariti, dietro, in falda, leccati e opachi, tossicchiano, -vecchini. Ma qua e là, nella sala e alla ribalta, in pieno sotto i lampadari, .1 guerrieri, le cariatidi della Patria, tendono il garretto, il pugno sull'anca. « Lui! Lei! ». Speroni. Ventagli- Baffi audaci. Seni lattei ansanti. Du liebe, liebel Danzare, danzare.... Che bella musical — Perchè trova ella strano, herr Weiss, che ufficiali austriaci compaiano a danzare e a cantare sul palco per diletto del pubblico? Il prestigio dell'uniforme 6 da noi troppo solido perchè abbia a venire, sia pure in tempo di guerra, compromesso per cosi poco. Al contrario, la danza e 11 bacio non sono dessi esercizi fra i più atti a conservare la grazia .dei movimenti e temperare opportunamente gli umori grossolani suscitati dal mestiere delle armi, mescolando al lezzo di scuderia un po' di odora d'acqua di Colonia?... Vienna è indulgente- Gli abati riccioluti assolvono, dal fondo dei loro palchetti discreti, sorvegliando con un occhio la cenere in bilico sulla punta dell'avana digestivo, mentre il piede nervoso vibra all'orlo dei pantaloni di buon taglio. Conviene ben che le donne pongano a. fruito — sia pure con qualche cautela — le vacanze procacciate loro dall'attività; militare dei coniugi. Tu felix Austria nube. Dev'essere il motto di un Arciduca Del resto, v'ha tempo per tutto. Nulla vieta di soffermarsi, tra due errori, in San Stefano a riordinare il bilancio della propria coscienza. La Cattedrale, centralissima, è aperta tutto il giorno e possiede molti confessionali e una larga provvista di ceri votivi ad uso dei fedeli. I fedeli passano, compunti, nella tenebra, e i peccati vi vengono spediti via facilmente come lettere alla posta, in un dolce e caldo tubar da tortore, mentre- le lampade si consumano quali vergini claustrale e dal pergamo li predicatore infaticabile tuona, sollevandosi di due dita lo zucchetto ogni qualvolta nomini Cristo o la Santa Croce..^ ■-■ Indulgenza, indulgenza, herr Weiss. Ne n bisogna annoiare i "viennesi. 14 Governo, per esempio — sia detto in un orecchiò — ha torto di bandire oggi la crociata contro i cani, col pretesto della carestia. Non esagerino. L'Austria è forse affamata? Io finora ho pranzato tutti i giorni. Povere creature! Ne abbiamo due, io e mia mor glie,.un maschio e una femmina, e li conduciamo sempre a spasso, la mattina. Che vorreste farne? Sono bestie, aneli* loro, <;ome gli uomini. Alle volte, è vero, qualche insolente per via ci grida dietro: Morte ai cani! Ma alla Krieau si vedono tante signore dare ai propri ciotole di latte grandi cosi... Abbiamo del cuore, noi .a Vienna: ecco il fatto. Non siamo dei pru... Possiede delle idee formate, l'amico del signor Weiss, sotto la sua lunga tuba color pulce. Già, tutti gli amici del signor Weiss hanno delle idee ben tonnate, anzi formate dii tròppo tempo, da qualche secato. Sono uomini d'ordine, di tracftsJooi. i quali nutrono è si trtnwvtenr) di padre » figko un certo' prisGvètndmmtsvrtr poiché essi hanno sempre da investire la rendita del capitale di que&a onde godeva iil Governo di Maria Teresa. I boemi, giri slavi, adesso, danno loro un po' fastidio. Gente che fa disordine, gente irrequièta: priva di tatto. Però, però... Al momento de! rèdde rationem — non è vero, nerr Weiss ? — tutti al posto. Rivolte di reggimenti? Ufficiali traditori? Calunnie degli inglesi (Goti strofe England!). Vadano a Praga a chiederne ai nostri bravi monsignori, nelle loro pie canoniche' dalle profónde'polirono di cuoio e dai capaci mobili di palissandro.' « Dimostrazioni entusiastiche ! Il popolo che accompagnava i soldati inneggiando ! I soldati che piangevano d'allegrezza !». Si esagera, si esagera, herr Weiss. Coloro strillano, fanno'i-cnpricci, minacciano secessioni. Ma ci sono troppi Monti Sacri, in Austria. E non' ricorda Ella l'apologo di Menenio ? Cosa sarebbero essi senza di nov$ Quello ch'erano prima: nulla. Il caos degli Schiavohi in turbante e brache di cento colori, occupati a straziarsi perennemente con la scimitarra e l'arco. Subito dopo aver tagliato a pezzi l'impero sarebbero costretti a ricucirlo: poiché Austria vuol dire per essi Pace. Bella gerani alii, ricordi Ella l'antico motto applicato alla Monarchia! Hanno litigato: ed eccoli che si battono insieme per la Tutrice comune ; non altrimenti di quei magnati ungheresi dal pennacchio d'atrope, i quali dopo dùgent'anni di lotte contro il dominio degli Absburgo gridavano ai piedi di Maria Teresa in pericolo: Moriamur prò rege nostro ! Senza saperlo e senza volerlo, quei barbari, a fianco di noi cittadini, sono diventati austriaci, poiché hanno cominciato a pensare, a esser uomini entro gli stampi austriaci. Conoscono diverse lingue, ecco il loro unico titolo : ma chi inse-< gna loro a vivere siamo noi. Arrivano sulla scena, del mondo ignorando perfino come si sta a tavola. L'Austria li ammaestra nel galateo e nell'amministrazione, a stendere un rapporto e a ballare il valzer. Di che avrebbero ancora bisogno per esser felici ? Forse dei fastidt della cosa pubblica ? Rendano grazie allo Stato che da vero padre si è votato a sopportarli, non diu sed tot in' Ma il buon senso è sempre più forte della follia, herr Weiss, e dopo nove mesi di guerra l'edificio è ancora intatto. I russi ? Gli italiani?.... Ella ha voglia di.scherzare. Non, c'è nessun pericolo. Venga con noi a passéggio, fra il Karntnerring .e il Graben, da mezzodì al tocco I.La pare sia questo un popolo minacciato da pericoli ? Ecco l'augusto Stock im Eisen, il troncò ferrato, figli rante da tempo immemorabile il perno simbolico di Vienna e dello Stato : ecco Éàti Stefano, che è San Stefano dal XII secoio: ecco il Graben, che è stato sempre il Graben. Si volti a guardare il Castello imperiale, massiccio e nero. E' in piedi dal decimoterzo secolo e non ha albergato altri monarchi se non quelli del ceppo di Absburgo! Francesco I e Giuseppe II non sono ancora smontati da cavallo per deporre là porpora romana. Non Le pare anzi che Giuseppe II assomigli un poco: all'Imperatore Trajano.... ? Intorno al Castello corre il Ring. Intorno al Ring correli Giirtel. Intorno al Giirtel corrono altri Gùrtel, sino alla fine del mondo. Tutto è concentrico e ordinato comò un sistema di pianeti intor.no al sole. Austriae Est Imperare Orbi'Universo. Parliamo ancora latino, noi. In ogni altro paese palazzi e istituzioni assomigliano alle vetture da nòlo : mutano di continuo padrone e indirizzo. Di una Reggia si fa un ospedale, di un convento un palazzo delle poste. In Austria nulla cambia, tutto è come prima, poiché tutto vi.è eterno, a cominciare dall'Imperatore. Paragoni Blla Schonbrunn a Versailles,1 le due rivali di ieri. Questa non è più che un pairco selvaggio, incolto, scapigliato rome la criniera di un sanculotto. Quella è sempre l'antico giardino alla Luigi XIV, legittimista, geometrico, dagli alberi tagliati in squadra, dai viali che si fanno riscontro, dalle siepi diritte ed eguali come schiere di paggi allineati sul passàggio di un sovrano dal manto di ermellino Ecco la verità, fierr Weiss. Noi austriaci siamo i patrizi d'Europa, i soli. Gli altri non sono che uomini nuovi, gente senza storia, avventurieri. Le loro iattanze mi ricordano, con Sua licenza, il gesto dei. miei cuccioli quando nel passare accanto a .un monumento venerabile levano per antico istinto la tibia, inconsapevole. Non fa nulla. Labile offesa... Vuole una presa di tabacco? E l'Italia, essa, ci faccia pure la guerra, se ci tiene. Dio giudicherà ancora una volta il Re di Sardegna ! Noi non abbiamo nulla da rimproverarci. Abbiamo sempre avuto care quelle province. L'altra sera, ancora, al Semmering si cantavano romanze italiane e noi- le abbiamo applaudite. Si potrebbe essere più generosi di cosi?.., Tito ò clemente, diceva un italiano non ingrato, l'abate Metastasio Ci faccia, ci faccia la guerra, l'Italia. Tanto peggio per essa. Abbiamo qualche cosa, da restituirle : i fiorini del Lombardo-Veneto. Li ha Ella i. eduli, herr Weiss? Sono quelli del '59. Li abbiamo rimessi in circolazione apposta... Con questa leggerezza i viennesi giudicano i grossi avvenimenti del loro paese ! OONOETTO PETTINATO.