Le trattative austro-tedesche pel problema italiano

Le trattative austro-tedesche pel problema italiano Le trattative austro-tedesche pel problema italiano I divergenti punti di vista sulla pregiudiziale Le impressioni di Montecitorio - Il riserbo del nostro Governo (PER TELEFONO ALLA "STAMPA,,) 18, notte. Un problema sovrasta ogni altro dltocus«ione nell'ambiente "del mondo politico: è 11 problema dei negoziati di Vienna. Non si parla d'altro a Roma ed il desiderio di conoscere la verità, di orientarsi nel dedalo delle voci contraddittorie e di opposte supposizioni raggiunge i confini di una vera ossessione. La pubblicazione oggi avvenuta con intonazione identica, con parole presBochè eguali, da parte di giornali di diverso colore intomo al punto di vista italiano viene ancora ad aumentare il fervore delle discussioni. Stasera una nuova ondata di pessimismo prende il sopravvento nella corrente dell'opinione pubblica. La dichiarazione doverosa della inaccettabilità di una pregiudiziale austriaca basata sulla formula della custodia del Trentino fino a guerra finita da parte della Germania, che dovrebbe solo allora consegnarlo all'Italia, fa prendere il volo alla notizia che le trattative possono considerarsi fallite. Nello stesso mondo politico c diplomatico molte persone si mostrano profondamente scettiche sulla possibilità di continuare i negoziati che la Germania conduce a Vienna. La convinzione che forse fra qualche giorno o più tardi fra qualche settimana il piano di Bttlow sarà tramontato induce anche gli interventisti a desistere dalla vivace campagna intrapresa contro il tentativo di evitare la guerra. Perchè — dicono gli interventisti — combattere con irò un'ombra? Essi cominciano per ciò a far vibrare un'altra corda del loro arco: il malcontento contro il Governo perchè si presta — essi dicono — al gioco dell'Austria e della Germania, gioco che consisterebbe nel far perdere tempo all'Italia, mentre 6 notorio che questo tempo ci è prezioso per completare l'affilamento dell'arma, che noi potremmo forse trovarci in condizione di dover im pugnare a breve scadenza. Veniamo, con serenità e obbiettività as.'soiùifo,. di orizzontarci nel mare infinito delle notizie esatte o tendenziose, delle fantasie romanzesche o interessate, che dilaga attualmnte ovunque si parli della situazione intemazionale. 11 dubbio profondo che ora risorgo intorno alla possibilità di un risultato dei negoziati austro-germanici, non è che la conseguenza delle enormi difficoltà che i negoziati incontrano per proseguire il loro cammino. Il Governo non si fa nessuna illusione sul risultato delle trattative alle quali, dinanzi al mondo, esso non prende parte. 11 nostro Governo ha considerato come un dovere lasciar compiere il tentativo iniziato. Perchè, se un accordo fosse possibile e vantaggioso per l'Italia, non tentarlo? Nulla che non sia disonorevole e contrario alla dignità del paese deve essere eschiso a priori. Il Ministero Salandra tiene l'occhio fisso sopratutto al suo supremo obbiettivo: non impegnarsi, non compromettere la propria linea di condotta avvenire. T'issato questo punto, il Governo assiste al teutativo della Germania,'tentativo che deve lasciare aperta ogni altra via per l'Italia. I negoziati a Vienna hanno, dopo molti sforzi compiuti non da noi ma dalla Germania, compiuto un primo passo notevole. L'Austria non si oppone a cessioni territoriali in proporzioni inferiori però a quelle l'acchiuse nelle « aspirazioni nazionali » di cui il Governo ha promesso la realizzazione .alla Camera. Inoltre il Governo di Vienna è disposto a trattare altre concessioni non meno importanti, che riguardano particolarmente il trattamento da usarsi agli italiani che rimarrebbero, dopo la rettifica del confine, sotto il dominio austriaco. ' Dopo questo primo passo, il secondo Apparso di assai pili difficile realizzazione. Un quesito si è imposto al Gabinetto di Vienna : — Coinè giustificare in Austria, dinanzi all'opinione pubblica e al Parlamento, il consenso ad amputazioni territoriali non strappate da vittorie sui campi dj battaglia? Qui è venuta in campo la cosi detta questione dei compensi. I compensi potevano, secondo le sfere ufficiali austriache, essere di varia natura. Potevano cominciare, cioè, come era naturale, dalia continuazione della neutralità dell'Italia per finire ad un legame austro-italiano ih tutte le questioni che la guerra e la liquidazione dell'attuale conflitto possono gettare sul tappeto. Come proposta intermedia, è venuta in campo la proposta della nota pregiudiziale. La Germania deterrebbe il Tren» tino fino alla fine della guerra come garanzia del nostro atteggiamento. Questa mossa ne ha provocato un'altra della Germania. Lu pregiudiziale è inaccettabile. Lo stesso principe di Biilow sente infatti l'insormontabile ripugnanza del popolo italiano ad accettare una condizione simile, alla quale nessun uomo di Governo potrebbe acconsentire. Infatti a Vienna la pregiudiziale viene ora controbattufa con le osservazioni odierne dei giornali romani, i quali sostengono che la cessione dèi Trentino deve indennizzare l'Italia della politica micidiale agli interessi italiani seguita dal mo. mento della dichiarazione di guerra alla Serbia. Ora, essendo trapelata nelle sfere italiane questa formula inaccettabile affacciata dall'Austria, la stampa del nostro paese si impadronisce di questo nuovo lato Isella questione e fa conoscere indirettàmen. U all'Austria che una pregiudiziale consi¬ mcisValeudscmupadptes mile g un atto 'dì follia. L'opinione" pubblica è l'interprete del pensiero del Governo, il quale non è stato consultato nè su questo nè su altri punti delle trattative di Vienna. Il Governo intende infatti ignorare, fino a che durano le pratiche del principe di Biilow, quali siano le conseguenze pratiche di esse. 11 Governo non ignora, ma in forma ufficiale nulla conosco. A suo tempo, quando un insieme concreto di proposte gli fosse sottoposto, risponderebbe colle proprie decisioni che possono essere negative o affermative. Oggi il nostro Governo pensa che una condizione simile sarebbe disonorevole; perciò essa non verrebbe neppure ammessa all'onore' di una discussione. Che avverrà dunque ora? O l'Austria insisterà in questa pregiudiziale inaccettabile e, in tal caso, le trattative non potranno continuare; oppure essa riconoscerà che le obbiezioni mosse dalla stessa Germania sono fondate e rinuncierà alla pregiudiziale affacciata. In tale caso le trattative potrebbero continuare. Previsioni in tale materia non sono possibili. Però, tenendo conto che a Vienna non si intendeva dapprima sentir parlare di cessioni territoriali, mentre in seguito tali cessioni furono ammesse, si può anche ritenere possibile che il Governo austriaco ceda per la seconda volta e che le trattative possano proseguire. Ma, pure superando esse questo secondo ostacolo, quale sorte alle trattative è riservata alla fine della lunghissima via che devono percorrere? Non vi nascendo che a Roma, nelle più alte sfere politiche e diplomatiche, regna un grande scetticismo in proposito. Nel mondo parlamentare queste pratiche della Germania verso l'Austria vengono considerate con estrema diffidenza Personaggi politici, non di primissimo pidine ma specialmente competenti in poli bica estera, suppongono che i negoziati di Vienna non siano altro che una prova di più della grande abilità del principe di Bùlow il quale tenderebbe a creare alla.Germania vti alibi innanzi al mondo. Altri suppongono che il Governo di Vienna affacclerà ora un'altra ipotesij_ quella df deferire la controversia. che sorge sulla sua pregiudiziale, alla futura conferenza per la pace, alla quale l'Italia giungerebbe isolata e si può dire indifesa. L'opinione pubblica poi si rivela inquieta. Essa diffida dell'Austria e teme inganni non ignorati alla diplomazia austriaca. Nelle sfere ufficiali si mantiene un atteggiamento di sfinge. Nell'intimità gli uomini del Governo dichiarano che il paese deve attendere tranquillo. Nessuna vis è chiusa. Vi è qualche Ministro a tinta interventista, che si riserva di discutere a fondo, se Bùlow riuscirà a concludere l'accordo che si volesse proporre. Nessuna sorpresa è pertanto possibile. Il Governo pensa senza tregua alla preparazione militare. A proposito di essa, ed a puro titolo di cronaca, è da notare che se complicazioni avvenissero, il Presidente del Consiglio avrebbe 'i suoi tre figli sotto le armi: il primogenito Giuseppe, ingegnere e attualmente sottotenente di complemento nel ruolo tecnico del batta glione Specialisti del Genio; il secondogeni to, che appartiene alla classe 1889 ed è avvocato, è anch'egli sottotenente di complemento nel battaglione specialisti genio; il terzo figlio Mario, studente del terzo anno di giurisprudenza all'Università di Róma, appartiene alla classe del 1895 ed è stato anch'egli recentemente promosso sottotenente df: complemento nello stesso battaglione specialisti presso il quale prenderà servizio il 20 marzo. S. - ([ l o o à - inteso quale è. e non confuso con gli altri (molteplici problemi di compensi, che possono [presentarsi con la fine della guerra. Solo quando sta cosi inteso nella sua singolarità, esso potrà essere affrontato con criteri adeguati per la sua soluzione, la quale è stata si posta ed imposta dalla guerra, ma che dalla guerra e dalle sue vicende può e deve rimanere staccata come problema eccezionale. « Altro non aggiungiamo, nè crediamo utile aggiungere per ora. Richiamiamo le difficoltà del problema anche per l'ultra, parte, e deprechiamo quindi lo Impazienze eccessive, l'ttccomniiil.'UKJo lo calma e la ponderatezza. E, appunto porche sicuri della nostra ponile- ratezza e moderazione, crediamo di dover Cjpotere avanzare un monito amichevole 0.1 ri-,guardo dell'impostatura del problema in mo-jdo errato, cosi da pregiudicarne la soluzione, ja n o i e K o . ^ La pregiudiziale austriaca, ripetiamo, è inaccettabile, e bisogna cominciare col correggere subito questo errore preliminare, se si desidera e si spera nella soluzione amichevole del conflitto >: // dilemma ; posto dal "Giornale d'Italia,, Il Giornale d'Italia, in un articolo editoriale, dice che il programma dell'Italia si riassume nei termini seguenti : « o la realizzazione delle aspirazioni nazionali o la guerra». Il giornale amico dell'on. Salandra osserva che, di fronte alle contraddittorie voci poste in circolazione, è bene precisare il punto di vista dell'Italia e scrive: . « O l'Italia potrà ottenere pacificamente una immediata sicura seria soddisfazione alle sue sacrosanto aspirazioni ed una equivalente ,ulela dei suoi imprescrittibili e grandi interessi, a ricorrerà alla suprema prova delle armi. Su questo tardine della politica nazionale non può e non deve esservi dubbio alcuno. Sarebbe assurdo pensare cho una grande potenza come l'Italia, salda di armi a di spirito, posta da selle niesi di preparazono ed attesa in una speciale situazione diplomala o militare, avente por la pressione imleclinaKle degli avvenimenti una positiva influenza su altri Stati tuttora estranei al conflitto, decisa ad uscirà dalla tremenda crisi europea piò grande e più Iorio, rinunciasse ad assicurare la propria fortuna, il proprio avvenire e si aeconteta6so dol biblico piatto di lenticchie o, anche meno, di semplici promesse. (Juulumnue sia la verità attorno allo svolgimento rielle trattative, gli iloliaui possono essere sicuri che- 1- arguirti interessi nazionali saranno a tutti i costi tutelarti. Questa è la ■Volontà del paese e questo è', secondo- noi, il dovere del Governo. L'equilibrio e la pace furono spezzali per colpa d'altri, noi Sgnari nolent1, ed anzi con nostro danno e pencolo. La'sono ha voluto ebe noi potessimo noecogliere le nostre energie, meditare sulle nostre cose, vigilare fruttuosamente sugli avvenimenti. Nessuno potrà mai rimproverarci se, alla vigilia di un nuovo assetto europeo e forse ruondiàr-'. che durerà forse almeno mezzo secolo, noi faremo tutto il necessario pc:' assicurare alla nostra patria quelle condizionò di sicurezza, di prestigio, di progresso e sviilirppo che sono necessario ad una grande nazione. Di altri, non nostra, è la responsabiKtà dell'anmano crisi dalla quale noi saremmo indegni e .stolti se non Sapessimo uscire con. onore e vantaggio. Grande è adunque la nostra influenza in questo attimo, che dobbiamo, che vogliamo saipere cogliere eri è nelle nostre mani di contribuire potentemente alla formazione del nuovo assetto internazionale. Llta'ia farà ciò che l suoi interessi le consigli eranno. Essa .— termina il giornale amico del Governo raggiungerà ad ogni costo e, con qualunque mezzo, la propria mèta >. calizzato in una limitatislma cessione di solo carattere nazionale, e ricordiamo che un problema di posizioni, cioè, nel nostro caso, di confine, è aperto non solo verso il' Trentino ma anche verso la Venezia Giulia, e per ciò là rettifica di confine all'Isonzo non risolverebbe nulla, come è stato dimostrato dalla storia, perchè l'Isonzo, tranne che in un brevissimo periodo napoleonico, non è stato mal considerato dagli uomini politici e dal tecnici militari di ogni pane il confine storico e naturalo d'Italia. Gli attuali confini d'Italia sono i confini di uno Stato sconfitto Custoza o Classi lasciano il nostro Paese in -completa mercè dell'Austria. Tutto il caiteggio diplomatico del ji8fis dimostra come già allora si aveva la co,scienza chiara di questa verità. II ministro Rijeasoll dichiarò replicatamente che l'Isonzo non jbasta ad assicurare il confine orientale d'Ita- lia, a cui è necessario il possesso della linea delle Alpi Giulie. L'Isonzo è un fiumiciattolo guadabile, e non segna nessuna linea naturale di confina. La riva sinistra del fiume, che nel progetto germanico rimarrebbe all'Austria, è assai più elevata della riva destra per tutto l'immenso altipiano del Carso: cosicché anche con questa rettifica il territorio italiano sarebbe completamente dominato dall'Austria. Lo. nostra difesa militare, che è legata a gravi necessità economiche e nazionali, deve assolutamente essere portata sulla linea segnata dalla natura. Non crediamo certo di' dover ora svolgere il tema della nostra difesa ad Oriente. Queste poche note affrettate debbono bastare solo per spiegare la ragione d'essere della tacita pregiudiziale italiana, che sarà posta, abbiamo ragione di credere, anche dal Governo italiano quando si dovesse discutere decisamente della questione, ciò che finora non è avvenuto. Occorre sovratutto. in questo momento delicatissimo, non perdere mai di vista i termini fondamentali del nostro problema, per non intorbidare la visione della nostra situazione e pregiudicare 1 nostri veri interessi. .

Persone citate: Iorio, Isella, Salandra