L'Europa e la questione degli Stretti

L'Europa e la questione degli Stretti L'Europa e la questione degli Stretti L'amene aprala anglo-francese contro i Dardanelli «(inette ani tappeto, in una nuova singolar}s»>rrLa incarnazione, la questione degli Stretti — la più spinosa e complicata questione diplomatica del secolo XIX, intano a cui do© guerre si sono combattute e tìe granii trattati di paca si sono condì*!. È' indubitabile che l'impresa, riuscendo, danà una nuova, profondamente diversa e forse permanente. salmiW al grande problema poUtico dèlie comunicazioni del Mar Nero con l*5gw>- fyr comprendere pfrp a pieno gji importanti avvenimenti che «(ristanno wolgenfe in Turchia, ed es¬ sere fiene orizzontati ^el giudeo <te/te forn che dia vanno, y nwoA'o assetto politelo # ovjn pmatico.'TOB'Oriente— è necestìri»^ttUl*>care a grandi linee la storia dc'uif questione ddgli' Stretti, dal giorno in cui la Russia, anacejandoBi per la prima volta, al Mar Nero, creò i termini fondamentali del problema, all'episodio del passaggio delle quattro torpediniere russe attraverso i Dardanelli nel 1903 che) flsaò^ l'ultimò atteggiamefite àel|e Potenze europee di fronte alla questione tiegli Stiletti prima della conila gracione eufbpea, 'Sino alla fine del secolo XVII non esiste questióne degli Sfratti. Il Mar Nero è proprietà indivisa dei Sultani di Starnimi, che ne occupano tut't^ le còste, e non tollerano che vi navighi altra bandiera che la Mezzaluna. L'ambasciatore di Pietro il Grande a Costantinopoli Gali-teine definisce così la situazione: «Il Sultano considera il Mar Nero come casa sua, dove gli stranieri non possono penetrare: è una vergine chiusa in fondo all'harem-, nascosta allo sguardo degli estranei. Égli preferirebbe la guerra anziché permettere alle altre nazioni di navigare in Questo mare ilnterno ». . Ma Pietro il Grande conquistando Azoff, «fonda sul Mar Nero, che cessa da questo momento di essere proprietà esclusiva dei signori di Bisanzio. Il Turco se ne allarma. Durante i negoziati che precedono la pace di Costantinopoli, il segretario della Sublime Porta dichiara: «Quando le navi straniere otterranno la facoltà di navigare liberamente su questo mare, la fine dell'Impero ottomano sarti suonata» ila profezia si avverò. La libera navigazione mercantile nel Mar Nero segnò l'inizio della decadenza politica della Turchia: il libero passaggio delle navi da guerra attraverso i Dardanelli significherà la sua finale liquidazione. Tutto il secolo XVIII è riempito della lot ta fra la Russia', che vuole estendere il suo dominio sulle rive del Mar Nero e farvi navigare liberamente i suoi vascelli, e la Tur cliia, che vuole scacciarla. Vince la Russia Caterina II, col trattato di Kiutciuk-Kal riargi (1771) ottiene nuovi approdi nel Mar Nero e la libera navigazione alle navi mercantili russe. Potemkine conquista la Crimea, e la pace di .Tassy (1792) consacra il riconoscimento del nuovo acquisto russo per parte del Sultano. Da questo momento la questione assume mi'nuovo aspetto. Il Mar Nero ha cessato di essere un «mare interno», poiché due Potenze no dividono le 3ponde, ma è diven tato un « mare chiuso », poiché la Turchia tiene nelle sue mani il Bosforo ed i Dnrda uelli, per cui il Pònto Eusino comunica col mar libero. Lo sforzo della Russia ora è per l'apertura degli Stretti, por la comunicazione libera col Mediterraneo. La tesi russa è mirabilmente espressa in queste parole di Dànilcwski: «Il diritto delle navi da guer ra russe di passare liberamente dal Mar Nero al Mediterraneo non è che il diritto della Russia- di uscire dal suo cortile in terno al mondo esteriore: il diritto delle no vi da guerra delle altre Potenze di entrare liberamente nel Mar Nero non è che il diritto di invadere il nostro cortile e la nostra casa, unicamente per depredarla ». Come si vede, la questione del Mar Nero e deg! Stretti ha fatto una rapida evoluzione: Pei .Caterina II, Azov e la Crimea sono la « etra da di Bisanzio ». Bisogna mettere la mano su Costantinopoli, per sopprimere questo controsenso del « mar libero » e degl .«Stretti chiusi». Il Mar Nero, che fu sempre un « mare interno » turco, deve diven tare un « mare interno » russo La. Rivoluzione francese e l'Impero na poleonico arricchiscono di nuovi element la questione degli Stretti. La .spedizione del Bona parte in Egitto, che porta fino in O riente i fermenti della rivoluzione, riconc lia'-contro il comune nemico il Sultano lo Czar. Lo Czar invia la sua flotta del Ma Nero per difendere Costantinopoli e la Turchia dalla minaccia giacobina. Per una vo ta, per una sola volta nella storia, il Bosfo ro e-i Dardanelli el aprono volontariamen te alla bandiera da guerra russa. Napoleone ha concluso la pace di Tilsi (1807). L'Imperatore e lo Czar associati procedono ad una ridistribuzione degli Imperi. Alessandro I è infiammato alle grandi prospettive che Napoleone gli discopre: ma, prima di cedere alle suggestioni del suo nuovo potente amico, egli chiede « la chiave di casa sua », Costantinopoli. « Ora decisiva — commenta René Pinon — da cui poteva uscire un'Europa ricostruita su nuove fondamenta,. liberata dal peso morto della eterna questione d'Oriente ». Era allora dogma politico indiscusso che il dominio dell'Europa dipendeva dal possesso di Costai) tinopoli. Napoleone credeva in quesio assioma. Fu inteso ripetere: «Costantinopoli, Costantinopoli, mai! E' l'Impero del mondo! ». Egli rifiuta. Vuole l'amicizia russa senta sacrifizi degli Stretti. E Alessandro accetta l'alleanza ma con Costantinopoli. Il contrasto è irreducibile. L'ascendente francese a Costantinopoli, duranti lo splendore napoleonico, è tale, che l'Inghilterra ingelosita ten+a di distruggerlo con Un colpo audace. L'ambasciatore britannico, Sir G. Arbuthnof va a cercare all'entrata dei Dardanelli la squadra del l'ammiraglio Duckworth, la guida arditamente attraverso gli Stretti, e la porta ad ancorarsi davanti a Costantinopoli, minacciando di bombardare la città, se il Sultano Selim non caccia l'onnipotente ambasciatore francese Sebastiani. Sebastiani resiste, infonde energia nel Sultano, organiz ■a la iMAstsnx» e (a puntar» i cannoni. La squadra di DuNfcworth è costretta a levare l'ancora e a ripassar» i Dardanelli, sotto U fuoco dette batteria tarehe. Da gasato spsandic, ola segna u anmm in- lepmqtgvpcilPcfcschcocmrcgtNcTtscdrtlUdspdTmMlpdcsoapsnlPfmFCtt a e o ervento inglese negli Stretti, esce il primo protocollo diplomatico, che contiene i germi di tutti i trattati successivi coli cui la questione degli Stretti fu regolata. Nel tratalo anglo-turco del 1809 il Sultano s'impegna a tener chiusi gli Stretti, e, alla sua volta, l'Inghilterra s'impegna a non più ri patere il tentativo del 1807, a rispettare la chiusura dei Dardanelli, a condizione che l Sultano ne imponga il rispetto a tuj.te le Potenze. La questione degli Stretti assume così un nuovo -importamissinio aspetto: la acoltà di aprire e chiudere gli Stretti —• che fu sempre una prerogativa assoluta e senza eccezioni della' sovranità turca ha. questo ■ niomentf AfynUata dall'accordo oji l'lngi?ilterra. L'Inghilterra diventa la custode dell'impegno assunto dalla Sublime Porta. La sovranità turca sugli Stretti riceve il primo fleri-ssimo colpo. Passata la bufera napoleonica, la Russia cerca di distruggere la situazione privilegiata che l'Inghilterra a'è costituita col trattato del 1809. Gli avvenimenti l'assistono. Nel 1833 Ibrahim, figlio di Mcliemet Ali conquistatore dell'Egitto, si volge contro la Turchia e avanza su Costantinopoli, mettendola in pericolo. Il Sultano si volge per soccorso allo Czar. Una squadra russa, a cui il Bosforo si apre, si àncora nel Corno d'Oro. Segue un corpo di 50.000 uomini, che accampa alle porte della capitale. Ibrahim retrocede, Costantinopoli è.salva, ma di Sultano deva pagare lo scotto. Il 10 liyglio Alessio Orioli gli fa. firmare il trattato di Unkiar Skelessi, col quale, sotto le specie di un'alleanza difensiva, la Russia impone sugli Stretti e su Costantinopoli un vero protettorato. La Turchia è obbligata a chiudere gli Stretti alle navi da guerra straniere. La situazione del 1809 è capovolta. Il Turco rimane il portinaio del Mar Nero, ma' al servizio di un padrone potente. Il Mar Nero diventa vin vero lago russo, di cui la Turchia vieta l'entrata alle marine europeo senza che nulla impedisca alla Russia di far uscire nel Mediterraneo le sue navi. La diplomazia britannica non ha pace fmchè il trattato di Unkiar-Skelessi non è distrutto. La seconda guerra turco-egiziana offre a Palmerston l'opportunità desidcraa. La rivalità fra Nicola I e Luigi Filippo, abilmente sfruttata dalla politica inglese, permette la conclusione della Convenzione Londra (16 luglio 1840), che, nell'art, 4 stabilisce, come principio del diritto internazionale, la chiusura dei Dardanelli. E' la rovina del trattalo di Unkiar-Skelessi. Pure la Russia, in odio della Francia, la firma. E il colmo del successo della diplomazia inglese si ha l'anno dopo, quando la Francia rientra nel concerto europeo, e la Convenzione di Londra diventa la Convenzione degli Stretti (13 luglio 1841). Il Sul taino vi dichiara di mantenere, finché è in pace, il principio della chiusura degli Stret le Potenze si impegnano a rispettare la cochRcificdoququML'mvra fai nzicoseteClacdagssti: chiusura. La questione degli Stretti ha fatto un nuovo passo: l'impegno é collettivo, della Turchia verso tutte le Alte Parti contraenti, delle Potenze l'una verso le altre. La sovranità turca ha subito un nuovo strappo: il Sultano ha da questo momento il dovere di chiudere e non ha più il diritto di aprire gli Stretti ad alcuna Potenza. Non neanche più libero, come dopo i trattati del 1809 e 1833, di fare una eccezione. E' questa l'interpretazione dominante della Convenzione degli Stretti, che rimane incontestata fino al Congresso di Berlino La vera vittima della Convenzione degli Stretti c la Russia. In apparenza gli Stretti sono chiusi a 1utte le marine d'Europa: in realtà sono chiusi solo alla marina russa. So ne ha la prova durante la guerra, di Crimea, quando gii Stretti r-i aprono alle flotte francese e inglese. 11 trattato di Parigi del 1?56, che conchiude questa guerra, riproduce integralmente la Convenzione degli Stretti. Solo ù peggiorata la situazione della Russia : la sua marina da guerra è esclusa, non solamente dagli Stretti, ma dallo stesso Mar Nero. Il Mar Nero é neutralizzato: diventa un mare europeo, collocato sotto il regimo speciale dell? Convenzioni garantite dalle Potenze. La Russia retrocede di un secolo: non può far navigare sul Mar Nero che un piccolo numero di unità leggere, e non può tenervi arsenali marittimi. La Francia scontò le clausole umilianti del Trattato di Parigi. La Russia la lasciò sola alle prese con la Prussia, nel 1870. Il 31 ottobre di quell'anno il principe Gorciakof, approfJìtilando della disfatta francese, con un semplice telegramma-circolare, informò le Cancellerie europee « che S. M. Imperiale non saprebbe considerarsi ulteriormente vincolata dagli obblighi del Trattato di Parigi in quanto essi restringono i nostri diritti di sovranità sul Mar Nero». La Conferenza di Londra si limita, su questo punto, a registrare il fatto compiuto. Non innova nulla nel regime degli Stretti. Confermando la Convenzione del 1841, accorda (art. 2) al. Sultano « la facoltà di aprire i Dardanelli, in tempo di pace alle navi delle Potenze amiclie ed alleate, nel caso in cui la Sublime Porta lo ritenesse necessario per assicurare le stipulazioni del Trattato di Parigi del 1S5C». Da questo articolo fu originata, la- duplice interpretazione che si verificò, otto anni dopo, al Congresso di Berlino. Al Congresso di Berlino, nella seduta dell'I 1 lugli»! 1878, Lord Salisbury si alzò, e lesse la seguente dichiarazione: «Io dichiaro, per parte dell'Inghilterra, che gli obblighi di S. M. Britannica concernenti la chiusura degli Stretti, si limitano ad un impegno verso il Sultano a rispettare a questo riguardo le decisioni indipendenti di S. M. conformi allo spirito dei trattali esistenti ». Il giorno dopo il conte Scinvalof fece in serire nel protocollo la seguente dichiara zione della Russia sullo stesso argomento: «11 principio della chiusura degli Stretti è un principio europeo, e le stipulazioni con eluse a questo riguardo nel 1841, 1856 e 1871. confermate attualmente dal trattalo di Berlino, sono obbligatorie da parie di tutte le Potenze, conformemente allo spirito ed alla lettera dei trattati esistenti, non so lamenta verso 11 Sultano, ma verso tutte le Poterne firmatarie di queste transazioni». Questi due punti di vista contrastanti funai iwtocaJte, « —waa dati ghnppsutrcomqdDmpteePddgvmdemdtftel i a r a beraztone fu presa tu merito. Il regime degli Strettì fu lasciato intatto, quale risultava dalle Convenzioni del 1841, 1856, 1871. Giuridicamente quindi, la semplice dichiarazione inglese non poteva bastare a modificai» un principio consacrato da tre trattati, e riconfermato nel Congresso. Politicamente, la tesi inglese poteva produrre le più gravi conseguenze. Invece non ne fu nulla. Anzi, avvenne, che 24 anni dopo, nel 1902 Inghilterra e Russia si trovarono ad avere abbandonato ciascuna la propria dichiarafeione speci fica del Congresso di Berlino e ad avere adottato la tesi della rivale. Nell'agosto di quell'anno alla Russia occorse far passare quattro cacciatorpediniere da Cronstadt al Mar Nero, quindi a> traverso gli Stretti. L'ambasciatore fece la domanda' alla Sublime Porta, avvertendo che il fatto non avrebbe costituito precedenti, impegnandosi a far disarmare i cacciatorpediniere, e a far inalberare la bandiera mercantile. Dopo i soliti indugi la Porta annuì e le quattro navi passarono gli Stretti. L'Inghilterra, che, secondo la dichiarazione di lord Salisbury, avrebbe dovuto riconoscere la perfetta legittimità del con senso, fu invece la sola Potenza che protestò. Il 6 gennaio 1903 l'ambasciatore OConnor, rimetteva alla Porta una nota con la quale prendeva atto del passaggio decacciatorpediniere, o dichiarava che, in casodi bisogno l'Inghilterra non avrebbe esitatoa valersene come di un precedente. Cosi Inghilterra e Russia, 24 anni dopo il Congresso di Berlino, abbandonavano simultanea mente il punto di vista affermato dai rispettivi plenipotenziari: la Russia riconosceva al Sultano il diritto di accordare il passaggio attraverso gli Strettì senza doverne rendere conto a nessuno, e l'Inghilterra glielo contestava. Effetto della debolezza della Turchia e delle fluttuazioni della supremazia europea sol Como d'Oro. La Potenza che esercita la preponderanza a Costantinopoli è regolarmente disposta a riconoscere al Sultano il diritto di •aprirò o chiudere i Dardanelli a suo gradimento perchè è certa che il Suitano cederà do cilmente ai suoi ordini : le altre invocano il principio assoluto e indiscriminato della chiusura degli Stretti, perchè in esso trovano la difesa è la garanzia dei loro interèssi. La guerra russo-giapponese non sollevò, quanto agli Stretti, grandi questioni. La Chiusura per le navi da guerra fu rigidamente mantenuta, e solamente la flotta del Baltico fece rotta per l'Estremo Oriente, Passarono invece senza gravi difficoltà le unità delia fiotta volontaria, semplici piroscafi mercantili armati e trasformati in incrociatori ausiliarii. La partecipazione della Turchia. aWa guerra europea ha fatto compiere alla que stione degli Stretti un altro grave passo. ' Vedremo in un prossimo articolo quali sono le grandi forze storiche, gli imponen ti interessi politici che hanno dato l'imnpul so a questa secolare questione, ed hanno costituito l'invisibile motore delle compii caie vicende diplomatiche che oggi a-bbia>mo ricapitolato. . j btmdfvEdènsnrtgdnl