Stato e anima del Belgio

Stato e anima del Belgio Stato e anima del Belgio Una visita a Bruxelles (Dal nostro Inviato spedale) BRUXELLES, aprile. Visitare oggi il Belgio con un permesso speciale del Comando tedesco significa viaggiare sopra un treno militare, guardato da una sorveglianza continua ed assidua. Si parto alle 9,30 di sera da Berlino in diretto e si giunge a Bruxelles il giorno dopo oJ tocco e metro, impiegando sedia ore a compiere 3 viaggio tra le due capitali : prees'a poco come nei tempi normali — passando ad HerbeethaJ lo, frontiera non vi colpiscono particolari impressi ani. Il magnifico pianoro vallone che si presenta ai vostri occhi non vi offre che fuggevoli tracce di guerra. Dolhaim: un» vantarla di oase distrutte in mezzo al paese. Im cima alla collina una bel limi ma villa scoperchiata. Io macerie di una fabbrica incendiata. VervierQuna scuola. Nel cortile uno stuolo di giovinette giocano festosamente. Attraversate cascine, paesi, piccole città. Qualche casa distrutta. La popolazione calma, muta Vestita a festa. Il treno rallenta. Cercato qua/lche impressione. E non avete che una impressione di quieto — d'arresto da ogni impulso di vite. Nelle campagne: Dall'aratro al eannone Nelle campagne invece la vita è rinata sotto il bacio del sole primaverile. La terra fruttìfera si prepara alla nuova opera feconda. Ha ripreso il suo ritmo regolale potente. U contadino ha abbandonato il fu calle, riprendendo la facile e pacifica opera del pungalo; i prati verdi si stendono lontano in una buona promessa del nuovo raccolto. Cosi e tutta la campagna belga, al nord e al sud. Nelle Fiandre sino ad Ostenda. Da Ostenda lungo le dune a Mariakerke, 3diddelkerke, Westonde all'Yser tuona assiduo il cannone. Laggiù la campagna squallida, abbandonata. La vanga vi scava solo trincee; non il contadino, ma il soldato .vi ospita nell'attesa della battaglia. Se la prima impressione entrando nel Bel' gio è di sconforto, di desolazione, e ss un piccolo angolo settentrionale è ancora teatro della terribile guerra, tutto il resto del Belgio ha rionmùaoiato a svolgere la sua attività. I tedeschi hanno assicurato il territorio occupato da una possibile invasione degli alleati. Le periodiche visite aeree degli «viatori inglesi non arrestano il movimento contìnuo, regolare della vita del paese. Ogni oìt*a,~ sotto ir controllo dell'amministrazione tedesca, ha ripreso il suo respiro normale; io campagne fioriscono nuovamente; molte officine hanno riaperto le loro porte dopo il lungo riposo; il traffico si rianima, i commerci rinascono. La beneficenza organizzata distribuisce il suo dono di pietà, allontanando la miseria, la fame. A Namur dal 15 dicembre 1914 al 15 febbraio 1915 furano di •tribuitì 152.000 franchi di soccorsi. Non bastavano. Si inviarono vesti, farine, conserve. Fu organizzato il servizio di distribvstoce e di vendita dei frananti, delle farine. Nonostante la sorveglianza le farine si vendono oggi sino cento franchi il quintale. Qualcuno protesta. La sorveglianza verrà intensificata. A Vernerà il sindaco invita la popolatane «d economizzare nel pane e nelle patate per evitare una carestia. A Liegi i viveri aumentano di prezzo. Il grasso si paga oggi tee franchi 'fi Kg., il lardo 3,40; il prosciutto 3,75-4 franchi. Le patate invece ■alo dai 18 ai 20 franchi il quintale. Peggiore è la situazione a Dinant. Onesta provincia ha sofferto più di ogni altra. A Dinant soltanto vi sono 1265 oase distrutta. Nel suo circondario ve ne sono 2230. Dal 15 dicembre 1914 al 15 febbraio 1915 furono colà distribuiti 120.000 franohi di soccorsi. Ma il prezzo dei viveri è aumentato. Si lavora anche oggi a migliorare le condizioni di molti paesi. La carità naziosiauo, fni non atnerioani non bastano. Si intensifica l'opera di soccorso. Il Belgio non Sfiorirà di fame, ma la beneficenza ònternasforniate potrà evitare tanta dolore e tanta miseria. Rattegnaxione « speranza A Bruxelles la vita è costosissima. Ma la vita cittadina è fiorente; la popolazione calma. Un brussellese al quale facevo notare questa strana inesplbeabile rassegnaciorie di fronte all'invasore, mi ammoniva: — Il belga non è indifferente alila sorte del sub paese. Attende nel silenzio. Attende, poiché ha piena fiducia nel trionfo della sua causa. E' un popolo pratico, saggio. Esso comprende che a nulla servirebbe ora an movimento di rivolta, oompnomettorebbe, ansi peggiorerebbe la sua situazione. L'autorità tedésca prenderebbe delle gravi misure allo scopo di soffocale ogni tentativo rivoluzionario, aggiungerebbe un nuova ospitalo infamante nella storia della sua invasione belga, il mondo ci regalerebbe nuove manifestazioni di simpatia inviandoci' la sua carta da visita per condoglianza; ma noi, noi soli ne sopporteremmo le terribili conseguenze. La raasegnasione del popolo belga è soltanto apparente. In ogni cittadino belga — nelle donne non meno che negli uomini, nei bambini non meno che nei vecchi — si nasconde il germe d'un eroe della libertà nazionale. Quando questo immane conflitto sarà terminato, quando ogni speranza di vittoria sarà perduta, noi abbandoneremo questo noterò atteggiamaoto obe voi giudicato di passiva rassego azione, a ci solleveremo tutti, non trastando al nemico paese per passe, ■or a-*» «ano m tenteBtoImnmdtimstddEsleadnaQsdDdfiehpcidscBhSvmFdAsd dal sacrificio dei 5 i e i n a a e e i l b é . o a i . o e e . a s, territorio già consacrato nostri fratelli- 1/inchiesta ohe ho potuto compiere durante una mia permanenza di dieci giorni nel Belgio mi ha confermato esattamente, punto per punto il pensiero che vi ho riferito. Il Governo tedesco non ha sapute, ne saprà mai conquistare l'anima del Belgio, come ne ha conquistato il territorio. La sua amministrazione non è cattiva. D soldato tedesco ha saputo persino mascherare di gentilezza il suo carattere rozzo, autoritario, militaresco. Tuttavia la signora belga ai leva sdegnosa dal tram quando le si siede accanto un ufficiale tedesco. Tuttavia i monelli della strada scimmiottano il casco, puntando aui loro berretti delle gigantesche carote. E per ile vie il cittadino guarda passare il soldato invasore con sogghigno di scherno Quando l'esercito tedesco giunse a Bruxelles, senza un combattimento, la popolazione ai riversò nelle vie, curiosa. Non un grido di protesta, non un movimento di ribellione. Assisteva alla sfilata dei nemici in un atteggiamento di calma, di impassibilità. Qualcuno allora ha giudicato male questo sentimento di curiosità morbosa. Si voleva dal popolo belga un contegno di protesta. Di muta protesta. Ogni cittadino avrebbe dovuto tapparsi in casa, chiudere porte e finestre, dando all'invasore l'impressione di entrare in un cimitero. I brussellesi non hanno ritenuta opportuna questa forma di protesta. Ed hanno continuato la loro vita coti diana, anche nel terribile momento della invasione. Il belga settentrionale, il fiammingo, è dotato di grande spirito riflessivo. Su questo punto ha maggiore rassomiglianza col carattere tedesco che con quello francese. Bruxelles non è Liegi. I valloni di Liegi hanno carattere più passionale, impetuoso. Sono più francesi. A Liegi, anche oggi, la vita cittadina non si svolge così pacifioamemte come a Bruxelles, come in tutte le Fiandre. A Bruxelles i tedeschi vi mandano a Ietto alle undici; a Liegi alle nove. A Bruxelles chi ne ha desiderio può andarsene a passeggio tutta la notte. A Liegi dopo le nove è severamente proibito ai borghesi di uscire di oasà. Bruxelles si segnala per .il suo contegno di calma perfetta. Su Liegi piovono le condannei del Governo tedesco, che soffoca -ogni più piccolo atto di •ribellione. Anche oggi Liegi scanta le conseguenze del suo spirito impaziente. I! Comando tedesco annuncia su proclami attaccati alle cantonate una sua vittoria. E il popolo K fa a pezzi. I decreti ufficiali del Governo tedesco vengono postillati con note ingiuriose. Là notte ha favorito questi atti di ribeUiono. E il popolo di Liegi la notte fu rinchiuso in casa. Nel Belgio meridionale il carattere è meno paziente, meno riflessivo che nel Belgio sottentrionale. I fiamminghi hanno veduto sin dal primo momento chiaramente, esattamente là loro situazione. Non bisognava eccitare le passioni del popolo, ma porgergli aiuto, 'salvarlo dalla miseria. Subito i cjttadlini più facoltosi organizzarono un mirabile servizio di soccorsi. Si formò un Comitato nazionale, incaricato di provvedere al sostentamento del popolo, alle famiglie rimasto senza lavoro. La Centrale venne istituita a Bruxelles: comitati regionali furono distribuiti nelle nove provinede belghe. 1 più ricchi subito vi concorsero con mirabile slancio. Alcuni industriali contribuirono all'opera buona con parecchi milioni di franchi. Ma non bastava. Mancavano i viveri. Il paese sarebbe rovinato senza il concorso degli Stati Uniti. Questi mandarono grani, legumi 'secchi, farine. Nello stesso tempo duecento americani giunsero nel Belgio per sorvegliare la distribuzione dei soccorsi, affinchè non venissero confiscati dai tedeschi. Arrivate le merci nei porti belgi, venivano scaricate alla presenza degli agenti americani, che le consegnavano direttamente al Comitato' nazionale. Ogni frode veniva cosi evitata. La vita a Bruxelles L'aiuto americano - continua anche oggi. Il blocco tedesco non l'ha arrestato. TI Comitato esplica ancora la sua attività benefica, lavorando d'accordo con le autorità tedesche. Ha istituito cucine economiche, nelle quali i piccoli impiegati possono ottenere un buon pranzo: minestra, carne con legumi, formaggio e frutta ; con soli sessanta centesimi. Dna certa quantità di grano che rimane dalla distribuzione gratuita ai poveri, viene ceduta a prezzi bassi a rivenditori che la distribuiscono alle famiglie della piccola borghesia. li danaro ricavato è un'altra fon te di soccorso per poveri. Si capisce come oggi a Bruxelles, ed in tutto il Belgio la bandiera americana sia rispettata ed amata 'altrettanto come quella nazionale. Calmato la fame,, il popolo belga ha pensato ad accomodarsi meglio nella sua nuova situazione. Dapprima ogni impiegato belga si era rifiutato a prestar servizio accanto al nemico. A poco a poco questo atteggiamento passivo si venne trasformando. Ora accanto al Governo dell'invasore funzionano i ministeri belgi dei lavori pubblici, delle finanze e dell'istruzione. Aperte le scuole, gli insegnanti belgi hanno ripreso il loro posto, anche per opporsi più facilmente all'opera di germanizzazione. Le ferrovie, le poste, i telegrafi cominciano a riattivarsi con impiegati belgi. Da Bruxelles si può scrivere in tutta la Germania in lettera aperta. All'erto. Neppure cartoline illustrate Inai può «RayaMhn * letta»lnssRovfgqfic o a i e o 1 e . o , o r . o l i . n a e E la vita di Bruxelles vi impressiona nella sua mirabile attività. Entrato nei caffè, ned negozii, nelle confetterie. Il traffico non si è arrestato. Si vende, si compra, si beve, si mangia. I! Boulevard du nord da Place Rogier a Place Fontainas vi offre ad ogni ora del giorno un aspetto di grandioso movimento cittadino. E' il quartiere della Borsa: impiegati, commercianti, operai, professionisti, signore e soldati. Vi strillano i giornali — a Bruxelles si pubblicano cinque giornali in francese ed anche uno in fiammingo — vi offrono oggetti d'arte, giocattoli, cartoline illustrate. La Riie Neuve ostenta i suoi grandi magazzini, ora come una volta; ed anche i suoi cinematografi. Tutti fanno affari-. Nella strada piccola, elegante, asfaltata, senza tram ci si urta, ci si pesta in mezzo alila folla ondeggiante. . i ■ La sera una dozzina di teatri vi offrono anche qualche ora di svago. A Ila. Scala, in Place de Brouckere, alle otto e mezza comincia la Bevue. Alla Gatte c'è operetta. Al Palaia de Giace si eseguiscono tutte le sere dei grandi concerti sinfonici per cura dell'Association des Artiste* Musiciens du Theatre Royal, de la Mon'naie, et dei Concerta Ja-saye. In altri teatri rappresenfcazio-' ni fiamminghe. Tre 6 quattro Music-Hall. Un numero incalcolabile di cinematografi. D tedesco, tratto in inganno dalle apparenza, crede di avere già incatenata l'anima del Belgio. Ma l'anima del Bel rio non è incatenata; la fiamma non è spenta. Ne avete la prova ad ogni passo, parlando con ogni persona, del popolo corno delle classi elevate. La loro parola d'ordine: attendere con serenità ma con fiduoia l'ora della riscossa. Salite sopra un tram. Il fattorino vi riconosce straniero. E vi comincia una commossa difesa della sua patria, interrotta dal soppraggiungere di qualche ufficiale tedesco. Comprato dei giornaili ad un'edicola. La giornalai», >alla quale avete dichiarato la vostra nazionalità, vi parla con entusiasmo del fratello, del marito, dell'amante che combattono lontano, nelle trincee dell'Yscr, e ve ne mostra una piccola fotografia con orgoglio infantile. Giornali, lettere, racconti... TI Governo tedesco ha proibito l'entrata di giornali francesi ed inglesi. Chieditene alila giornalaia. Vi strizza- l'occhio. La sua mano cerca nasc:stamente in un piccolo angolo del bugigattolo, di sotto ad un fascio di giornali- vecchi. • — Volete il Times, il Mattili . E ve ne fa vedere, ancora paurosa, un piccolo lembo soltanto. Mettete la testa nel vano della edicola. Parlate piano, misteriosamente. — Giornali francesi, giungono ì Cornei? Nessuno ve lo dirà mai. Giungono, e basta. In barba alla sorveglianza tedesca. '— Ho venduto il Times persino cinque franchi ! Nei giorni più terribili. Se lo sapessero! Esiste dunque un continuo servizio di comunicazioni tra .il Belgio e i paesi alleati, e l'autorità tedesca è impotente ad impedir'o. Anche i giornali italiani non possono entrare nel Belgio. C'è qualcuno che ogni ~: ~js e_ . • • • . , inglesi ? Conte vi giovedì fa un viaggio sino iu Olanda per prenderli. — Leggo le vostre notizie col ritardo di una settimana; ma almeno non sono i comunicati tedeschi ! E un altro — la possibilità di rappresaglie mi vieta di entrare in particolari — un altro cittadino di Bruxelles mi mostrava oon entusiasmo un piccolo foglio scritto a lapis. — Mi arrivano sempre lettere da mio fratello, dal fronte. C'è un tale, un olandese, ohe tutte le settimano viene dall'Olanda, si ferma a Bruxelles un giorno, passa da alcune famiglie che hanno i loro parenti al fronte, e riporta con sè in Olanda la posta per i soldati belgi. Ma poiché i tedeschi alla frontiera frugano nello tasche, il bravo olandese ha imparato tutta la corrispondenza a memoria. Indirizzi e corrispondenza. Appena entrato in Olanda si mette al tavolo e scrive le lettere. Serve così dieci, venti famiglie, con l'unico possibile inconveniente di scambiare indirizzo,' inviando al soldato Tizio la corrispondenza che spetterebbe invece al soldato Caio. E non passano soltanto lo lettere attraverso la guardia tedesca! Passano gli uomi¬ smpIabieccdcdgrlu| ni, i difensori della patria. Mi hanno assicurato che dall'occupazione ad oggi fuggirono dal Belgio 70.000 uomini, recandosi ad ingrossare le file del piccolo esercito belga. La loro fuga si è compiuta in un atto ammirevole di audacia e di abnegazione. D servizio di sorveglianza dei tedeschi non riuscì « trattenerli. Molti, attraversando la Fiandre, ai recarono a piedi sino alle linee tedesche, sbucando in mezzo alle stesse sentinelle. Altri scelsero la via dell'Olanda. Sul confine vi sono case che ai trovano su suolo belga, ma la cui parte posteriore, formata dal giardino, dall'orto o dalla campagna, appartiene già al territorio olandese. I fuggiaschi bo%i entravano in queste case, ai mutavano di abiti, si travestivano con barbe finte, tingendosi i capelli, tagliandosi i barn, ne riuscivano dalla parte posteriore, e in due salti erano in Olanda. Qualcuno rimase vittima della sua audacia. I più giunsero ad unirsi al piccolo esercito belga disfatto. Ma* dopo quali disagi, dopo quali torture ! Quanti eroismi ignorati I Abbandonavano a piedi, travestiti, irriconoscibili, il loro paese, lo abbandonavano di nascosto, improvvisamente, quasi per sfuggire alla stessa vigilanza affettuosa dei parenti, per evitare un'ultima scena di doloro, di commozione. Partivano di notte, senza un addio, senza speranza di ritorno. Dileguavano nell'ombra, -guidati soltanto da un indistruttibile amore di patria. Poi più nulla. Chi racconterà le loro vigilie, le loro lotte, le loro ansie, i terribili momenti dello sconforto, il sublime istante della vittoria? Settantamila uomini-. Settantamila drammi. Settantamila eroi. No. Sono molti, molti di più. Non è forse un'eroina quella, fanciulla che in un piccolo oaffè di Anversa, non curando la presenza di -alcuni ufficiali tedeschi, protestava a voce alta, dinanzi a me e ad un collega americano, contro la brutale invasione del suo piccolo paese? — Se ai obbligassero a rimanere tedeschi, io sarei la prima ad abbandonare il paese. Medio la miseria, meglio accattare il pane che vivere schiavi. E come me, vi giuro, come me farebbero tutte le donne belche. Abbandoneromo il paese, ma prima ci sapremo difendere ! Gli ufficiali tedeschi ttacevano. Donna eroica Romanticismo? No. Mi trovavo una sera in un ristorante di Bruxelles. Una donna, una pezz?n'te, laocira., scarna, stringeva tra le braccia una piccola creatura, ed implorava l'elemosina. Era appena entrata nel ristorante, quando il padrone foce atto di allontanarla.. Un ufficiale tedesco, che sedeva non lontano dal mio tavolo, chiamò la povera donna, redarguendo il padrone. Voleva donarle una moneto. Ma la madre belga, | che forsa in quel momento soffriva lo spasimo dc-lla fame; si volse con uno sguardo di iisp.rezzo verso l'ufficiale, ed uscì lentamente, quasi barcollando. L'affamata aveva rifiutato il dono del conquistatore. E questo uon è roniamJicismo. Gli episodi si possono moltiplicare. H popo.u belga non ha rinunciato e non rinuncerà mai alia sua nazionalità. Le speranze del Governo tedesco su questo punto sono condannate a fallire. La Germania — lo si ve-.- dal suo -atteggiamento politico come dalla sua preparazione militare — non cederà mai il Belgio, se non cou la forza. E' il p?nsiero dominante, oggi, tanto nelle sfere ufficiali che nel popolo: socialisti eccettuati. Ma il Belgio mantiene intatta la sua grande fede. Non è ancora giunto il tempo del carbonarismo belga, delle Società segrete, delle cospirazioni. Non ne è giunto il tempo perchè ogni speranza ancora non è perduta, ila l'odio contro l'invasore lo sentite ad ogni passo, in ogni parola. .Dal sindaco di Bruxelles ribelle all'autorità tedesca, alla mendicante che rifiuta il danaro del soldato vincitore. Le fanciulle di Bruxelles trascrivono a matita ed imparano a memoria le satire poetiche centro la Germania, che passano di mano in mano, si propagano tra le famiglie, nei salotti, nei oaffè, neri ristoranti, sotto gli occhi del saldato tedesco. La canzone popo.are rivive. He? vìens tu — lui disait an castiuc pointu Poincaré, prtsldent d'Ilipublique — pour l'banquet des Palmes académlques. Se voudruis bìene — repondtt le Roi des Prussiens — mais ce p'lit gasse ah! qu'il est rosse! Cesi qu'il veut savolr rien de rien... E i ragazzi per la strada scimmiottano il r.asque yoìntu e il passo di parata. Giorni sono un uniciale tedesco aveva fatto arrestare da un poliziotto un piccolo belga di nove anni, un ragazzetto che assieme ai suoi minuscoli comipapni lo aveva beffeggiato scimmiottando il passo di parata con pose d'una comicità irresistibile. Condotto al posto di polizia il piccolo belga si volse al gruppetto dei compagni che lo avevano seguito, gridando fiero e solenne: Camarades! Aìlez dire à ma mère au'on m'a fait prisonnier de guerre! FELICE ROSINA.

Persone citate: Cornei, Felice Rosina, Ietto, Neuve, Place Fontainas, Place Rogier, Poincaré