IL TRENTINO

IL TRENTINO IL TRENTINO Il pensiero e il cuore degli italiani sono rivolti, in questi giorni di trepidanzn e (ii attesa, al Trentino. La regione alpestre, nazionalmente compatta e italianamente unita, negli spiriti e nelle tradizioni stori-, che, a Roma, ha una estensione approssimativa di 6330 chilometri quadrati e si protende, come un cuneo, fra le Provincie di Brescia, di Verona, dì Vicenza e di Belluno. Ma questo Trentino propriamente detto, vasto non più di una grande provincia italiana non è tutto il territorio delie aspirazioni nostre e del nostro diritto. Geograficamente parlando tutta la regione che sta a sud della grande catena alpina delle Retiche, fra le montagne della Venosta (gruppo delI'Oltz) ed i Tauri (gruppo del Vonediger) è Italia. Però dalle più oscùrc lontananze medioevali c via via nel corso dei secoli genti tedesche valicarono il Brennero e, fermato il loro pellegrinaggio nelle belle valli meridionali, forti, sani, possenti poterono sovrapporsi alle rare adunazioni dei nativi. Ora il vasto territorio che dal Brennero e dalla catena centrale delle Alpi raggiunge i confini settentrionali del Trentino è, in gran parte, abitato da tedeschi; ma in esso si trovano molti italiani e numerose valli di questa zona raccolgono, come in fortezze di difesa, umili e operóse popolazioni che hanno conservata, con la fede e la semplicità dei costumi, la loro vecchia parlata latina. Sono queste le valli della vivente e combattente ma invincibile italianità. I tedeschi chiamano questo territorio « Tirolo meridionale tedesco » per distinguerlo dal «Ti l'olo meridionale italiano » come chiamano il Trentino. I geografi italiani lo indicano invece come « Alto Adige » perchè da quelle montagne scende, rapido e torrentuoso, il grande fiume nostro. L'« Alto Adige » che è il teatro della muta e dolorosa secolare lotta fra l'elemento italiano, indigeno, e l'elemento tedesco, sopravvenuto, è un territorio di grande bellezza naturale e — oggi — di grande interesse politico e nazionale. Ora i confini politici del Trentino verso il Regno si allungano, in una linea contorta e innaturale attraverso alpi e valli, dal : meraviglioso massiccio del Cevedale pie:gando a sud fino"al romantico lago d'Idro |e al Bonuco: tagliano la valle dell'Adige ira il monte Baldo e la catena dei Lessiui, a pochi chilometri a nord della chiusa veronese : risalgono quindi verso nord-est, cu.pricciosamente e bizzarramente, con un evi idente assurdo geografico fino al passo della •Fedaja, battuta dai contrabbandieri e dai disertori, o fino alla Marmolada, il regno ;'degli alpinisti, dei griwpeurs, dei falchi e delle aquile. Sono 316 chilometri di confine, dei quali 138 baciano la terra lombarda ;'(provinèTa di Brescia) e 178 toccano il territorio "Wteeto (provincie di Verona, di Vicenza e d»Belluno). Verso il.^'irolo invece y,ccmjne amministrativo' del Trentino (ossT#*aeT Capitanati che compongono il così detto Tirolo meri dionale italiano) è molto più razionale e .coincide quasi sempre col confine linguistico. Esso segue la cresta della giogaia che ; divide Val di Sole, Val di Non, le Valli ;deH'Avisio e ha una unica soluzione di con ; tinnita, la grande dell'Adige. Alte vette e valli profonde Jl Trentino è, come l'alto Piemonte, un paese completamente montuoso. E' il paradiso dell'alpinista, del pastore, del tagliale gna e del geologo. I gruppi alpini princi pali sono: il gruppo del Cevedale, il gruppo delI'Adamello, Presanella, il gruppo di Brenta, il gruppo delle Dolomiti di Pri miero, il gruppo della Marmolada. La nifi ,alta vetta è quella del Cevedale (m. 3771 s. I. d. m.). Pure importanti, ma meno elevate, 3ono le montagne del Bondone, le vette» del Baldo, del Pasulio, le giogaje di Val di Ledro e del Cadria. Alle elevate montagne fanno riscontro .valiti profonde, riparate dai venti dove, in una perenne atmosfera quasi siciliana, ma'turai!*) le uve dolci e profumate, il cedro .e l'olito. La Valle del Sarca, per esempio, è un etterno giardino: essa si svolge tutta a una media di 70 metri d'altezza sul livello del mare* Però la maggior parte del bevvi torio trentino (4420 chilometri quadrati, ossi* il 70 per cento dell'intera sua superficie) sta sopra i 1000 metri d'altezza. Basandosi .su criteri strettamente geografici il vero 'Trentino dovrebbe abbracciare solamente il medio corso dell'Adige fra la chiusa di Balorno ed il confine veronese insieme alle valli dei suoi maggiori affluenti, il Noce, l'Avisio, il Fersina, il Leno. Invece fanno parte del Trentino le alte Valli del Sarca, del Chiese, di Ledro e di Vestino, gli alti bacini del Cismon, dell'Astica e la bella valle superiore del fiume Brenta, che, geograficamente appartengono alla regione veneta. Le belle strade Le strade carrozzabili del Trentino, a scendenti, tra selve e roccie, la alte vai late non sono molte ma sono note ai turisti e agli automobilisti, ai pedoni e ai ciclisti pei' la loro bellezza e l'ottima manutenzione. Poche però sono le arterie di grande importanza internazionale,- costruite e mantenute esclusivamente a spese del Ministero delle comunicazioni di Vienna. Séno il tronco Borghetto-Salorno deNa strada erariale che congiunge Verona a Bolzano, la bella strada della Valsugana; fra Trento e il confine italiano, quella del Tonale, fra Fucine e il confine a quella 'della Vnllarsa. Strade pure importanti Bono queile da Mori a Brentonìco, da Trento a óarbonare, del passo di Moina, del Broccos© è di Gremes. quasi tutte però di carattere strategico e militare. Le altre strade ruotaci!! Bono dette di concorrenza e vennero costruite dai Comuni interessati con modesti •, spesso, avari contributi della provincia e dello Stato. Molti Comuni trentini erano caduti In grave dissesto per le enormi somme erogate per la viabilità. Negli untimi dieci anni però lo Stato e ila Provincia sono intervenuti a sostenere le gravi spese non tanto per favorì» le popqjRzicttì quante per oongiuogere, rapidamente, la fortuna di Trento aSte periferia del atto vasto po trincerato e aaticararat «auto in t dpvtfcfsrtlbdfs e , o die alla sinistra dell'Adige numerose via paratitele di congiunzione fra U Tirolo e le vaili Trentine. Non numerosa è la rete ferroviaria e tranviaria della regione. Oltre alla linea ferroviaria del Brennero. (Sudbanh) che percorre la parte trentina della Val d'Adige, fra la Chiusa di Sai omo e il confine veneto sotto il Borghetto ci sono le linee delle ferrovie della Valsugana, quella a scartamento ridotto che da Mori porta a Riva e le linee tranviarie elettriche Trento-Mezolombardo-Gles-Male, Deriuullo-Mandola e' Mendola-Bolzano. Complessivamente le linee ferroviarie e tranviarie trentine non superano i 300 chilometri. La-popolazione del Trentino, secondo l'ultimo grande censimento statale del 1910 comprende 385.000 abitanti: di essi 373.000 sono it-adiani; solamente 12.000 sono tedeschi': questa popolazione tedesca del Tren- 1 o n o a o i o e i e o , i a e a a a , e o i i o n te a tino è però, per due terzi non indigena: 6 data dal flusso degli impiegati e dei militari tedeschi che risiedono \emporaneamente e occasionalmente nella regione. Data la vastità del territorio la densità assoluta della popolazione trentina non è molto grande: varia fra i 55 e i 60 abitarci per chilometro quadrato. Nel Trentino sono poche le città e le borgate che superino parecchie' migliaia di abitanti. La città più popolosa. Trento, ha — compresa la guarnigione — poco più di 30.000 anime; Rovereto ne ha circa 12.000. Basandosi sul criterio che vige nel Regno d'Italia di computare come popolazione urbana tutta quella che vive in centri superiori a 600 abitanti il Trentino conta solamente 50.000 «urbani» contro 335.000 «rurali». Questa enorme preponderanza numerica della popolazione spiega il prevalere del partito democratico-cristiano che informa e inspira quasi tutta la vita sociale e politica del paese. Il Trentino fa ora ufficialmente parte integrale della pi-ovincia del Tirolo. Fino al 1899 vi era a Trento una sezione di Luogotenenza la quale estendeva la sua giurisdizione a tutto il Trentino. Ora la regione si divide in nove Capitanati: di Trento, di Mezòtombardo. di Cavalese, di Prlmero, di Borgo, di Rovereto, di Riva, di Tione e di Cles. I Capitanati equivalgono press'a poco alle nostre sottoprefetture : alla loro direzione sta il Capitano distrettuale che è autorità politico-amministrativa di prima istanza. Non cadono però sotto la giurisdizione capitanale le due città di Trento e di Rovereto. Queste hanno il privilegio di uno statuto ^propino ed in esso il Podestà, cioè il Primo Civico Magistrato, è anche una autorità politica di prima istanza. A Trento e a Rovereto vi sono due Tribunali circolari dai quali dipendono tutti i giudizi distrettuali del Trentino. I giudizi distrettuali equivalgono alle sentenze delle nostre Preture. La lingua degli uffici, tanto amministrativi che giudiziari, è l'italiana. Però i Capitani adoperarne, obbligatoriamente, la lingua tedesca per corrispondere con l'autorità centrale di Innsbruck e col' Governo di Vienna. Il supremo comando militare (di Corpo d'Armata) ha sede in Innsbruck e abbraccia, oltre 91 Tirolo coi Trentino anche -il Sallisburghese e l'Alta Austria. A Trento vi è un comando "di fortezza e un comando, di Brigata. Il comando di Divisione è invece a Bolzano. Come riroosorizione ecclesiastica il Trentino forma una diocesi che ha a capo il Vescovo. Principe di Trento. La diocesi si estende su alcuni decanati tedeschi dell'alto Adige, cioè quellii dei distretti di Bolzano e di Merano. Fino al 1785 la Valsugana e il distretto di Primiero facevano parte della diocesi di Fettre. Invece il Vescovado di Trento si estendeva ai paesi bresciani di Tremosine, di Tignale e di Bagolino, ora appartenenti alla diocesi di Brescia. La diooasi di Trento dipenda, a sua volta, dalfArclrldlocesi di Salisburgo. 368 Ctmui I comuni trenttoi, motti dei quali sono piccole adwiaeiofiì di genti (due o tre centinaia di salme) sono 368. La media degli abitanti del comuni è quindi di 1046 su una media estensione di territorio municipale di dica 16 chilometri' quadrati. Il soverchio frazionamento di questi comuni è le, principale causa detta 'loro povertà. Molti municipi trentini non avendo naturala rendite corrispondenti sono costretti a imporre ai contribuenti sovrimposte comunali che, spesso, raggiungono cifre inverosimili. Il Trentino, inoltre, è privo di amministrazione autonoma. Esso fa parte, ufficialmente, come abbiamo accennato, della provincia del Tirato ed è anindmatrato dalla Dieta profanatele di Inoabruok. Le Diete provai- •I CoBotgu provinciali italiani : poro esse hanno una importanza politica e legislativa infiniitamente maggiore. La Dieta provinciale tirolese -inoltre è ancora composta con criteri di privilegio tnedioevale. Difatti su 68 deputati quattro sono deputati ecclesiastici, dieci sono eletti da! grande possesso nobile Fondiario (famiglie nobili che hanno una data estensione eli terreno), sedici vengono eletti dalle città e dalle Camere di Commercio e trentaquattTO dai comuni rurali. L'ingiustizia nazionalmente più grave consiste in ciò: che mentre il Trentino per popolazione rappresenta i due quinti dell'intera provincia tirolese ad esso vengono riserva W solo 35 deputati, mentre il Tirolo ne elegge 47. Con. questo spicciative sistema i tedeschi alla. Dieta provinciale hanno sempre la, maggioranza assoluta. Al Parlamento di Vienna (Consjgl-io dell'Impero) 'il Trentino manda nove deputati i quali ven- pttcqss , l a a gono eletti sulla, base del suffragio universale, introdotto nel 1906. Lingue e dialetti Le "isole tedesche,, Sopra una popolazione di 335.000 individui i tedeschi del Trentino sono 12.000 circa: ma 7000 almeno sono tedeschi non nativi, non indigeni, persone cioè mandate nella terra italiana come funzionari, o come militari o scesi dalla Germania o dall'Austria per esercitare industrio e commerci (albergatori e negozianti in legname). Le famose isole tedesche sulle quali basano le loro pretese i pangermanisti non hanno più di 5000 abitanti. Esse sono in Valle di Non, i quattro villaggi di Proves, Laureano, San Felice e Sonale (1100 abitanti), i due comuni di Trodena. e di Anterivo in Val di'Fiamme (abitanti 890), i quattro piccoli borghi dell'Alta Valle del Fersina, Pa lù, Fierozzo, Roveda e Frassilongo "(1400 abitanti), il comune di Luserna (ab. 900). Bisogna però dire che mentre i comuni della Valle di Non sono, più che isole, cunei tedeschi di penetrazione in zona italiana, i villaggi dell'alta Valle del Fersina sono abitati dai figli degli emigrati minatori te deschi, scesi all'appello di Federigo Wanga dalle loro montagne nel XIII secolo. 11 corrotto tedesco che parlano queste genti povere e sole risente nel lessico e nella flessione del dialetto trentino. A Luserna si parla un rozzo dialetto alemanno (slanibrot o sla.per) affine a quello usato dalle italianissime popolazioni dei Sette Comuni vicentini. Non si può parlare di una dialetto trentino omogeneo. Le parti del Trentino che, come abbiamo visto, geograficamente appartengono alla regione "bresciana, cioè le alte valli del Sarca e del Chiese, hanno dialetti di tipo più o meno lombardo; le parti geograficamente venete (Primiero, Valsugana) e la vai d'Adige, a mezzogiorno della chiusa di Galliano, hanno dialetti di tipo veneto. Nella media vai d'Adige le due correnti veneta e lombarda si sono sovrapposte ad un primitivo strato ladino ed hanno formato il tipico dialetto trentino dei contado d' Trento e del suo circondario.^ Dialetto, che per l'isolamento politico del Trentino dal resto d'Italia, tende ad espandersi nelle classi più civili di tutto il paese ed a formare un volgare pili elaborato e più vicino alla lingua. Nella parte settentrionale del paese e specialmente negli alti ba. cini del Noce (Val di Non e Val di Sole) e dell'Avisio (Val di Fiemme e Val di Fassa) i dialetti si risentono di più del fondo ladino; esso si mantiene ancora di fronte al tedesco nell'Alto Adige e precisamente nelle valli di Gardena, di Badia.e di Livinallongo. L'agricoltura e il commercio I terreni veramente produttivi del Trentino, cioè le zone coltivate e coltivabili ascendono a soli 1314 chilometri quadrati, cioè al quinto della superficie del territorio. E' chiaro quindi che una popolazione cosi numerosa non può trovare il sostentamento nelle sole risorse agricole e deve emigrare. ... Upa grave crisi agraria ed economica che imperversò sul Trentino fra il 1870 e 1890 costrinse la popolazione all'emigrazione transoceanica alla quale fino allora aveva dato un piccolo contributo. Ma nell'ultimo quindicennio la crisi agraria è stata, se non vinta completamente, certamente ridotta notevolmente. Molte coltivazioni che non rendevano abbastanza, furono abbandonate e fu data invece maggiore importanza alla coltura della vite, dopo averne debellate le malattìe parassitarie, che la minacciavano. In questi ultimi anni si andò pure ricostituendo la coltura del gelso e la'dqftèlsSdldCtnvnCgbSuLdei bachi da otta» «a*» mi» gufila do) ttsveldhvlellricnlttdnmmld e a i i , e e , o i e i ^ l e ù . prati artificiali e delle frutta. Nella ricostituzione dell'agricoltura trentina gran parte di merito va data al Consiglio provinciale d'agricoltura, Seziono di Trento, il quale (unico organismo autonomo che possieda il Trentino) ha mostrato come esso sappia amministrar bene le cose proprie. Ma se le risorse dell'agricoltura e più specialmente della viticultura e della gelsicoltura bastano a far vivere la popolazione che si addensa nell'ampia e fertile valle dell'Adige, nelle colline che circondano Trento o la valle Lagàrlhà, nel ferace piano del Sarca ed in alcune poche altre località, il commercio del legname, la pastorizia e l'allevamento del bestiame non bastino a nutrire la popolazione delle .medie e dello alte valli, per le quali, mancando l'industria paesana, è sempre una triste necessità l'emigrazione temporanea. Infatti, se nel Trentino la crisi agricola è stata superata, le industrie (malgrado parziali ripetuti tentativi) non si sono risollevate ad un'altezza tale da portare un sensibile utile al paese. Le barriere doganali ostacolano l'esportazione nella valle del Po, vicino e naturale mercato, e, d'altro canto,, il Trentino per la sua lontananza dai grandi centri interni della Monarchia non può assolutamente competere coi distretti industriali della Boemia e della Moravia. E pensare che il territorio dispone di oltre 250,000 cavalli di forza idraulica! Solamente 20,000 sono sfruttati ora per l'illuminazione e per le. piccole industrie locali. Le scuole - L'emigrazione. Nel Trentino esistono oggi 481 scuole elementari pubbliche e 16 private frequentate da circa 62,000 allievi d'ambo i sessi. Quasi tutte le scuole (168 con circa 60,000 allievi) sono italiane: le scuole primarie tedesche esistenti solo nei grandi centri sono frequentate da meno di 2000 allievi, quasi tutti figli di militari e di impiegati di origine austriaca. Le scuole medie con lingua Italiana di insegnamento sono: un ginnasio-liceo governativo a Trento, un ginnasio-liceo vescovile, pure a Trento, l'I. R. ginnasio-liceo di Rovereto, l'istituto ginnasiale privato di Ala, la scuola magistrale femminile di Trento, l'Accademia di commercio di Trento, la scuola normale maschile, la scuola tecnica superiore e il liceo femminile di Rovereto. Un ginnasioliceo tedesco esiste a Trento e c'è una scuola bilingue: l'istituto agrario provinciale 'di San Michele. Questi istituti sono frequentati da 1600 allievi, dei quali soli 102 frequentano l'I. R. Liceo tedesco di Trento. Abbiamo già detto che il popolano trentino ha antiche tradizioni emigratorio; ma è, per indole, fedele alle sue montagne. Solamente fra il 1870 ed il 1890 gli emigranti, si rivolsero in gran parte all'America del Sud (Argentina, Brasile) e da quel tempo datano le coilon-ie trentine che. miste a colonie venete, si trovano ancora negli Stati di S. Paolo, Rio Grande del Sud e Santa Catarina. L'emigrazione, a tipo prevalentemente agricolo, era in gran parte permanente e proveniva dalla Valsugana e dalla vai d'Adige. Dopo il 1890 però l'emigrazione trentina si è radicalmente trasformata. Colle migliorate condizioni agricole, l'emigrazione della popolazione agricola delle basse valili trentine verso l'Amferica del Sud andò un po' alla volta cessando, men- cc3cmacgdvtre continuò e si accrebbe l'emigrazione temporanea verso i paesi tedeschi defili'Au- stria, verso la Svizzera, verso la Germania, verso gii) Stati Uniti d'America. Ed erano e sono nelila maggior parte i montanari delle medio ed alte valli alpino quelli che danno a tutti i paesi industriali che ne hanno bisogno, l'ausilio deJJc loro braccia vigorose. Muratore o lavoratore di miniere, l'operaio trentino si trova tanto nette città e nei borghi del Tirolo, della Svizzera, dell'Austria, quanto nelle maniere della Vestfalia, o degli Stati Uniti (Pensi.lvania, Collorado). Accanto a questa emigrazione verso i paesi tedeschi ed anglo-sassoni esiste anche attualmente un'emigrazione, temporanea verso il Regno d'Italia. Essa però si limita a pochi mestieri girovaghi ed ai vetrai del distretto di Tione (Giudicarle), che trovano occupazione nelle grandi fabbriche di Milano e di altre città italiane. Dall'opuscolo : « L'eintigrazionc trentina nel 1911», edito per cura dell'Ufficio della mediazione del lavoro, dipendente dalla Camera di Commercio di Rovereto, togliamo le seguenti cifre per l'emigrazione trentina del 1911: Emigrarono nei paesi tedeschi dell'Austria In Germania In Svizzera Nel Regno d'Italia In Francia In altri paesi europei Nell'America del Nord Nel resto dell'America In altri luoghi 12785 persone 1970 » 1353 » 2,177 » 525 311 » 2153 » 961 > 50 » Totale 22275 persone e o e Di queste, oltre diciannovèmila appartengono all'emigrazione europea o continentale o sono per la massima parte emigranti temporanei; in questi ultimi• quattro anni il movimento è stato quasi eguale. Sono dunque quasi ventitremila persone che migrano ogni anno dal Trentino ! Il che su di una popolazione complessiva di 375,000 abitanti, militari esclusi, dà un per cento di 6'1 emigranti. Però dal Trentino non emigrano solamente i lavoratori umili e oscuri. Partono anche, in esilio volontario, diretti in Italia, centinaia di giovani colti, desiderosi di larghe attività politiche c sociali. Le scuole d'Italia sono folte, da decenni, di questi valorosi trentini: le industrie, gli studi forensi, i commerci italiani si gloriano di molti di questi lavoratori che onorano l'Italia e la loro terra nativa, cosi bella di montagne, di laghi e di foreste, cosi nobile per una tradizione di altissima, operosa e invitta italianità. 1 A £- » %^%%£enfine geografie» «•■»!■.«, CoflfinP dèi fogno f&ftto