Ritornando di Francia

Ritornando di Francia Ritornando di Francia Situazione rrjilitare prima della lotta di primavera ii. Diamo uriocehiata anche, alla situazione militare, occhiata riassuntiva, poiché gli elementi ne sono pochi ed anche perchè è facile vedere come fazione militare non abbia una importanza esclusiva in questa guerra che è insieme guerra di morale e di esaurimento economico. L'azione militare francete è stata fin dal principio caratterizzata dalla prevalenza del principio difensivo sul principio offensivo. Questo si deve aia alla sproporzione delle forze impegnate,-sia al carattere strategico della mentalità del generalissimo Joffre. La guerra europea ha dimostrato in generale che le offensive di movimento sono azioni di grande precarietà, che la meno violenta controffensiva riesce facilmente a ribattere, distruggendone in gran parte i risultati. Dal principio della guerra l'azione francese si è trovata intonata a questa esperienza, quantunque essa non fosse ancora fatta. Vi è stato quindi da parte francese un relativo risparmio di forze, i cui effetti si sentono adesso, e si sentiranno ancora di più in seguito. Fatto é che dopo due enormi battaglie e moltissime minori, i francesi hanno ancora in linea cinquanta corpi d'armata, che ad effettivo completo darebbero circa due milioni e mezzo di uomini. Fatta la tara dell'assottigliamento progressivo delle unità, si possono calcolare le forze che sono sul fronte ad un milione c mezzo di uomini, (.mesta cifra è confermata dal fatto che l'Intendenza ha spedito nell'inverno 1.700 mila pacchi individuali di vestiario ai soldati sul fronte .mentre ha distribuito 1.100 mila coperte. La differenza tra il numero delle coperte e dei pacchi di vestiario è data dal fatto che i soldati accantonati non sono naturalmente forniti di coperte, che servono pel servizio all'aria aperta. Le riserve della Francia Quanto alle riserve, è questo un punto più. delicato da esaminare. Ma. mi permetterò di esporre alcuni fatti dai quali risulta abbastanza che vi sono riserve, che si potrebbero chiamare abbondanti. Uno di /fuesti fatti è per esempio contenuto nel comunicato tedesco che dichiara che francesi hanno adoperato dieci corpi d'armata nella recente lotta in Champagne. Dichiarare, esaurito un paese che impiega dieci, corpi d'armata su. un fronte di poco più che din ci chilometri è evidentemente asturdo. E' vero d'altronde che i francesi non ri hanno impiegato, a quel che mi risulla più che. tre corpi d'armata in più delle truppe, ordinarie: ma e già molto, dato an che. il carattere secondario della lotta. Che Questa lotta, sia stata secondaria e diretta solo al possesso della ferrovia che serve t tedeschi nelle Àrgonne è una verità indifcuttbile. Quando i francesi faranno uno sforzo (a meno che avvenimenti imprevisti non li impegnino a fondo su altri punti del fronte) questo sforzo sarà diretto su Metz, che è la chiave della Lorena, e di cui f francesi bombardano già i sobborghi a. ronzali. 1 tedeschi sanno perfettamente (inesto: c se battezzano per grande offensiva la recente offensiva francese nella Champerfine, lo fanno per obbedire a quel bisogno di. polemica e di guerra di parole, che da qualche mese è scoppiato come un'epi demia. fra gli Stati Maggiori. Ancora qualche cosa sulle riserve: mot i" parte del contingente francese è rilasciala di frequente pei bisogni dei lavori agricoli. In un'epoca non precisabile una certa, parte dell'attiva fu sostituita con territoriale, che fece abbastanza bene il suo servizio di trincea, mentre i giovani, prov vedevano ai bisogni dei campi. Questi conite.di, che si sono estesi ad intere classi, sono tenuti segreti per buone ragioni. Ma naturalmente l'eco se ne diffonde nel paese. D'altronde non si è potuta evitare una polemica destata dalle lagnanze di molti di questi congedati, i quoti chiedono che si seguiti a versare alle loro famiglie l'allocarione, di guerra, polche non possono rimettersi al lavoro per la precarietà della loro libertà militare. Questi sono segni innegabili di forza e di abbondanza d'uomini, almeno agli scopi che si prefigge l'azione militare francese. Infine si è facilmente supposto che le classi giovani siano state con islraordinario anticipo chiamate sotto le armi. In realtà, poiché si erano costituiti i consigli di leva per l'esame della classe 1914, le operazioni di revisione medica sono state estese alls classi 1915 e 1916. Ma né Vuna né l'altra sono state per ora chiamate «otto le armi e. per quanto si può sapere la verità in slmili questioni, credo di sapere che solo piccola parte del contingente 1914 sta per ora andato al fuoco. Ora noi siamo già nel 1915 e nessuno deve sorprenderti che la classe 1914 vada al fuoco. Le due ciotti giovani sono per ora semplicemente affidate ai comitati di istruzione fisica, che ho visto eottitulti anche in Italia, e che le preparano con marcie e cross-country ed esercizi militari al loro prossimo dovere. Nè si dimentichi che la classe francete è costituita di trecento mila uomini Come si è dunque formata in Italia fi'dea di una Francia spopolata, deferta, ridotta ad arruolare t gerenti ed i bambini lattanti? Nulla è più contrario alla verità di questa concezione. E' evidente che due cose debbono avere determinata questa pessimistica immaginazione; l'idea esagerata che ci facciamo dello sforzo militare tedesco contro la Francia e quindi dei sacriflzii che la Francia avrebbe dovuto fare per arrestarli, ed in secondo luogo la visione della Francia dei primi giorni, quando sorpresa dalla guerra nel primo lavoro ella sua mobilitazione non ha trovato le sufficienti per evitare la sconfitta di irleroi, ni ha trovalo poi le forze suffittenti per completare la sconfitta tedesca della Marna, facendo sboccare da Amiens un nuovo esercito che marciasse sulle retrovie del disordinato assieme dei cinque eserciti tedetehi e li costringesse alla rapida ritirata al di là della frontiera sdhcpsmsrpgatsspiampgarsvfivdaIta dm jurt temfi putta e ctegm mist sono passati. Il talento di Joffre, che è più di organizzazione che di attivila bellica, ha decuplicata l'artiglieria da campagna, creati sette tipi di cannone pesante, incorporala dopo una sapiente istruzione, la riserva all'attiva, creato completamente il materiale per le nuove formazioni ed istruito a fondo tutte quelle classi dalla riserva alla territoriale che nei primi lem-' pi erano rimatte assolutamente inimpiegate per mancanza di quadri. Chiunque ha appena idea dei requisiti che deve presentare un esercito combattente, comprenderà subito che dal settembre ad oggi, data la stasi militare che permetteva all'attiva di riposarsi in trincea colle minori perdite possibili, questo lavoro di inquadrazione, di istruzione e di armamento delle classi, che al principio della mobilitazione erano una massa caotica d'uomini accumulati nei depositi, ha praticamente raddoppiata la potenzialità dell'esercito. I guai dei primi giorni erano inevitabili. Consiglio ai lettori di procurarsi la monografia del generale Pau sulla legge dei tre anni, cosi come le discussioni parlamentari relative all'argomento. I tecnici francesi sapevano con precisione assoluta che talliva non poteva formare una copertura sufficiente per dare allo Stato Maggiore il tempo di a lavorare » la pasta della riserva e delle classi giovani. Ecco perchè chiedevano che la copertura francese fosse aumentala di un terzo colla legge dei tre anni. I calcoli dello stato Maggiore tedesco non erano troppo errati, poiché erano confermati dai tecnici francesi e dal generale Pau; finché la legge dei tre anni non avesse dato il amo pieno effetto nel 1916, l'offensiva tedesca doveva poter battere le truppe di copertura francesi ed impedire la mo illutazione, u. vera », vale a dire il perfetto armamento e l'inquadramento della riserva. Ora è avvenuto sia che la difesa belga ha parato il primo colpo sia che superando effettivamente le circostanze e le possibilità, il generale Joffre ha battuto l'offensiva tedesca colle truppe di copertura. Questi due avvenimenti imprevedibili hanno messo la Francia in condizione di prepararsi ad una lotta, in cui, dati i suoi effettivi, dato il. suo altissimo morale, data la ristrettezza del compilo che si propone, che è di giungere al Reno e di mantenervisi, dati anche i potenti aiuti di cui dispone, non vi c alcuna ragione di ritenere che debba forzatamente c fatalmente avere la peggio. L'azione militare Quale possa e debba essere questa azione, (almeno nel concetto francese), è abbastanza facile esaminare : è vero che non ditpo niamo che di elementi di probabilità, e che d'altra parte anche il risultato logico di questi elementi di probabilità può essere deviato o addirittura soppresso dalla iniziativa tedesca. La battaglia della Marna, ripetiamolo ancora una volta, è stala fatta con truppe di copertura. Questo nome- tecnico non deve farle sembrare deboli o ridicole. Ih realtà le truppe di copertura rappresentano una buona parte delle forze attive, poiché sono le truppe che si. trovano pronte, ossia armate ed. inquadrate allo scoppio delle ostilità. Rappresentano però abitualmente meno di un terzo delle forze che. si possono in un tempo posteriore armare ed inquadrare. Con queste truppe la Francia iniziò la sua azione, clic poi arrestò bruscamente sull'Aisne. La opinione generale creatasi poi, e favorita dall'assioma ormai imperante che i soli detentori dei segreti bellici siano i tedeschi, e che gli altri popoli in guerra siano al confronto degli inesperti dilettanti, fu che nella battaglia sulla Marna l'esercito francese aveva dato il suo massimo sforzo, c che dovette, giunto sull'Aisne, arrestarsi di fronte alla calma e sicura difensiva tedesca, che nelle posizioni precedentemente preparate di Soissons, Laon, Reims e Vauquois, riacquistarono la superiorità sul nemico. Nulla è più errato di questo apprezzamento In generale, come nulla è pie erralo che il considerare una (/rande battaglia come quella della Marna come un fatto unico, che finisce con la sua fine. Una storia di quella battaglia non si conosce ancora con precisione: vi è, ad esempio, chi mette l'armala inglese fra l'ala estrema del generale Maunoury, e l'armata del generale Foch, mentre poi contingenti inglesi passati all'ovest di Parigi hanno liberato Amiens, e contingenti franco-ingleti provenienti da Rouen hanno progredito fino a La Castie, ove sono ancora adesso. Vi è quindi un po' di confusione delle Vngì anche, nei meglio informati ambienti francesi. SI dimentica, per esc7npio, -sempre l'iniziativa del generale Gallicni, che, partito dalle prime fortificazioni di Parigi., attaccò sull'Ourcq i tedeschi che aveva di fronte e li disfece prima ancora che la battaglia della Marna potesse dirsi iniziata. Ma attraverso tutte queste oscurità un fatto chiaro rimane, ed è che la battaglia data e vinta sulla Marna deve dividersi almeno in due diversi episodi: nell'attacco laterale sull'armata di von Kluck e nell'attacco frontale, sulla linea Provins, Monimirati, Sezanne, Vitry-le-Francois. Al primo epitodio si e attribuito tutto il contenuto geniale e tutto il merito del successo francete. Forse è un errore: fatto è che è là dove la sorte delle armi fu meno favorevole ai francesi, grazie alla disperata resistenza di von Kluck. Questa fece si che non vi fu alcun aggiramento vero e proprio: se fu quella azione il segno della ritirata tedesca, lo fu perchè il Corpo di von Kluck, essendosi trovato esposto sul suo fianco, dovette essere rinforzato dai Corpi d'armala più vicini. In cambio però, fatto fronte all'attacco, resiste disperatamenteper difendere le retrovie dei Corpi del centro, ed è l'ultimo a ritirarsi. La vera battaglia si svolge quindi sul centro, nelle torbiere da Montmiraìl a Vitry-le-Francois. Là si svolge un attacco frontale, reso durissimo dal terreno argilloso nel quale si affonda. I francesi, che sono quelli stessi che si ritirano da Charleroi in éù, fattoi tento, attaccano eoa, furia tati enaarata. e, e i e , a a n a e , l i o . i , , i . o o è a e n o r, ne . i i ed insieme con cosi tenace, abile, persistente manovra che ricacciano il potentissimo nemico frontalmente, faccia a faccia. In alcuni momenti la guardia tedesca interviene a salvare la ritirala. Senza indugiarci ad esaminare le cause di questo improvviso trionfo, occorre fissare per quale ragione la battaglia fosse condotta coti, e perchè il successo non fu sfruttato oltre un certo limite. Malgrado la fona materiale dei tedeschi in quel momento, è evidente che sarebbe bastata una minaccia proveniente, supponiamo, da Lilla o da Amiens, e diretta su Mézières o Mons per rigettare sulla Mosa i tedeschi. Ma in realtà la battaglia di cui parve che il passaggio della Marna fosse il culmine, non ha avuto questo nome che per ragione di paesaggio. Quel buon fiume che è la Marna non è un. baluardo riconquistato, poiché i francesi, giunsero, e sono adesso, in una linea che è in certi punti a quaranta o cinquanta chilometri al nord. Il disperalo attacco frontale, contro il quale i tedeschi resistettero altrettanto disperatamente, fu diretto a riportare la linea francese all'altezza di Verdun e sopratutto a rioccupare la linea ferroviaria Chdlons-Verdun. Questo era il vero scopo militare della battaglia della Marna. La riconquista di tutte le regioni occupale dai tedeschi nell'avanzata non aveva alcuna importanza militare, e non sarebbe certo stata scella come scopo da uno Stato Maggiore, il quale, come si. sa ora a Parigi con certezza, aveva freddamente (e giustamente) chiesto al Governo della Repubblica di poter abbandonare Parigi senza, difesa, qualora questo fosse stato necessario per l'attuazione dei suoi piani. La battaglia della Marna fini dunque come doveva finire, colla liberazione di tutta la linea dei [orti degli Hauts-de-Meuse, minacciali dai due lati, e col ristabilimento della linea francese in quella che è la stia linea naturale, ossia la linea Parigi, Reims, Verdun. La sconfitta tedesca era stata raggiunta prima, lo scopo militare francese è stato raggiunto il giorno in cui i francesi hanno riconquistala la linea ferroviaria di Verdun, ed hanno scongiurato l'investimento della loro grande fortezza. Chi voglia misurare lo scacco tedesco ha da prendere una carta geografica e misurare, la distanza fra Bar-le-Duc, ove erano in quella linea i tedeschi, e Varennes o Vauquois nella regione di Verdun, ove sono stati respinti in qitei dicci giorni di battaglia. Da quel momento continuare l'offensiva non, aveva pei francesi alcuna ragione militare, a meno che non si voglia forzatamente attribuire, ai francesi l'obbligo di vincere, vincere e continuare a vincere dovunque si trovino e dovunque questo sia lontanamente possibile. Anche i francesi hanno, in fin dei conti, una economia della guerra, alla quale debbono obbedire. Ristabilitisi sulla linea Parigi-Verdun i francesi, avevano conquistala l'assoluta sicurezza strategica quale è data dalla loro linea normale, di fortificazioni. Questo era lo scopo della battaglia della Marna, ed esso fu perfettamente raggiunto. Lungi dal finire per esaurimento, la battaglia fini, perchè era vinta completamente. I fatti hanno dimostrato ch£ lo era, poiché mai più i tedeschi, hanno potuto avvicinarsi a Verdun, che fino allora era perfettamente circondata. Sull'Aisne. il. secondo episodio, quello dello aggiramento, o, meglio, dell'attacco di fianco, fu saggiamente limitato dallo Stato Maggiore francese; non appena si ebbe notizia del grande concentramento tedesco che si lacera in Helgio per attaccare sulla linea da Lilla alla Manica. Questa prudenza giunse cosi esattamente al suo scopo che permise, colle forze minime che erano allora in giuoco, di parare il secondo colpo dell'offensiva tedesca, nella battaglia detta dell'Yser. Ecco gli avvenimenti esaminati con giustezza. Nonché mettere in luce le magnifiche qualità dell'alto Comando francese, essi dimostrano sopralutto una cosa : e cioè, che sembra assolutamente falsa la concesione che il successo della Marna non potesse essere più oltre sfruitalo per esaurimento, e che i tedeschi, dopo aver perduto torrenti del loro sangue per forzare gli sbarramenti francesi a S. Quintino, Guise e Sédan, e dopo aver ferocemente resistito nel settore di Verdun, si piegassero poi quasi volontariamente a perdere il vero vantaggio della loro avanzata, il quale consisteva nell'accerchiamento di Verdun. In realtà furono costretti a retrocedere perchè battuti su tutto il fronte, e non si piegarono che alla legge del più forte ; e dall'altra parte lo Stato Maggiore francese sospese l'offensiva non per etaurime.nto. ma perchè aveva raggiunto il suo obbiettivo, ossia la liberazione di Verdun. Gli effetti di questa liberazione si vedono adesso. La linea francese è diventata infrangibile, sebbene formi quasi un angolo retto. Le comunicazioni fra l'est ed il nord della Francia sono intatte, e la forza francese, al coperto dello scudo che le forma Verdun, manovra con facilità ed agilità. La battaglia dell'Yser ne è la prova. o ta. Le prossime direttive francesi La situazione strategica francese, se é però ormai ricca di potenti elementi difensivi, ha quasi maggiori vantaggi per l'offensiva. Data la conformità del fronte francese, la Francia manovra per lince interne, la Germania per linee esterne: un Corpo d'armata francese preso nei Vosyi va ad Armentieres o a Nieuport in linea retta: un corrispondente Corpo d'armata tedesco deve seguire gli altri due lali ilei triangolo. Questa premessa teorica può sembrare non troppo utile, nella pratica fino a che una vera superiorità nel materiale e negli nomivi non sia raggiunta dalla Francia. Ma, ripeto, il materiale d'artiglieria francese ha raggiunto un'abbondanza ed una potenza che in alcune ultime operazioni di concentrazione d'artiglieria (Les Eparyes, Vauquois, Neuve CImpelle) è apparsa schiacciante. A Les Eparget contro 300 metri di trincea ed un block-house tedetco sono stati concentrati SOOcannoni, l* «aaiftonc, che pareva tmpr dibile anche colla fanteria, è stata talmente sconvolta dall'artiglieria che aveva completamente cambiato aspetto quando i francesi mossero all'attacco '■ ad un assalto teorico, poiché nei 300 metri di cortina fortificata, sconvolta da ventimila obici non si trovarono che alcuni difensori sepolti nella terra. Certo simili concentrazioni di artiglieria non sono possibili in tutto il fronte nello stesso tempo, poiché altrimenti si sostituirebbe il cannone all'uomo, ma esse sono un indice ogni giorno crescente della formidabile potenzialità a cui i francesi hanno saputo portare la loro artiglieria pesante, Ora, se da un lato simili concentrazioni non sono possibili in tutto il fronte, è da prevedere però che una concentrazione proporzionata di artiglieria sarà (atta sul luogo della battaglia definitiva nei giorni in cui lo Stato Maggiore francese deciderà di tentare un attacco definitivo. E la posizione dei tedeschi presenta una quantità di punti deboli. Il primo è la difficoltà de!la concentrazione, poiché hanno 10 svantaggio di operare per linee esterne. 11 secondo è quello che una avanzata francese nel settore di Verdun verso nord mlnaccie.rebbe talmente le linee di comunicazioni tra il Belgio e la Germania che tutta la formidabile linea di trincee dal Mar del Nord alle Argonne cadrebbe, come un castello di carta. Il terzo g che non solo hanno perduto sulla Marna forse ogni speranza di investire Verdun, ma non hanno' sapulo impedire che le avanguardie francesi si tenessero in contatto colle vicinanze di Metz. La soluzione che essi hanno data ai problemi apparsi, dalle battaglie della Starna e dell'Yser e una soluzione facilona, a cui sembrano essersi adattali per la gioia di dire a sé stessi che combattono in paese straniero. Ma in realtà non hanno in Francia che una situazione assolutamente vuota di significato politico, poiché non occupano alcuna città importante salvo Lilla, ed in cambio vuota anche di ogni contenuto militare, poiché sono abbastanza lontani da Verdun per non poter dire di investirla, nè tengono i Irancesi. abbastanza lontani da Metz per poter essere sicuri di evitarne l'investimento. Quando non si potesse trarre altra, conseguenza da quanto abbiamo finora esposto, vi sarebbe almeno questa : che i francesi hanno saputo raggiungere finora i più larghi risultati militari coi minimi mezzi, e che la. iniziativa dell'azione, è stala da loro fino ad oggi imposta al. nemico. Può ritornare ad essere così? Evidentemente, si preferisce in Italia credere che lo sforzo francese è finito. Esaurita è la parola con cui si congeda, senz'altro dal teatro della guerra una nazione che ha cinquanta Corpi d'armata in linea, e probabilmente, venti in riserva. Io mi permetto di esprimere i mici dubbi anche su questo giudizio. Ho l'impressione ancora riva dell'ultima gita ad Epernay fatta non più di quindici giorni [a, dove ho visto con mio stupore, le più belle truppe che dal principio della guerra avessi^visto nelle fila francesi: uomini giovani, quasi, eleganti nelle loro uniformi nuove, fisonomie aperte ed allegre; e camions c materiale d'ogni sorta di primo ordine; tanto uomini che materiale, cosi, diversi i primi dalla accasciata territoriale rhc fu impiegata sopratutto i primi tempi, il secondo dalla scomposta, organizzazione di carreggio inadatto c di automobili di lusso affidali a ehauffeurs Inesperti, che furono pure gli strumenti e gli elementi delle prime non ingloriose, offensive. Se da un lato quindi ho visto che la necessità di ricostruire l'artiglieria e di allenare le riserve consigliatiano lo Stato Maggiore francese a. rimandare decisamente la soluzione per lo meno alla primavera, dall'altro mi sembra di aver mostralo come lo Stalo Maggiore slesso non si è concesso questo riposo che dopo aver con due formidabili battaglie tolto per lo meno ogni importanza militare alla avanzata tedesca, liberando Verdun e. sbarrando la via di Calais. In tempi difficili, ha assolto completamente il suo compito militare. Quello che gli resta sembra solo superficialmente più difficile di quello che è stato compiuto, poiché dopo essersi prefissa una linea strategica che riunisce i massimi vantaggi, l'esercito francese ha saputo conservarla intatta finora. E solo superficialmente si può giudicare che occorrano adesso enormi forze per sfruttare a suo tempo questi vantaggi strategici, poiché è chiaro invece che l'unità di combattimento francese ha grandem.ente guadagnato in potenza per la creazione di una formidabile artiglieria pesante Dove avverrà lo sforzo dei francesi può parere, dubbio. Ma ad udire le voci che corrono in Francia, ed a considerare anche certi obbiettivi francesi, misti di politica di ragioni militari si deve credere che esso avvenga nel settore di Verdun. Una grossa azione sui due fianchi di Verdun avrebbe il vantaggio di minacciare la linea di ritirata tedesca dal Belgio, che è la Mosa, e di condurre, se vittoriosa, all'investimento di Metz. E* probabile che questa azione non verrebbe continuata che per proteggere le truppe che assedierebbero Metz, e per tentare di raggiungere il Reno dai Vosgi, almeno nel corto inferiore. Una simile atione non necessiterebbe un grande impiego di forte, e, se vittoriosa, costrin gerebbe i tedetehi a sgombrare il Belgio, mentre porterebbe i francesi in Lorena. Ecco quello che si può supporre, da quanto si ode in Francia, sulla futura azione dell'esercito francese, e che del retto risulta come l'ipotesi più logica, dato che finora concetti principali di Joffre tono stati due fare agire Verdun come un pernio principale della sua manovra, e non eseguire che azioni di cui si potessero consolidare gli effetti. Ora, dato quello che abbiamo premetto sulla preparazione francete compiuta neU l'inverno, dato che le prime grandi azioni diedero già un esilo finalmente fortunato quando di questa preparazione non esisteIra ancora nulla, dal» che Vinti licita fn dndmtcgtceszpnvvvmpppmlcese nell'inverno che è potiate si deve «alo 1 a gvafJe iCUFJ di jrj a etaurimento, come si pud dire, che un limile compilo sia certamente superiore alle forze francesi, e che la Francia sia ormai fuori combattimento? Concludendo Ecco, riassunto nelle grandi linee, quanto ho creduto vedere o vidi veramente nei tette, mesi che ho passati accanto all'esercito francese o nella capitale. Questo quadro è talmente diverso dalle immaginazioni che corrono in Italia, che ho creduto mio dovere giornalistico di esporlo completamente, perchè ritengo che nel. momento attraversato dall'Italia occorre, distruggere tutte le prevenzioni false su qualunque campo si applichino. * Ho discusso al mio ritorno con colleghi giunti dalla Germania e che avevano recato notizie dalle quali bisognava desumere che la Germania fosse a qualunque costo ed in ogni condizione invincibile; ho chiesto loro donde ritraessero questa convinzione, e mi hanno citato fenomeni e fatti, per dir cosi, di ordinaria amministrazione; che in Germania nessuno dubita della vittoria, che le città sono tranquille, che i viveri non sono troppo rincarati, che vi si vedono molti soldati... Se è questo che dimostra che una nazione è invincibile, mi riassicuro per la Francia. Poiché se in un paese si è, o si mostra di. essere sicuri della vittoria, questo è la Francia; se in un paese le. città dormono nel sonno della pace (escluse quelle della zona di guerra), se in un paese si vive a buon mercato, se in un paese si vedono molti soldati, quel paese è la Francia. Ma chi vien dall'Inghilterra racconta le slesse im.pressioni; chi viene dalla Russia le esagera ancora. Che cosa conchiuderne, quindi? Solamente che la tranquillila della vita e la sicurezza nella vittoria sono comuni a tutti i belligeranti, e non se ne può trarre alcuna conseguenza per l'esito della lotta. Le premesse di un calcolo di questo genere sono assolutamente altrove, e non tocca a me di stabilirla, né di occuparmene. Soltanto avendo notato che le più false voci si sono formate in Italia sulla situazione francese, ho voluto opporre loro quella che credo essere la realtà dei fatti. E mi sono rallegrato constatando quanto occorra falsare la. verità per potere stabilire in un calcolo la sconfina francese come una cifra sicura accanto alle altre incognite; poiché, ripeto il principio, ho riportato dalla visione del tranquillo, continuo, tenace, romano sforzo del pojwlo francese, una simpatia ed una ammirazione che mi hanno momentaneamente riconciliato persino con le. democrazie. La Francia, io credo di poter concludere, non è nè alla fine dei suoi uomini, nè delle sue risorse; ed è fin da adesso pronta a dare fino al suo ultimo soldo ed al suo ultimo uomo. Ora per una nazione di 40 milioni d'abitanti, che è ben lungi dall'et sere povera, il risultato non può essere la magra cosa che molti si attendono. PAOLO SOARFOQLIO.