L'eventuale intervento dell'Italia di E. Ragazzoni

L'eventuale intervento dell'Italia L'eventuale intervento dell'Italia diversamente valutato a Londra e a Parigi "L'Italia determinerà la situazione del dramma „ 1 (Servino particolare della Stampa). Parigi, 24. mattino. « L'incidente Bfllow-Cafàfa D'Àntìrià-Sa- andrà ha provocato — dice il Petit Pansien — una emozione intensa nei circoli politici italiani. In sostanza, il procedimento usato dal principe di Biilow ricorda precisamente quello seguito dal signor Pottrtalès, suo collega a Pietroburgo, che lo ha mpiegato a due riprese nel 1909 o nel 1914. La Germania, sentendo l'Austria minaccia ta, pretende di coprirla contro l'eventuale avversario. La pratica di Pourtalès, ò riuscita nel 1909 e fallita nel 1914. Quella di Biilow, che costituisce, propriamente parando, l'ultima manovra, dopo tutta una serie di procedimenti infruttuosi, è stata più discreta, è stato un ultimatum per in terposta persona. « Ma anche senza apparire una innovazione diplomatica, questo metodo non giunge al risultato desiderato. La Germania, per mezzo del suo ambasciatore, dichiara oggi all'Italia che essa si oppone ulla realizzazione dei suoi voti per la liberazione degli italiani. Dopo aver tentato di eriger si arbitra, gettu la maschera e proclama la sua ostilità. L'intervento del principe di Biilow rassomiglia come a un improvviso attacco. Esso consacra la rottura della Triplice Alleanza, che era vissuta solo nominalmente del resto dal giorno in cui l'Austria, senza consultare il Gabinetto di Roma, ma col gradimento di quello di Berlino, aveva lanciato le sue truppe sulla Serbia. Il principe di Biilow hn. ripetuto egli stesso la fumosa frase: «L'Italia e l'Austria non possono essere che alleate o nemiche » .Ora, dalla fine di luglio la loro alleanza era stata rotta dalla brutale iniziativa dei due imperi centrali ». Il Journal a sua volta dice cho l'intervento dell'Italia sarà l'episodio capitale che determinerà la soluzione del dramma e segnerà la nascita della nuova Europa. Vi sono troppi fattori in sospeso perchè l'entrata in scena dell'Italia possa rimanere un episodio isolato. Per la Romania la ripercussione è stata già parecchie volte annunciata. Non ù rimasto per lungo tempo un segreto che una stretta solidarietà avvicina i destini delle due nazioni latine del Tevere e del Danubio. La Bulgaria non attende per decidersi che una certezza. I sintomi non mancano per aggiungere che questa certezza non tarderà a venire. Quanto alla Grecia, essu non c inai stuta cosi favorevole all'intervento come dui momento che ha costituito il nuovo Governo, il cui programma era di non intervenire. Lu cosa può sembrare paradossale a prima vista. In realtà è logica. Venizelos ò caduto in disgrazia, ma il suo programma ha sopravvissuto. La potenza dell'esercito italiano Il Matin pubblica poi un articolo, del quale attribuisce la paternità ad un personaggio che ha occupato in Italia delle altissime funzioni militari e che da molti anni è in stretta relazione con la Corte ita liana. L'autore dell'articolo presenta uno specchio fedele della situazione europea nei riguardi del possibile intervento di nuovi belligeranti nel conflitto europeo e ci mostra un'Austria-Ungheria minacciata dal l'invasione della pianura ungherese, le cui conseguenze sarebbero la rottura della neutralità rumena. La Bulgaria e la Grecia ritardano a decidersi per considerazioni dinastiche. L'Italia, invece, rimane per la massa del pubblico l'enigma del momento, II Paese si è preparato ai suoi destini futuri ed il Capo dello Stato Maggiore, generale Cadorna, ha fatto miracoli. «Il Capo di Stato Maggiore Generale aveva il compito di mettere in buone condizioni questo immenso e complesso organismo, che si chiama un esercito sul piede di guerra. Dopo otto mesi di lavoro, di applicazione continua, di diflicoitù sormontate, il generale Cadorna ù riuscito ad organizzare un esercito di primo ordine. L'artiglieria è aumentata in proporzioni sorprendenti, le compagnie di fanteria contano oggi 250 uomini ciascuna. Se già uggì si dovesse entrare in campagna, — dico lo scrittore, — le truppe italiane di prima linea sosterrebbero il primo urto forse di circa un milione di combattenti. Per armare, vestire, alimentare questo Corpo d'uomini imponente, nulla manca negli Arsenali e nei Magazzeni. « Il compito immenso è stato compiuto. Il Paese lo sa e rende piena giustizia e non manca di esprimere la sua ammirazione all'uomo, che ha saputo in cosi breve termine ottenere simili risultati. Una somiglianza notevole esiste fra il generale Cadorna ed il generalissimo francese Joffre. Questi due Capi militari sono del pari modesti, parlano poco ed agiscono molto, non desiderano altro che il silenzio attornoai loro nomi ». Lo^crittor^ dopo aver esposto le ragionsa fra non molto attaccare l'Italia, l'articolista difende le intenzioni italiane. L'Adriatico « Si sospetta l'Italia — dice egli — davere delle intenzioni imperialistiche sull'Adriatico, di nutrire il secondo fine, dimpedire a qualunque Potenza slava di ip8tàjfar.visi, L'gccusa è iogiusta e contrari» alla verità. E' evidente che l'Italia non potrebbe ammettere che le Provincie italiane per razza, che le spettano di diritto, e che, la proteggono sulla sua frontiern, rimangano sotto la dominazione dello straniero, ma essa desidera che i popoli slavi e tutti quelli dei Balcani possano stabilirsi su altri punti dell'Adriatico, dove vi è posto per tutti, ed è da deplorare che polemiche di un foglio russo, che pretendeva che gli slavi soli avessero il diritto di occupare l'Adriatico, abbiano prodotto penosa im-l pressióne in Italia. Fortunatamente, la grande maggioranza dei giornali dell'Intesa ha rettificato questa tesi. <c Nessun dubbio che la grande maggio-' ranza degli Italiani desidera l'intervento a favore dell'Intesa, ma siccome gli intrighi e le urgenti necessità spingono le due; Monarchie ad una pressione assidua, per- ; che l'Italia si metta al fianco di esse, ò del-, ; la piii grande importanza che l'Intesa di-1 chiari chiaramente e nettamente, senza il minimo ritardo, che le aspirazioni italiane' saranno accettate con tutte le volute garanzie. « Il Governo italiano allora, assicurato che gli interessi ed i voti del suo Paese saranno salvaguardati, e che nessun ostacolo si presenterà per la sua ricostituzione definitiva, non mancherà di collocare le sue truppe a fianco dei valorosi eserciti dell'Intesa, che lottano per la giustizia e la libertà del mondo ». E. RAGAZZONI. t

Persone citate: Cadorna, Petit