All'est, coi lavoratori

All'est, coi lavoratori All'est, coi lavoratori Una classica giornata londinese (Nostra corrispondenza particolare) LONDRA, aprile. « E' andato ad ovest », dicono i Tommics, al campo, quando uno di loro non tornerà più. « E' andato ad est », si dice qui a Londra quando un uomo diventa un cascame di questa nostra civiltà industriale, ed eritru nell'orda degli spezzati, dei malnutriti, dei finiti. L'ovest dei Tommies è, secondo i gusti, il paradiso o l'inferno o il nulla. L'est dei londinesi è l'East End. Nò il paradiso ne il nulla hanno il menomo punto di contatto con l'East End di Londra. I suoi soli punti di contatto sono con l'inferno. E' il gigantesco ghetto della metropoli. Nei ghetti, le città confinavano una volta soltanto i più luridi tra i giudei. Oggi vi si confinano i lavoratori in genere. Non tutti i lavoratori di Londra son già confinati laggiù. Ma ogni anno, via via, i quartieri poveri della città vera e propria vengono sventrati, e nuove masse di mano d'opera vengon sospinte ncH'East End. T>l ghetto si slarga, si assiepa, si congestiona ogni anno di più. Oltre duo milioni di lavoratori vi marciscono già. E, quando si va ad est, si è quasi ineluttabilmente condannati a scendere la scala Ano alla degradazione insanàbile e alla morte. La zona brulica di ruderi umani che ormai son precipitati fino all'ultimo gradino: di spezzati, di malnutriti, di degenerati, di finiti. E' una gran, piaga infetta, che osala infezione, debilitàrione, abbrutimento, rovina. I nuovi giunti, e pancia piena, i polmoni ancora clastici, non vi soccombono subito; ma finiscono per soccombervi senza scampo, a fuoco lento, al termine d'una generazione o due. Perchè l'aggloineiamento non permetto di respirarvi, e il pane vi si fa più duro, e ogni decenza vi resta sommersa, ogni fede nella vita ottenebrata, smussato ogni 'impeto di rivolto, disseccata ogni sorgente d'iniziativa, offuscato ogni bagliore d'intclligenzn. Quando si cade, laggiù, si cade letteralmente in balia della compressione e della farne. E il destino di tutti, nello straripante ghetto d'oggi, presto o tardi, e di cadore. Ci sono perennemente centinaia di migliaia di caduti che l'inane carità dei ricchi lontani pretende di sostenere, che grottesche propagande idealistiche cercano di riconciliare con la vita, di far ripalpitarc alla bellezza della vita mentre la vita vi. manca d'aria e di pane. Per fortuna, l'orda degli spezzati, dei malnutriti, dei finiti si tieh rintanala in quell'inferno per tutto l'anno. Arrivano iterò, nel corso d'ogni annata, due o tre occasioni in cui l'orda rigurgita dalla sua immensa tana; e per ventiquattr'ore invade il resto della, metropoli, si rovescia nelle più verdi e liete aperto alla periferia, formicC)la putrida per tutto. Sono i così detti Batik ' Holiday x. Allora, intiere arterie di Londra diventano delle lordure immani. S'imbrattano, si appestano, putono. L'orda lascia dovunque la sua bava fetida come un'invasione di lumache che una giornata di solo cavi dal guscio. Le sue mèle son •vario. Ma la proferita. Ha, piii consuetudinaria, ù llampstcad Heath: una stesa di colli erbosi, arborati o liberi al nord della città, llampstead Heath, in un Bauli Holiday, insegna che, nella nazione industriale per eccellenza, mellu nazione più ricca, e civilizzata, che ci Pia, ò mille volte preferibile andare ad oyest coi Tommies che ad est coi lavoratori. llampstead Heath ebbe ieri una di queste colossali giornale di miseria in rigurgiti i. Era il Bank Hoiidaij di Pasqua. Di più, era il primo grande Bank Holiday all'aperto da quando il paese è in piena guerra. Era dunque necessario darvi un'occhiata. Ed ecco quel che vi ho visto. Una folla forse più tremenda che negli anni passali. Dopo un inverno perfido, morbidezza d'aria, leggerezza di nuvole, erba che torna a ventilarsi, rami vividi di gemme: tutta la leggiadria primaverile di questo divino paese effusa in molle acerbità su questi bei poggi. Ma la folla è tremenda. E' un brulicame eli sordida poveraglia che, stranamente, appare meno stracciata ina più mostruosa che gli altri anni. Correnti di piccola borghesia endimanchéc la svariano con qualche chiazza di colori freschi e con qualche effluvio di sapone. Non giova. Il lezzo del brulicame si fa più soffocante nel contrasto, lo squallore irreparabile del suo volto smunto patito fangoso ne ri salta anche più. Quanti sono, del resto, gli effluvi di sapone e i colori freschi che la Stessa piccola borghesia reca nello smorto rigurgito della plebe industriale salita dall'est'.' La piccola borghesia, Ira i vortici di quest'industrialismo arroventato, diventa un accorato ceto di confine che pencola sempre sull'orlo dell'ai di là: dell'ai di là terrestre di Londra, che fa più paura dell'altro. Spesso, terribilmente spesso, varca il confine anche lei. Va ad est, anche lai, a raggi ungere i limoni spremuti e gli spremeudi della mano d'opera. Nella sua tritura, il brulicame presenta delle varietà. Ci sono i miserabili che han potuto pagarsi dieci soidi di tube. Questi hanno inquinalo di tarili acetici e di detriti bisunti tutte le ferrovie sotterranee dall'est al nord, ma serbano'nelle ginocchia qualche po' della loro energia superstite, e vagolano a gruppi sguaiati lungo le teorie dei baracconi che serpeggiano traverso le colline. Ci sono poi i miserabili giunti a piedi. Son partiti dall'est prima dell'alba, con branchi di bambini, recando seco talora, por misura preventiva contro le invidie del vicinato, il contenuto più prezioso del loro stambugio di laggiù: spesso, una gabbiti//:.! con dentro un canarino tisico. Questi non girano. Stanchi morti, si vedono sdraiali in combriccole innumerevoli per le pendici, tra rancidumi di cartocci e di umidori che infestano l'erba da per tutto. E poi ci souo i miserabili che un improvviso bagliore di buona sorte ha visitati giù nella voragine dove non aspettavano più niente: il bagliore di una o due sterline soprannumerarie concesse all'insperata dal mercato del lavoro intimo. Questi han visto balenare uella loro vita tetra e chiusa, repentino, un raggio di speranza. Vi si sono «£grappaii subita, dopo eu»X» iato vinài'p per deglii anni E si sono rimpannucciati) alla meglio, han raggiunto Hampstead sulle imperiali degli omnibus, e adesso, a tratti, iu cospetto della primavera, sembrano ritrovare la gioia di quando eran bambini, e non sapevano. Tra la massa squallida del Bank Holiday pasquale, sono costoro che quest'anno prevalgono: questi ultimi miserabili', che dal fondo di una tomba han traveduto per un attimo un barlume di vita. E' l'atroce ironia del destino. Il destino ha cacciato in una vastissima guerra terrestre questo pac se di plutocrati che alla guorra per terra non s'era preparato, anche per risparmiar quattrini, o per distribuirli piuttosto al popolo in elemosine larvate: tacitativi futiffi e degradanti. Ora, la guerra gli fece per forza aJCEungare virilmente i cordoni della borsa, profondere oro alla grande per correre ai ripari. Giù giù, fino al mercato della mano d'opera infima, fino agli stam bugi della più insanabile miseria, qualche goccia di quest'oro è colata. Cosi la guerra ha dato una mano ai caduti della pace. Col suo volto di morte, ha portato un sorriso di vita dove la pace uccideva. Ma noi sappiamo quanto durerà quel sorriso. Sappia ino a chi in estrema analisi facciano sempre scontare di più, i Governi democratici di oggi, quei dispendi rovinosi, a cui non mancan mai di costringerli 1 loro errori e le loro illusioni, vecchi come la demagogia. Il brulicame non lo sa. TI brulicame non sa niente. Sappiamo pochissimo noi, che possiamo vivere puliti, mangiare a su Ri danza, i-espirare a sufficienza, andare a vedere e a sentire. Che paio sape*- esso, al quailie questa curiosa civilizzazione lesina perfino l'aria ed il pane? Esso si abbandona cieco al suo effimero iritaroo di gioia puerile. E il «Bank Holiday » se ne imbaldoria. Braccia di altalene americane graffiano l'orizzonte tra sventolare di falde di ex abiti signorini piovuti in carità verso il ghetto; spacci- di graitcltiereEi di mare che puzzan di tifo son devastati da mandibole cupide; giri di danza s'intrecciano sull'orba al suono di piccole fisarmoniche a flato, c delle donne scialbe, emaciate, vedovo d'i tutti gila attributi della femminilità, soillevan lo gonne o i tacchi e sgambettano sgraziate, goffe, grevi, agitando piuroazzi di carta velina a colori sgargianti ànftbti noi loro cappellini pestiferi, e ansimando. Intorno, bai lano dei bambini : e Ilo straordinario è che, a.d onta dei loro stracci, questi bambini dèiiPest son sovente "raaiosi, e a ballare tengon più duro <te<*ll adulti, e riescono persino a illeggiadrire la tristo monotonia dei pochi passi avanti e indietro dii cui consisto l'unica danza che l'est conosca. Ma dove vanno poi a finire, questi bambini che l'Inghilterra può ancora senza vergogna dire che son suoi? In che adulti si mutano, se il brulicame non pullula che di deformità, di volti sparuti, di petti rientranti, di occhi opachi, di anche floscie, di cascami umani? Se ila razza si ostina a creare dei bambini docenti perfino nel ghetto, corno e perchè li deforma in adulti indecenti la vita? Basta guardarli, gli adulti. Poiisono essersi rimpannucciati alila meglio, possono ricordarsi almeno oggi d'i essere stati bambini anche lori, e per un.istante, prima di ripiegarsi esausti col flato breve, vibrare ancora una volta di schietta gioia. Ma lo stigmate che li marchiano non scompaiono dal loro volto. Esse p.arlano chiaro e tondo di denutrizione. Questa gente mangia poco, non mangia a sufficienza. Molti dati indiretti aiuterebbero a provarlo. Lo prova in abbondanza la vista. E. se non mangiano a sufficienza, è perchè ne mancano loro i mezzi. Mangiano meno per spender meno perchè, coi loro salari in queste condizioni d'ambiente, non possono spendere di più. Ci sono dei milioni, in Inghilterra, che mangiano a questa maniera, salariati in questa m'an-mra. Certo, ce n'è più d'uno qui a Londra. E ciò nel paese più ricco della terra: in quello che, a detta di- Lloyd George, potrebbe finanziarsi per cinque anni la guerra con la sola somma dei suoli investimenti esteri; in quello che, sempre a detta di Lloyd George, possederà ancora i due miliardi e mozzo che potranno servirgli per affermare la sua volontà quando le finanze di tutti gli altri belligeranti saranno esaurite da un pezzo! Ntl paese, poi. per incidenza, che è ri più intensamente e gloriosamente industrializzato della civiltà contemporanea. Della guerra, il brulicame d'Hampstead che pensa? L'ha presente, la segue, la capisce, pulsa di patriottismo? Siete inatti. Prima bisogna poter respirare e sfamarsi, poi pensa alla patria e alla guerra. Altrimenti si ha da pensare a cose ben più i'inniediale, incalzanti, preoccupanti. Il brulicame, che ha da pensare disperatamente a sopravvivere, sa che c'è la. guerra", e sa che la guerra gii offre uno zimbello: di' Kaiser. Questo è tutto. Ad Hampstead Heath la guerra è assente, ma lo zimbello è presente in effigio. Hanno infatti trasformato in Kaiser un vecchio pupazzo tradizionale. — la zia Susie, — elio sei-viva da bersaglio per i tiri a piccoli premi offerti al brulicamo dei'«Bank Holidays». Oggi il bersaglio è il Kaiser. I baracconi che offrono questo bersaglio, contro cui si tira con palle dT conci e di sudiciume ricuciti, son centinaia. E il brulicame tira. Ma. più che,sullo zimbello, ha gli occhi sui piccoli. orami sciorinatigli davanti, che spesso son qualcosa da masticare. Non è dunque un divertimento balistico che ila "'terra abbia creato. E' un adescamento inventato da anni e anni come attrazione suprema, 'pel bruKcanic che sale dall'est: un brulicame avido. Senonchè. del patriottismo del ghetto si può anche farne senza. E' bastevole che l'est non crei imbarazzi. Non ne enea, non ne creerà. Forse è troppo giù, por insorgere. O forse, — come torna bambino per l'effìmera gioia di un «Bank Holiday» con qualche soldo in saccoccia, — eaita e si placa di fronte ai suoi piccoli, che soli, nel ghetto, più vicini alle radici della razza, ignari ancora dalla sorte che li aspetta, pensano guerrescamente alla guerra: e, con la pancia semivuota, girano intorno a coorti, armati di vecchi mestoli, gambali di carta, cappelli di carta, stamburando sfide ai tedeschi su latte da petrolio. Può essere dunque per una ragione o por l'altra, non. so. Ma il solo fatto che l'est non dà alcun fastidio mentre tante mitragliatrici' sono impegnato altrove, gli acquista un titolo di patriottismo, almeno eguale a quei! che compete ai> bravi inglesi meglio nutriti o men denutriti che sono corsi allo armi. MARCELLO PRATI.

Persone citate: Holiday, Kaiser, Lloyd George

Luoghi citati: Inghilterra, Londra